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Autore: Morgan__    10/11/2013    3 recensioni
Sin da piccola ho vissuto nella consapevolezza che la mia famiglia nascondesse un segreto,un segreto che non poteva essere rivelato a nessuno. Al compiere dei miei sedici anni di vita mi venne rivelato quel segreto.
La mia famiglia custodiva,da secoli ormai,ancor prima che Roma venisse fondata,un potente manufatto che era passato tra le mani dei grandi Imperatori romani,da Gaio Giulio Cesare,non Imperatore di nome ma di fatto,a Gaio Giulio Cesare Ottaviano Augusto,primo vero Imperatore di Roma,meglio conosciuto come Augusto,e così via,fino ad arrivare a noi,la loro discendenza.
Ma ormai il manufatto non era più al sicuro,così fui costretta ad andarmene,contro il mio volere,da Roma per portare con me il manufatto.
Però non servì a niente. La mia famiglia venne uccisa lo stesso.
Per mano di Cesare Borgia. E io,io venni imprigionata a Castel Sant'Angelo e per mesi cercarono di farmi parlare.
Ormai avevo perso la fiducia in tutto e in tutti.
Questo prima di incontrare Ezio Auditore e gli Assassini.
Grazie a loro ho ricominciato a credere nel prossimo.
Mi chiamo Giulia Colonna e questa è la mia storia.
[CONCLUSA]
Genere: Azione, Drammatico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ezio Auditore, Nuovo personaggio, Quasi tutti
Note: Lemon, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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17




Una volta finita la cerimonia io,Ezio,Claudia,Machiavelli e Diego ci dirigemmo verso il tetto del Covo,per far completare a Claudia il rito d'iniziazione.
Percorremmo una scala a chiocciola ed infine uscimmo sotto il cielo stellato di Roma.
Il piccolo terrazzo a cielo aperto posto in cima all'edificio a fare da tetto ci permetteva di camminare senza correre il rischio di cadere.
All'estremità del terrazzo,a strapiombo sul fiume,vi era un'impalcatura in legno che sembrava in attesa di qualcosa o di qualcuno.
Ezio si mise di fianco a me e con un cenno della mano fece cenno a Claudia di segnare per sempre il suo destino con il Salto della Fede.
Vidi la mia amica afferrare le mani di Diego e portarsele alle labbra abbassando il capo e chiudendo gli occhi,mentre lui le impresse un lieve bacio sulla fronte.
Passarono per qualche secondo in quella posizione nel più completo silenzio.
Poco dopo Claudia si staccò e senza dire una parola si avviò verso l'impalcatura.
Arrivata al limite si voltò verso di noi,come per chiedere il permesso.
Ad un cenno del capo di Ezio,sua sorella si voltò e senza esitazione spiccò il balzo.
Il rito era definitivamente concluso.
Nicolò si avvicinò al delimitare del tetto per accertarsi che fosse andato tutto bene,quando Ezio lo prese per un braccio e gli chiese:-Perché questo cambio di idea?-
-Ti ho sempre aiutato invece.-iniziò Nicolò-Sono stato io a portarti a Roma,io ho causato l'esplosione che ti ha fatto fuggire dal castello,e chi credi che abbia inviato i mercenari a proteggerti al Colosseo? Solo non lo sapevi.-concluse con un sorriso dandogli una pacca fraterna sulla spalla.
-Maestro Machiavelli!-sentimmo chiamare all'improvviso. Ci voltammo verso la voce che si rivelò essere un ladro,-Cesare è tornato a Roma da solo,si dirige verso Castel Sant'Angelo!-
-Grazie.-disse con un cenno del capo Nicolò,congedandolo.
-Allora?-chiese Ezio rivolgendosi nuovamente a lui.
-La decisione è tua,non mia.-disse portandosi una mano sul petto.
-Nicolò,non smettere mai di dirmi come la pensi. Potrei mai ignorare l'opinione del mio consigliere più fidato?-chiese andandogli di fronte per poter vederlo bene negli occhi.
-Uccidili Mentore.-iniziò indietreggiando di qualche passo e facendogli cenno con il braccio verso l'impalcatura del Salto,-finisci la tua opera.-
-Ottimo consiglio.-concordò Ezio,prima di voltarsi verso di me ed afferrarmi la mano,-ti penserò fino al mio ritorno,Madonna Auditore.-mormorò con un sorriso malandrino sul volto,-Aspettami.-
-Sempre.-mormorai in risposta con un sorriso caldo sulle labbra.
Si portò la mia mano alle labbra dove vi pose un profondo bacio pieno di sentimento,poi si stacco,fece un cenno in direzione di Diego e si diresse all'impalcatura.
-Un giorno scriverò un libro su di te.-annunciò all'improvviso Nicolò.
-In tal caso,fallo breve.-rispose mio marito prima di saltare,sparendo dalla vista di tutti noi.
Poco dopo lo seguì Diego e sul tetto rimanemmo io e Nicolò.
-Tuo marito sarà in grado di guidarci verso anni migliori,Madonna. Ne sono certo.-commentò all'improvviso.
-Cosa accadrà ora?-chiesi,guardando il fiume scorrere sotto di noi.
-Un debito verrà ripagato.-rispose l'ex mentore prima di porgermi la mano,-venite,Madonna Auditore. Ci sono molte cose da fare prima del ritorno del nostro Mentore.-



Passò un intero giorno prima che rivedessi Ezio.
Si ripresentò nel Covo quando ormai la notte era calata sulla città Eterna portando nuove notizie da Castel Sant'Angelo.
Ad aspettarlo c'eravamo io,Claudia,Volpe,Bartolomeo,Nicolò e Diego.
Quella mattina gli Assassini,mentre io me ne stavo seduta di fronte al camino spento ad ascoltare attentamente la loro conversazione,avevano inviato molti piccioni viaggiatori verso le città più influenti della penisola,chiamando a raccolta tutti gli Assassini possibili.
Stava per succedere qualcosa di molto importante,forse lo scontro finale,e non volevano correre rischi. In caso il Valentino fosse riuscito a temporeggiare fino all'arrivo degli alleati francesi sarebbe stata la fine per la Confraternita.
Appena entrò nella sala sentii lo stomaco chiudersi. Mi chiesi come mai.
-Rodrigo Borgia è morto.-annunciò.
-E Cesare?-chiese subito Nicolò.
-Avvelenato,ma vivo.-rispose mio marito.
Mi avvicinai a lui silenziosamente.
Lui mi guardò in silenzio e mi afferrò la mano.
-Non dobbiamo permettere che riunisca i suoi seguaci superstiti. Saranno settimane cruciali.-mormorò Nicolò.
-Con il vostro aiuto gli darò la caccia e lo ucciderò.-affermò mio marito con un cenno del capo.
-I miei pattuglieranno la città,-iniziò Bartolomeo,-ma ci vorrebbe un esercito.-
-Ne abbiamo.-affermò Ezio afferrando un oggetto sferico dalla bisaccia.
La Mela.
Il manufatto luccicava nella sua mano.
Ecco cosa mi aveva fatto chiudere la bocca dello stomaco.
Fortuna che la Corona avevamo deciso di lasciarla da Leonardo,in modo che potesse studiarla. Non so cosa mi sarebbe accaduto se fossi stata nella stessa stanza con due manufatti dell'Eden.
-Cosa facciamo ora?-chiese Diego all'improvviso.
-Aspettiamo qualche giorno,in modo che arrivino gli altri Assassini. Ora come ora Cesare si sarà rintanato da qualche parte,sofferente per il veleno,quindi penso che per un paio di giorni se ne starà tranquillo. Appena possibile lo andremo a cercare.-spiegò Ezio.
-Bene. Per ora è tutto,quindi. Torno alle questioni amministrative. Volpe,vorresti aiutarmi?-chiese Nicolò rivolgendosi al suo amico ritrovato da poco.
-Certo.-
-Io torno alla Caserma,vedo di cercare qualche nuovo mercenario da poter assoldare e di preparare alla meglio i miei uomini.-annunciò Bartolomeo andandosene.
-Diego,dovresti farmi un favore.-disse Ezio,rivolgendosi al mio migliore amico che,silenziosamente,se ne stava andando.
-Dimmi pure.-
-Contatta Leonardo e digli che può venire al Covo,ora che Cesare è fuori dai giochi.-
-Sarà fatto.-disse con un cenno del capo.
Dopo di ché prese per mano Claudia ed insieme uscirono dal Covo,lei diretta alla Rosa in Fiore,lui a Castel Sant'Angelo.
-Che cosa è accaduto allo Spagnolo?-chiesi una volta rimasti soli.
-Cesare l'ho ha avvelenato. Hanno avuto una discussione piuttosto accesa fino a quando non è arrivata Lucrezia rivelando a suo fratello che Rodrigo lo aveva avvelenato. Dopo di ché ho visto Cesare afferrare una delle mele avvelenate che erano per lui e infilarla in bocca a forza a suo padre. È morto poco dopo.-concluse rapidamente il piccolo riassunto.
Mi feci pensierosa. Ezio aveva detto che Cesare molto probabilmente se ne sarebbe stato tranquillo per qualche giorno,ma non ero tranquilla. Poteva sorprenderci all'improvviso e coglierci impreparati. Per quanto ne sapevo ora la città Eterna poteva diventare la nostra tomba.
-Ti stai preoccupando.-commentò all'improvviso Ezio facendomi tornare con i piedi per terra.
-Tu no?-chiesi di rimando.
-Certo. Ma pensare troppo alcune volte fa male. Per qualche giorno ci terremo tranquilli,ma vigili. In caso di accelerazione degli eventi agiremo di conseguenza.-spiegò con tranquillità.
-E se avesse scoperto il Covo?-chiesi preoccupata.
-Impossibile.-
-Perché?-
-Perché ora non saremmo qui. Secondo te Cesare aspetterebbe il momento migliore pur sapendo dove ci nascondiamo?-chiese con un sopracciglio alzato,-Cesare sa essere un freddo calcolatore,ma è troppo in astio con noi per mantenere la calma. Quando si parla di Assassini per lui l'ordine è sempre lo stesso:annientare. Non ragiona,è controllato dall'istinto.-
-Si,ma...-cercai di ribattere,ma mio marito non mi fece continuare.
-Amore mio,non ti devi preoccupare. Ora l'unica cosa che voglio fare è andare a letto.-commentò con sguardo quasi supplichevole.
Lo guardai per qualche secondo con fare ancora preoccupato,ma poi mi sciolsi in un sorriso e gli accarezzai la guancia ispida di barba:-devi essere stanco.-mormorai.
-Non sai quanto. Ma stasera non ho intenzione di dormire da solo,-iniziò facendomi arrossire di botto,-vorresti farmi compagnia,moglie?-chiese con sguardo malizioso.
Rimasi in silenzio per qualche secondo di troppo,tanto da divertire Ezio che mi disse con tono divertito che non mi avrebbe mangiato.
-Lo so,stupido.-mormorai imbarazzata.
-Allora dov'è il problema? Se non ricordo male ieri ci siamo sposati.-continuò divertito.
-Ma perché devi sempre mettermi in imbarazzo?-chiesi contrariata.
-Perché mi diverte vederti imbronciare quelle bellissime labbra e corrucciare le tue finissime sopracciglia. Gli occhi ti si accendono di irritazione e vergogna,così come le tue guance. Diventi incredibilmente deliziosa ai miei occhi.-commentò con fare compiaciuto.
Rimasi in silenzio per qualche secondo,poi risposi:-non so se arrossire compiaciuta per avermi descritta con tale devozione o arrabbiarmi perché mi metti in situazioni alquanto imbarazzanti apposta.-
-Adoro quando arrossisci.-
-Ci avrei giurato,marito.-
-Ma adoro di più quando ti accendi per la rabbia.-ribatté Ezio,prima di avvicinarsi al mio orecchio,-vorrei tanto vederti accendere di passione.-
-Ora capisco perché le donne ti stanno dietro.-mormorai con le guance in fiamme.
-Davvero? E da cosa?-mi chiese con un sorriso.
-Sapresti far arrossire di piacere anche una statua.-commentai.
-Io stanotte voglio vedere solo mia moglie arrossire di piacere.-mormorò Ezio,prima di prendermi la mano e guidarmi fino alla zona delle camere da letto.



Salii le scale guidata dalla mano di mio marito senza vedere veramente dove stessi andando.
Solo a una cosa pensavo.
Sta per succedere.
Finalmente anche io sarei diventata una donna a tutti gli effetti.
All'improvviso mi sentii accaldata,il cuore iniziò a battere forte,quasi volesse uscire dal petto,le mani iniziarono a tremarmi,e le gambe rischiavano di cedere. Stavo andando in iperventilazione.
Feci un respiro profondo per cercare di darmi una controllata prima di rischiare di fare una figura poco signorile davanti a Ezio.
È vero che è prerogativa delle donne svenire spesso,ma,insomma,non mi sembrava per nulla il momento giusto.
Ezio si voltò verso di me e mi guardò incuriosito.
Io feci finta di nulla.
Se ora mi chiede se sto per svenire per l'emozione giuro che lo schiaffeggio,pensai.
Invece dopo una breve occhiata tornò a guardare di fronte a se.
Salito l'ultimo gradino ci trovammo di fronte al piccolo corridoio che portava alla sua,ormai nostra,camera da letto.
Stavolta trattenni un secondo respiro profondo.
Appena entrammo in camera mi fermai tra il letto a baldacchino dai tendaggi pesanti e la porta che,con un rumore sommesso,si chiuse alle mie spalle.
Senza accorgermene feci intrecciare le dita delle mani tra di loro e sollevai gli occhi al soffitto.
Ad un occhio estraneo poteva sembrare che stessi elevando una preghiera al cielo,ma in realtà dentro di me ero in confusione,pensavo a tutto e al nulla allo stesso tempo.
Sentii Ezio passarmi accanto,alla mia destra,ed iniziare a slacciarsi le polsiere che poi appoggiò sul baule basso ai piedi del letto.
Si voltò a guardarmi e restò in silenzio per qualche minuto.
Osservai la sua figura studiandolo attentamente.
La luce proveniente dalle candele poste in vari punti strategici della stanza proiettavano delle ombre su di lui,illuminandolo a tratti.
Il volto per metà oscurato continuava a scrutarmi come io facevo con lui.
Non sapevo cosa dire o cosa fare,quindi attesi che fosse lui a fare la prima mossa.
-Aiutami a togliere la corazza per favore.-disse all'improvviso.
Corrucciai le sopracciglia a quella richiesta. Sapevo perfettamente che era in grado di farlo anche da solo.
Mi avvicinai lentamente e con mano leggermente tremante iniziai a slacciare la fibbia dello spallaccio.
Sentivo distintamente i suoi occhi su di me,mentre,con qualche problema,cercavo di slacciare la seconda fibbia.
Una volta tolto lo spallaccio lo appoggiai sul baule accanto alle polsiere,e iniziai con la corazza.
Mi abbassai leggermente di fronte a lui per poter slacciare la fibbia più bassa delle tre delineate sulla sinistra del suo torace.
E intanto riuscivo a sentire il suo respiro regolare sulla mia guancia che,improvvisamente,venne solleticata da una ciocca di cappelli che mi sfuggì dall'acconciatura semplice che mi ero fatta quel pomeriggio.
Sentii le sue dita leggere che mi presero la ciocca con delicatezza e me la portarono dietro l'orecchio.
Quando finalmente slacciai anche l'ultima fibbia lo aiutai a togliersi finalmente la corazza che venne posata ai piedi del baule.
Allora feci un passo indietro mentre lui,sempre in rigoroso silenzio,si sedette sulla panca per togliersi gli schinieri.
Non sapendo ancora bene cosa fare mi diressi verso la finestra con le imposte aperte che facevano filtrare le luci della notte nella stanza.
Rimasi lì a fissare il cielo notturno non so per quanto tempo,se pochi secondi o ore intere,so solo che all'improvviso mi sentii circondare dalle braccia di Ezio ed il suo mento appoggiarsi sulla mia spalla destra.
Io mi rilassai cercando una posizione più comoda nell'antro che aveva creato con le sue braccia,sospirando di piacere.
Dopo qualche secondo di vera beatitudine,le sue mani mi fecero voltare e i miei occhi si posarono prima sul suo bellissimo viso,poi,scendendo,sul collo scoperto e sul tratto di pelle che la veste slacciata aveva liberato.
Allora mi tornò un po' di panico.
Fissai il suo petto senza riuscire a distogliere gli occhi.
Riuscivo ad intravedere la linea solida dei pettorali ed il tratto scuro della lieve peluria che già avevo visto stendersi al centro del suo petto quando lo aiutai a curarsi.
Sentii le mie mani posarsi sul suo petto sotto la guida delle sue.
-Aiutami a spogliarmi.-
A quella richiesta lo guardai negli occhi sgranando leggermente i miei.
Abbassai in un attimo le mani senza dire una parola,ma,nuovamente,le sue guidarono di nuovo le mie dove erano fino a qualche secondo prima.
-Spogliami.-ripeté gentilmente.
Ingoiando a vuoto presi la decisione che avrei preso la situazione di petto e che,quindi,avrei affrontato il tutto con coraggio.
Imponendo alle mie mani di non tremare come avevano fatto fino a quel momento iniziai a far scivolare via dalle loro asole le cordicelle lavorate che,intrecciate tra loro,tenevano legato l'abito sul davanti.
Più andavo avanti e più tratti di pelle e di muscoli ben delineati si rivelavano al mio sguardo fino a quando anche l'ultimo lembo di pelle venne scoperto.
Allora riportai le mani in cima al petto,ai lati del collo,e lentamente iniziai ad abbassare le spalle dell'abito che,docilmente,seguì i miei ordini.
Le sue spalle erano davvero larghe e i muscoli tesi si contraevano ai suoi movimenti mentre le braccia si alzavano quel tanto che bastava per uscire dalle maniche.
Non c'era un filo di grasso in quel corpo,era tutto muscoli e vitalità.
Feci passare le mie mani sul suo petto,accarezzandolo,ammaliata dalla forza contenuta in quel corpo costellato di cicatrici.
Mi avvicinai più a lui desiderosa di avere più contatto col suo corpo,quando sentii qualcosa di duro toccarmi il ventre.
Abbassai confusa lo sguardo intravedendo una protuberanza all'altezza del suo inguine.
Se ha il fallo duro vuol dire che stai facendo il tuo lavoro a dovere.
Le aveva detto una volta Venere con una risata civettuola,quando le aveva chiesto come faceva a capire quando un cliente si stava “divertendo”.
Sapevo già cosa fosse un fallo,quindi avevo avuto la fortuna di non doverle chiedere cosa fosse .
Staccai le mani dal suo corpo e indietreggiai di un passo.
Stavo arrossendo,lo sentivo.
E l'agitazione riprendeva. Fortuna che mi ero detta di prendere di petto la situazione.
-Non farlo.-disse Ezio prendendomi la mano e avvicinandomi a lui,-non ti allontanare.-
-Com'è possibile?-chiesi indicando lievemente e con imbarazzo la sua eccitazione,-non ho fatto nulla.-
-Non occorre che tu faccia qualcosa di particolare per eccitarmi,amore. Solo le tue mani che mi sfiorano mi fanno andare su di giri.-commentò con un sorriso.
Io rimasi in silenzio e,senza volerlo,puntai il mio sguardo sul letto a baldacchino.
Ezio,capendo dove avevo puntato la mia attenzione,mi afferrò con le mani il viso riportando la mia attenzione su di lui.
-Mi vuoi?-mi chiese all'improvviso.
-Certo.-dissi senza esitazione.
-Allora non devi temere quello che succederà. Non so quello che ti hanno detto le ragazze,ma sappi che non sempre fa male. Certo,non dico che il dolore non ci sarà,ma cercherò sempre e comunque di pensare prima a te che a me stesso. Se mi dici di fermarmi,mi fermo,se mi dici di continuare,continuo,se mi dici che ora non ce la fai perché hai troppa paura,nessun problema,aspetteremo. Ma devi essere certa del fatto che proverò con ogni mezzo a farti godere al massimo questa esperienza,come di certo me la godrò io. Capito?-mi chiese infine.
-Si...si.-risposi emozionata. Le sue parole mi infusero nuovo coraggio.
Sapere che lui mi avrebbe accompagnata ad ogni passo di quella esperienza mi fece sentire più calma. Sapevo che non tutti gli uomini erano così,anzi,la maggior parte era solo alla ricerca del proprio piacere lasciando poi le donne sole ed insoddisfatte.
Con un sorriso sulle labbra fece strada fino al letto,facendomi stendere sopra dopo avermi tolto gli stivali che appoggiò accanto al letto insieme ai suoi.
Il profumo delle lenzuola pulite mi fece un attimo girare la testa ma subito le mani di mio marito mi riportarono alla realtà.
Le sentii leggere disfare i nodi che teneva legata la tunica da Adepto che mi ero messa quel pomeriggio per pura comodità.
Sentii le sue labbra prima baciare lievi le mie,per poi scendere lungo il mento e lungo il collo.
Più le mani scendevano,più la bocca seguiva il percorso.
Sentii le sue dita allargare i lembi dell'abito,scoprendo il centro del petto,e qualcosa di umido passare in mezzo ai seni.
Aprii gli occhi che fino a quel momento avevo tenuto chiusi e quando scoprii cosa fosse quella cosa umida che ora stava sempre più scendendo ebbi un tuffo al cuore.
La sua lingua stava facendo un percorso che sempre più scendeva,bagnandomi la pelle al suo passaggio.
Sentii il ventre contrarsi a quella consapevolezza.
Richiusi gli occhi sentendo la sua bocca risalire per il percorso tracciato prima,fino a raggiungere di nuovo l'incavo tra i due seni.
Si soffermò lì per qualche secondo,per poi risalire sul mio collo e posarvi un bacio.
-Giulia?-mi chiamò lievemente ad un soffio dalla mia pelle.
Dio,stavo diventando davvero ipersensibile.
Anche solo quel lieve contatto mi faceva venire i brividi.
Sentii i miei capezzoli inturgidirsi e tirare lievemente.
-mmmh.-mugolai semplicemente. Avevo anche perso la facoltà di parola.
-Tu non sai da quanto aspetto questo momento. Di quante volte mi sono svegliato in preda all'eccitazione dopo averti sognata e non vederti accanto a me per poterti stravolgere con le mie mani e la mia bocca. Non ne hai la minima idea.-mormorò riscendendo lievemente,mentre con le mani allargava ulteriormente i lembi di stoffa sul mio petto,scoprendo i seni che,tesi per l'eccitazione che stava stravolgendo il mio corpo,stavano in attesa smaniosi del suo tocco.-Non sai quante volte mi sono immaginato di come fosse il tuo corpo sotto gli abiti,di come fosse la tua pelle, se liscia come sembrava,o di come fosse il tuo ventre,se perfettamente piatto o leggermente arrotondato,di come fossero i tuoi fianchi,se esili o abbondanti,di come fosse il tuo seno,-mormorò passando sopra il seno sinistro la mano calda facendomi sussultare di sorpresa,-se alto e sodo come sembrava.-mormorò sentendolo sorridere sulla pelle del mio seno destro,pericolosamente vicino al capezzolo,-direi che ho avuto ragione.-commentò infine prima di passare quella lingua tentatrice sulla sommità del seno.
Aprì la bocca per inspirare,sconvolta dalle sensazioni che stavano invadendo il mio corpo.
Più Ezio continuava la sua opera,più sentivo il ventre contrarsi di piacere.
Si può impazzire di piacere?mi chiesi all'improvviso. Ero sicura che continuando così sarei completamente uscita di senno.
-Oddio.-mormorai sentendo la sua lingua passare all'altro seno mentre le sue mani iniziarono a scendere per sciogliere il nodo che mi teneva i pantaloni ben saldi alla vita.
Appena sciolto il nodo sentii le sue mani infilarsi sotto la mia schiena,all'altezza dei reni,e la sua voce dirmi di alzarmi un po'.
Feci come mi disse,alzando un po' l'inguine per dargli lo spazio che gli serviva per abbassarmi i pantaloni che,in pochi secondi,raggiunsero le mie caviglie e vennero poi lanciati alle spalle di mio marito,ai piedi del letto. Stessa fine fece la parte superiore del suo abito che finì di togliersi in cinque secondi,rimanendo con i soli pantaloni.
Ero pronta a riprendere da dove avevamo lasciato,ma lo vidi rimanere inginocchiato di fronte a me ad osservare il mio corpo ormai quasi totalmente nudo.
Lo vidi percorrere il mio corpo con lo sguardo,fino a quando non si fermò in un punto ben distinto.
Abbassai anche io lo sguardo,cercando di capire cosa avesse tanto attratto la sua attenzione,vedendo le mie parti intime completamente nude. Le gambe leggermente divaricate rivelavano la parte più femminile del corpo di ogni donna.
Imbarazzata serrai le cosce e con una mano andai a coprire la mia intimità.
A quella chiusura Ezio riportò i suoi occhi sui miei e con un sorriso che mi fece sciogliere tutta,insinuò una mano tra le cosce facendole aprire nuovamente per fargli posto.
Appena i nostri inguini vennero a contatto sentii nuovamente,e stavolta con più prepotenza,la protuberanza dura che si celava ancora sotto i suoi pantaloni.
Il contatto con il tessuto dei suoi pantaloni sulle mie parti intime mi fece uno strano effetto e,certamente,sentirlo muoversi lentamente per trovare una posizione giusta,non aiutò affatto.
Quella frizione mi stava mandando su di giri.
Inconsapevolmente alzai il bacino alla ricerca di più contatto.
A quel mio movimento lo sentii trattenere il respiro e allora mi fermai.
-Cosa c'è?-chiesi preoccupata. Forse avevo fatto qualcosa di sbagliato o inconsueto e lo avevo preso alla sprovvista. Forse non dovevo rispondere a quel contatto.
-Nulla.-mormorò con il respiro mozzato.
-Non dovevo farlo,vero?-chiesi incerta.
-No,no. Solo che mi hai preso alla sprovvista.-rispose,ma non appena vide il mio sguardo preoccupato riprese,-Fai quello che ti senti,a me piacerà sicuramente.-concluse.
Sorrisi alle sue parole:-Quindi ti è piaciuto?-chiesi.
-Oh,non sai quanto.-rispose con un sorriso prima di tornare a dedicarsi ai miei seni.
Chiusi di nuovo gli occhi con un sorriso sulle labbra.
Ero totalmente presa dalle emozioni che,ad un certo punto,non sapevo più neppure quale fosse il mio nome.
Pensavo che quello che provavo fosse il massimo del piacere quando,improvvisamente,sentii le sue dita scendere sempre più in basso ed iniziare a toccarmi con lievi carezze la mia calda intimità.
Mormorai qualcosa di confuso,non sapevo nemmeno io bene cosa,quando le sue dita si fecero più impazienti e le carezze più profonde.
-Stai bene?-mi sentii chiedere.
Risposi con un semplice cenno del capo. Si,stavo più che bene.
A quella mia risposta sentii un dito iniziare a sprofondare piano piano all'interno del mio corpo.
Quell'intrusione improvvisa mi fece un attimo sussultare e irrigidire. Portai istantaneamente la mia mano a fermare la sua.
-Va tutto bene,-mormorò mio marito al mio orecchio,-rilassati e ricorda ciò che ho detto:prima ci sei tu,poi tutto il resto.-
Con un respiro profondo cercai di rilassare le mie membra.
Mi fido di lui,pensai.
E sotto l'aiuto dei suoi baci mi rilassai quel tanto che bastava per permettere a Ezio di riprendere la sua dolce tortura.
Sentii il suo dito ritrarsi lievemente e riaffondare. Ad ogni affondo mi aprivo un po' di più e il suo dito entrava sempre di qualche centimetro in più.
La riluttanza iniziale perse contro l'urgenza che stava sempre più crescendo nel mio corpo.
Avevo bisogno di qualcosa di più,ma non sapevo cosa. Sapevo solo che volevo di più.
Dentro di me sentii qualcosa montare,mentre il dito aumentava l'andatura. Il ventre mi si contraeva e un lieve piacere si insinuava dentro al mio corpo,scosso dal piccoli brividi di piacere.
-Dio,sei praticamente pronta.-mormorò al mio orecchio Ezio.
Sentivo la sua eccitazione premere contro la cosca. Sembrava anche più grossa di quanto non fosse fino a qualche minuti prima.
Tolse il dito dal mio corpo,lasciandomi un un non so ché di insoddisfatto,ma subito dopo lanciai un urlo di piacere quando la sua erezione,ancora coperta dai pantaloni,entrò in contatto con la mia femminilità.
Sentii la sua lingua tracciare un percorso tentatore sulla pelle del collo mentre la frizione che poco prima mi aveva fatto impazzire riprendeva a sconvolgere i miei sensi.
Dio,pensai,è bellissimo.
Sentii due spinte decise dei suoi fianchi andare a sbattere contro la mia femminilità per poi staccarsi improvvisamente dal mio corpo.
Lo guardai confusa,chiedendomi come mai avesse smesso,e pregando che tornasse a tormentarmi al più presto possibile.
Lo vidi velocemente togliersi i pantaloni per poi ergersi di fronte a me in tutta la sua nudità.
I miei occhi si puntarono subito su un punto ben preciso del suo corpo.
Oddio...era davvero notevole.
Lo guardai preoccupata. Non avrei mai immaginato che potessero esistere proporzioni possibili.
Guardando le statue nude greco-romane,o i nudi dipinti,mi ero sempre immaginata che quella parte del corpo maschile avesse dimensioni più ridotte.
-Io non so se...-iniziai titubante.
-Non ti preoccupare. Rilassati,goditi il momento,al resto penso io.-mi disse con un sorriso ritornando sopra di me.
Mi fece allargare ulteriormente le gambe e,guidandosi con la mano,portò il suo membro a contatto con la mia intimità.
All'inizio fu un lieve carezzare dell'esterno della fessura,poi,piano piano iniziò ad entrare.
-Rilassati.-mi ribadì quasi in un sussurro.
Nonostante fossi agitata e il mio corpo tendesse a chiudersi cercai comunque di fare come mi diceva lui. Feci un respiro profondo e cercai di non pensare a quello che stava per succedere,pensai semplicemente che lo volevo,che finalmente dopo mesi e mesi di tristezza e solitudine,stavo per compiere un passo importante nella mia vita con l'unico uomo che avessi mai amato. Con Ezio. Con mio marito.
Lo sentii sprofondare un po' di più e la prima lieve fitta di dolore mi percosse,ma mi fu semplice alleviarla.
-Dimmi tu quando muovermi.-
Con un cenno del capo da parte mia lo sentii di nuovo muoversi dentro di me,e stavolta il dolore si fece un po' più forte.
Emisi un sospiro,cercando di trattenere una smorfia.
Appena il dolore passò lo invitai a continuare.
Sprofondò ancora di più,stavolta senza procurarmi alcun dolore,fino a quando,all'improvviso,con una spinta decisa,il mio corpo non venne attraversato da un lampo di dolore acuto. Fu come un fulmine a ciel sereno.
Trattenni il respiro sgranando gli occhi.
Lo sentii abbassarsi su di me,appoggiando i gomiti ai lati della mia testa.
-Il peggio è passato,amore mio. Ora c'è solo il piacere.-
Credetti a quelle parole,e feci bene,perché appena si ritrasse e sprofondò nuovamente dentro di me,sentii una frizione piacevole non solo all'interno del mio corpo,ma anche all'esterno,quando il mio monte di Venere entrò in contatto con il suo inguine.
Lo sentii ritrarsi nuovamente e sprofondare ancora una volta lentamente,per darmi il tempo di abituarmi all'intrusione,ma più faceva su e giù più sentivo di nuovo montare dentro di me il piacere e tutta quella lentezza,dopo poco,non la sopportavo più.
Volevo l'urgenza,la velocità.
Così mi aggrappai con le braccia e le gambe alla sua schiena,sussurrandogli all'orecchio di fare più veloce,ma lui mi zittì con un bacio,continuando a muoversi lentamente nel mio corpo.
Mi agitai sotto di lui,perché i suoi movimenti lenti iniziavano davvero a farmi impazzire,e tentai ancora una volta di fargli capire che quello che volevo in quel momento non erano le spinte lunghe e lente,ma tutta la sua forza che mi invadeva.
Ma lui,guardandomi negli occhi con un sorriso da schiaffi,mi impose di stare ferma,afferrandomi le mani che circondavano il suo collo per bloccarle all'altezza della mia testa,ed inchiodandomi al materasso con spinte sempre più profonde e lente.
-Maledetto...-mormorai in un sospiro.
In risposta vidi il suo sorriso accentuarsi:-Moglie di poca fede.-
Dopo qualche altra spinta profonda lo sentii iniziare a muoversi più velocemente. Il ritmo delle sue spinte si faceva sempre più incalzante ed io,sotto quell'improvviso assalto,inarcai la schiena e aprii la bocca per far uscire un gemito di piacere che mi fece rabbrividire.
Ecco...così andava meglio.
Sentivo i suoi gemiti confondersi con i miei,le sue mani afferrarmi i capelli tirandoli leggermente,la sua bocca cospargere baci sul mio collo,sulla spalla,sui seni.
Sentivo il rumore dei nostri bacini entrare in contatto con forza,le mie gambe che si intrecciavano con le sue,le mie dita che,maliziose,andarono ad ancorarsi alle sue natiche.
Fosse stato per me si poteva continuare all'infinito.
Più aumentava la velocità più sentivo il piacere aggredire il mio corpo,la mia mente perdersi nel nulla.
Afferrai il viso di mio marito e mi persi in un bacio appassionato.
I suoi capelli sciolti dalla coda mi solleticavano le guance.
Ogni volta che affondava nel mio corpo i nostri gemiti di confondevano,più alti i miei,più bassi i suoi.
All'improvviso venni travolta dal piacere.
Non seppi nemmeno come,ma all'improvviso non capii più niente.
Sentii il ventre contrarsi diverse volta e urlai,completamente disinibita.
Fu allora che Ezio iniziò ad affondare dentro al mio corpo ancora scosso con maggiore velocità e con affondi più incalzanti,cercando il proprio piacere che,nel giro di pochi secondi,esplose dentro di me.
Con un sospiro crollò su di me,passando così qualche secondo in silenzio.
Eravamo una cosa sola. Finalmente.
Uscì con delicatezza dal mio corpo e,una volta distesosi al mio fianco,mi abbracciò e mi fece posare la testa sulla sua spalla.
Sentivo i battiti del suo cuore veloci sotto il mio orecchio e il suo respiro rallentare mano a mano che i secondi passavano.
Sentivo qualcosa di liquido scendere lentamente lungo le mie cosce quando mi mossi,ma pensai che fosse solo una mia sensazione.
-È stato...-
-Si,lo so.-mi fermò Ezio con il respiro ancora un po' affannato,prima di alzarsi dal letto e percorrere,in tutta la sua nudità,la stanza.
-Che cosa fai?-chiesi curiosa seguendo la sua schiena,e non solo,con lo sguardo.
Senza una parola sparì dalla mia vista attraversando una parete che si rivelò essere un passaggio segreto. Poco dopo tornò con una bacinella d'acqua e un panno immerso in essa.
-Dove...-iniziai,ma lui mi fermò in tempo dicendomi:-Un'altra volta.-
Rimasi in silenzio mentre lo guardai sedersi accanto a me e posare la bacinella sul comodino di fronte a se.
Prese il panno e lo strizzò per poi iniziare a lavarmi partendo dal ventre.
Lo guardai sentendomi di nuovo tesa,in attesa di qualcosa.
Con delicatezza mi pulì l'interno coscia ed io,ricordandomi del sangue,mi arrischiai a lanciare un'occhiata sperando di non averne versato molto.
Vidi due macchie rosse sulle lenzuola bianche.
A quella vista sospirai di sollievo.
-Come mai quel sospiro?-mi chiese incuriosito mentre riponeva il panno nella bacinella.
-Pensavo di aver fatto una strage sulle lenzuola.-mormorai arrossendo.
Lui sorrise a quella mia frase:-Tesoro,qui la strage l'ho fatta io.-
Lo guardai incuriosita e lui,per tutta risposta,indicò il panno.
Allora capii cosa era quella sensazione che avevo avuto prima.
Venere,ovviamente,me ne aveva parlato.
Rimasi in silenzio,leggermente imbarazzata,mentre lui,con un movimento felino,oltrepassò il mio corpo,abbassandosi quel tanto al mio da poter avere la sensazione che la nostra pelle si toccasse,per poi riabbracciarmi una volta ritornato al mio fianco.
Con una mano afferrò il lenzuolo che minuti prima avevamo tirato ai piedi del letto e coprì i nostri corpi nudi ed abbracciati.
Nel giro di qualche minuto ci addormentammo.



-Giulia...-
La voce di mio marito venne accompagnata dal tocco della sua mano che,con delicatezza,mi scrollava dal sonno.
Mormorai qualcosa di incomprensibile. Non volevo ancora aprire gli occhi.
-Giulia.-mi sentii chiamare nuovamente,stavolta con voce più decisa.
A quel tono socchiusi appena gli occhi.
La vista ancora offuscata dal sonno mi mostrava la figura di Ezio,già vestita,seduta accanto a me.
Arrossii appena mi tornarono in mente i ricordi della notte precedente e di quando ci eravamo svegliati e avevamo fatto di nuovo l'amore,scoprendo nuovi aspetti deliziosi della vita sessuale.
Ma non appena vidi il suo sguardo capii che era successo qualcosa. Qualcosa di serio.
Oddio,pensai,Cesare ci ha trovato.
-Che cosa succede?-chiesi preoccupata.
Sentii il silenzio in risposta.
-Ezio,dimmelo.-gli imposi alzandomi a sedere.
L'affermazione che fece poco dopo mi lasciò stupefatta:-I figli di tuo fratello sono vivi.-




Angolo Autrice:
Lo so,il mio immenso ritardo non ha scusanti,ma avevo detto sin dall'inizio che volevo portare a termine questo progetto,quindi eccomi qui con questo,tanto atteso ;),capitolo.
Non ho molto da dire sul capitolo,se non che spero che vi sia piaciuto! Spero di non aver deluso le aspettative di chi aspettava la loro prima volta!
Comunque dopo questo lungo silenzio,causato da mancanza di tempo,spero di riuscire ad aggiornare con più frequenza. Tanto per cominciare,dopo gli esami finali di questa settimana mi metterò a stendere già il prossimo.
Siamo ad un buon punto della storia e penso che,più o meno,scriverò ancora una quindicina di capitoli,ma è ancora tutto da vedere.
Per ora vi lascio a leggere questo capitolo e spero di risentirvi al più presto :)
Un bacio,
Morgan.

  
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