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Autore: L Change the World    10/11/2013    3 recensioni
[OzxGil] [GilxBreak] [Triangolo!]
Dopo aver nascosto troppo a lungo la loro tormentata storia d’amore, Gilbert e Oz sono ora una coppia di fatto, la cui unione ha gettato nell’indignazione gran parte della città, nonché le rispettive Casate Ducali, ora nemiche più che mai.
L’amore che l’uno prova per l’altro è un sentimento talmente forte e potente che niente potrebbe più ostacolare il loro vivere felici e liberi da ogni pensiero.
Ma c’è qualcuno che getterà un’ombra forse troppo grande su di loro, qualcuno che costringerà i due sfortunati amanti a fare i conti con il passato.
Gli antichi sentimenti possono rinascere, possono affievolirsi, possono lasciare ferite a volte profonde, ma non potranno mai scomparire del tutto...
Genere: Comico, Fluff, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Alice, Gilbert Nightray, Oz Vessalius, Un po' tutti, Xerxes Break
Note: Lime, OOC | Avvertimenti: Tematiche delicate, Triangolo
Capitoli:
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“Sì, era esattamente un anno fa quando ti prendesti la febbre, Gilbert caro.” la voce divertita di Xerxes Break rimbombava nel monolocale di Gilbert. Il ragazzo non lo aveva mai visto così affollato, tanto che le dimensioni della stanza sembravano ancora più ristrette di quello che già erano. Oz era seduto sul letto, accanto a lui, con l’ennesima pezza imbevuta tra le mani; Alice stava addentando uno spiedino che aveva abilmente estrapolato dal caos che regnava in quella che neanche si poteva definire cucina; infine Xerxes Break, apparso cinque minuti prima da dietro le ante dell’armadio, si era accomodato su una sedia traballante e stava sorseggiando il suo solito tè pomeridiano, ancora indignato del fatto che se l’era preparato da solo nonostante fosse un ospite.

“Come fai a ricordartelo?” chiese Gilbert. Il suo corpo era ancora debole, così come la sua voce, ma rispetto a tre giorni prima stava nettamente meglio.

“Il pagliaccio ricorda sempre tutto. Non c’è da stupirsi.” disse Alice ghignando con aria di superiorità “Non è vero, Oz?”

“Beh, buon per lui.” rispose il ragazzo, alzandosi e andando a posare la pezza in bagno.

“Break, perché sei qui, esattamente?” chiese Gilbert d’un tratto. L’albino accennò un’espressione contrariata, quasi offesa, prima di accigliarsi del tutto.

“Sono semplicemente venuto a vedere le condizioni del mio compagno di missioni, che male c’è?”

“Tsè! Compagno di missioni?! Ma sei fai fare tutto il lavoro sporco a lui!” disse Oz, prendendo subito le difese del suo ragazzo.

“Ma no! Era solo un accordo temporaneo.” Break liquidò subito quelle parole con una scrollata di spalle “E comunque sono venuto qui per dirvi che questo mese l’affitto ve lo potete scordare!”

“Cosa?!” sbottò Gilbert, alzandosi di scatto e lasciando che una nuova ondata di dolore gli pervadesse la testa.  Niente movimenti bruschi gli aveva detto Oz, e lui puntualmente lo aveva ignorato.

“Come sarebbe a dire?” disse Oz, piantandosi di fronte a Break, il volto che esprimeva tutta la sua incredulità.

“Mi pare ovvio.” cantilenò l’albino “Niente missioni, niente affitto. È la prassi.”

“Ma non lo vedi che non può fare nulla?” disse Oz, indicando Gilbert con la mano.

“E comunque senza lo stupido corvo neanche io posso usare il mio potere.” disse Alice sulla difensiva.

“Per una volta, fai qualcosa tu per lui!” lo incalzò Oz. Per un attimo, Gilbert vide balenare una strana espressione sul volto di Break, mentre quest’ultimo si girava a guardarlo con quell’unico occhio rosso. Quando i loro sguardi si incontrarono, Gilbert fu pervaso da un senso di... nostalgia. Sì, era proprio nostalgia, anche se non era sicuro di sapere da dove arrivasse. D’altronde...

“Gilbert caro!” Break lo fece risvegliare da quei pensieri con la sua voce squillante “Ti eri incantato, la tua faccia era inquietante.”

“Parla lui!” disse Alice, alzandosi e frugando di nuovo nella credenza traboccante.

“Break.” la voce di Oz ora si era fatta implorante “Ti prego.” L’unica risposta che ebbe fu un lungo sbuffo da parte dell’albino.

“Facciamo così. Non vi pago nulla e, se il mese prossimo lavorerete come dirò io, vi pagherò tutti e  due gli affitti. Se non siete d’accordo, fatevelo andare bene.”

“Grazie Break. Davvero.” disse Gilbert, sorridendogli. Di tutta risposta, l’albino ammiccò e gli fece l’occhiolino.

“Ci vediamo il mese prossimo!” disse Break, salutando tutti in fretta e furia e infilandosi nel cassettone all’angolo della stanza.

“Aspetta!” disse Alice “Break, ti devo parlare un secondo.” L’albino alzò gli occhi al cielo, fissando uno sguardo svogliato sulla Chain.

“Cosa vuoi, nanerottola?”

“Ti ho detto che ti devo parlare!” disse Alice “In privato.

“Basta che sia una cosa di giorno.” si lamentò Break, dirigendosi riluttante verso la porta e facendo uscire Alice prima di seguirla.

Quando la porta si fu richiusa, Oz si sedette nuovamente ai piedi di Gilbert, sospirando “Non ero abituato a tutta questa confusione. Speravo che, arrivato qui, saremmo stati solo noi due, invece...”

L’aria si era fatta estremamente fredda, e già si percepiva l’atmosfera natalizia tipica del mese di dicembre. Un fitto manto di neve aveva iniziato ad imbiancare le strade del paese, e il cielo bianco stava lentamente diventando più scuro, tingendosi di un grigio plumbeo. Oz fu scosso da un brivido di freddo, così si infilò sotto le coperte, nel posto vuoto, e abbracciò Gilbert abbandonando la testa sulla sua schiena.

“Non dovresti starmi vicino, potrei contagiarti.” disse Gilbert, voltandosi verso il ragazzo e sciogliendo l’abbraccio.

“Non ti preoccupare per me. E poi stai molto meglio, forse domani sarai guarito.” La mano di Oz si posò sul suo fianco, attirandolo a sé. Gilbert si dimenticò di quanto aveva detto poco prima e prese a baciare quelle labbra morbide e familiari dopo ormai quasi una settimana. Era strano come entrambi non avevano avuto il coraggio di baciarsi davanti a Alice e Break, pur sapendo che loro sapevano tutto e, anzi, forse più di chiunque altro. Oz si piegò su di lui, premendo ancor di più la sua bocca sulla sua prima di staccarvisi.

“Fa freddo.” disse poi, fingendo di lamentarsi e affondando il viso sul petto di Gilbert. Il ragazzo lo cinse a sé, inondandolo con il suo calore febbrile e posandogli il mento sui capelli dorati e profumati. Era in momenti come quello che Gilbert si sentiva veramente in pace con sé stesso, come se non esistesse niente all’infuori di loro due.

“Posso chiederti una cosa?” disse Oz, resuscitando dalle coperte e alzandosi su un gomito “È una domanda un po’ personale, però.”

Gilbert si tirò su e fece spallucce, guardandolo con aria interrogativa.

“Forse è una cosa stupida, ma è da tanto che te lo volevo dire.” la voce di Oz tremò, segno che era vagamente teso e che, molto probabilmente, aveva già programmato di fare quel discorso. “Sei mai stato con altri ragazzi, Gil?”

Il cuore di Gilbert perse un battito. Quella era una domanda ambigua, certo, eppure il ragazzo non provò nessun tipo di sorpresa. In qualche modo se l’aspettava, e, anche se era difficile ammetterlo, un senso di paura iniziò a farsi strada dentro il suo petto. Si sentì oppresso, come se d’un tratto un macigno gli fosse caduto sulle spalle e lui non fosse minimamente un grado di sorreggerlo. Guardò quegli occhi verdi e grandi che lo guardavano con incertezza, aspettandosi una risposta diversa da quella che Gilbert gli stava per dare.

“Oz...” disse il ragazzo, fissandolo per un secondo. Infine cedette, tirò un lungo sospiro e, con voce malferma, mormorò “Credo che sia giunto il momento di raccontarti una cosa...”

                                                                                                                  -

“Allora, cosa vuoi?” disse Break. Sembrava vagamente turbato, forse un po’ troppo per i suoi standard, ma Alice a malapena ci fece caso. Lo trascinò in un vicolo, dopodiché mollò la presa.

“Che cos’hai?” gli chiese con uno sguardo inespressivo.

“In che senso, scusa?”

“Non mi prendere in giro. È da prima che ti sto osservando, sei strano.”

“Alice...”

“No, sul serio!” la voce della ragazza si fece animata “A me puoi dirlo. Giuro, non dirò niente a nessuno.”

“Ma figuriamoci!” Break fece per allontanarsi, i suoi passi riecheggianti che mostravano quanto fosse irritato da quel folle incontro.

“È per via di Gilbert?” L’albino si fermò, facendo temere a Alice che fosse stato pietrificato da una forza ignota. Rimase immobile per alcuni secondi prima che si voltasse. Il suo unico occhio rosso era acceso da qualcosa in più della semplice ira: era come se si fosse infuocato, fulminando qualunque cosa toccasse e facendo rimanere la Chain spaventosamente basita.

“Ti ripeto la domanda: che cosa vuoi?” chiese Break, scandendo bene le parole tra i denti stretti. Nonostante quella nuova faccia la intimorisse a morte, Alice si sforzò di mantenere la calma e di mostrarsi determinata.

“Voglio solo sapere. Nulla di più.”

Break rilassò le spalle, mantenendo però quello sguardo truce “Avanti, cosa avresti visto, sentiamo.”

“Il modo in cui lo guardi.” disse Alice, facendolo a malapena finire di parlare “C’è qualcosa che non torna. Per non parlare delle tue concessioni e dei tuoi aiuti. Insomma, non è da te...”

“Non sono affari tuoi.” rispose l’albino, e Alice vide un velo di panico nel suo unico occhio.

“Non saranno affari miei, ma di Gilbert sì.” sentenziò la ragazza “Potresti non parlarne con me, ma con lui dovresti! Gilbert dipende da te, ormai. Se non fosse per te, ora starebbe morendo assiderato in un angolo della strada, e Oz con lui.”

“Sei patetica...”

“Se c’è un problema, perché non parlargliene? Lavorate insieme da ormai dieci anni, possibile che non ti fidi di lui?”

“Posso farti una domanda io?” sbottò Break “Perché all’improvviso sei così interessata al mio rapporto con Gilbert? Non te n’è mai fregato nulla, perché proprio ora?”

Alice sapeva come rispondere a quella domanda. Semplicemente, non voleva farlo sapere. A meno che...

“Se te lo dico, promettimi che risponderai alla mia domanda.”

“Ci sto.” disse Break, tirando finalmente fuori quel suo sorrisetto che tanto era mancato a Alice in quei cinque minuti.

“Io... Ecco, non ne sono sicura, ma, vedi, penso di provare qualcosa per Oz.” la voce le si fece flebile, mentre il suo corpo si alleggerì all’istante, come privato di un peso che fino ad allora l’aveva solo oppressa “So che può sembrare strano, perché lui ora sta con Gilbert, ma è più forte di me. Ma quello che non capisco è un’altra cosa. Break, vuoi dirmi cosa sto provando? Come si chiama questa sensazione?”

Il viso di Break si piegò in un’espressione di tenerezza, come se tutta quell’innocenza avesse avuto un effetto calmante sull’albino “Si chiama amore, Alice cara. E, mi dispiace dirlo, ma non credo sia corrisposto.”

Alice ricacciò le lacrime a forza. Certo che lo sapeva, non era idiota, e quelle lacrime non erano di tristezza. Erano di gioia. Anche se sapeva che Oz non l’avrebbe mai amata, non riusciva a non essere felice, perché per la prima volta capiva realmente il significato della parola amore, una parola che aveva letto soltanto in quegli assurdi romanzi rosa di Sharon. Con la sorpresa di Break, la Chain si lasciò andare ad una risata nervosa, lasciando che tutta la tensione defluisse dal suo corpo esile.

“Beh, adesso tocca a te.” disse Alice, tirando su con il naso e allargando ancora di più quella che già era un sorriso a trentadue denti.

“E io non te lo dirò!” esclamò Break, sorridendo anche lui.

“Cosa?! Sei un imbroglione, stupido pagliaccio, era l’accordo!”

“Ti ho detto che avrei risposto, non che avrei detto la verità! Anche Oz ci è cascato, a questo giochetto!” ghignò l’albino, girando i tacchi e facendo per andarsene.

“Tanto ho capito benissimo!” Alice stava per averne conferma, lo sentiva “Adesso te lo dico io cosa c’è che non va.”

Per la seconda volta, Break si voltò di nuovo verso di lei, scuotendo la testa e ridendo “Avanti, sentiamo questa perla di saggezza!”

“Xerxes Break.” sentenziò Alice, inclinando la testa da un lato “Tu sei innamorato di Gilbert.”
  
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