Mi
rendo conto che si tratta di una sciocchezzuola, ma non ho potuto
trattenermi dallo scriverla. Spero che sia di vostro gradimento e che
mi facciate l'onore di lasciarmi un vostro parere ^^.
Vi chiedo inoltre, se non lo avete già fatto, di dare una
letta alla mia long "Cioccorane" (si tratta di una ff sulla New
Generation, incentrata su Rose e Scorpius), di cui vi lascio
il link,
sperando che, anche lì, mi concediate qualche minuto del
vostro tempo lasciandomi una recensione.
Scarf.
La
foresta era immersa nel silenzio e la notte era scesa a coprire con il
suo velo
cupo le chiome degli alberi così come il terreno scuro.
Un uomo dai capelli rossi apparve dal nulla, uno sprazzo di colore
nell’oscurità
crescente. La figura tremò leggermente a contatto con
l’aria fredda e pungente
della sera, ma non sembrava importargli: continuava a guardarsi
attorno, alla
disperata ricerca di qualcosa o qualcuno.
Era sicuro che quello fosse il
posto
giusto e il punto esatto dal quale era partito solo qualche ora prima,
prima di
cadere nelle mani dei Ghermidori. In un momento di sconforto si
portò le mani
ruvide e callose tra i capelli: come poteva anche solo sperare di
trovarli? Lui
per primo sapeva quanto bene sapessero nascondersi. Cosa aveva fatto?
Li aveva
abbandonati, aveva abbandonato lei,
e
ora non c’era modo di tornare indietro e, se anche ci fosse
riuscito, cosa
avrebbe potuto dire? Come avrebbe potuto giustificarsi?
Fu in quel momento, in quell’attimo di cieco orrore, in cui
per la prima volta
acquisiva consapevolezza di ciò che aveva fatto andandosene,
che la vide. Lì,
avvolto attorno al tronco sottile di un albero non ancora completamente
cresciuto, qualcosa di rosso irrompeva impetuosamente nel buio della
notte,
quel buio che, nello stesso modo, era penetrato nell’animo del
ragazzo.
Quell’oggetto miracoloso non era altro che una semplice
sciarpa, una di quelle
vecchie e consumate, un oggetto che chiunque altro avrebbe ignorato, o
addirittura
gettato. Ma non Ron: perché quella era la sua
sciarpa, ne era certo e ne diventava sempre più
sicuro man mano che, passo
dopo passo, le si avvicinava sempre di più, con andatura
malferma, come quella
di un ubriaco.
Una volta raggiunta la sua meta, allungò una mano tremante
ad afferrare il
tessuto consunto della sciarpa, carezzandola come se quel gesto potesse
raggiungere la proprietaria di quell’oggetto senza valore, ma
che a lui
appariva come il più prezioso in assoluto.
Quella sciarpa gli aveva riacceso una speranza nel petto, una fiamma di
luce
che scacciò via l’oscurità;
perché lei
stava aspettando il suo ritorno e quello era un segno,
lasciato lì perché sapesse che, se avesse voluto
tornare,
esisteva una via, ed era già stata tracciata. Doveva solo
trovarla.