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Autore: Elex97    10/11/2013    0 recensioni
Murphy Pendleton aveva ormai scontato la sua pena, era stato in un posto peggiore dell'inferno, Silent Hill, la città fantasma. Aveva sofferto, combattuto ed era riuscito ad ottenere un'altra possibilità. Tuttavia non era stato il solo a finire in quell'incubo. Insieme a lui, Silent Hill aveva catturato un'altra persona. Anne Cunningham. Ma cosa successe esattamente a questa donna durante i lunghi giorni passati a Silent Hill? Perchè la città l'aveva catturata, quali pene aveva da scontare?
Genere: Avventura, Horror, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo Personaggio
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler!, Tematiche delicate, Violenza
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Per non farsi vedere, Anne si accucciò nel buio dietro una parete.

Lo vide alzarsi lentamente con una mano posata sullo stomaco, doveva aver avuto un brutto colpo dato che camminava in modo ammaccato.

Murphy si guardò intorno disorientato, poi si diresse a passo lento verso l'uscita che aveva percorso all'inverso Anne.

No, non poteva permettergli di andarsene

 

- Pendleton!

 

Anne uscì fuori con la pistola puntata sull'uomo.

Murphy si girò sorpreso e alla sua vista il suo volto assunse una strana espressione.

Sembrava... sollievo

Evidentemente preferiva stare con lei piuttosto che da solo in questo posto infernale.

L'uomo la indicò con una mano avvicinandosi lentamente a lei con aria sbalordita

 

- Ma, ti ho vista...

 

Anne non gli fece finire la frase, indicò la parete con un cenno della pistola.

Questa volta non si sarebbe fidata di questo essere spregevole.

 

- Mani contro il muro!

 

Murphy tentennò, così lei ripeté la frase con tono più minaccioso

 

- Ho detto mani contro il muro!

 

- Non c'è bisogno di fare così

 

"Non sei tu a dirmi quello che si deve o non deve fare"

Lei gli si stava avvicinando sempre di più.

Voleva saltargli addosso, sbranarlo, ridurlo a una poltiglia di carne inerme che persino i cani avrebbero disprezzato.

Come era possibile che dopo tutto quello che aveva fatto assumeva un'aria così innocente alla ricerca di aiuto?

Tanto gli era vicino ormai che poteva sfiorargli il petto con la pistola se voleva.

Ma lui rimaneva lì immobile.

Riprese a parlare vedendo che la donna continuava a guardarlo

 

- Possiamo aiutarci. Questo posto... Non so cosa sia nè come ci siamo finiti, ma...

 

All'improvviso Anne perse la pazienza e lo spinse con la pancia rivolta contro il muro

 

- Basta! Chiudi quella bocca.

 

Gli tastò il corpo per assicurarsi che non nascondesse armi.

Sembrava pulito, ma...

Anne si trovò tra le mani qualcosa di freddo e dalla forma familiare.

Lo estrasse dalla sua tasca: era un vecchio distintivo

Era arrugginito, ma su di esso erano incise le iniziali del Ryall State Corrections Facility, il penitenziario dove lavorava.

Cosa ci faceva nelle sue mani?

Ma soprattutto, perchè le sembrava tanto familiare?

 

- Ma che...

 

Certo!

Era... di suo padre...

Piena di rabbia, glielo schiaffò praticamente in faccia

 

- Dove l'hai trovato? -urlò minacciosa- Dove diavolo l'hai trovato, eh?

 

Lui non rispondeva, così persa la pazienza Anne lo fece rigirare premendolo di schiena contro il muro e gli posizionò la pistola sotto il mento

Terrorizzato, lui parlò

 

- Era nei vestiti, non...

 

I vestiti di suo padre... come aveva fatto a trovarli?

 

- Vuoi prendermi per il culo?

 

- No! Lo giuro. Non so cosa stia succedendo, non più di te

 

Basta, ne aveva abbastanza di lui.

Anne lo lasciò andare e indietreggiò

 

- In ginocchio!

 

- Come?

 

- Inginocchiati, cazzo!

 

Murphy obbedì, sempre con le mani in alto.

La guardò non capendo cosa succedesse con uno sguardo innocente che le fece salire ancora di più i nervi

 

- Bastardo infame. Non ti meriti di vivere. Non ti meriti di stare al mondo assieme al resto dell'umanità...

 

Lui iniziò a supplicarla

 

- Senti, non so chi credi chi sia o cosa credi che abbia fatto, ma...

 

- Taci, cazzo! Lo trovi divertente, vero?

 

Era possibile che persino alla sua morte doveva essere tanto bastardo?

Veramente non si pentiva?

Anne gli si avvicinò come una furia premendogli la pistola sulla nuca

 

- Vediamo come ti diverti con una bella pallottola in testa.

 

Si allontanò di un passo e gli puntò la pistola in volto.

La guardava con uno sguardo così strano che Anne rimase lì a fissarlo.

Pensava davvero di commuoverla?

Che era così debole?

Lui capì che ormai era finita e abbassò la testa rassegnato.

Anne guardò il distintivo

"Lo faremo insieme papà. Ci libereremo di questo mostro."

Il dito stava per premere il grilletto, quando si bloccò di colpo.

"Si, Anne fallo. Così ti macchierai del sangue dell'assassino di tuo padre. Diventerai come lui, e avrai la tua vendetta."

Una voce, la sua voce.

Non la aveva sentita da così tanto tempo...

 

Un'altro flashback.

Ma questa volta era diverso.

Si trovava nel suo ufficio a sfogliare delle carte.

Erano i precedenti penali di Pendleton, li stava studiando ormai da mesi.

Aveva sequestrato una macchina della polizia.

Aveva ucciso un'uomo nelle docce del penitenziario.

E aveva scatenato una rivolta all'interno dell'istituto.

Ma perchè?

Anne si era sforzata più volte di comprenderne i motivi.

Un uomo non compie certe azioni senza una ragione valida, soprattutto non uno che fino ad allora aveva avuto la pedina penale pulita.

C'era di sicuro stata un'origine, un fattore che aveva cambiato la vita di quest'uomo.

Poi però le riaffiorava in mente il ricordo di suo padre morto, così tutto cambiava in lei, e la ricerca della verità si trasformava in ricerca della vendetta.

Che le importava cosa gli era accaduto in precedenza?

Aveva ucciso suo padre.

 

"Forza Anne fallo!"

La voce del padre prese a urlarle in testa

"Voglio il suo sangue! Voglio la sua vita!"

Questa frase si ramificò in tanti piccoli sussurri che le invasero i pensieri.

Finalmente ora si sarebbe vendicata.

Lo avrebbe ucciso.

E sarebbe diventata come lui.

Si sarebbe macchiata del sangue dell'assassino di suo padre.

Ma... ne valeva la pena?

Anne rimase lì immobile, per la prima volta il suo odio per Pendleton sfociò

 

- Non ce la faccio

 

Indietreggiò lentamente

 

- Non posso, mi dispiace. Non ci riesco.

 

Continuò a guardare il distintivo mentre lentamente indietreggiava fino a fermarsi alla ringhiera che separava il pavimento dai binari, dove si lasciò andare a terra.

Incredulo, Murphy la guardò, rialzandosi poi in piedi e avvicinandosi alla ragazza

 

- Vai -gli disse lei

 

Lui però indugiò

 

- Che diavolo aspetti?

 

Fece per avvicinarsi

 

- LASCIAMI IN PACE, CRISTO!!!

 

Pendleton indietreggiò titubante, per poi lasciarsela alle spalle

 

- Mi spiace...

 

Delle lacrime le rigarono il volto.

  
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