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Autore: adaubartol    10/11/2013    2 recensioni
''Aspirò nuovamente, i suoi polmoni gonfi di fumo passivo minacciavano di cedere, come il suo cuore di fronte alla fonte di quell'inebriante odore di veleno.
Poco distante da lui, il moro lo guardava consapevole dei danni che stava procurando alla sua mente,al suo corpo e alla sua anima. E il sorriso malizioso sul suo volto suggeriva che non ne fosse affatto dispiaciuto.''
Genere: Angst, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Liam Payne, Un po' tutti, Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Salve gente, stavolta si cambia genere. so che l'angst (che poi questo è angst? boh) non è il mio genere, ma mi è venuto in mente un perfetto momento ziam e non potevo lasciarmelo scappare. spero che la storia vi piaccia, si ispira alla canzone I See Fire di Ed Sheeran che vi invito ad ascoltare mentre leggete. e, beh, che dire, buona lettura!
-Greta, l'autrice sfigata.
http://www.youtube.com/watch?v=DzD12qo1knM


Finisce un altro concerto.
Finisce un'altra serata trascorsa a spaccarsi il culo, la voce e le ossa.
A spaccare.
Perché in quell'arena, avevano spaccato sul serio.
Quel concerto non sarebbe entrato nella storia, no, affatto.
Eppure era un altro capitolo da aggiungere alla loro storia.
Ed era una storia appena cominciata, ancora tutta da scrivere.
Liam non ci credeva.
Mentre alzava le braccia al cielo e intimava alla folla di ragazzine urlanti che lo circondava di alzare la voce, Liam non riusciva a credere che tutto quello fosse successo proprio a lui.
Chiuse gli occhi e prese un respiro, un respiro che sapeva di sudore, lacrime e felicità.
Tanta, tanta felicità negli occhi della ragazza a cui Liam aveva appena toccato la mano, scendendo dal palco per dirigersi nel backstage.
I suoi occhi tanto vuoti, quanto erano pieni di lacrime di gioia quelli della fan.
Il mascara della ragazza era ormai completamente rovinato, ma sembrava non le importasse.
Sembrava non le importasse di nulla in quel momento.
E Liam la invidiava da morire.
Avrebbe voluto anche lui, solo per un momento, non dover pensare a tutto il casino che lo circondava.
Perché quella band era un cazzo di casino.
Perché lui era un cazzo di casino.
Entrato nel backstage, finse di osservarsi scrupolosamente nel grande specchio che sostituiva una delle pareti nere della stanza.
In realtà, quella figura dai capelli rasati in mezzo allo specchio, gli appariva sfocata.
Tutto il resto sembrava essere in alta definizione, lui solo un ammasso di pixel.
Niall rise della sua posa statuaria, facendo scappare a Liam un sorriso.
''Tutto bene, amico?''
Liam continuava ad osservare il piccolo ecosistema che lo circondava, mentre il biondo lo guardava con aria interrogativa, una mano poggiata sulla sua spalla.
Dietro di lui, tutto sembrva uno spettacolo meraviglioso.
Lui, sembrava uno spettacolo meraviglioso.
E non prendiamoci in giro, il lui a cui Liam si riferiva non era di certo se stesso, né tantomeno l'amico dagli occhi azzurri, ormai preoccupato dalla sua freddezza.
Nascosto nell'ombra, i suoi occhi tra il marrone e il verde brillavano come brilla il più irragiungibile e pericoloso dei tesori.
A nessuno sarebbe mai passata indifferente una bellezza così, anche se nascosta nei meandri più segreti di un'isola deserta.
Da Zayn non si poteva scappare.
Una volta che ti aveva nelle sue grinfie, ti aveva per sempre, con o senza il tuo permesso.
E Liam di certo non aveva dato a Zayn il permesso di giocare in questo modo con i suoi sentimenti, non glielo avrebbe mai dato, né avrebbe mai ammesso di essere follemente innamorato del suo insopportabile, strafottente, maledettamente bello, compagno di band.
Liam non si accorse di essere completamente annegato negli occhi di Zayn, finchè lui stesso non gli lanciò un salvagente.
Oh no, ma quale salvagente, Zayn aveva spinto la sua testa sott'acqua, aveva chiuso le sue vie respiratorie con un semplice occhiolino.
Subito dopo, il moro sorrise nella sua direzione, e al cuore di Liam sembrò di mancare un battito.
Il suo intero sistema neurovegetativo era stato messo sottosopra dal ghigno satanico di Zayn.
Esatto, Liam lo avrebbe paragonato al demonio, nonostante le sue fattezze da angelo.
Ma d'altronde, si sa, l'inferno è rinomato per l'ottima compagnia.
E lui stava letteralmente bruciando.
Caldo, caldo afoso e infernale spinse il moro a togliersi la T-shirt rossa.
Di che colore è il fuoco?
Rosso.
Di che colore è l'amore?
Rosso.
Di che colore è la passione?
Rosso.
Semaforo rosso, allarme rosso.
Anche il volto di Liam era diventato rosso, e tutto in quella stanza sembrava essere troppo rosso, soffocantemente, ardentemente rosso.
''Liam, Liam mi senti?''
Niall agitava la mano davanti agli occhi castani di Liam, ancora incollati al corpo di Zayn.
La voce acuta dell'amico e le risate generali sembravano aver svegliato Liam dal suo stato di trans e, in qualche modo, sembravano aver attenuato quel calore soffocante che lo stava trasformando in cenere.
''Eccomi, eccomi.''
Rispose respirando a fatica, con un tono distaccato.
Le sue guance ormai non erano più paonazze per la passione, ma per la vergogna.
Un silenzio imbarazzante si era creato nella stanza e Liam fece del suo meglio per non urlare, sfogando il suo dolore e la sua frustrazione.
Dio, quanto odiava quel ragazzo.
Non aveva fatto altro che tormentarlo con le sue avanches e i suoi comportamenti da cattivo ragazzo.
Zayn aveva sempre spinto Liam sulla cattiva strada, ogni volta che ne aveva l'occasione.
E avrebbe continuato a farlo, perché Liam non avrebbe mai obbiettato.
Perché per quanto Liam lo odiasse, non poteva fare a meno di essere un giocattolino nelle sue mani.
E non sapeva godere della sua tristezza e dei suoi attimi di debolezza, perché Liam era fatto così.
E forse, in fondo, non lo odiava davvero.
Harry, Niall e Zayn uscirono dalla stanza, dirigendosi verso il Tour Bus, e sperando di potersi godere quegli attimi di riposo, almeno per una volta.
Anche Liam fece per uscire, ma davanti alla porta, Louis lo aspettava con uno sguardo di rimprovero.
''Ancora?''
Gli occhi azzurri di Louis si fecero severi, puntando dritti in quelli dell'amico, che non potè fare altro che abbassare i suoi.
''Si nota così tanto?''
Liam sussurrò, più alle sue scarpe che al ragazzo che teneva la porta bloccata.
L'ennesimo sospiro di rassegnazione lasciò le labbra di Louis e si andò a posare dritto sulle spalle di Liam.
Per lui era un peso enorme.
Era un peso dover sempre lamentarsi con gli altri del fatto che non riuscisse a dire a Zayn ciò che provava.
Del fatto di essere completamente succube dei suoi occhi dorati e della sua voce profonda.
''Senti, che ne dici di bere un po' e dimenticarci per un attimo delle preoccupazioni?''
Lo sguardo triste di Liam si spostò sull'amico, che fece un sorrisino di conforto.
''Avanti…''
Louis si lasciò scappare una risatina dando uno spintone all'amico.
Liam sorrise poco convinto.
''D’accordo.''
 
 
Caos.
Caos come ogni volta che i ragazzi decidevano di riunirsi in una serata di bevute.
Che andassero a farsi fottere i prezzi delle bottiglie di Vodka.
Che andassero a farsi fottere le raccomandazioni di mamma e papà.
In quel bus non c'erano bravi bambini.
C'erano cattivi ragazzi con tanta voglia di divertirsi e di spaccare qualsiasi cosa.
Spaccare tutto.
Come durante gli show.
No, no, decisamente di più.
Rompere gli schemi, rompere le barriere, rompere le scatole e rompere le regole.
Voci rotte, bicchieri rotti e pensieri rotti e strarotti, affogati in una bottiglia di Assenzio.
Gli occhi rossi di Liam vedevano persone sfocate, in una stanza sfocata e con ricordi sfocati.
Stavolta, nulla in alta definizione.
Neanche Zayn sembrava avere una forma definita davanti ai suoi occhi, e questo lo fece sorridere.
Ora, erano tutti parte di un qualcosa di incasinato e indefinito.
Rosso come il vino rosso e le fiamme rosse.
Come la moquette rossa che ricopriva il pavimento, sopra al quale Niall sembrava svenuto o forse addormentato.
Liam non riusciva a capire.
Ma dopotutto, Liam non era neanche sicuro che Niall fosse lì.
Non era sicuro di nulla e tutto ciò iniziava ad infastidirlo e non poco.
Harry e Louis, a quanto gli sembrava, si erano appartati da qualche parte, ormai non ne era neanche più sorpreso.
Solo un nome mancava al suo alquanto confusionario appello: quello di Zayn Malik.
Come amava il suono che aveva il suo nome sulle sue labbra.
Sembrava un qualche tipo sconosciuto ed esotico di liquore molto pregiato.
''Zayn Malik''
Disse, con un tono che ricordava più un mormorio che una vera e propria frase.
''Zayn Malik''
Ripetette, quasi in un gemito di piacere.
Si accasciò contro una delle porte del Tour Bus, ormai sottosopra, e, un'ulltima volta, pronunciò quelle due parole celestiali.
''Zayn Malik''
Urlò quasi rassegnato.
Uno di quegli urli che percorrono le vertebre della spina dorsale e ti scombussolano il cervello.
Liam stesso rabbrividì al suono della sua voce, che non gli era mai sembrata così potente.
Per un attimo, sperò che anche Zayn avesse sentito.
Zayn.
Finalemente lo vide, fuori dal bus, appoggiato ad un muro con in bocca quella che poteva sembrare una sigaretta, ma Liam era troppo ubriaco per esserne certo.
Liam odiava quando Zayn fumava.
Non è buffo?
Non obbiettava quando faceva del male a lui, ma detestava quando faceva del male a se stesso.
E questo non si chiama odio.
In molti, lo definirebbero amore.
Che stupido.
Che stupido farsi del male da soli, pensò.
Ma poi si rese conto, che era quello che lui faceva da tempo.
Amare Zayn Malik era un suicidio.
E Liam Payne, era il più morto trai cadaveri.
Appoggiandosi ad uno sgabello, riuscì a tornare in piedi.
La stanza girava vorticosamente, tutto sembrava surrealmente in movimento, e lui era fermo.
I piedi incollati al pavimento troppo scivoloso.
Solo quello lo separava da Zayn.
Provò con tutte le sue forze a muovere i piedi, passi troppo grandi e troppo svelti lo guidarano fuori dal bus, dove faceva decisamente troppo freddo per caminare ancora.
Solo altri due passi e ci sei, Liam.
Due passi, che prima sembravano due, ma poi sembravano mille.
E nulla sembrava ciò che era.
Eppure Zayn sembrava proprio Zayn.
E a Liam questo forse piaceva, forse no.
Una boccata di fumo travolse il suo viso e i polmoni di Liam cominciarono a riempirsi nuovamente di cenere, come qualche ora prima.
Forse, forse no.
Aspirò nuovamente, i suoi polmoni gonfi di fumo passivo minacciavano di cedere, come il suo cuore di fronte alla fonte di quell'inebriante odore di veleno.
Poco distante da lui, il moro lo guardava consapevole dei danni che stava procurando alla sua mente,al suo corpo e alla sua anima. E il sorriso malizioso sul suo volto suggeriva che non ne fosse affatto dispiaciuto.
''Che ci fai qua fuori?''
Tossì Liam, avvicinandosi a Zayn.
''Fatti i cazzi tuoi.''
Non si degnò neanche di guardare Liam in faccia, limitandosi a far uscire il fumo dalla bocca e chiudere gli occhi, rilasciando la testa all'indietro come se stesse provando una sorta di piacere proibito.
Probabilmente un Liam sobrio avrebbe annuito tristemente e sarebbe tornato dentro.
Ma ora no.
Ora non voleva, non poteva e non ne era in grado.
Non sapeva lasciar stare.
''Ti ho chiesto che ci fai qua fuori.''
Il castano si piazzò davanti a Zayn, i pugni chiusi e la voce troppo alta per non suonare intimidatoria.
Il moro fece un sorrisino prima di rispondere con un'altra ondata di fumo dritta nelle narici di Liam.
''Andiamo Liam, che cazzo ve ne frega di me? Che ve ne frega se ci sono o meno?''
Liam ispirò, ancora e ancora, e quell'odore iniziò a depositarsi sul fondo della sua anima.
Le sue parole uscirono senza che lui le pensasse.
''Ci frega. Ci frega perché noi teniamo a te, Zayn. Perché io tengo a te.''
La voce ancora più alta risuonò perfettamente nelle orecchie di Zayn.
''Tieni a me?''
La bocca leggermente contornata dalla barba scura si piegò in un sorriso malizioso.
Liam, dopo essersi accorto di ciò che aveva detto, guardò in basso, sperando di trovare nelle sue scarpe la risposta a quella domanda.
Alla fine, capì che una risposta non c'era.
O almeno, non voleva esserci.
Prese un sospiro, più la sigaretta di Zayn bruciava, più il fumo corrodeva i suoi pensieri e le sue parole.
''Ti ho già detto che fumare fa male.''
''E io ti ho già detto che non me ne frega un cazzo. Tieni a me?''
La rabbia stava consumando Liam come il fuoco stava consuamando quell'involucro di Nikotina che Zayn aveva riportato alle labbra.
Basta domande.
Basta risposte.
Basta fumo.
Basta fuoco.
Liam, con un gesto spontaneo e furioso, tirò fuori la sigaretta dalla bocca socchiusa del moro e la buttò a terra, calpestandola con le sue nuove converse nere.
In tutta risposta, Zayn lo baciò.
La sua boca sapeva tremendamente di tabacco e faceva ancora decisamente troppo freddo, ma a nessuno importava.
La passione stava corrodendo entrambi, il loro amore bruciava, come brucia il fuoco e come bruciano le sigarette.
Era il loro primo vero bacio.
Era il primo vero momento in cui entrambi, si sentivano vivi.
Era il primo momento in cui Liam capì di essere innamorato di Zayn.
Ed era condannato ormai.
Erano entrambi condannati, destinati a bruciare tra le fiamme dell'inferno, finchè di loro, non sarebbero rimaste solo le ceneri.
  
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