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Autore: Verdeirlanda    10/11/2013    2 recensioni
**Beatrice ammirava il cielo con la bocca quasi spalancata,e sorrideva ad ogni stella che vedeva cadere.
A un certo punto prese la mano di Zoroastro: "Hai visto Zo? Le vedi? Sono bellissime!"
Il ragazzo si girò verso di lei che ancora fissava il cielo e sorrideva a quelle stelle cadenti, e sorrise anche lui: "Sì, sono davvero bellissime Bea."
Strinse forte la mano della ragazzina nella sua e tornò a guardare in alto, da dove piovevano le stelle.**
Tutto era iniziato così, in una notte d'estate.
Molti anni dopo Beatrice, suo fratello Leonardo e il loro più caro amico Zoroastro si troveranno ad affrontare eventi di cui non avrebbero mai potuto immaginare né l'arrivo nè l'entità.
Entreranno in contatto con antichi misteri e dovranno fare i conti con le trappole e gli intrighi orditi da Riario,
Leo dovrà lottare per giungere alla verità, Bea e Zo per aiutarlo rischieranno di perdere molto, ma non il sentimento celato che il lega da sempre, da quella notte.
Genere: Avventura, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Girolamo Riario, Leonardo da Vinci, Nuovo personaggio, Un po' tutti, Zoroastro
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Leonardo aprì gli occhi. Dalla finestra vedeva il cielo illuminarsi con la luce dell'aurora.
Si girò sul materasso e sentì il rumore di carta che si stropicciava. Allungò una mano e trovò un foglio sulle lenzuola.
Si mise seduto e lo guardò, la calligrafia era di Lucrezia.
Accidenti, dovevano vedersi la sera prima.
Lesse le parole che lei gli aveva scritto.
"Caro Leonardo,
quando sono venuta da Voi stavate dormendo, non me la sono sentita di svegliarVi.
Vi ho sfiorato con un bacio, magari lo avete sognato.
Spero di vederVi a palazzo Medici domani.
Vi bacio.
Lucrezia."
Già, doveva andare da Lorenzo per portargli i progetti, e non solo, doveva informarlo di ciò che aveva fatto Riario.
Gli dispiaceva non aver visto Lucrezia, peccato essersi addormentato.
Era stata dolce a lasciargli quel messaggio...
Poi un pensiero lo attraversò: Lucrezia aveva usato i suoi fogli, quello sulla sua scrivania...la mappa! Lei aveva sicuramente visto la mappa.
Andò a controllare e questa era ancora lì, dispiegata dove l'aveva lasciata la sera prima.
Si chiese cosa Lucrezia doveva aver pensato nel vederla, se gli avrebbe rivolto delle domande a riguardo.
Una parte di lui avrebbe voluto coinvolgerla, dirle tutto, ma c'era una vocina in fondo alla sua testa che gli intimava di essere cauto.
I sentimenti che provava per lei erano contrastanti.
Sapeva che si stava innamorando di una donna di cui non riusciva a fidarsi totalmente.

Il sole illuminò la soffitta e Beatrice si svegliò, si guardò attorno e sorrise ricordando perché fosse lì.
Era sdraiata nel letto di Zoroastro, la sera prima avevano fatto l'amore, era stato meraviglioso.
Si girò e lo vide addormentato accanto a lei, sdraiato sulla schiena, con un braccio dietro la testa e l'altro appoggiato sullo stomaco.
Rimase ad ammirarlo, poi decise di rivestirsi.
Si alzò e cercando di non fare rumore prese il vestito dal pavimento, aveva appena iniziato ad allacciare il corsetto quando la voce di Zo la fece girare: "Buongiorno."
Gli sorrise: "Buongiorno a te."
Lei si sedette sul letto, si allungò verso di lui per baciarlo.
"Così era questo il tuo piano? Sedurmi ed abbandonarmi la mattina dopo?" Zoroastro la prese tra le braccia facendola sdraiare nuovamente sul letto, finendo sopra di lei.
"Mi hai scoperta, accidenti!" Beatrice scoppiò a ridere e si baciarono.
"Sei già vestita." disse Zo guardandola.
"Beh, sì." 
"Tz tz tz, questo non va bene." iniziò a baciarla sul collo.
Bea rise: "Zo, è mattina..."
Lui la guardò interrogativo: "Che forse non si può fare di mattina?"
"Intendo dire che devo andare. Le bimbe Medici..."
Zoroastro la baciò profondamente, infilando le mani sotto la gonna del suo vestito e bisbigliò: "Non sarà un dramma se arriverai un po' dopo stamattina..."
Beatrice pensò che in fondo aveva ragione e lasciò che lui le sfilasse il vestito.
Dopo aver fatto l'amore rimasero sdraiati vicini, Beatrice prese il lenzuolo portandoselo fin sopra il seno.
"Tu hai questo brutto vizio di coprirti!" sentenziò Zoroastro facendola ridere.
"Concedimi un po' di tempo e non lo farò più, va bene?" scherzò lei, poi disse "Sono felice sai...ora è tutto così perfetto..."
"Sono felice anch'io Bea. Non ti lascerò mai." le sorrise.
Lei prese il suo viso tra le mani: "Mai mai!" e lo baciò.

Non era stato facile lasciare il letto di Zoroastro, ma alla fine Beatrice gli aveva promesso che si sarebbero rivisti presto, si era rivestita per andare a controllare le figlie di Lorenzo de Medici.
Arrivata a palazzo si diresse subito agli appartamenti delle piccole, era quasi arrivata all'ala est quando lo vide.
Il conte Riario stava attraversando il corridoio, la guardò.
Beatrice continuò a camminare, di certo non poteva girarsi e cambiare strada.
Quanto furono abbastanza vicini Girolamo si fermò e le rivolse un saluto e un mezzo sorriso: "Buongiorno Beatrice."
Ma lei gli passò accanto senza fermarsi, lo superò rispondendo "Buongiorno."
"Quanta freddezza nei Vostri modi." commentò il conte.
Beatrice avrebbe dovuto continuare a camminare ma non ce la fece, si bloccò e si voltò, guardò Riario negli occhi: "Vi stupisce la mia freddezza conte? E quale emozione avrei dovuto esprimere, contentezza nel vederVi? No, Voi non meritare altro se non il gelo da parte mia!"
"Attenta Beatrice, rasentate l'insolenza..." intimò lui.
"Bene, allora lasciatemi essere insolente del tutto. Come Vi permettete anche solo di salutarmi, dopo quello che avete fatto al mio amico Nico, lo avete torturato, poi avete cercato di rubare in casa di mio fratello! Dio solo sa quali sono i Vostri scopi, biechi certamente! Pensate davvero che dopo questi eventi io possa essere gentile e trovarVi simpatico? No!" gli occhi verdi di Beatrice erano fieri nel sostenere lo sguardo del conte.
Riario si stava infuriando, era evidente. 
Strinse forte i pugni lungo i fianchi: "Non state parlando con uno dei Vostri amici da taverna signorina, ma con un nobile, uno di rango molto alto, quindi frenate la lingua!" quasì urlò l'ultima frase.
Nessuno voleva abbassare lo sguardo, entrambi nervosi e troppo orgogliosi per cedere.
A un certo punto Riario le disse: "Forse non lo sapete ma rimarrò a Firenze ancora molti giorni. Quindi ci incroceremo spesso a palazzo..."
"Ditemi quali corridoi percorrete di solito e io percorrerò quelli del lato opposto." lo interruppe Beatrice.
"Volevo dire" Girolamo cercò di rilassare la voce "che potrebbe succedere di incontrarci, quindi dovreste cercare di essere più socievole. Vi ricordo nuovamente con chi state parlando." 
Bea socchiuse gli occhi per il nervoso, poi disse sarcastica: "Bene. Allora oltre al gelo Vi riserverò la minima educazione richiesta di fronte a una persona del vostro rango. Arrivederci conte." fece un piccolo inchino e tornò a dirigersi verso le camere delle bambine.
Riario la guardò allontanarsi, ancora rigido per la rabbia.
Quella donna gli teneva testa, non era intimidita, questa cosa lo infastidiva ma allo stesso tempo lo coinvolgeva.
Riario si accorse che aveva creato in lui una tensione quasi simile alla lussuria.
Si allontanò e uscì nel giardino per calmarsi, respirare dell'aria fresca.
Durante il litigio tra Beatrice e Girolamo era in corso un incontro tra Lorenzo e Leonardo.
L'artista aveva raccontato del tentativo di Riario di rubare i suoi progetti.
"Spionaggio, e addirittura così sfacciato! Non mi stupisce da un uomo come lui." commentò Lorenzo "Grazie per averci avvisati Da Vinci, farò controllare il conte dai miei uomini."
Leonardo espose al Medici alcune invenzioni che aveva perfezionato, poi si congedò.
Uscì dall'edificio e si ritrovò nei giardini, passeggiò un po' per i viali e a un certo punto si trovò di fronte il conte Riario.
Lo riconobbe subito dalla descrizione che gli aveva fatto Beatrice e dalla spilla con il sigillo papale che portava sulla camicia.
"Il conte Girolamo Riario vero?" chiese Leonardo.
"Sì signore. Non credo di conoscerVi."
"Sono Leonardo Da Vinci."
"Ah." rispose semplicemente Girolamo.
"Solo ah? Dopo che avete fatto esplodere la mia stanza mi dite solo questo?" disse Leonardo.
Riario non rispose a questa provocazione e gli disse: "Noi dovremmo parlare Leonardo. È chiaro che abbiamo interessi comuni...potremmo collaborare."
Da Vinci scoppiò a ridere: "Io non lavoro con Voi, nè per Voi, davvero non intendo avere nulla a che fare con Voi."
"Ma perseguiamo lo stesso obiettivo."
Leo rise più forte: "Su questo ho forti dubbi! Forse cerchiamo la stessa cosa, ma le motivazioni sono diverse."
Riario sollevò le spalle: "Come volete Da Vinci. Ma credetemi, cambierete idea, prima o poi Voi verrete a trattare con me." si allontanò lungo il viale.
A quella minaccia  Leonardo sentì un freddo brivido lungo il corpo.
Stava per lasciare il giardino quando vide Lucrezia, bellissima nel suo vestito arancio e oro, che passeggiava tra i cespugli fioriti.
La raggiunse silenziosamente, e le bisbigliò all'orecchio: "Siete il bocciolo più bello del giardino madonna Donati."
Lei sorrise senza voltarsi, lo aveva sentito arrivare: "Siete galante messer Da Vinci."
"Mi spiace per ieri sera...quando posso rivederVi?"
Lei si voltò e si allontanò da lui, meglio essere prudenti visto dove si trovavano: "Presto. Vi farò sapere. Ora devo andare...anche Voi siete stato invitato alla festa organizzata da Clarice? Ci potremo vedere lì..."
Leonardo annuì, Lorenzo gli aveva detto di questa festa, una cena con balli, un diversivo pensato da sua moglie per allentare la tensione con la delegazione romana.
"Ci sarò Lucrezia." Lei gli sorrise e lo lasciò solo. 
Da Vinci rimase ancora qualche istante ad ammirare i fiori, pensando a Lucrezia, poi abbandonò quel luogo.
Lucrezia si diresse verso l'ala del palazzo in cui si trovavano gli appartamenti di Riario.
Poco prima c'era una cappella privata per i nobili che frequentavano l'edificio, il conte la attendeva lì dentro.
La donna entrò, lo vide seduto su una delle panche e si sedette davanti a lui: "È rischioso vederci qui."
"Credetemi, è molto meno sospetto qui a palazzo che altrove." rispose Girolamo "Avete novità?"
"Lorenzo sta finanziando nuove armi, parla di macchine corazzate...è stato molto vago...e Da Vinci..." tentennò, poi continuò "sono stata nel suo laboratorio, c'era una mappa sulla sua scrivania." 
"Una mappa?" ecco cosa nascondeva l'ebreo pensò "Cosa raffigurava?"
"Non lo so. Non ho riconosciuto nessun luogo."
Riario era spazientito: "Non ricordate nessun nome?"
Lei scosse la testa: "Erano scritti in una lingua che non conosco, forse ebraico..."
Il conte la congedò, attese qualche minuto primo di uscire.

Beatrice e Leonardo erano tornati a casa ed erano insieme nel laboratorio, la ragazza era seduta al tavolo e studiava la mappa.
"Incredibile...davvero fratellone, sei un genio!" era ammirata.
"Grazie grazie! Ora però bisogna decifrarla, lì sarà utile la genialità, anche la tua." le sorrise.
"Certo, volentieri." Beatrice era emozionata, questa ricerca si stava trasformando in un' avventura, come quelle descritte nei libri che leggeva da bambina.
"Ho informato Lorenzo su quanto ha fatto Riario. E ironia della sorte lo ho incontrato."
"Davvero?" Bea era preoccupata "Cosa ti ha detto?"
"Mi ha proposto di lavorare per lui. Ovviamente ho rifiutato, ha risposto che prima o poi lo avrei fatto." Leonardo ridacchiò "Che stolto!"
Beatrice si passò una mano tra i capelli: "Quell'uomo è pericoloso Leo, non sottovalutare le sue minacce. Hai visto cosa ha fatto a Nico."
Lui guardò la sorella, le sorrise e cercò di minimizzare, come faceva spesso: "Starò attento tranquilla. Ho già trovato un buon nascondiglio per la chiave e la mappa, e terrò gli occhi aperti."
Beatrice piegò la mappa, la appoggiò sul tavolo e guardò suo fratello.
"Devo dirti una cosa."
"Cosa?" chiese Leo.
Beatrice abbassò lo sguardo: "Ecco si tratta di me e Zo...Ecco noi...stanotte abbiamo fatto l'amore." arrossì nel dirlo.
Leonardo strabuzzò gli occhi: "Sul serio? Beh è fantastico, insomma, alla fine eravate già una coppia, l'unica cosa che vi mancava era...questa."
"Non è un problema vero? Insomma è il tuo migliore amico..."
"Sì, è vero, ma è anche la tua metà perfetta." le sorrise e le diede un bacio sulla tempia "Sono felice per voi."
Lei ricambiò il sorriso.
Era contenta di sapere che la cosa non turbava Leonardo e che la approvava, era il suo fratellone, la sua famiglia.
Leo si alzò: "Vieni."
"Dove?" 
"Alla taverna, ti offro una pinta all'Orso grigio! Dobbiamo festeggiare la perdita della tua virtù!" le strizzò un occhio.
Beatrice si alzò "Ma smettila!" e ridendo gli diede uno spintone, insieme si incamminarono verso la taverna.

Girolamo raggiunse un salottino nei suoi appartamenti, lì lo aspettava Mercuri, che diede disposizione di portare da bere.
Non appena i camerieri se ne furono andati il conte si sedette di fronte a lui e lo aggiornò.
"Una mappa!" commentò Lupo "Sento che siamo sempre più vicini Girolamo!"
"Sicuramente questa mappa è una grande risorsa."
"Ma, dicevate, Da Vinci non intende collaborare spontaneamente..."
Riario annuì, e sapeva dove Lupo voleva arrivare.
Mercuri azzardò: "Dunque...procederete come Vi ho suggerito? So che avete cercato qualcuno che si occupi della cosa."
Girolamo appoggiò i gomiti sulle ginocchia: "Sì, l'ho fatto. E Goffredo mi ha comunicato di avere già in mente la persona adatta. Ma non voglio procedere. Non ancora. Vorrei cercare di convincere Da Vinci con altri metodi, magari facendo leva sulla sua sete di conoscenza, o promettendogli grandi fortune."
Mercuri scosse la testa: "Da Vinci non si venderà."
"Ogni uomo ha un prezzo, anche questo artista."
"Lo sottovalutate. Se il Turco ha scelto lui è perché sa che ha un animo incorruttibile. Credetemi, io lo so." disse Mercuri. 
Sapeva di rischiare, ma parlò lo stesso: "Girolamo, mi sembra Vi stiate facendo troppi scrupoli."
Riario si appoggió allo schienale: "Sto solo cercando di risolvere questa situazione nel modo più semplice, senza danni collaterali."
Mercuri rise: "Da quando Vi preoccupano i danni collaterali? Forse perché riguardano quella  impertinente dai grandi occhi verdi?"
Riario guardò furioso il suo collaboratore: "E Voi Mercuri? Da quando Vi preoccupano le mie decisioni? Siete un uomo fidato, da tanto tempo, ma non Vi permetto di criticare il mio operato! So quello che faccio."
Mercuri aveva colpito nel segno, era evidente che Riario voleva evitare di coinvolgere Beatrice Da Vinci nel loro complotto. Ahi ahi Girolamo, pensò Lupo, quella Vi ha stregato davvero.
Mercuri cercò di placarlo: "Non fraintendetemi Girolamo. Non dubiterei mai delle vostre oculate scelte, né intendo criticarle. Tuttavia sono un Vostro fidato collaboratore, lo avete ricordato poco fa, e proprio per il rispetto che provo nei Vostri confronti devo metterVi in guardia. Ho visto come la guardate. Certo non posso darVi torto, graziosa è graziosa, sono sicuro che sarebbe un piacevole passatempo, ma è anche pericolosa. Una donna come lei ha qualcosa di diabolico."
Riario rise sarcastico: "Esagerate Lupo, non c'è nessun interesse particolare nei confronti di quella ragazza. È graziosa come dire Voi, ma non provo nessuna emozione a riguardo. 
Come Vi ho detto sto solo cercando la via più facile per convincere Da Vinci, nulla più."
Entrambi sapevano che non era vero, ma il conte dichiarò chiusa la discussione.
 
Leonardo e Beatrice erano seduti a un tavolo della taverna dell'Orso Grigio.
"Quindi stasera andrai alla festa di Clarice?" gli chiese.
"Mm mm." rispose lui "Lorenzo mi ha invitato, vuole presentarmi ad alcuni suoi collaboratori,  vantarsi di aver scoperto un geniale ingegnere bellico!"
Lui bevve un sorso di birra poi disse: "Quindi tu e Zo...è davvero una bella cosa sai...sono contento."
"Anche io." sorrise lei.
"Già certo...ecco...ti volevo chiedere...non fraintendermi io sono contento per voi...ma mi preoccupo per te..."
Beatrice guardò suo fratello arrovellarsi: "Leo che succede?"
"Ecco tu sei molto candida Bea, Zoroastro è un uomo navigato, insomma, intendo dire che ha esperienza, esperienza che tu non hai..."
"Dove vuoi arrivare Leo?"
"È stato un gentiluomo?" chiese lui tutto d'un fiato.
"Scusami???" Bea sgranò gli occhi.
"Era la tua prima volta, volevo solo sapere se si è comportato in modo...sì, se ti ha trattata bene. Insomma sei la mia sorellina è mio dovere assicurarmi su queste cose."
"Sei serio??? Cioè fammi capire. Mi stai chiedendo come è stata la mia prima volta con il tuo migliore amico?"
"No, nonono! Io ti sto chiedendo come ti ha trattata il mio migliore amico durante la tua prima volta. È diverso!"
"Totalmente diverso." ironizzò lei.
"Insomma, voglio solo sapere se è stato gentile, comprensivo, paziente, premuroso...tutto qui."
"Mm mm. Certo. D'accordo, se proprio vuoi saperlo..." iniziò lei "Sì, è stato gentile, comprensivo, paziente, premuroso."
"Ottimo, era quello che volevo sapere."
"Zoroastro è stato un vero gentiluomo." continuò lei.
"Mi fa piacere."
"Talmente gentiluomo da essere comprensivo, paziente, premuroso per ben due volte, la sera e la mattina." sentenzió Beatrice.
"O Santo Cielo!" esclamò lui. 
Ecco, mai infastidire troppo sua sorella, poteva rivelarsi pericoloso.
"Cosa? Sei tu che me lo hai chiesto."
"Mi bastava sapere...non volevo sapere i dettagli!"
Beatrice fece spallucce: "Non sono scesa nei dettagli. Sarei scesa nei dettagli se ti avessi detto che a un certo punto la sua mano..."
"Oh guarda, è arrivato Zo! Che bello! Zo! Zo! Siamo qui! Siedi!!" la interruppe Leonardo facendo gesti in direzione dell'amico.
Zoroastro si avvicinó al tavolo: "Ehi! Che si dice?"
"Amico mio, Beatrice mi ha detto di voi e sono felicissimo! Stavamo festeggiando, unisciti a noi! Vado a prenderti una pinta!"
Leonardo andò velocemente al bancone e ordinò la birra, un attimo dopo Zoroastro lo raggiunse.
"Hai infastidito Beatrice vero?" gli diede una pacca sulla spalla.
"Cosa te lo fa pensare?" chiese sospettoso Leo.
"Il fatto che Bea mi ha detto di venire da te e riferirti quanto sia stato divertente maneggiare le sue tette."
"Oh ma porca..." Leonardo allargó le braccia e urlò in direzione di sua sorella "D'accordo, scusa, non ti chiederò altro!"
"Bene!" rispose lei.
Zoroastro rise: "Cosa le hai fatto?"
"Le ho chiesto se sei stato un gentiluomo a letto con lei."
Zo rise più forte: "Sul serio? E non avevi previsto la sua reazione?"
Leo scosse la testa: "Pensavo avrebbe apprezzato il mio preoccuparmi per lei...non che non abbia pensato che tu saresti premuroso sapendo che...d'accordo, forse sono stato fuori luogo." sorrise "Quindi avete fatto quel passo. Sono felice per voi, avete la mia benedizione."
"La tua fondamentale benedizione!" ironizzò Zoroastro "In questo caso sappi che le mie intenzioni sono onorevoli." 
Leo rise: "Ne sono sicuro amico mio! Dai, torniamo al tavolo." 
Rimasero nella taverna a bere e scherzare per diverse ore, poi si incamminarono verso la bottega del Verrocchio, Leonardo doveva prepararsi per la festa a palazzo Medici.







  
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