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Autore: needbastille    09/11/2013    2 recensioni
''Era così che la nostra vita doveva essere : Papa Harry ancora a dormire e io a cullare il bimbo , che aveva fame o voleva guardare il suo cartone preferito. Ma non poteva essere così e non lo sarà mai , la nostra società è uno schifo , ho davvero paura che il mio sogno non si possa realizzare.
Mi asciugai le lacrime giusto in tempo , papà Harry era arrivato , assonnato ma sorridente. Eravamo pronti per nasconderci , un altro minuto , un altra ora , un altro giorno , altri anni."
Genere: Erotico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson
Note: Raccolta | Avvertimenti: Tematiche delicate
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''Harry pov''

L’umidità aveva reso la mia sigaretta amara, ma ancora più amara era l’attesa di chi sapevo non sarebbe venuto. Il mio uomo , ultimamente, era interessato solo ed esclusivamente al suo lavoro ed io soffrivo , soffrivo tanto , senza il coraggio di dirgli niente. Non volevo preoccuparlo.
Il concierge mi chiese se volevo un taxi ed io finalmente , dopo due ore di attesa , gli dissi di sì.
Louis non si era fatto vivo nemmeno per telefono ed ora stavo tornando a casa deluso ed amareggiato. Perché non riusciva a capire quanto lo amavo e quanto mi dilaniava la sua lontananza da me. C’ era, forse, qualcun altro? No, lo avrei capito.  Era solo preso dalla sua carriera. L’architetto più famoso di Milano si era innamorato di me un anno prima durante una visita alla premiere di un pittore sconosciuto ai più.
Fu proprio il pittore a presentarci dicendo che avevamo carriere simili da percorrere: io design di interni , lui architetto, appunto.
Dopo alcuni messaggi e telefonate ci incontrammo ad un cocktail in casa di amici, una settimana dopo traslocavo a casa sua. Eravamo sconvolti dal sentimento che ci aveva stregato e ancor più dalla voglia irrefrenabile di stare insieme.
Mentre tornavo al nostro lussuoso attico di 200 metri quadri, pensavo che qualcosa era cambiato e dovevo riportare gli occhi di Louis su di me.
Svogliatamente mi spogliai appoggiando il Rolex che mi aveva regalato Louis sul comodino, la camicia con le cifre sulla sedia e l’ abito di Ermenegildo Zegna per terra: a cosa serviva tutto quel lusso? Perché? Louis lavorava tanto, voleva sempre di più. No, dovevo far sì che le sue attenzioni tornassero sulle cose veramente importanti nella vita: gli affetti.
Mentre scivolavo in un sonno profondo pensai che sarebbe stato bello fare un viaggio – avventura, low cost in un paese lontano da tutto e da tutti.
La chiave girò nella toppa, ecco il mio Louis, è tornato. Non lo lascerò più andare via.

-

La mattina a colazione lo guardai dritto negli occhi e gli dissi che volevo fare una viaggio. Lui sgranò gli occhi e mi disse: “Solo?” Avvertì il suo sconcerto , chissà forse aveva pensato che volessi lasciarlo.
“No.” Risposi “Insieme a te nel posto più povero del mondo”
“Perché? Non ti piacerebbe tornare dai tuoi in California?”
“i miei stanno bene e posso sentirli ogni giorno, voglio vedere l’altra faccia del mondo. Quella vera!”
“Ok. Se per te è importante, scegli la meta ed io verrò con te”
Non sapevo se piangere per la sua apparente rassegnazione o gioire per la sua disponibilità.
L’organizzazione del viaggio durò circa una settimana e finalmente una buia e piovosa mattina di novembre partimmo alla volta di Bombay. Sì, avevo scelto l’India. Non so perché, in fondo non conoscevo la realtà di nessun paese povero , ma avevo pensato che forse non avremmo avuto problemi con la lingua e che la gente fosse ospitale.
All’agenzia mi avevano dato un vademecum su cosa portare , le vaccinazioni da fare e altre notizie da tenere presenti per chi come noi aveva scelto una vacanza lontana dai Grand Hotel.

''Louis pov''

''Posso uscire ora , cazzo ? ''
''No Tomlinson. Tu hai del lavoro arretrato. Tu resti qui.''
Ero nervoso , sapevo che Harry mi stava aspettando da piu di un ' ora al bar all' angolo , ma ero costretto a restare in ufficio. Sapevo che appena tornato a casa , mi sarei dovuto subire il faccino triste di Harry e che di sicuro mi sarei dovuto far perdonare.
Negli ultimi tempi la mia vita era un disastro , il cielo grigio di Milano rispecchiava il mio umore. Lavoro , lavoro ,lavoro e ancora lavoro. Non avevo mai tempo per il mio Harry , la cosa mi struggeva il cuore ma spero che lui capisca.

-
Tornai a casa tardi , come sempre. Harry era già a letto , senza cambiarmi mi infilai nelle coperte calde già riscaldate da lui e lo coccolai , scusandomi un infinità di volte per ll' episodio di oggi. La tristezza era nei suoi occhi verdi , che quando erano cosi malinconici tendevano al grigio. Si addormentò nelle mie braccia come ogni sera. O dio mio lo amo così tanto.

-
La sveglia suonò intorno alle 10 , era sabato , nessuno dei due doveva lavorare , ma ci piaceva passare la mattinata a fare qualcosa insieme.
Mi svegliai attonito capendo che Harry non era accanto a me , ma si era svegliato prima. Lo trovai in salotto con una tazza di the , e ci spostammo in cucina dopo esserci scambiati qualche bacio.
Il nostro attico era confortevole , abbastanza spazioso e lussuoso. A Harry irritava tutto quel lusso , a me piaceva tantissimo.
Comunque il nostro rifugio (come ci piaceva chiamarlo durante i momenti intimi) diventò più freddo quando Harry tutto allegro mi rivolse queste parole.
''Parto''
''Cosa? Da solo ? '' per poco non rovesciai il caffe , cosa voleva fare ?
Mi guardò male e rispose ''Ma no , imbecille ! Con te , nel posto più povero del mondo''
Rimasi stupito. Avrei preferito , se voleva proprio partie , tornare a trovare i suoi in California , ma mi rispose che stavano bene e che non ne sentiva il bisogno.
''Ok Harry , ti seguirò ovnque''
Mi mostrò un pò di cose , come carte , vaccinazioni e raccomandazioni dall' agenzia.
Ero un pò spaventato dalla scelta di Harry , ma non so come , sentivo nel mio cuore che quella esperienza ci avrebbe cambiato la vita. Per sempre.
 
  
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