Fanfic su artisti musicali > 5 Seconds of Summer
Segui la storia  |       
Autore: FletcherIrwin    10/11/2013    10 recensioni
«non credevo nell'amore a prima vista, poi lui mi ha sorriso»
[..]
"da dove vengono queste cicatrici?" le chiese
"sono ferite di battaglia" gli risposi
"con chi stavi combattendo?" le chiesi ancora
"me stessa". gli rispose mentre gli occhi lucidi si riempivano di lacrime , allora lui l'abbraccio ed in quel momento pensò che forse le cose si sarebbero aggiustate.
Genere: Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Luke Hemmings, Un po' tutti
Note: OOC | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Sound Of Silence. 







Cos’è un’abitudine? Un’azione, un sentimento qualcosa che fa parte della quotidianità.
La cosa più normale del mondo.
Per alcuni, l’abitudine è paragonabile ai mostri sotto il letto.
I mostri, durante il giorno non escono, si rintano nel loro spazio buio mentre aspettano in trepida attesa il celarsi delle ombre, però in alcuni casi i mostri sono propensi a sopportare la luce solare, badate bene questi sono i più pericolosi una specie tanto antica quanto moderna: Gli essere umani.
Come dicevo molti mostri , escono di notte, creature notturne affamate di buio e paura. A volte essi si nascondono sotto il letto scatenando il più puro ed innocente terrore dei bambini.
Le abitudini possono essere mostri pericolosi, serpenti dormienti che al momento meno opportuno, ti strangolano facendoti soffocare.
Alcune abitudini possono farci del male; ma noi, noi siamo masochisti tutto ciò che ci fa male ci fa bene.
C’è una strana ipocrisia in tutto ciò non trovate?
Ad esempio , Luke Hemmings era un’insieme di buoni propositi e progetti per un ipotetico futuro inesistenti, spazzati via dal tornato mortale che l’aveva travolto.
Il ragazzo occhi cielo aveva molte abitudini, fin troppe, la maggior parte non proprio ottime.
Una tra quelle, era il fumo. Erano anni che fumava e se vi state chiedendo come ha iniziato la risposta non sarà certo la solita banale scusa: ‘’ lo facevano tutti i miei amici.’’ , oh no, assolutamente no , dietro quel viso perfetto che sembrava scolpito da Michelangelo e da quella maschera di indifferenza e acidità si celava molto di più.
Lui aveva iniziato perché voleva sentirsi vivo, provare il brivido della ribellione, vissuto fin da bambino in una casa dove l’apparire contava più dell’essere, dove quando ti chiedevano ‘’come stai?’’  a nessuno importava veramente la risposta più che altro era solo una stupida forma di educazione, dove nessuno sembrava notare, eccetto i suoi amici, le profonde occhiaie che contornavano i suoi occhi perfetti, ma tutti notavano il disordine della sua camera quando lui era la persona più disordinata della casa oppure i suoi pessimi voti, l’odore del fumo che sprigionavano i suoi vestiti, sapeva che sua madre l’aveva capito ma lei faceva finta di niente, la realtà la spaventava fin troppo.
Luke Hemmings si sentiva soffocare da una vita che non sentiva sua e il fumo lo liberava in un certo senso.
Solo i suoi amici, compagni di vita, si erano accorti che qualcosa non andava, un grido silenzioso proveniente dalla gola del ragazzo.
Ma lui, lui era troppo occupato ad odiare il mondo  ed avercela con se stesso per cercare di far uscire fuori i suoi veri sentimenti.
La vita di Luke Hemmings si era totalmente stravolta, camminava solo in un bosco freddo e inanimato circondato da una folta e tetra nebbia, dove l’unico rumore era l’eco dei suoi passi.
Dov’è la fine?
Prima era tutto più semplice.
 
 
 
10 Marzo 2013  
 
Il citofono suonò all’interno della casa , dovette aspettare solo pochi minuti prima che una figura alta e snella gli aprisse la porta.
Un sorriso accogliente e occhi maliziosi lo fecero rallegrare.
 
‘’Che ci fai tu qui?’’ Hanna, bella come non mai se ne stava in piedi appoggiata allo stipite della porta.
 
‘’Non ti sono mancato?’’ chiese sussurrando avvicinandosi al corpo caldo della ragazza coperta da una vestaglia in raso blu notte.
Una risata squillante fece eco nelle sue orecchie, la ragazza prese delicatamente la mano di lui conducendolo dentro la grande casa , a piedi nudi si avviò verso la cucina.
Uno rumore d’acqua e il tintinnio di un bicchiere risuonò nella stanza.
 
‘’Credevo fossi con lei’’ si morse la lingua al suono della sua voce così tagliente e ferita.
‘’C’ero infatti.’’
‘’E allora che ci fai qui?’’
‘’Mi annoiavo Hanna, noi non stiamo insieme’’
 
Quelle parole le spezzarono il cuore, bevve tutto d’un sorso l’acqua e poso il bicchiere lavato nella credenza in alto.
 
‘’Lo so e mi va bene così.’’ Si obbligò a ingoiare il nodo alla gola e mettere su un falso sorriso.
‘’Allora novità?’’ chiese curiosa
‘’Niente di che è noioso stare con lei. Non vedo di porre fine a questa stupida scommessa’’
 
La ragazza si avvicinò a passò felino verso il ragazzo che le faceva battere il cuore, bagnandosi le labbra sensualmente.
 
‘’Sembri molto stressato in questi giorni’’ si posizionò dietro di lui, le sue mani si poggiarono sulle sue spalle muscolose massaggiandole lentamente.
 
‘’Hai proprio ragione’’ un piccolo sospiro usci dalle sue labbra rosee
‘’Avrei proprio bisogno di distrarmi piccola’’
Si scansò di colpo da lei guardando famelico negli occhi un ghigno divertito si formò sul suo viso.
Le sue braccia forti presero le gambe toniche di lei in modo che le circondavano i fianchi, le sua mani si posarono sulla sua schiena tenendola stretta a se camminando verso la camera da letto.
Le labbra della ragazza si impossessarono del collo di lui.
 
‘’No, ferma. Niente segni’’ sospirò lui.
‘’Sta zittò’’ ringhio
‘’Hanna..’’
‘’Tu sei mio.’’
 
Aprii la porta con un calcio buttando la ragazza sul morbido letto.
Una risata squillante fece vibrare il petto della ragazza.
Le loro gambe si intrecciarono per un’ora fin quando al calare delle ombre
i due ragazzi si addormentarono stremati.
Mentre a qualche isolato più in la una ragazza non riusciva a chiudere occhio e si passava senza sosta la punta delle sue dita sul labbro dove poche ore prima Luke l’aveva baciata per la prima volta, ignara di quello che stava succedendo.
 
 
 
                                                                      ***
La mattina seguente Hanna si svegliò a tentoni cercò dall’altra parte del letto il biondo , trovandolo vuoto, si girò delusa e amareggiata, avrebbe amato svegliarsi con lui la mattina.
Il suo sguardo si posò sul cuscino quando si accorse del foglietto appoggiato sopra.
Le prese delicatamente come fosse di cristallo con il cuore che le batteva a mille.
 
‘’Luke was here’’ la sua scrittura l’avrebbe riconosciuta tra mille.
Si portò il pezzo di carta al petto, proprio sopra al cuore felice come non mai.
Affondò la sua testa sul cuscino dove precedentemente Luke aveva dormito, annusando il suo profumo e felice d’amore si alzo per fare la doccia con la speranza di un cambiamento.
 
Ma la sua felicità non durò a lungo.
Accompagnata da Mandi , migliore amiche di pannolino , si sedettero agli scalini della scuola con un bicchiere di plastica con del caffè appena finito dentro, aspettando il suono della campanella sperando che succedesse qualcosa di interessante nell’attesa.
E quel giorno successe.
Il suo cuore si fermò quando vide il ragazzo biondo entrare dal cancello con i suoi capelli spettinati, lo sguardo più profondo e felice del solito.
Un sorriso spensierato contornava il suo volto.
Si fermò di colpo aspettando l’arrivo di qualcuno.
Una massa di capelli biondi e boccolosi le fecero tremare il cuore.
Un precipizio.
La mano di lui cercò disperatamente quella di lei.
Arrossirono al contatto delle loro pelli.
Luke non arrossiva mai.
Lei imbarazzata abbassò lo sguardo tremando di felicità.
Lui la guardò adorante sorridendo come non mai.
Sorrisi pieni e felici.
Sorrisi beati.
Luke non aveva mai sorriso così in sua compagnia.
Quello era un sorriso sincero, la sua anima stava sorridendo.
Si sentì andare a pezzi.
Disillusa, da sola, così come si era illusa. Rimase lì con un bicchiere vuoto fra le mani e qualcosa di più difficile da riempire dentro. Lei, semplice concime di quella pianta che spesso fiorisce sopra la tomba di un amore appassito. Quella rara pianta il cui nome è felicità.
 
 
 
 
                                                                        ***
 
 
 
 
Involontariamente portò la sua mano destra nella tasca dietro prelevando il pacchetto di Malboro rosse estraendo una sigarette e portandosela alle labbra.
Ne rimanevano solo tre, si maledì mentalmente, avrebbe dovuto prendere due pacchetti invece di uno.
Inspirò lentamente per poi buttare fuori il fumo piegò lentamente le testa lasciando che il vento gli scompigliasse i capelli.
 
 
‘’Sai, dovresti smettere.’’ Una voce tenera lo fece sorridere.
 
Non ci fu bisogno che si girasse per vedere chi fosse.
Sapeva che era lei.
Forse l’unica persona che riusciva a capire pienamente Luke Hemmings era proprio Adhara Nicholson.
Adhara era per Luke la piccola, fievole luce che stava creando piccole crepe nel suo scudo dove, era imprigionato un ragazzo di diciassette anni pieno di paure e incertezze.
Lei lo stava piano piano riportando alla vita ma questo non bastava , lui era divorato dalle fiamme.
La sua anima era dolente e persa , uccisa dal rimorso, la sua mente era presa d’assalto da uno sciame d’api che si spingevano tra loro pungendo con i loro lunghi e temibili pungiglioni il suo cervello. Che fossero calabroni sotto forma di pensieri? Può darsi.
 
‘’Che ci fai ancora in piedi a quest’ora?’’
‘’Ti aspettavo’’
 
Si accigliò involontariamente.
La mano del ragazzo sbattè sul tronco dove era seduto invitandola ad avvicinarsi.
A passo lento  e titubante lo raggiunse.
Nonostante cercasse in tutti i modi di farlo smettere amava vederlo fumare.
La nuvoletta d’aria bianca che usci fuori dalle sue labbra , le fece smettere di battere il cuore per un momento, gli occhi chiusi , le ciglia che svolazzavano , i capelli biondi che mossi dal vento si muovevano sinuosamente nell’aria.
Era così incantata che non si accorse di star tremando. Non sentiva nemmeno la folata di aria fredda che si infrangeva sulla sua pelle facendole venire i brividi, cosa che non sfuggi a Luke , si tolse la sua felpa legandola alle spalle della ragazza.
Le guancie di Adhara si colorarono di un rosso profondo e un sorriso timido si formò sulle sue gote.
 
‘’Tu non hai freddo?’’
‘’L’importante è che non lo abbia tu.’’
 
Quelle parole sussurrate la iniettarono uno strano coraggio nelle vene, cautamente si avvicinò a lui e avvolse le sue piccole braccia intorno a i suoi fianchi cercando di riscaldandolo.
Luke la strinse ancora più forte a se come se avesse paura che sarebbe potuta scomparire, si beò del profumo dolce alla vaniglia.
Rimasero in silenzio per quanto? Ore? Minuti? Anni? Ma a nessuno dei due dispiaceva , quel silenzio valeva più di mille parole.
Finchè erano l’uno tra le braccia dell’altro niente sembrava scolpirli.
 
‘’Sai è passato un mese’’ sussurrò lei spezzando la quiete.
 
 
15 Marzo 2013
 
 
Seduti al caldo nel bar vicino alla spiaggia Luke non smetteva di fissare la ragazza seduta davanti a lui.
Le doleva il cuore alla vista delle lacrime che scendevano dagli occhi della ragazza.
Le sue mani accarezzavano delicatamente il braccio martoriato di lei.
 
"da dove vengono queste cicatrici?" le chiese lui con cautela
"sono ferite di battaglia" le rispose lei con voce spezzata
"con chi stavi combattendo?" le chiese ancora
"me stessa". gli rispose lei  mentre gli occhi lucidi si riempivano ancora di lacrime , allora lui l'abbraccio ed in quel momento pensò che forse le cose si sarebbero aggiustate.
Le labbra del biondo si scontrarono con la chioma bionda di lei lasciandole un dolce bacio sulla nuca.
 
 
 
 
                                                                         ***
 
 
 
Lo sguardo di lui divenne di colpo lucido e la guardo ammaliato.
Lei lo guardò come se lui fosse la sua ancora di salvezza.
Si avvicinò a lei e la baciò con amore. Un amore troppo potente.
La baciò con quell’amore che desideriamo, l’amore che non vorremmo perdere, l’amore che ci fa sorridere, l’amore che ci riempie gli occhi pieni di lacrime, l’amore che ci fa ridere come degli stupidi…
Si, perché quando si è innamorati si è stupidamente belli, perché tutto intorno a noi non ha più senso, perché ha senso solo lei, perché non c’è tempo, né doveri, perché nulla ha più ragione, perché l’amore non è razionalità, perché corriamo su una moto come dei pazzi solo per vederla un attimo, per vedere un suo sorriso o il suo muso, e cerchiamo di farla ridere, perché solo questo ci interessa, la sua felicità, perché senza il suo sorriso non abbiamo più il sole…
Quel sole che le accarezza la pelle, che la rende ancora più profumata, che dipinge sui suoi occhi il nostro cielo e il nostro mare, che ci fa perdere quel sorriso avventurandoci su quelle labbra morbide come non mai, belle più di sempre, desiderate come non riusciamo neanche a dire…
La bellezza dell’amore…
Di quell’amore che è folle, che non bada a spese, che non guarda il futuro, che non sa fare i conti, che non vuole fare i conti, che non ha paura, che è pazzo, stupido, che piange, ride, che si perde in quel bacio, che si lascia portare via in una notte di passione, che si abbandona tra i profumi del sesso e la certezza di amare, che non lascia dubbi… Che va oltre qualsiasi regola…
Che è la regola…
 
I loro respiri affannati e i loro cuori che battevano veloci allo stesso tempo come sottofondo.
Si guardarono negli occhi immergendosi l’uno nell’iride dell’altro come se potessero vedere la loro anima rispecchiata in essi e quella visione gli piacque.
Le braccia di Luke la tennero stretta, l’orecchio di lei era poggiato al suo petto e si fece cullare dal battito accelerato del suo cuore.
Senza che se ne accorgesse si addormentò tra le sue braccia che la accarezzavano dolcemente.
Delicatamente la prese in braccio come una principessa portandola nella sua tenda, tutti dormivano tranne Calum che parlava con Alexandra.
La poggiò sul sacco a pelo delicatamente come se fosse l’oggetto più prezioso e si stese accanto a lei.
Rimase meravigliato nel vedere come il suo torace si alzava e abbassava o come il suo respiro caldo usciva a piccoli sbuffi dal suo naso  a intervalli regolari.
Sentì caldo.
Quel caldo che ti avvolge da dentro.
Che ti lascia senza fiato.
Quel calore confortante che solo gli innamorati possono provare.
Luke non aveva mai visto lei dormire e si diede dello sciocco per essersi incantato per una cosa del genere, non stava succedendo niente di eclatante.
E si chiese perché.
Aveva visto mille volte Hanna dormire e gli era indifferente, non provava niente.
Anzi gli dava fastidio sentire le sue braccia avvolte intorno a i suoi fianchi. Lui non apparteneva a lei.
Era solo una cosa così la loro.
Luke era terrorizzato, era sempre riuscito a moderare i suoi sentimenti e ora non ci riusciva più.
Voleva solo staccarsi da lei e dimenticarla ma solo al pensiero soffriva terribilmente.
 
 
‘’ Sai cosa ti dico lukey? Falla piangere, rendila triste, umiliala con i tuoi amici ma quando sarà felice con un altro ragazzo, allora taci.’’
 
Le parole dure di Ashton gli rimbombano in testa aumentando il suo già elevato emicrania.
E non potè fare a meno di immaginare.
E la vide.
La vede spostare i capelli come ha sempre fatto ma adesso per un altro, vede lei che sorride e lentamente le loro labbra avvicinarsi.Allora come non mai Luke soffrì.Poi si chiese perché. Perchè se un Dio esiste, l'ha permesso? Perché non mi ha fermato di accettare quella sfida? Perchè non ha fermato lei ? Perchè in quell'attimo non le ha fatto vedere qualcosa di me, qualcosa di splendido, il ricordo più bello, uno spiraglio d'amore trascorso? qualunque cosa che potesse non dar vita a un estraneo futuro, troppo tardi, a quel bacio ormai nato.
 
Scosse la testa stringendola ancora più forte.
Avrebbe dovuto dirglielo ma era troppo codardo per farlo.
E si sentì morire, andare a pezzi.
Ti serve un cuore? Prendi il mio, prendi tutto ciò che ho.
Strizzo gli occhi sperando di cancellare il passato ma non ci riuscì.
La realtà lo colpì duramente come una pugnalata nel petto.
Finalmente capì ciò che aveva fatto e che non aveva molto tempo a disposizione.
Come era riuscito a cadere così in basso? Sprofondando nel baratro della vergogna.?
E capì che non c’era niente. Non c'è niente da fare. Quando fai solo del sesso,l'amore ti viene a cercare. Ti trova subito. Non bussa alla porta. Entra così,all'improvviso,maleducato e bello come solo lui può essere.
Si sentì colpevole di una maledizione a cui non sapeva come porre rimedio.
Chiuse gli occhi e due gocce di lacrime salate scesero giù dai suoi occhi arrossati.
E pianse.
Pianse ancora.
Pianse per tutta la notte.
Dopo anni lo scudo forte e impenetrabile che Luke Hemmings si era costruito ora era caduto.
Schiantandosi sul terreno dove ora non restava altro che macerie e pezzi di cenere fumanti.
Le sue lacrime bagnarono i capelli di lei che dormiva beatamente.
Luke prese lo specchietto dentro lo zaino di Adhara e si guardò. Si guardo e non c’è più. Dov’è  finito? Dov'è quel sorriso che lo rendeva naufrago di certezze, ma così sicuro di felicità?
 
 
 
 
 
Ciao a tutte! Come state?  Bene , questo spazio autrice sarà particolarmente lungo haha.
Ho appena visto che la storia è quarta tra le storie più popolari e non posso fare a meno di ringraziarvi grazie GRAZIE mille davvero.
Voglio ringraziare tutte voi che avete messo la storia tra le preferite/ricordate/seguite.
Davvero mi riempite di gioia.
Inoltre, il prologo è arrivato a 1490 visite. Vi rendete conto? Sono senza parole.
Spero che siete ad arrivare ad amare Adhara , Luke, Michael, Calum, Ashton, Alexandra e tutti gli altri come li amo io. Ormai sono parte di me.
Ora la parte dolente.
Ho notato una grande discesa, siete pochissime nelle recensioni e la cosa mi preoccupa molto; non vi piace più la storia?
In questi giorni ho pensato molto, e sono arrivata alla paura che forse sia meglio cancellarla.
Se nessuno la legge che senso ha?
Vorrei sapere seriamente le vostre opinioni davvero in modo da decidere cosa fare.
Comunque ecco il capitolo 23.
Personalmente mi sono commossa nel scriverlo non so perché ma spero come sempre vi piaccia.
Ho voluto approfondire il personaggio di Luke mettendo alcuni flashback.
Ah per chi non lo sapesse i ragazzi sono all’ultimo anno di scuola superiore e ora la storia è ambientata a Aprile.
Ho parlato anche un po’ di Hanna spero che vi piaccia.
Come sempre vi lascio il mio twitter:@bowersmjle
e Ask:SerenaTurchi98
Bene detto questo vorrei sinceramente sapere cosa ne pensate sapete che amo leggere e rispondere alle vostre recensioni. (Scusate per eventuali errori vedrò di correggerli)
Al prossimo capitolo.
Sere. ♡
  
Leggi le 10 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > 5 Seconds of Summer / Vai alla pagina dell'autore: FletcherIrwin