Sei appena uscita da quella porta in legno lucido e scuro. Sbattendola: che villania.
I capelli lunghi mossi in una corsa affrettata ed irosa, hai squarciato l’aria, e non solo con la tua camminata, ma anche con quel verso deluso e decisamente ferito.
La divisa perfettamente abbottonata sembrava non contenere la tua furia.
Ma stranamente ce l’ha fatta e sei uscita da questa camera senza farmi alcun torto, a me che ti ho appena lasciata, senza troppe cerimonie. Ma ti avevo avvertita no? Che con me non c’è storia, sono uno scettico, un cinico. Ti avevo avvertita che probabilmente ti avrei solo usata.
Sì, sono uno stronzo, ne sono felice. Nulla mi scalfisce.
Ti avevo avvertita non sarebbe durata.

Mi butto sul letto con un sospiro di sollievo. Con un gesto elegante mi allento la cravatta stretta e sento i capelli cadermi scompostamente sul viso.
Sono rilassato.
Con un calcetto e due perfetti movimenti di tallone mi tolgo le costose scarpe.
Chiudo gli occhi, e penso a come sei uscita di scena, dalla mia vita.
Con la solita grinta che ti caratterizza, con quell’occhio disilluso ma ingenuo, con quei capelli che profumano di energia e dolcezza.
Torturandoti come al solito le pellicine delle mani, mordendoti nervosamente il labbro, senza mostrare tristezza, la tristezza no, la rabbia si.
Con gli occhi asciutti e l’ espressione corrucciata che…che niente.
Che mi piace, lo ammetto.
Ma ora sono qui, nella mia stanza, solo; piacevolmente solo.
Senza le tue affusolate dita che mi toccano gentilmente le labbra, senza sentire l’impulso irresistibile di toccarti, di guardarti, di bearmi della tua maledetta presenza.
Sono rilassato.
Sono dannatamente felice.
Ti ho appena lasciata, sento la tua mancanza come un pugnale nel petto.
Ti avevo avvertita che non sarebbe mai stato nulla di serio.
Che non sarebbe mai potuto essere nulla di serio.

Ti amo
Quando me l’hai detto non ho potuto fare a meno di sentire il sangue bruciare, il cuore stringersi e saltare un battito, aprire il mio volto in un sorriso sincero.
Non ho risposto, non ci sei rimasta male, te lo aspettavi.
Ma ti ho guardata, e nel tuo sguardo ho visto la comprensione felice, e ho capito che era finita.
O per te, o per noi.
Per te, se fossi stato così egoista da trascinarti nel mio mondo, nella mia vita fatta di inganni; per noi, se saggiamente ti avessi lasciata andare, tornare nel tuo piccolo mondo fatto di sentimenti e passioni e follie e tentazioni.

Disteso sul letto sono felice come non mai.
Sei uscita dalla mia vita.
Sbattendo la porta.
Sorrido piangendo.