Fanfic su artisti musicali > Bruno Mars
Segui la storia  |       
Autore: HooliganStory    10/11/2013    2 recensioni
"Viviamo in una giungla, Destiny. In questa giungla ci sono prede e predatori e, ti dirò, se non impari a cacciare, rimarrai per sempre una preda. Ma in questo caso, solo in questo caso, ti assicuro che saper cacciare non ti basterà. Sei nella giungla, nella mia giungla. E in questa giungla non puoi fuggire."
Genere: Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: What if? | Avvertimenti: Triangolo
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
L'alba.
Un numero di ragazzi si avviava verso le loro auto o mezzi per tornare a casa. Chi barcollante, chi lucido ma ancora esaltato, ragazze a piedi scalzi poiché non sopportavano più di essere comandate dai loro altissimi tacchi, altre perfettamente erette che riuscivano ancora a camminare senza problemi.                                                                            
Un raggio di sole trapassò una nuvola, sbattendo contro il finestrino dell'auto e penetrando in essa, dritta verso gli occhi di Destiny. Il viso di quest'ultima si posava sul petto di Peter, insieme alla sua mano destra posta poco sotto il collo.
Lui giaceva con il capo sul sedile, stringendo a se la ragazza con un braccio e reggendosi dalla portiera con l'altro.
La prima a svegliarsi fu proprio lei, sollecitata dai raggi che le colpivano il viso.
Strizzò gli occhi, guardandosi in giro, confusa.
Poi posò lo sguardo su Peter, sconvolta. Si chiedeva cosa fosse successo la sera prima, se si fossero fermati solamente a qualche bacio o no.
Si rispose quando notò la propria biancheria intima sparsa per i sedili anteriori e una delle spalline abbassate fino ad essere tolta. Un deja-vu pressò nella sua mente, svariate scene spezzettate della notte prima le segnarono un percorso completo.
Spostò la mano di Peter da se delicatamente, portandola al suo petto e cercando di non svegliarlo. Aprì velocemente lo sportello, percorsa da una forte sensazione di nausea risultato della sbronza della sera prima.
Si chinò verso fuori, tenendosi i capelli e vomitando tutto l'alcohol ingerito. Si asciugò poi la bocca con la mano, arrabbiandosi con se stessa per ciò che era successo. Una lacrima causata dal nervosismo le rigò il viso dal trucco sciolto e steso in modo disomogeneo. Si tirò di nuovo su, notando un sacco di persone della sua scuola uscire dalla discoteca e dirigersi lì vicino.
Quindi entrò di nuovo in macchina, chiudendo la portiera ed afferrando silenziosamente e senza farsi notare la propria biancheria dal sedile anteriore.
Peter aprì piano prima un occhio, poi l'altro, sbadigliando e alzando le braccia verso il tettuccio per sgranchirsi, ma accorgendosi poco dopo di essere dentro la sua auto, esattamente quando sbattè le mani contro la capote.
Spalancò gli occhi, stordito dalla quantità di vodka ingerita. Imbarazzato, si sollevò gradatamente e diede un colpetto sulla spalla a Destiny, che non si era accorta del suo risveglio. Ella sobbalzò leggermente, voltandosi verso di lui e tirando un sospiro, mentre infilava di nuovo il reggiseno lasciando visibile solo la schiena.
Lui fece per aprire la portiera quando sentì stringersi un braccio e pregare di non farlo finché non si fossero allontanate le altre auto. Gli fu chiesto, al massimo, di scavalcare e raggiungere il sedile del guidatore, in modo da mettere in moto ed allontanarsi. Così fece, cercando di non farle del male colpendola con un piede, scavalcando in modo impacciato. Girò poi le chiavi già inserite nel quadro, rivoltandosi per fare marcia indietro e poi premendo sull'acceleratore, dirigendosi verso casa di Destiny.
Nel frattempo lei aveva già provveduto a rivestirsi, oltrepassando l'altro sedile e sedendosi sopra di esso.
Poi si guardò nello specchietto, cancellando la matita sbavata con le mani e cercando di dare una forma ai capelli arruffati e spettinati.


-"E' successo quello che penso?"

Disse poi, ancora turbata, girandosi verso Peter intento a guidare e osservare la strada. Lui non spostò lo sguardo e con tono scontato e sarcastico rispose -"Cosa ti sembra che sia successo? Abbiamo giocato a dama, sciocchina!"- poi abbozzò un sorrisetto, seguito da lei che però si ostinava a voler sembrare arrabbiata. Gli diede un colpo alla spalla, definendolo un idiota per l'ennesima volta.
Peter alzò le spalle, incurante. Poi, entrambi si fecero seri.

-"Eravamo ubriachi.. E'successo per questo.." - Iniziò lei, abbassando lo sguardo sulle sue mani e mordendo ogni tanto un'unghia, segno di visibile nervosismo.
Poi voltò lo sguardo verso il finestrino, guardando fuori.


-"E' successo perché doveva succedere. L'ubriacatura ha velocizzato il tutto, ma sarebbe successo anche in futuro, solo che ci avremmo messo più tempo."

Rispose lui con tono deciso, lanciandole un'occhiatina di chi di solito vuol dire "Fidati di me". Lei lo guardò, annuendo e dandogli silenziosamente ragione. Poi afferrò il cellulare lasciato precendentemente sul sedile posteriore e controllò le ultime chiamate.
Shane
Shane
Shane
Shane
Altrettanti messaggi da parte sua che le chiedevano dove si fosse cacciata e se stava bene.
Bloccò nuovamente il telefono, appoggiando la testa al sedile e chiudendo gli occhi, sospirando.


-"Quanti te ne ha scritti?"
-"Cosa?"
-"Shane, quanti messaggi ti ha scritto?"
-"Come fai a sapere che stavo controllando i messaggi di Shane..?"
-"Non sembri esattamente la felicità fatta persona, pensavo che ti fossi mortificata per non avergli risposto, tutto qui.."

Destiny si chiedeva come lui riuscisse a capire così bene ogni sua espressione, ogni suo pensiero senza che lei ne parlasse.
Lo osservava mentre guidava senza dire una parola, solamente pensando a ciò che era successo la sera prima.
Non era pentita, non lo era per niente.
Anche se non aveva risposto a Shane, non se ne faceva un enorme problema, gli avrebbe detto che si era addormentata subito dopo essere arrivata a casa, poiché aveva evitato di ubriacarsi eccessivamente ed aveva trovato un passaggio da una sua amica.
Non avrebbe potuto nominare Peter, nè con lui nè con nessuno. Non c'era niente di concreto, solamente un gioco costruito dalla sbronza e dalla confusione.
Sarebbe stato un caso isolato, loro non avrebbero perso la loro amicizia e avrebbero pensato solamente a cercare altre persone in modo da dimenticare quello spiacevole evento.
Anche se spiacevole si fa per dire. Non le sarebbe piaciuto perdere un ragazzo che la capiva così bene solamente per un'attrazione carnale, anche se molto intensa.
Non riusciva a decifrare in quel caso il pensiero di Peter.
La pensava come lei? Voleva continuare? Voleva qualcosa di più?
Un milione di domande le intasarono ogni singola fibra cerebrale, spingendola a pensare e ripensare alle risposte più ovvie o magari a quelle meno scontate che sarebbero state proprio quelle corrette.
Una cosa era certa: In quel momento Shane era assolutamente in secondo posto. In una normale situazione, notando i messaggi avrebbe sorriso come una scema, cominciando ad urlare come una bambina alla vista di un negozio di caramelle aperto solo per lei.
Peter accostò l'auto poco prima di casa di lei, in modo da non farsi vedere dai suoi genitori nel caso fossero stati affacciati alla finestra. Raccolti gli effetti personali, Destiny aprì lo sportello ponendo una gamba fuori da esso.
Lui tenne le mani ferme sul volante, guardandola. Poi lei si voltò, senza dire una parola.
Sospirò e girò nuovamente lo sguardo verso il vialetto poco lontano da entrambi.


-"Cosa vuoi fare?"

Disse lui, rimanendo serio e continuando a guardarla fissa negli occhi.

-"Tu cosa vorresti fare?" - Ribattè lei, in cerca di una risposta ovvia nei suoi occhi, una che non avrebbe fatto problemi a capire.
Come al solito, lui appariva abbastanza misterioso ed illegibile, era impossibile decifrare ciò che gli passava per la testa.


-"Credo che tu abbia ragione, dovrebbe rimanere un caso isolato. Torniamo quelli di prima?"

Un sorriso incoraggiante misto ad uno sguardo che sembrava voler dire tutt'altro.
Signore e signori, la semplicità molto definita di Peter Gene Hernandez.


-"S-si... è la cosa giusta da fare.. Penso proprio di si. Adesso devo occuparmi di capire come farla bere a Shane..ahah.."

Risero entrambi, ma più che una vera risata, sembrava forzata, malinconica, ostentata per non rimanere in silenzio.
Destiny scese dall'auto, chiudendo la portiera dietro di se e cominciando a camminare, scuotendo la mano in segno di saluto.


-"Destiny!"

Peter la fece voltare, scendendo in fretta e furia dall'auto e avvicinandosi a lei, fermandosi di fronte. Estrasse un foglio piegato dalla tasca e glielo porse, sorridendo.
Poi, silenzioso tornò in auto e girò le chiavi nel quadro, partendo e lasciandola lì, perplessa e curiosa.
La ragazza abbassò lo sguardo sulla scritta posta dietro al foglio, poco vicino al bordo.


"You got me burning up, turning up, feels like I'm on fire."

*******
Peter tornò a casa velocemente, riuscendo anche a non vomitare.
Fortunatamente reggeva abbastanza l'alcohol da potersi permettere di riprendersi grazie ad una dormita. Infatti, ciò che fece al ritorno, fu proprio catapultarsi sul suo letto a dormire senza dare alcun genere di spiegazione a genitori e sorelle. La vita facile dei ragazzi era proprio questa.
Rientrare ad ogni ora senza dover dare spiegazioni, poter anche ammettere di aver fatto sesso con qualcuna senza beccarsi casini lunghi una settimana con tanto di punizioni, ma anzi, ricevendo complimenti da padre e fratello, rimanere comunque il "bimbo" di mamma se solo l'avesse coccolata.
Così per sei buone ore, dopo essere rimasto solamente in mutande ed essersi liberato dagli scomodi vestiti della sera prima, l'unica cosa che si sentì nella sua stanza fu solo il rumore del suo respiro mentre dormiva, contornato dal lontano infrangersi delle onde sulla spiaggia.
Bussarono alla porta diverse volte sia sua madre che suo padre, dando anche un'occhiata, ma non ci riuscirono a parlare dato che era immerso nel sonno più profondo.
Solo Eric, dotato di un'enorme delicatezza nei confronti del fratello più piccolo, si permise di entrare in stanza e lanciargli dell'acqua ghiacciata contenuta in un bicchiere direttamente in faccia.
Peter si alzò di scatto, dandogli un colpo ed insultandolo per averlo svegliato in quel modo brusco. Poi gli chiese cosa volesse e cosa ci fosse di così importante da dire o sapere da scuotere in quel modo il suo sogno.


-"Che siamo nervosi..!"- Esordì Eric, nella più totale tranquillità e anche divertito nell'osservare infervorarsi suo fratello-"Niente, volevo solo chiederti cosa hai fatto ieri sera!"
-"Nulla, che avrei dovuto fare? Mi hai svegliato per questo? Seriamente?!"-  La voce di Peter tremò per un secondo nel negare di aver fatto qualcosa, ma poi si stabilizzò e divenne nuovamente nervosa nel pensare a come era stato risvegliato.

-"Mi è sparito un preservativo,  testa d'albero. L'hai preso tu, vero?"
-"Anche se fosse?"
-"Ok, chi è? Come si chiama? E' carina? Da quanto ti piace?"
-"Possibile che tu sia più pettegolo di tutte e quattro le nostre sorelle messe insieme? Non ti dico come si chiama, non mi piace, sparisci e fammi dormire."

Eric pressò ancora un pò per farlo parlare, ma con scarsi risultati. Il fratello serrò le labbra e sprofondò la testa nel cuscino, rispondendogli solo attraverso qualche lamento e muovendo il braccio verso la porta, ordinandogli di andarsene. Alla fine Eric cedette e se ne andò con l'amaro in bocca e la curiosità di scoprire chi fosse la ragazza di cui il suo fratellino stava cominciando ad avere una cotta.

-"Non ti piace ma te la porti a letto... Certo! Prendi qualcun in giro, fratellino!"
-"Ho...detto...di... uscire."

Scandì le prime tre parole dal cuscino, stringendo i denti. Poi pronunciò l'ultima quasi con un urlo da camionista, indicando nuovamente l'uscio e facendo ricadere la testa sul letto, sospirando nervosamente. La porta si chiuse e lui emise un respiro di sollievo, spiccicando con poca voce un "Finalmente, cazzo".
Si addormentò nuovamente per altre ore. 


 
  
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > Bruno Mars / Vai alla pagina dell'autore: HooliganStory