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Autore: Aluah    10/11/2013    7 recensioni
Freddo, caldo, luce, buio, ombra, paura.
Le sensazioni non si controllano, si vivono e basta, accettandole come vengono.
Alle volte sono prevedibili, altre incontrollabili.
Una navigatrice collerica ed un bradipo di spadaccino lo sanno fin troppo bene.
Genere: Commedia, Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Mugiwara, Nami, Roronoa Zoro | Coppie: Nami/Zoro
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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freddo






CAPITOLO 1:
FREDDO




La pioggia continuava a cadere, fredda ed incessante, da circa tre giorni buoni.
Non sapevano più che fare da quando l'acquazzone era incominciato: avevano perfino fatto le pulizie in tutta la nave, ora tirata a lucido, linda e pinta come forse non lo era mai stata. La noia di quelle ultime ore era arrivata perfino a rendere calmi i membri più esuberanti della ciurma, ora sdraiati nelle loro stanze per la consueta pennichella di primo pomeriggio.
Non si sentiva volare una mosca sotto coperta, nemmeno il solito e cadezato fruscio di pagine, segno che Robin era vigile in biblioteca.
Al timone, Nami dirigeva la nave con tranquillità, riparata da un impermeabile color giallo canarino; sapeva bene che quel tratto di mare vicino alla costa nascondeva parecchie insidie al di sotto della superficie, e non voleva di certo che la Sunny subisse danni ingenti per il suo rifiuto nei confronti della pioggia battente. Non era mai morto nessuno dopotutto per un po' di acqua, per quanto fredda quella potesse essere, e sebbene la situazione non fosse delle più accomodanti era consapevole che il suo dovere di navigatore veniva prima dei suoi lunghi capelli che l' umidità poteva arricciare più del dovuto.
Log Pose alla mano, carezzava i raggi della ruota con delicatezza, virando di pochi gradi al momento adatto, seguendo le direttive impartitele da Zoro. Era stato con piacevole stupore che lo spadaccino, anch'egli coperto da un giaccone nero, l' aveva raggiunta con lo scopo di aiutarla nel suo compito, offrendosi di fare la vedetta a prua per segnalarle eventuali scogli lungo il tragitto fino alla prossima isola.
Non ricordava fosse mai successo che lo spadaccino si offrisse spontaneamente di rinunciare al pisolino: solitamente era lei che con le dovute e garbate maniere doveva convincerlo ad alzarsi dal posto impensabile ove andava a sdraiarsi e ricattarlo per farsi prestare almeno un minimo di attenzione.
Virò nuovamente, rimanendo assorta nei suoi pensieri, ma ben vigile ed attenta alla voce roca del suo nakama. La sua presenza stranamente la tranquillizzava, dando il giusto ritmo alle sue azioni precise e calcolate. Era quasi felice di averlo accanto in quel momento: si sentiva protetta al punto giusto per stemperare parte dell' ansia che la situazione le creava nel cuore.
Fondamentalmente, era da sempre che lui la faceva sentire tranquilla.
Gettò un' occhiata all' orizzonte, scoprendolo sgombro apparentemente sgombro da scogli; in lontananza riusciva anche ad intravedere la piccola sagoma dell' isolotto di fortuna a cui stavano facendo tappa,. Mancavano si e no una, due ore di navigazione in quelle condizioni dato che non era possibile spiegare completamente le vele: i venti erano troppo forti ed instabili per poterci fare troppo affidamento, ragion per cui aveva preso la decisione responsabile di ammainare la vela maestra.
- Scoglio a destra! -
L' ennesimo urlo riecheggiò nell' aria: non poteva pretendere che distinguesse babordo e tribordo, già si sorprendeva che conoscesse le direzioni basilari. Seguì diligentemente le istruzioni, notando però che la pioggia iniziava ad aumentare d' intensità, così come le correnti marine. Per tutti era quasi impensabile sperare di poter continuare a navigare in quelle condizioni, tranne che per lei: aveva il sogno di diventare la miglior navigatrice del Grande Blu, e ci sarebbe riuscita, piegando le tempeste al suo volere, quasi fossero argilla in grado di essere modellata dalle sue abili dita.
Il peggio sembrava tuttavia passato: non s' intravedevano più rocce o altre sporgenze pericolose per la chiglia, segno che il fondo doveva essere sabbioso. Tirò un sospiro di sollievo, passandosi una mano sul volto per togliere alcune gocce fastidiose che non si decidevano a scorrere verso il mento e cadere a terra. Era fradicia, da capo a piedi: l' acqua era tale da aver oltrepassato la lieve barriera del suo impermeabile ed averle inzuppato i vestiti, intimo compreso.
E aveva freddo, tanto.
Si strinse un poco nelle spalle, controllando un' ultima volta il Log Pose: la freccia puntava diritta sull' isola da lei scelta per fare rifornimento ed una piccola sosta prima di proseguire nella navigazione. Era necessario reintegrare la dispensa vuota in previsione di una lunga navigazione, magari con qualche accorgimento per non invogliare il capitano a fare razzie notturne e diurne ogni santo giorno. Sorrise, c'erano cose che non sarebbero mai cambiate, nonostante gli anni continuassero a passare senza fare sconti per nessuno.
- Zoro! - lo chiamò a gran voce, avviandosi verso la porta che dava agli alloggi.
Potevano anche prendersi una pausa dato che quel tratto di mare non presentava più pericoli. Scese le scalette, tenendo gli occhi fissi sulla figura in avvicinamento dalla parte opposta del ponte: se le circostanze fossero state diverse, se quella sagoma non fosse stato Lui, forse avrebbe avuto paura. La foschia che era calata impediva di avere una visuale chiara anche ad un palmo dal naso rendendo possibile distinguere solo i contorni delle cose che la circondavano.
Attese, ancora e ancora, cercando di focalizzarsi sul punto davanti a sè dove poco prima riusciva almeno ad intravedere il suo compagno. la nebbia rendeva ora impossibile orientarsi, celando anche l' albero della nave. Sarebbe potuta tranquillamente essere in messo al nulla, preda di quello che un domani sarebbe diventato il miglior spadaccino del mondo.
Si sarebbe dovuta sentire braccata, preda anche tra le mura di casa propria sapendo di convivere da anni con quello che era considerato un demone senza cuore, buono solo a cacciare pirati e tagliare il salame. Eppure non le era mai successo; c'era stato sempre quel qualcosa che l' aveva spinta a dargli più fiducia che a chiunque altro avesse mai conosciuto. 
Si strinse nuovamente nel cappotto, scuotendo la testa, allungando poi le braccia lungo i fianchi e scuotendosi per farsi calore: se si fosse mantenuta in movimento avrebbe evitato alle sue estremità di congelare più di quando già non avessero fatto.
Aveva tremendamente freddo.
D' un tratto sentì uno sguardo indagatore puntato addosso: si voltò quel tanto che bastò per incontrare l'iride color pece dell' uomo che aveva appena finito di occupare buona parte dei suoi pensieri. Lo aveva di fronte, a pochi centimetri dal volto; diede la colpa alla scarsa visibilità, cercando di convincersi che lui non si fosse fermato più lontano solo perchè non si fosse accorto dell' effettiva vicinanza tra loro corpi.
- Mi stavi aspettando? - le chiese inspiegabilmente, probabilmente sfoggiando il solito ghigno che non si stancava mai di togliersi dalla faccia.
Avrebbe anche potuto capirlo che con quel sorrisetto non faceva altro che irritarla maggiormente, più di quanto lei già non fosse di natura.
Alle volte aveva il vago sospetto che gli piacesse vederla collerica e schiumante di rabbia.
- Avevo paura che ti saresti perso! - ribattè, incrociando le braccia come una bambina capricciosa.
Si voltò, compiendo la falcata necessaria per arrivare alla porta alle sue spalle, tentando poi di abbassare le maniglia. Per poco non prese una facciata contro al legno, fermandosi giunto in tempo per evitare di stampare il suo bel visino sulla superficie dura ed umidiccia.
Era chiusa.
Riprovò ancora, mettendoci più forza nel tentativo, aggrappandosi con tutte le sue forze al pomo d'ottone, cercando di smuoverlo.
E pure a doppia mandata.
Sbuffò, cominciando a battere freneticamente i piedi a terra, imitando un bimbo disperato per un no di uno dei genitori. Effettivamente sembrava una mocciosa; ma era anche vero che vedere andare in fumo il suo progetto di farsi una bella doccia calda per ritemprare le membra stanche, non era il massimo della vita.
- Ci hanno chiuso fuori vero? - latrò lui con un vago sentore di astio nella voce.
- Da quando sei così perspicace? - gli fece il verso, tirando poi un calcio a vuoto nell' aria.
Non era il momento di fare battutine di spirito, lo sapeva, ma non poteva resistere se lui si divertiva a servirgliele su i un piatto d' argento. Non si sprecò nemmeno a bussare: sapeva per esperienza che tutti i membri della ciurma rimasti sotto coperta avevano il sonno pesante. maledicendosi mentalmente, rimpianse anche l' esatto momento in cui aveva obbligato Franky a costruire una serratura a prova di scasso, in previsione di alcuni briganti che avrebbero potuto rubare il suo preziosissimo tesoro.
Non voleva ripetere l' esperienza di Navarone*.
Calò un inusuale silenzio, rotto solo dalla risacca che si abbatteva sul fianco della nave.
Sentì uno spostamento d'aria, seguito dalla calda voce di Zoro che la invitava a seguirlo sotto al riparo che le scalette del castello di poppa offrivano: se non potevano entrare, che almeno trovassero il modo per non inzupparsi e nuotare nei loro indumenti.
Lo seguì, consapevole che per una volta aveva ragione, sedendosi accanto a lui e stringendosi nelle ginocchia.
- Nami... - disse lui, stranamente loquace.
Mugolò qualcosa in risposta, concentrandosi sulle isole tropicali che avevano finora visitato, cercando di rievocare il calore che le avevano trasmesso per infondersene nuovamente.
- Credi che si ricorderanno di noi?-
Ci pensò su un attimo, immaginandosi la scena di lei anziana ed intirizzita dal freddo e lui, vecchio e scorbutico mezzo sordo che ancora tremavano sotto alle scalette. Scoppiò a ridere, sussultando con le spalle e mordendosi le labbra, cercando di non sembrare una pazza che rideva per i suoi malsani ed immotivati pensieri.
E continuò a farlo, contagiando anche lui, che di sorridere non avrebbe avuto nessun motivo.
E inspiegabilmente il freddo sembrava essere passato, scomparso, sopito dalle loro calde risate.








Angolo della disgraziata:
Ciao gente, bentornati su questi schermi. Ho deciso di iniziare questa long perchè l'idea mi bazzicava nella testa da luglio e alla buon ora mi sono decisa a prendere le mie cazzatelle e metterle per iscritto. Questo vupol dire che questa sarà l' ennesima opera che rimarraà incompiuta, in perenne stato in corso, e mi farò nuovi nemici per questo.
Quindi, abbiate fed in me e cercate di convincermi a non fare le disagiata che fugge dalle sue responsabilità.
Saluti e a presto,
Alu.
Navarone fa riderimento all' episodio di One Piece dove la nave, dopo esser caduta da skypea, si ritrova nella fortezza della marina. All' uscita da quel luogo Nami scopre che tutti i tesori le sono stati rubati.



   
 
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