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Autore: RobyLupin    22/04/2008    13 recensioni
"Tonks cara," disse infine "non hai pensato che, magari, solo per ipotesi, potresti anche esserti, che so, innamorata?"
Disse l'ultima parola velocemente, quasi come se volesse togliersi chissà quale peso. Da parte sua Tonks, un po' per la sorpresa, un po' per l'intontimento che la contraddistingueva sempre più nell'ultimo periodo, ci mise qualche secondo per capire quello che l'altra donna le aveva detto.

Secondo episodio di "Flavours and Flowers": quanto ci vuole perché un'Auror pasticciona si accorga che, magari, un amico non è solo un amico?
Genere: Romantico, Commedia, Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nimphadora Tonks, Remus Lupin | Coppie: Remus/Ninfadora
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Flavors & Flowers'
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Dopo il primo sapore, ecco a voi il primo fiore della serie.
Di solito non sono così veloce negli aggiornementi, ma questa storia è pronta da domenica, perciò tanto vale pubblicarla, no? ^^

Dedicata ad Alektos, come regalo per i suoi ventitre anni (20/04/08), nella speranza che apprezzi il pensiero.



Cherry Blossom

"Tonks, vuoi una fetta di torta?"
"Mmh... ?"
"Ti ho chiesto se vuoi una fetta di torta," ripeté Molly paziente "è al cioccolato, la tua preferita" concluse piazzandole una grossa fetta sotto il naso.
Tonks, persa in chissà quali profondi pensieri, spostò svogliatamente il suo sguardo sul dolce poggiato sul tavolo. Poi lo riportò in alto, sempre fissando il muro davanti a sé.
"No, grazie Molly. Non ne ho voglia, ora..." e tirò un lungo e profondo sospiro.
Molly, alla parola "no" drizzò le antenne, preoccupata; era già qualche tempo che Tonks era decisamente strana: sbadataggine in aumento costante (due piatti e tre bicchieri distrutti, una pentola di stufato rovesciato, il tutto in dieci minuti scarsi erano un record anche per Tonks, in fondo), sospiri intensi ad ogni ora del giorno e della notte, tendenza a fantasticare e a perdersi in mondi propri e sconosciuti in crescita e, ora, anche mancanza d'appetito. Di dolci, poi! Insomma, qui si parlava di Tonks, e Tonks era una persona golosa per definizione!
Molly storse il naso, trovando conferma definitiva di quello che già aveva intuito: in fondo, crescere sette figli le aveva lasciato un certo intuito per questi problemi. Fin'ora l'unica incognita era chi fosse l'esatto oggetto delle attenzioni della giovane Auror, ma anche qui pensava di aver ormai scoperto abbastanza indizi da poter fare ipotesi verosimili. O meglio, un'ipotesi.
"Tonks cara dimmi, c'è qualcosa che non va?" chiese cautamente, sedendosi accanto all'Auror.
"Eh?" fu la laconica risposta della ragazza, che riuscì a distogliere lo sguardo dal muro abbastanza a lungo da fissarla con occhi vacui.
"Dicevo, cara," ritentò allora Molly "c'è qualcosa che ti turba?"
Tonks sbatté gli occhi un paio di volte, poi finalmente parve cogliere il messaggio.
"Eh? Oh, no Molly, niente di niente. Come mai?"
Molly si umettò le labbra, scegliendo con cura le parole.
"Be' Tonks, vedi, ultimamente mi pare che tu sia, come dire... sulle nuvole, ecco."
Tonks parve stupita.
"Ma Molly," ribatté "io sono sempre stata sulle nuvole. Non mi pare questa grande novità..."
"Sì, ma vedi cara," insistette "ora sei, come dire, più distratta del solito. C'è forse qualcosa che ti turba? O qualcuno, magari?"
Tonks alzò un sopracciglio, confusa.
"Che intendi dire, Molly? Parli in modo strano..."
Ecco, era il momento. Molly sospirò, attorcigliandosi le mani: parlare di certi argomenti era sempre e comunque un po' imbarazzante, soprattutto quando l'altra persona poteva comodamente essere tua figlia...
"Tonks cara," disse infine "non hai pensato che, magari, solo per ipotesi, potresti anche esserti, che so, innamorata?"
Disse l'ultima parola velocemente, quasi come se volesse togliersi chissà quale peso. Da parte sua Tonks, un po' per la sorpresa, un po' per l'intontimento che la contraddistingueva sempre più nell'ultimo periodo, ci mise qualche secondo per capire quello che l'altra donna le aveva detto.
"EH?!" esclamò allora, gli occhi fuori dalle orbite "Ma Molly, che stai dicendo?"
"Be', Tonks, mettiti nei miei panni: mangi poco, fantastichi indiscriminatamente, sei più distruttiva del solito, sospiri un minuto si e l'altro pure... Se non è per quello, per cos'altro potrebbe mai essere?"
Tonks storse il naso, vagamente infastidita.
"Ma Molly, andiamo, sii seria: se fossi innamorata lo saprei, no?"
"Mai sentito parlare di negazione, Tonks? Può darsi che questa persona, pur attraendoti, abbia anche qualche caratteristica che ti spinge a mantenere le distanze e a negare l'evidenza per difenderti da una delusione" le spiegò con pazienza; era proprio vero che ogni madre nascondeva una psicologa dentro di sé, si ritrovò a pensare Molly compiaciuta.
"Che intendi dire?"
"Che so," rispose alzando le spalle "magari è un tuo collega, o è troppo vecchio, o qualcos'altro..."
"Molly," l'interruppe Tonks, il sopracciglio scettico sempre ben in alto "ti prego, sii più chiara."
Stavolta, il sopracciglio ad alzarsi fu quello di Molly, ma per l'esasperazione: con tutti gli indizi che le aveva dato, non avrebbe già dovuto cogliere l'allusione? Doveva per forza fare nome e cognome?
"Concentrati per bene, Tonks," disse allora lentamente, gli occhi fissi nei suoi "ce la puoi fare: allora, è mediamente alto, magro come un chiodo, vestiti trasandati, capelli lunghi..."
"Capelli lunghi... ?" ripeté Tonks lentamente.
"Esatto, cara. Ora concentrati: chi conosci che abbia queste caratteristiche?"
Tonks parve rifletterci un attimo, poi spalancò gli occhi, guardandola con un vago disgusto dipinto in viso.
"Per l'amor di Merlino, Molly! Non penserai veramente che a me piaccia... lui?"
Questa volta fu Molly a spalancare gli occhi sbigottita: possibile che avesse sbagliato così platealmente?
"È mio cugino, Molly! È illegale e disgustoso!" concluse intanto l'altra schifata.
"Tonks, di chi stai parlando, di grazia?"
"Ma di Sirius, no?" rispose lei ovvia "e lasciami dire, Molly, che non ti facevo così..."
"Tonks, per Merlino, cerca di connettere i neuroni! Non stavo parlando di Sirius!"
Ninfadora parve sincerante sollevata.
"Oh, grazie a Flamel. Mi hai spaventata, sai? È solo che facevi dei discorsi così strani, tutto d'un tratto..."
"Ma Tonks, tesoro caro, non ti viene proprio in mente nessun altro che abbia le caratteristiche che ti ho enunciato?"
Di nuovo quel sopracciglio alzato; Molly sentì che, presto o tardi, le sarebbe venuta una crisi isterica.
"Capelli lunghi," riprovò "più vecchio di te... capelli chiari un po' ingrigiti... una volta al mese diventa un canide un po' isterico..."
Le sopracciglia alzate divennero improvvisamente due, mentre la consapevolezza si faceva largo dentro Tonks.
"Per la barba di Zeus, Molly! Non starai mica parlando di Remus?"
Molly tirò un sospiro di sollievo di fronte alla constatazione che, in fondo, qualche neurone attivo le era rimasto.
"Finalmente," commentò "stavo iniziando a pensare che avrei dovuto dirtelo esplicitamente e farti anche lo spelling, cara."
"Ma Molly," insistette Tonks ancora scioccata "che ti salta in mente? Io innamorata di Remus? Hai bevuto troppa Burrobirra, per caso?"
Molly la guardò male.
"Punto primo: sono secoli che non bevo quella roba. Punto secondo: perché no?"
"Per un milione di motivi!" prese a dire l'Auror "È il migliore amico di Sirius! È un mio amico! Ed è troppo grande, figurati se c'è anche solo la minima possibilità che possa accadere qualcosa tra noi. E poi, siamo colleghi qui all'Ordine. Non esiste proprio..."
"Non mi paiono delle ragioni sensate" ribatté la donna "Non è possibile che tu stia solo cercando di nascondere l'evidenza a te stessa, Tonks?"
"E cosa te lo farebbe pensare, scusa?" rispose Ninfadora alzandosi col piatto in mano.
"Per esempio, non hai notato come, ogni volta che lui è nella tua stessa stanza o viene anche solo nominato, qualunque cosa tu abbia in mano finisce misteriosamente per terra? Spesso accompagnato dal resto del tuo corpo, direi..."
Tonks sospirò.
"Molly, io sono sempre sbadata e pasticciona. Me lo ripeti sempre anche tu, ricordi?"
"Sì, ma con lui in mezzo il tutto raddoppia, Tonks cara."
Tonks sbuffò scettica, mentre Molly sorrise sorniona, fissando un punto dietro la spalla dell'altra.
"Oh, ciao Remus" salutò con un sorriso.
Tonks, udendo il nome, si voltò istintivamente, il cuore che le batteva all'impazzata per qualche ignota ragione; nello stesso istante, il piattino le scivolò di mano, schiantandosi al suolo e andando in mille pezzi, spargendo torta ovunque.
"Rem..." ma s'interruppe nel constatare che la porta era ancora saldamente chiusa e che nessuno era entrato nella stanza.
"Molly!" sbottò quindi voltandosi verso la colpevole, le mani sui fianchi e l'espressione arrabbiata "ti paiono scherzi da fare?"
Molly sventolò una mano con noncuranza.
"Dettagli insignificanti, cara. Piuttosto," continuò imperterrita "hai notato che fine hanno fatto il piattino e la torta?"
Tonks storse il naso.
"Mi sono solo spaventata per la sorpresa" ribatté convinta mentre, con un colpo di bacchetta, riparava il danno "Remus non c'entra per niente..."
"Non c'entro con cosa, di grazia?"
L'innocente piattino da dessert, che Tonks aveva appena riparato e che aveva anche diligentemente raccolto, cadde di nuovo a terra, frantumandosi, mentre la ragazza trasaliva nell'udire una qualcerta voce alle sue spalle.
"Molly," sussurrò "è un altro scherzo, vero?"
Molly sorrise sorniona, scuotendo la testa in un ‘no' inconfondibile.
Tonks si morse il labbro mentre si voltava verso Remus tentando un sorriso falso come Galeone di cioccolato.
"Bella, Remus!" esclamò "Come stai? Che ci fai qui?"
"Ci vivo," rispose lui guardingo "da molti mesi, anche."
Tonks ridacchiò, dandosi mentalmente della stupida.
"Ovvio, tu vivi qui..."
"Ninfadora, stai bene? Sei strana..." borbottò lui avvicinandosi e poggiando una mano sulla fronte della ragazza "sta girando l'influenza in questo periodo..."
"Certo che sto bene!" ribatté lei scostandosi, spaventata dal caldo improvviso che l'aveva assalita in seguito al contatto con la mano dell'amico.
"Bene," sorrise Remus "perché dobbiamo andare."
"Andare?" chiese lei incerta "Dove, di grazia?"
Remus prese una stringa di liquerizia da un vasetto della credenza e ne strappò un pezzo prima di risponderle. Senza un motivo apparente, Tonks desiderò improvvisamente di trovarsi al posto della stringa.
"La missione, Tonks."
Di nuovo quel sopracciglio rosa alzato; Remus sospirò.
"Harry e i ragazzi. La scuola che ricomincia" tentò allora di spiegarle lui "Io e te che li accompagniamo..."
"Ma certo, la missione!" esclamò lei battendosi una mano sulla fronte "Come ho fatto a dimenticarmene?"
Remus rise divertito.
"Per Flamel, Tonks, sei davvero buffa a volte" disse scompigliandole i capelli rosa provocandole una risatina.
"Ci vediamo all'ingresso tra dieci minuti" concluse uscendo dalla stanza.
"D'accordo!" rispose lei alla sua schiena; quindi sospirò, sedendosi di nuovo nel tentativo di calmare il battito del cuore che era, improvvisamente (e inspiegabilmente), aumentato.
Fu la risatina divertita di Molly che la riportò alla realtà, costringendola ad alzare la testa.
"Che c'è?" chiese scocciata.
"Niente, cara. È solo che sei davvero buffa a volte..." e scoppiò a ridere rumorosamente.
Tonks storse il naso.
"Buffa... ?"
"Esattamente" ribatté Molly per niente scalfita dal tono dell'altra "Buffa" ripeté.
"Non è una cosa carina da dire..."
Molly alzò un sopracciglio, Tonks si spaventò leggermente.
"E come mai, Tonks cara, quando te l'ha detto Remus sembrava che fossi pronta a metterti a scodinzolare come un cucciolo?"
Tonks voltò la testa, arrossendo leggermente per qualche motivo sconosciuto anche a lei.
"Sciocchezze, Molly. Per quanto andrà avanti questa storia?"
"Finché non ammetterai che ho ragione, Tonks."
"Be', non l'hai..."
"Cosa non hai, Molly?"
Tonks si morse la lingua mentre si girava, quasi aspettandosi che fosse di nuovo Remus ad aver udito i discorsi sbagliati. Fu però Sirius, con suo immenso sollievo, ad avvicinarsi, puntellandosi con un braccio alla testa dell'Auror per star più comodo.
"Niente, Sirius. E togli quel braccio, sei pesante."
"Cugina crudele," ribatté lui abbandonandosi ancora di più su di lei "maltrattare così il tuo cugino preferito..."
"Sei l'unico..."
"Dico solo un nome: Malfoy."
"L'unico sano di mente, intendevo..."
"Dettagli. Allora, di che parlavate tu e Molly?"
"Niente..." ribadì; ci mancava solo che Sirius si convincesse che lei avesse una cotta per il suo amico: non avrebbe più avuto pace in quella casa, ne era certa...
"Parlavamo della cotta che tua cugina ha per Remus."
Appunto.
Tonks lanciò un'occhiataccia a Molly prima di rivolgersi al mago.
"Sono solo sciocchezze, Sirius. Nessuno ha una cotta per nessun'altro, qui."
Sirius, si chinò su di lei.
"A no?" chiese sorpreso.
"Che?!"
"Non hai una cotta per Remus? Io credevo di sì..."
"Ma che stai dicendo? Ti ci metti pure tu?"
Tonks si prese la testa tra le mani, costringendo Sirius a spostarsi; ma perché erano tutti fusi, in quella casa?
"Quindi mi stai dicendo che non è così?"
"Certo che no!"
Sirius la fissò cogitabondo, lei sbuffò.
"Vado a prepararmi. Ormai è quasi ora di partire, no?" disse stizzita e si alzò, lasciando gli altri due membri dell'Ordine dietro di sé a guardarla scettici.
"Molly, tu ci credi che non è vero?"
"Ovvio che no."
"E dici che, prima o poi, lo capirà anche lei?"
Molly sospirò, alzandosi per sistemare il famoso piattino da dolce.
"Be', è piuttosto lenta in queste cose, mi pare."
"Però, dopo che gliel'abbiamo detto in due, dovrebbe rifletterci su, no? Non penso sia proprio così lenta da non capirlo nemmeno stavolta..."
"Speriamo, Sirius, speriamo" sospirò la donna alzandosi "Per i miei poveri piatti, se non altro."
Sirius rise, stiracchiandosi.
"Che dici, Molly, li raggiungiamo?" propose avviandosi verso l'uscita; dall'ingresso già venivano gli strilli dei gufi e i lamenti dei ragazzi.
"Direi di sì" concordò Molly seguendolo.
Una volta all'ingresso, entrambi non poterono fare a meno di nascondere un sorriso alla vista di Tonks che chiacchierava con Remus: forse, quella era la volta buona...

Tonks sventolò la mano in direzione dei ragazzi che si allontanavano verso Hogwarts. Non appena sparirono dalla vista, si voltò allegra verso Remus, che la fissava sorridendo.
"Che c'è?" chiese curiosa.
"Sei buffa" rispose lui; lei storse il naso.
"Lo ribadisci spesso."
"Già," rise lui "ti da fastidio?"
Tonks ci pensò su.
"No," rispose infine "direi di no" confermò con un sorriso; Remus lo ricambiò, poi si voltò verso il villaggio.
"Ti spiace se facciamo un giro, prima di tornare a Londra? Sono secoli che non visito Hogsmeade..."
"Perché no?" rispose la ragazza con entusiasmo "Ho proprio voglia di andare da Zonko. E a Mielandia. Ho giust'appunto finito le Piume di Zucchero l'altro giorno, in ufficio..."
"Ti porti quella roba al lavoro?" chiese Remus stranito.
"Ha intenzione di farmi la predica, professore?" lo prese il giro; lui sorrise malandrino.
"Assolutamente, signorina. Stavo solo pensando a cosa ne penserebbe Kingsley, se lo sapesse..."
"Tenta forse di ricattarmi?"
"Forse..."
"Spiacente, Signor Spione, ma anche il suddetto Kingsley ne ha fatto incetta giusto l'altro ieri. Pensavo infatti di chiedergliene una in prestito, domani, ma dato che ci siamo..."
"E io che pensavo che voi Auror foste persone serie e diligenti..."
"Gravissimo errore, professore. Dovrebbe conoscermi da abbastanza tempo per sapere che non è così..."
"Sai com'è, vivo d'illusioni."
"E io che pensavo che fossi una persona seria e diligente..."
"Anche tu vivi d'illusioni, quindi?"
"L'illusione dilaga, a quanto pare..."
Si guardarono un attimo solo prima di scoppiare a ridere, poi Remus le offrì il braccio.
"Tieni, compagna d'illusioni; per evitarti eccessive cadute."
"Non credi che potrei anche non cadere, oggi?"
"La mia illusione non si è ancora spinta così lontana, carissima."
"Oh, ti fidi così poco del mio senso dell'equilibrio?" lo prese in giro.
"Perché, hai senso dell'equilibrio, tu?"
"Touché" concesse "come premio ti offrirò una cioccolata."
"Troppo gentile, madame. Allora, andiamo?" chiese di nuovo, indicando il braccio che le offriva.
Anche Tonks lo guardò e, per un attimo, rimase bloccata: doveva prenderlo per forza? Cioè, se lei l'avesse afferrato, poi sarebbero dovuti restare a braccetto per un lasso di tempo indeterminato...
«E allora?» le sussurrò una vocina nella sua testa «che male c'è ad andare a braccetto con un amico, Tonks?»
"Nessuno,"
le rispose lei "proprio nessuno."
E allora perché si sentiva arrossire? Perché il cuore aveva preso a batterle più veloce? Perché quella dannata stretta allo stomaco? E perché... ?
"Deve essere per quello che mi ha detto Molly" decise infine "Mi ha messo in testa un mucchio di stupidaggini. Io e Remus siamo amici. Ottimi amici, anzi. Quindi non c'è niente di male a passeggiare insieme, no?"
Stava già per afferrare il braccio offertole, quando una frase le tornò alla mente a tradimento.
"Non hai una cotta per Remus? Io credevo di sì...'
Ninfadora si presa la testa tra le mani, maledicendo la propria memoria che le presentava frasi simili quando meno se l'aspettava. E dannato anche Sirius che gliel'aveva detta, la frase!
Che doveva fare, ora?
"Ninfadora, tutto bene?" le chiese Remus chinandosi verso di lei e poggiando di nuovo la mano sulla fronte "Sicura di non esserti ammalata? Gira un sacco di influenza, in questo periodo..."
Ninfadora, colta alla sprovvista, arrossì violentemente.
"Certo, certo, tutto a posto, Remus" borbottò, spostandosi come colpita da una scossa elettrica.
"Allora... ehm... andiamo al villaggio?" chiese balbettando un po'.
Remus la guardò scettico, poi le prese un braccio e la costrinse ad accettare il suo.
"Ma... ?"
"Mi sembri stanca" spiegò lui iniziando a camminare "Se cadessi in questo stato ti faresti più male del solito."
"Oh... Ah..." balbettò lei.
"Grazie" borbottò infine; Remus sorrise di rimando.
Nella strada per arrivare al villaggio, Tonks decise di rispedire in un angolino remoto della sua mente le parole di quel cugino fedifrago che si ritrovava e della sua degna compare. Non aveva senso pensare a quelle assurde teorie, no? Così strinse più forte il braccio dell'amico, iniziando a trascinarlo verso i primi negozi di Hogsmeade.
No, decisamente non valeva la pena rovinarsi lo shopping a causa di Sirius e Molly. E poi, diciamocelo: stare a braccetto con Remus, non era affatto male...

"Tonks, che ne dici di entrare a ‘I Tre Manici di Scopa'?"
"Come?"
Tonks, impegnata a fissare una veste da strega dalla vetrina di ‘Stratchy&Sons', alzò gli occhi su Remus, che stringeva vari pacchetti per lo più di lei. Anzi, totalmente di lei, ma Tonks non volle soffermarsi su questo dettaglio insignificante.
"Ti chiedevo se non volessi andare a bere qualcosa di caldo" ripeté lui paziente "sto leggermente congelando qua fuori. Tu no?"
Tonks sbatté gli occhi un paio di volte. Se doveva essere sincera, no che non stava congelando: d'altronde come avrebbe potuto, dato che nella foga degli acquisti si era stretta così tanto al licantropo che non avrebbe potuto sentire freddo nemmeno se fossero stati in Groenlandia?
Come accorgendosene improvvisamente, Tonks arrossì, allontanandosi leggermente. Poi annuì, dichiarando di avere a sua volta un freddo cane, e affermando di non desiderare niente di meglio di una buona e vecchia Burrobirra calda.
Leggermente sorpreso dalla reazione della ragazza (perché mai si era allontanata come se avesse la peste?) Remus la seguì docilmente, entrando poi nel locale caldo e affollato.
"Ninfadora," disse poi "io vado a prendere da bere. Cerchi tu un tavolo?"
"Uh, uh" rispose lei allontanandosi.
Ma se ne pentì quasi subito quando notò che, effettivamente, il locale era così pieno che ci sarebbe voluto un miracolo per trovare un buco libero.
Da parte sua, però, Tonks doveva avere una fortuna sfacciata, dato che mentre si guardava intorno notò due maghi dall'aria antica alzarsi da un tavolo vicino ad uno degli alberi di Natale. Dando prova di una notevole presenza di spirito, Tonks si catapultò su di esso, battendo appena sul tempo una strega che parve lanciare al suo indirizzo ogni maledizione possibile ed immaginabile.
Gongolando per la missione felicemente compiuta, Tonks si voltò verso il bancone, pronta a mostrare anche a Remus i frutti del suo duro lavoro. La scena che vide, però, la fece congelare sul posto: Remus stava amabilmente chiacchierando con Madama Rosmerta. E rideva. Madama Rosmerta aveva detto qualcosa e lui rideva. E di gusto, per giunta!
Storcendo il naso e aggrottando la fronte, Tonks decise che quella storia non le piaceva affatto. Il perché non lo sapeva nemmeno lei, ma non le importava: le dava fastidio e tanto bastava.
Osservò Remus dire ancora qualcosa alla strega, vide Rosmerta ridere (anche lei! Merlino, che era, un vizio?) e poi lui poi voltare gli occhi verso di lei e farle un cenno col capo. Madama Rosmerta lo imitò, sorridendole radiosa. Tonks si ritrovò a pensare che il sorriso della barista era veramente odioso. Con uno sforzo che le parve immane, ricambiò il saluto mentre Remus ringraziava la strega e si allontanava dal bancone con una Burrobirra in una mano e una tazza fumante nell'altra. Le posò entrambe sul tavolo (la tazza conteneva cioccolata calda, per la cronaca) prima di sedersi.
"Bel posto questo" si complimentò.
"Mmh" fu la laconica risposta di Tonks; Remus alzò le sopracciglia, confuso.
"Tutto bene?" si preoccupò.
"Si, tutto bene, grazie."
"Oh" fece lui confuso dal suo tono freddo "bene..."
Un silenzio imbarazzante calò tra di loro mentre Tonks giocherellava distrattamente con il suo boccale, lanciando ogni tanto occhiate rancorose alla donna dietro il bancone.
"Sai, è bello tornare qui al locale, dopo tanto tempo..." buttò lì ad un certo punto Remus, nel tentativo di sciogliere il ghiaccio.
"Uh, uh..."
"Già... Ricordo quando venivamo qui durante i giorni liberi, io, Sirius e gli altri..."
La voce gli si fece malinconica e Tonks, suo malgrado, abbandonò l'aria contrita e si morse il labbro, dispiaciuta.
"Dovevate divertirvi molto..."
"Oh, sì" ripose lui "eravamo i Malandrini, dopotutto; e quando c'erano i Malandrini, la parola ‘noia' non era contemplata."
Ninfadora rise.
"Modesto..."
"Realista, direi" rispose lui unendosi alla risata "con tutti guai che combinavamo, se non fossimo stati divertenti saremmo stati linciati più volte al giorno dai nostri compagni di Casa. Sai, essere divertenti comportava la perdita di molti - e vorrei sottolineare quel ‘molti' - punti ogni volta..."
"Eri proprio uno scavezzacollo, eh professore?"
"Diciamo pure così. Ma mai come Sirius e James, quello no."
"Prima o poi mi dovrai fare un resoconto dei dettagli più imbarazzanti" disse lei cospiratoria, sporgendosi verso di lui "così potrò ricattare a vita sia te che quel botolo che abbiamo a casa..."
"Dicendo così non mi sproni certo ad assecondarti..."
Tonks sventolò una mano, noncurante.
"Dettagli."
"Dettagli, eh?"
"Già."
"E lei, signorina Ninfadora?"
"Tonks."
"Ninfadora. Lei ha mai combinato guai?"
"Certo che no" rispose lei bevendo un sorso di Burrobirra "ero un'alunna diligente, io. Certo, ci sono state un numero indefinito di eccezioni. Come quella volta che appiccai fuoco alla divisa di un Serpeverde spaccone per puro caso... O quando finii per distruggere mezza aula di Trasfigurazione per un esercizio finito male... Ricordo che l'indistruttibile crocchia della McGranitt se la vide brutta, quella volta..."
"Oh, se è per questo, noi una volta riuscimmo a farla crollare, la famosa crocchia."
"Non ci credo!"
"Oh sì, invece" rispose lui con una luce malandrina negli occhi "Fu quando demolimmo mezzo Dormitorio di Serpeverde nel tentativo di fare uno scherzo a Piton. Di cattivo gusto, forse, ma efficace, almeno sulla carta. Certo, non avevamo considerato gli effetti collaterali..."
"Per l'Olimpo!" rise lei.
"Ricordo che fummo beccati in pieno. E che la clessidra di Grifondoro finì pericolosamente sotto zero, quell'anno..."
"Addirittura?"
"Già. Avevamo dodici anni ed eravamo giovani ed ingenui, d'altronde... Dopo di allora, non accadde più."
"Che faceste scherzi del genere?"
Remus la guardò ironico.
"No, che ci beccassero a fare scherzi del genere. Oh be', quasi..."
Uno sguardo, poi scoppiarono entrambi in una fragorosa risata.
"Eravate dei piccoli teppisti, allora."
"Io preferisco dire che eravamo ragazzi leggermente vivaci."
"Certo, ‘leggermente'..."
"Però quel fatto ci valse una fama del tutto inaspettata. Certo, all'inizio rischiammo il linciaggio - non avrei mai creduto di poter correre così veloce, prima di quella volta - ma poi quasi tutti ci trovarono da ridere... Tranne i Serpeverde. Chissà perché..."
"Già, chissà perché... Probabilmente non avevano senso dell'umorismo. Basta vedere Piton, dopotutto."
"Già, può darsi... Ricordo anche che, poco tempo dopo, la voce della nostra impresa si sparse anche qui al villaggio. A Madama Rosmerta la cosa piacque talmente tanto che, quando l'anno dopo ci incontrò, ci offrì da bere e continuò a farlo negli anni a venire in ogni giorno libero."
Al suono del nome dell'ostessa, il sorriso svanì dal volto di Tonks, che si rabbuiò di nuovo.
"Oh, davvero?" chiese meccanicamente, portandosi il boccale alle labbra.
"Già. Credo che, ad un certo punto, mi fossi anche preso una cotta per lei..."
Tonks posò con forza il boccale sul tavolo, guardando di sottecchi la barista e odiandola per un qualche oscuro (e sicuramente stupido) motivo.
"... Ma durò poco... Tonks, che stai guardando?" domandò lui curioso, seguendo la traiettoria dei suoi occhi.
"Le ciliege" mentì Tonks d'istinto, riferendosi alle ciliegie sotto spirito che Madama Rosmerta stava travasando in quel momento.
"Oh, ti piacciono le ciliegie?" chiese sinceramente interessato.
"Sì. Cioè, più che le ciliegie in sé mi piacciono i fiori di ciliegio. Quella per le ciliegie è... una passione traslata, diciamo..." e almeno quello era vero; quindi poteva dire di non aver proprio mentito, no?
"Davvero? I fiori di ciliegio? Sai che non credo di averne mai visti dal vivo?"
"No? Sono bellissimi" prese a raccontare lei "Sono semplici, delicati, e vedere un viale di ciliegi in fioritura dev'essere uno spettacolo meraviglioso. Peccato non essere mai riuscita a vederne uno..."
"No?"
Tonks scosse la testa.
"Londra non è famosa per i suoi viali di ciliegi, purtroppo."
"Oh, capisco."
"Però qualche albero l'ho visto durante qualche viaggio: è rilassante starli a guardare quando sono in piena fioritura..."
Remus sorrise e Tonks arrossì impercettibilmente, imbarazzata.
"Ehm... Comunque... dicevi?"
"Come?"
"Cosa stavi dicendo prima della mia lezione sui ciliegi?"
"Oh" comprese infine lui; vi rifletté qualche secondo, poi parve ricordare "Oh, sì, dicevo che la mia cotta per Rosmerta durò poco, alla fin fine" di nuovo, il viso di Tonks si rabbuiò "D'altronde, avevo tredici anni e credo che non sia passato anno senza che qualche studente s'innamorasse di lei..."
"Già" sibilò Tonks rabbiosa "Ricordo perfettamente..."
"In che senso?"
"Nel senso che se tutti i ragazzi per cui hai una cotta durante la scuola, a loro volta ne hanno una per Rosmerta, non te ne scordi più..."
"Oh."
"Eh" sospirò lei bevendo un altro sorso "Sembrava quasi che dovessero avere due caratteristiche per interessarmi, i ragazzi. Una di queste era l'essere cotto della famosa barista..."
"E l'altra?"
"Come?"
"L'altra caratteristica?"
Tonks sorrise.
"L'essere Prefetti" disse "Pareva quasi che io mi prendessi una cotta per ogni Prefetto che mi capitasse d'incontrare..."
"Ma davvero?" disse lui "Allora, qualche anno prima e avresti rischiato di innamorarti di me" la prese in giro.
Tonks rischiò quasi di strozzarsi con la Burrobirra che stava bevendo.
"Tonks, tutto bene?" si preoccupò lui dandole qualche pacca sulla schiena.
"Si... coff coff... una meraviglia."
"Sicura?" chiese incerto.
"Perfettamente sicura" ribadì col fiato mozzo.
"Ah... d'accordo..."
"Vado un attimo in bagno" fece poi lei alzandosi rigidamente "Torno subito."
"D'accordo" mormorò mentre la ragazza si allontanava.
Entrambe le sopracciglia di Remus svettarono verso l'alto, dubbiose: Ninfadora era strana, su questo non c''erano dubbi. Il problema era: perché?

Da parte sua, Ninfadora era riuscita a raggiungere miracolosamente incolume il bagno delle donne. Si piazzò immediatamente davanti allo specchio, fissandosi negli occhi e cercando di capire che Merlino le prendeva: perché diamine aveva reagito in quel modo? Perché si era alzata con se si fosse seduta per sbaglio su un porcospino, quando aveva fatto quella battuta?
«Non è quello il punto» le sussurrò la vocina nella sua testa in tono infido «Il punto è un altro, lo sai benissimo anche tu.»
Era vero. Il punto era un altro, e cioè: Remus aveva avuto una cotta per Rosmerta. Una cotta. Per quella donna. Per quella donna che prima aveva riso alle sue battute. La domanda era: e allora?
"Allora non mi piace. Non so perché, ma non mi piace. E voglio uccidere Rosmerta e la sua risata da ebete!"
Esasperata, Tonks si prese la testa tra le mani e urlò, spaventando a morte due povere streghe che si erano ritrovate, loro malgrado, in bagno con lei.
"Ora calmati, Tonks!" mormorò a se stessa "Calmati. Sicuramente c'è una spiegazione logica per le tue stranezze di oggi..."
"Spero." pensò implorante.
"Ora, riflettiamo" borbottò iniziando a percorrere in lungo e in largo il bagno "sicuramente è successo qualcosa che ti ha condizionato pesantemente, oggi... Un motivo più che valido, per cui ora vorresti uccidere in modo lento e doloroso quella barista da strapazzo..." aggiunse con rabbia.
«Non sarà che Sirius e Molly, in fondo, non hanno tutti i torti?»
"Sciocchezze!" rispose lei convinta "Loro non hanno ragione. Punto."
«Sicura?»
"Certo" confermò "Sono più che certa che quei due..."
Ma si bloccò quando la rivelazione la colse.
"Ma certo, è così ovvio!" esclamò a gran voce, scoppiando in una fragorosa risata "Sono state le parole di quei due a suggestionarmi! Ma certo, che stupida sono!" si riportò davanti allo specchio, sorridendo alla sua immagine riflessa.
"Mi sono fatta condizionare come un'allocca! Sarà sicuramente stato uno scherzo di Sirius, e io non me ne sono nemmeno accorta. Certo che Molly, fare cose del genere alla sua età..." e scoppiò nuovamente a ridere, sollevata.
"Ah, come mi sento meglio, ora" mormorò quando si fu calmata.
Si sciacquò quindi il viso, si sorrise e, ripromettendosi di non farsi condizionare oltre da quei due, si diresse nuovamente verso il loro tavolino.
Ma lo trovò vuoto.
Panico! Tonks si guardò attorno, ansiosa, cercando segni di quel mezzo canide da strapazzo. Ispezionò anche il bancone, considerando vagamente l'ipotesi di ucciderlo seduta stante se l'avesse beccato a fare gli occhi dolci a Rosmerta dopo averla abbandonata al suo destino.
Ma Rosmerta stava giusto servendo Idromele a delle streghe, e di Remus nessuna traccia.
Stava giusto considerando l'ipotesi di lasciarlo in vita almeno per il momento, quando un rumore attirò la sua attenzione: qualcuno bussava alle finestre.
Tonks si voltò, incuriosita, e quasi le prese un colpo: Remus era lì che le sorrideva in mezzo alla neve che aveva iniziato a cadere, il bicchiere e la tazza nelle mani. Con un cenno, le fece capire di uscire, e Tonks obbedì meccanicamente.
"Che ci fai qui?" le chiese arrabbiata "stavo già per darti per disperso, canide mal riuscito!"
"Scusa" disse lui semplicemente.
"Scusa? Scusa?! Ti pare che basti per il mezzo colpo apoplettico che mi è preso non trovandoti più?"
Per tutta risposta, Remus le allungò il suo boccale; lei lo prese titubante.
"Ho solo pensato," le disse lui "che non ti andasse più di stare lì dentro."
Tonks lo fissò confusa.
"Ma qui si gela. Non sei entrato per quello? Perché avevi freddo?"
Remus alzò le spalle.
"Se tu sei entrata pur non avendo freddo, non vedo perché io non possa uscire pur avendolo" Tonks spalancò la bocca: ma diamine, come aveva fatto ad accorgersene?
"Da quando siamo entrati poi, sei ancora più strana del solito, e di uno strano che non mi piace. Ti preferisco quando sei buffa."
"Eh?"
Remus la guardò con la coda dell'occhio e sorrise.
"Niente d'importante," disse infine alzando le spalle "forse sto diventando troppo sentimentale..."
Tonks lo fissò ancora più confusa, lui si stiracchiò, poi le offrì di nuovo il braccio.
"Andiamo? Va bene tutto, ma stare fermi mentre nevica non è poi l'ideale..."
Tonks afferrò il braccio, seguendolo, poi notò un particolare che prima le era quasi sfuggito.
"Ma scusa, sei sicuro di poter portare fuori dal locale boccale e tazza?"
Non aveva ancora finito di parlare, che Remus scoppiò a ridere.
"Ninfadora, se ti svelo un segreto, prometti di non rivelarlo a nessuno?" le disse semiserio; Tonks annuì, e lui chinò la testa in modo da avvicinarsi all'orecchio "Rosmerta non lo sa."
"Che?!" Tonks lo fissò a metà tra il divertito e lo scioccato "Professore, lei ha rubato?"
"Io non lo chiamerei ‘rubare'. È una brutta parola, non trovi?" fece lui leggero.
"E come lo chiameresti, di grazia?"
"Uhm... Direi che ‘un prelievo per un'emergenza' può andare."
"Emergenza?" chiese le dubbiosa; lui si fermò e la guardò, poi sorrise e le scompigliò i capelli.
"Ripeto: eri strana e io ti preferisco quando sei buffa."
Fece qualche passo in avanti, lasciando Tonks indietro, ferma in mezzo alla strada e con il viso incredibilmente rosso.
"L'emergenza ero io... ?" si chiese in preda all'imbarazzo; un sorriso le spuntò sulle labbra.
"Ah, un'altra cosa," le disse Remus voltandosi "fossi in te non berrei subito."
"Eh?"
Incuriosita, Tonks abbassò gli occhi sulla Burrobirra e sorrise notando un particolare che prima le era sfuggito: un fiore rosa di ciliegio era poggiato nel boccale.
"Purtroppo, la saliera di Rosmerta non mi consentiva di fare di più con la Trasfigurazione; per i viali in fioritura dovrai aspettare la primavera" le spiegò avvicinandosi e chinandosi verso di lei; poi si voltò nuovamente, iniziando ad incamminarsi verso Zonko, l'unico negozio che mancava loro da visitare.
Tonks, invece, rimase ferma e prese il fiore tra le dita, fissandolo: si era accorto che qualcosa non andava e le aveva trasfigurato un fiore. Un fiore di ciliegio. Un fiore che la rilassava. Ma quanto era d'oro, quell'uomo?
Si sorprese, quasi, a guardare compiaciuta la sua schiena. La trovava buffa, e voleva che lo rimanesse. Detto da qualcun altro sarebbe sembrata quasi un'offesa, ma da lui invece no. Anzi, le piaceva sentirselo dire...
‘E come mai, Tonks cara, quando te l'ha detto Remus sembrava che fossi pronta a metterti a scodinzolare come un cucciolo?'
Le parole di Molly la colpirono come uno schiaffo in pieno viso, facendole sbarrare gli occhi: per Anacleto e i gufi tutti, aveva ragione! Ma, un attimo: ciò significava che lei era veramente...
"Ninfadora, ti vuoi sbrigare?"
Tonks alzò gli occhi su Remus, che sventolava la mano nella sua direzione.
Cos'è che gli aveva detto, prima? Che lei s'innamorava sempre di Prefetti con una cotta per Rosmerta. Davanti a lei, le guance arrossate dal freddo e un sorriso da bambino che poche volte gli aveva visto in viso, stava un ex-Prefetto che aveva avuto una cotta per Rosmerta.
Decisamente, non era cambiata affatto negli anni.
Sorridendo mentre capiva il motivo delle sue psicosi giornaliere e superava lo stadio della negazione, Tonks si mise a correre e lo raggiunse, afferrandogli di slancio il braccio e iniziando a trascinarlo verso il negozio.
Curiosando tra le novità del negozio di scherzi, Tonks si rese anche conto che, dopotutto, lo stadio dell'accettazione non era poi così male. Soprattutto se avevi Remus, il suo braccio ben stretto e un fiore di ciliegio fissato tra i capelli rosa cicca.
Certo, quale fosse la parte migliore tra le tre lei lo sapeva bene, ma quelli erano dettagli, no?





Allora, per quanto riguarda il punto in cui Tonks pensa che Molly si riferisca a Sirius: loro due sono cugini di secondo grado e, se non sbaglio, l'amore tra cugini non è più considerato illegale dal terzo grado in poi, almeno qui in Italia. Se ho sbagliato, chiedo venia ma la battuta in sé mi piace, quindi non la voglio togliere. ^^

Secondo... Be', spero che la storia vi sia piaciuta almeno un po' e che vi abbia strappato un sorriso.

Grazie per aver letto... ^^

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