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Autore: _Littles_    11/11/2013    4 recensioni
{ os dedicata | storia fondata su pregiudizi }
"Navigare per le strade di Londra era una sensazione fantastica quanto orribile. Londra è una meraviglia ma è grande come una piazza interminabile. Sasha aveva solo una borsa, e in quella borsa ci voleva mettere tutto quello che trovava nei negozi.
Navigare per le strade di Londra con occhiali e cappuccio non era per niente eccitante. Londra è una meraviglia e vederla dietro a lenti scure era una cosa irritante. Harry non aveva niente appresso, e voleva distruggere tutto quello che si trovava davanti.
"
Buona lettura.
Genere: Romantico, Sentimentale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Harry Styles, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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 questa os è stata scritta soprattutto per regalo
ad una persona magnifica che oggi compie gli anni
.

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"Credere" e "Volere" non sono i verbi dell'amore 
~{a cosa pensavi quando le invitasti fuori?}~
 



- Harry, stai attento! – Urlò Niall, dolorante per il piede appena pestato dall’amico. Era mattina presto, verso le sei e cinque ragazzi inglesi stavano provando per il concerto che sarebbe stato quella sera. Erano stanchi, e molto anche. Si erano svegliati verso le cinque di mattina per fare la prova costumi, durata un’ora. Dopo la prova costumi c’erano le prove, che si stavano appunto svolgendo. Dopo due ore di prove sarebbero dovuti andare in un’intervista alla radio per poi fare una visitina alla città, per far compiacere Liam che non chiedeva altro dalla partenza dell’aereo. I ragazzi erano senz’altro impegnati, questo è vero, ma non si erano mai lamentati: quando firmarono il contratto alla Sony sapevano benissimo a quello che andavano incontro. Sapevano che si sarebbero dovuti impegnare, per non deludere l’aspettative dei loro fan e, non meno importante, della casa discografica. I loro fan erano a centro di tutto: erano qualcosa grazie a loro, avevano una possibilità grazie a loro. Erano loro che combattevano una ripetuta guerra con gli Haters, ovvero persone che non facevano che insultarli ripetutamente non ottenendo nulla. Erano proprio quelle persone che ferivano un sacco di “star”, ci sono persone che se ne infischiano, e altre, come gli One Direction, a cui invece faceva un certo effetto. Come band, gli One Direction, erano diventati un fenomeno assoluto, paragonato molto ai Beatles, ma sia One Direction sia molte Directioners pensano che sia un paragone troppo grande, come molti altri. Harry Styles viene sempre e ripetutamente visto come il donnaiolo, quello che prende una donna e la lascia quando si è scocciato, e aggiungono anche in modo brusco e tosto. Ma la cosa che lo rendeva amato quanto odiato, era il fatto che lui amasse stare con donne più grandi. Non è bello ammettere che era vero, poiché avrebbe ferito molte giovani, ed era vero, perché sin da piccolo gli piacevano le donne più vecchie, e quando lo ammetteva a una ragazza ella ci rimaneva male e lo guardava schifato, ecco perché non lo diceva mai a nessuno, se non a amici fidati. Per amici fidati andava a dire: Zain “Zayn”Malik, Louis Tomlinson, Liam Payne e Nialler “Niall” Horan. Quattro persone che amava con tutto il suo cuore, con la sua famiglia e la amatissima Lux, la piccola figlia della truccatrice dei ragazzi. Il problema è proprio il fatto che se hai gusti diversi, nel mondo dello spettacolo ti considerano strano e dovrai essere succube dei pettegolezzi acidi delle persone. La cosa peggiore, però, era che anche se lui cercasse in tutti i modi il modo per non far notare alla gente il suo assurdo amore per le donne vecchie, non ci fosse riuscito. Il motivo? Usciva solo con le donne maggiori, e per precisare, la maggior parte erano modelle. Lui cercava il modo per smentire le voci a parole, ma le sue gesta gli davano un risultato del tutto opposto alle sue aspettative, ecco perché chiedeva aiuto ai suoi amici, che lo sostenevano, ma le parole, anche essendo di 5 ragazzi non copriva i fatti e le azioni. Ogni volta che usciva con una donna, ripeteva: “Non mi importa quello che penseranno i paparazzi”. Ma dopo una sola rivista letta si pentiva e negava le voci in interviste e concerti. Una volta, indimenticabile, si azzardò a rispondere alla classica domanda “Harry! Ti piacciono le donne grandi?” con “Che c’è di male?”. L’intervistatore alzò le spalle e disse che il problema non era suo, ma dei mille fan che si era procurato. Harry aveva imparato a evitare certi insulti, ma gli si ripresentavano davanti e non poteva fare nulla che leggerli. Si abbatteva, e non lavorava bene ne con attenzione. Come quella volta, che lesse un commento che diceva tipo: “Gli piacciono le donne grandi quando è solo un bambinetto del cazzo”.
- Sei connesso Harry? – Chiese Zayn tirandogli un capello delicatamente, cercando di non fargli male. Harry lo guardò di scatto male, con il classico sguardo da fare a chi ti tira un capello mentre pensi alla cosa che odi più di ogni altra cosa. Il pakistano sussultò per quello sguardo così incavolato, non era abituato a vedere Harry, il piccolo, affettuoso e dolce Harry con uno sguardo così duro e antipatico.
- Lascialo a me, Zayn, avrà letto di sicuro un commento acido, e il solo pensiero lo irrita e lo abbatte. Sai com’è fatto, tu vai da Niall, che incomincia a rompere col dolore al piede. – Si intromise Louis, alias Louis Chiappe D’oro Tomlinson. Louis era il miglior amico di Harry in tutto il gruppo, poiché si divertivano molto insieme. Erano così amici che agli occhi di molte Directioners dovrebbero diventare una coppia, ma una coppia di innamorati. Hanno tentato mille volte di farle ragionare, ma infondo, loro lo sognano soltanto, e non è una cosa vietata a nessuno.
Zayn rivolse uno sguardo veloce a Niall, che tentava in tutti i modi di convincere l’infermiera a portare una sacca di ghiaccio. Sospirò sconsolato e andò dall’amico, cercando di fargli capire quanto fosse esagerato. Louis mise una mano sulla spalla a Harry, facendo leggermente tranquillizzare quest’ultimo.
- Ehi, che succede? – Chiese con calma, cercando lo sguardo dell’amico. Harry sapeva che si poteva fidare di Louis, era un amico sempre disponibile, e lo difendeva sempre dall’ira degli altri tre (soprattutto di Zayn quando gli nascondeva la crema abbronzante). Gli stava vicino anche nei momenti in cui lui stesso aveva bisogno di aiuto, tipo quando litigò per la prima volta con Eleonor. Eleonor, la sua fidanzata, l’amore che Louis venerava, e che in quel periodo stava in bilico su uno spago. I due si sentivano poco, e davano poca importanza all’altro, mostrando più attenzione alla carriera. E sembrava che questo problema non capitasse solo a lui; anche a Zayn con Parrie; i due non si sentono da due mesi. Tanto era evidente, una relazione tra due “star” è difficile da mandare avanti, soprattutto contando la popolarità.
- Non ne posso più, Lou. I ‘fan’ o chiunque essi siano continuano a fare battute orribili sul fatto che mi piacciono le donne grandi, ma non capisco che ci sia di male! – Quasi urlò il riccio iniziando a gesticolare, fatto che evidenzia che si stia iniziando ad alterare.
- Sono solo invidiose, Harry, sono ragazze invidiose sul fatto che loro non hanno nessuna possibilità con te. Sono ragazzi che vorrebbero essere al tuo posto. È tutta invidia Harry,ricordatelo. Le vere Directioners accetterebbero le nostre scelte e i nostri gusti. – Disse Louis mantenendo la sua calma e mettendo in gioco la sincerità e il suo essere poetico. A Harry queste parole erano familiari, erano parole ripetitive, dagli amici, dalla famiglia e dai manager. Era stanco di sentire sempre le stesse frasi, era stanco di sentire le stesse parole.
- Qualsiasi cosa provano fa male, Lou. Fa male leggere tutti quei commenti negativi, tutti quei pettegolezzi su di me. Ora sono pure aumentati! Io non capisco che gli ho fatto! – Urlò Harry iniziando a sentire le lacrime agli occhi. – Devo trovare il modo per far cessare le voci sul fatto che a me piacciano le donne adulte.
- Ah, bene, potresti iniziare col smettere di uscirci davanti a tutti, per cominciare. – Propose il castano incrociando le braccia. In fondo, non aveva tutti i torti; doveva smettere di uscire con le donne (modelle) più grandi. Così, magari, non avrebbero ragioni per sospettare.
- Sarebbe troppo facile. Devo trovare un modo per far capire che non mi piacciano affatto. Se ci smetto di uscire di certo non placherò tutte le voci. – Ragionò Harry. Vero anche questo; se non sarebbe più uscito con le donne, non avrebbe risolto nulla. L’amico alzò le spalle, arrendendosi.
- Basta Harry, io non posso difenderti per sempre davanti tutta la stampa. Ormai non ci credono più. L’unica cosa possibile, è parlare con il nostro manager. – Propose Louis, iniziando a sentirsi più deciso su quell’affermazione. Il loro manager era l’unico che poteva trovare una soluzione, infondo, oltre che manager era il loro più caro amico.
- Ragazzi! – li chiamò Liam – Niall ha rovesciato il ghiaccio in testa a Zayn! -


***
 

- Hai preso tutte le valigie? – Chiese una ragazza dai capelli biondi boccolosi, e due occhi marroni cioccolato, praticamente perfetti. A Kora non piaceva il disordine, non piacevano proprio i traslochi. Odiava cambiare casa, perché la ragione era sempre la stessa: una burlata della sua amichetta, Sasha. Sasha non era una ragazza normale, gli piaceva parecchio giocare con i poliziotti. Era una ragazza che amava fare cose contro la legge, se gli vietavi una cosa, sta certo che Sasha fa il contrario. E nemmeno Mayv, era da meno. Mayv e Sasha amavano mettersi nei guai, mentre Kora era sempre quella che ne pagava le conseguenze, e la cauzione. E nel gruppo, la maggiore era Mayv, l’intermedia era Kora mentre la minore era Sasha. Sospirò, appena non udì nessuna risposta. Vivevano insieme per proposta dei genitori di Sasha, che non ne potevano più di una figlia del genere. Sasha non era una che si arrabbiava per l’abbandono dei suoi genitori, o per il fatto che pur di non aver niente a che fare con lei si siano trasferiti ai Caraibi, a continuare una vita nella completa strafottenza e nel puro relax. Insieme a quel trio di ragazze senza speranza, c’era anche il fratello maggiore di Sasha, Tajo e il fidanzato di Mayv, Tomàs. Nomi molto curiosi, e infatti avevano origini diverse: Sasha è inglese mentre Tajo spagnolo. Mayn e Tomàs sono irlandesi, e Kora si dice che sia inglese, quando viene usato molto in altri paesi. Tutti erano italiani, ma furono portati i Inghilterra dai genitori di Sasha e Tajo.
Storia commovente, ma me ne lavo il culo di quando devo soffrire e bla bla bla. Odio le storie in cui la protagonista viene lasciata dai genitori e lei i taglia e si lamenta dicendo che è un errore, poi arriva il suo Romeo e dice che non è un errore e che la ama da impazzire e lei smette di tagliarsi. Oppure quelle storie in cui la protagonista ha perso i genitori e si sente sempre un errore, poi arriva il Romeo e la aiuta a superare questo fottuto trauma. O anche quando la protagonista femminile ma anche maschile ha una malattia e morirà da un momento all’altro e il suo Romeo la aiuta a combatterla, poi ci sta sempre un incidente che rende la malattia più grave ma alla fine si salva e tutti felici e contenti! Sono storie ridicole, mi fanno venire il volta stomaco. Preferisco pugnalarmi con uno spiedino! La fanno così tragica quelle lì! Ma che si vivano la vita, debole o forte me ne fotto! Ecco come rispondeva sempre Sasha quando leggeva una storia, spesso inventata, su Facebook. Mayv scoppiava sempre a ridere e Tajo scuoteva la testa e preparava il suo pranzo in silenzio. Sasha non è pazza, non è malata, depressa e nemmeno un guaio. Era una ragazza a cui piaceva divertirsi. Aveva un carattere davvero buffo, e solo Tajo sapeva che per farla smettere di rubare, ci voleva solo 20 pacchetti di calmante al giorno. Tajo era una scorciatoia tra responsabilità e strafottenza. Era una persona piena di qualità, e, con Tomàs, l’unico che mandava avanti quella pazza famiglia con il loro lavoro. Tomàs fece parte della “banda” solo grazie a Mayv, che lo conobbe e divennero fidanzati innamorati pazzi. Anche lui molto responsabile, e rimproverava Mayv facendola sentire in colpa. Mayv era molto annoiata nella sua vita, ecco perché seguiva Sasha, voleva sentire l’adrenalina salire quando pianificavano, scappavano, rubavano. Kora, invece, era la più normale. Non aveva un lavoro, faceva la casalinga che si subiva gli scherzi di Sasha quando non rubava. Nel loro cuore, c’era anche un’altra persona; il poliziotto Eric, ovvero quello che difendeva sempre Sasha e Mayv dal commissario, che non voleva altro che buttarle dietro le sbarre. Infatti, solo il pensiero di lasciare quella persona tanto cara gli faceva venire le lacrime agli occhi, a tutti. Sasha soprattutto.
Ma perché devono partire?
Tajo ebbe un lavoro molto importante a Londra, dove sarebbe dovuto andare con le ragazze. Gli avevano detto che avrebbe dovuto portare la sua famiglia, poiché sarebbe stato un lavoro senza una meta precisa. E fu per questo motivo che i cinque si trovarono nell’aereoporto pieni di valigie.
Sasha, in tutta risposta, accennò un sì alla domanda di Kora con la testa e tornò ad abbracciare Eric. L’uomo, intanto, iniziò a lacrime, ma fece di tutto per nascondere le lacrime che correvano sulla sua guancia, senza alcuno controllo.
- Fa la buona, piccola Bionda. Ricorda, se finisci nei guai finisce nei guai anche Tajo con te! – l’avvertì l’uomo col fare da padre. Infondo era quello per quei cinque ragazzi: un padre.
- Farò del mio meglio, Eric. Per te! – Rispose la biondina sorridendo in lacrime. Dopo mille abbracci e promesse, la banda entrò finalmente nell’aereo.


***


 
- Ciao Marc! – Urlò Louis correndo incontro al manager. Marc si girò di scatto, intuendo nel tono del ragazzo una punta di preoccupazione. Sorrise appena i cinque pazzi ragazzi di cui si occupava si avvicinarono a lui. Oramai non erano solo clienti, ma anche i suoi amici.
- Louis! Che succede ragazzi?! – Disse, ufficializzando che aveva capito che c‘era qualcosa che non andava.
-Ehm, Harry ha letto un altro commento negativo. – Disse Zayn abbastanza in imbarazzo. Marc era il primo a dire che non doveva quel tipo di commenti, non doveva rovinarsi la carriera solo per quelle inutili invidie infantili.
- Harry, perché l’hai fat…-
- No, aspetti! – lo interruppe Harry – Credo, che lo dovevo fare, perché ci ha fatto capire che dobbiamo dimostrare al mondo intero che non è vero che mi piacciano le donne grandi. – Concluse deciso. Marc per poco non si strozzò con la saliva. Aveva dei clienti veramente burloni, ma fargli uno scherzo del genere! Vedere Harry Styles non uscire con una donna di 20 o 30 anni era sul serio una barzelletta.
- Ehm, crediamo che sia inutile che Harry non esca più con le ragazze adulte – Continuò Niall. – Quindi vorremmo un piano da parte sua. –
Marc era sul serio senza parole, non poteva credere che finalmente si erano decisi a passare all’azione, e non soffermarsi alle frasi. Però doveva trovare la soluzione: ovviamente la stampa doveva trovare prove, prove schiaccianti del fatto che Harry amasse anche ragazze più piccole, ma non troppo poiché sarebbe passato per un pedofilo. Servivano prove, prove tipo fotografie, scoop… ora che ci pensa, una soluzione ci sarebbe: se Harry sarebbe uscito con una tipa più piccola sarebbe stato magnifico! Magari avrebbe ingaggiato una ragazza a caso, di 16 anni. Poi col tempo si sarebbero innamorati di sicuro.
- Ecco! Lo sapevo che avrebbe avuto una soluzione! – Esclamò Louis vedendo la faccia illuminata del manager. E sapere, che Marc non se ne era nemmeno accorto.
- Ragazzi, ho travato! – Esclamò felice il manager. I 5 ragazzi sorrisero felici di sentire quelle parole. – Ingaggiamo una ragazza più piccola, che farà finta di essere la ragazza di Harry. I giornalisti impazziranno, lo scoop farà il giro del mondo e il vostro successo alle stelle! –
- Ma, io non ne sono sicuro. – Disse Harry, storcendo le labbra. – Non credo sia una buona idea, ingannare il mondo intero.
Marc oramai era partito in quarta, e non ascoltava niente e nessuno. I suoi amici non sapevano che fare, l’idea di Marc era buona, ma Harry era dubbioso. C’era però da valutare che il fatto avrebbe fatto in modo che Harry non si sentisse una merda, quindi concordarono con Marc.
- Harry, guarda il lato positivo, non sentirai più niente e nessuno insultarti. – Disse Liam, cercando di consolare l’amico che, giudicando dall’espressione che aveva in faccia, sembrava ferito.
- Ma fate quello che volete, - disse infine il riccio – oramai niente di quello che voglio o faccia sia giusto oppure normale.
Uscì sentendo le idee che proponevano i suoi amici, nomi di ragazze mai sentite o conosciute. Lo facevano per lui. E lui era grato per questo.
Forse è meglio non pesarci, si disse tra se e se e uscì con occhiali e cappuccio.


***



- “Credevo” non è un verbo presente nel dizionario degli intelligenti. – Borbottò Sasha mentre Tajo e Mayv contavano i soldi rimasti.
Molto semplice la situazione: erano andati a Londra tre giorni i anticipo e i lavori alla casa comprata non erano ancora finiti, e non potevano sistemarsi lì. Tomàs propose di andare a prenotare una camera in hotel, e appunto stavano contando i soldi.
- Idioti. – Borbottò Kora, contribuendo ai soldi.
- Perfetto, abbiamo abbastanza soldi per una sola notte, la seconda la pagherò io con la mia carta di credito. – Disse Tajo annuendo. – Il terzo giorno la casa sarà pronta e la inizieremo a pulire.
Sasha annuì, pronta ad allontanarsi da loro, voleva visitare Londra e la sua bellezza.
- Ci vediamo all’hotel, - iniziò lei.
- Dolcezza, Londra è enorme, come ti faremo a trovare? – Disse Tajo dandole uno schiaffetto sulle fronte.
- Mandatemi un “rintracciatore” su Whatsapp, - iniziò lei prendendo il cellulare. – dovete cliccare qui. Poi qui e mi manderete la vostra posizione nell’hotel.
Disse lei mostrando i vari passaggi. Annuirono tutti e quattro imbambolati su quell’applicazione di qui non sapevano l’esistenza.
- Ora mando a quell’antipatico di Rick dove stiamo, così crepa di invidia! – Disse Tomàs tra i segni di approvazione degli altri.
Intanto, Sasha se n’era già andata da un pezzo.


***


 
Navigare per le strade di Londra era una sensazione fantastica quanto orribile. Londra è una meraviglia ma è grande come una piazza interminabile. Sasha aveva solo una borsa, e in quella borsa ci voleva mettere tutto quello che trovava nei negozi.
Navigare per le strade di Londra con occhiali e cappuccio non era per niente eccitante. Londra è una meraviglia e vederla dietro a lenti scure era una cosa irritante. Harry non aveva niente appresso, e voleva distruggere tutto quello che si trovava davanti.
Sentire la musica che rimbombava dai negozi le faceva venire i brividi.
Sentire la musica che rimbombava dai negozi gli faceva andare in tilt i nervi.
Lei voleva mangiare qualcosa e il profumo di pizza la conduceva in un vicolo.
Lui voleva allontanarsi dalla gente che lo guardava in modo sospetto, come se stessero per capire chi era, e andò in un vicolo.
Lei da destra e lui da sinistra, lei a testa alta per vedere meglio la strada lui a testa bassa per coprirsi meglio.
Scontandosi fecero un volo che li fece KO sul terreno.
A lei gli veniva da ridere, mentre lui voleva uccidere chiunque gli abbia fatto fare un volo del genere.
Sasha scoppiò a ridere e Harry bestemmiò in tutte le lingue che conosceva.
- Bel volo eh? – Disse lei alzandosi per prima e tendendogli la mano. – Olimpionico.
- Dillo al mio c… sedere. – Rispose lui con la sua voce roca, che stendeva tutte le ragazze possibili e immaginabili, e infatti colpì molto anche Sasha. Lei sorrise, stranamente si sentiva felice ed elettrizzata e era consapevole del fatto che nessuno le avrebbe tolto quel sorriso dalla faccia.
Fino a che il ragazzo non alzo lo sguardo.
- Santo Dio ma sei Harry Styles degli One Direction? La band che ho considerato una massa di gay? – Sussurrò badando al fatto che se lo avrebbe gridato lo avrebbe reso molto più nervoso del dovuto.
Harry alzò le sopracciglia, molto scioccato per quella affermazione.
- Scusa. Mi ero dimenticata che a te piacciono le ragazze adulte e non i maschi. – disse storcendo le labbra. Pessima affermazione, infatti lui si alzò ancora più incazzato e la scansò via, incamminandosi per la strada che percorreva prima dello scontro.
Sasha lo seguì, cercando di aggiustare quello per lei era una frase che esprimeva quello che in realtà era.
- Scusa, non credevo te la prendessi tanto per una frase. – Disse lui mettendosi davanti a lui per fermarlo. Aveva uno sguardo freddo e i suoi occhi trasmettevano solo rabbia, così tanta rabbia da farle venire i brividi.
- Lascia perdere, si vede che sei come le molte persone che credono a tutto quello che sentono in radio o in tv – disse lui con uno sguardo di comprensione, come se stesse parlando con una affetta da una malattia che la renda deficiente – e odio quelle persone come non mai, quindi fa finta di non avermi mai incontrato in vita tua.
- Certo! Per te sarà facile per le innumerevoli ragazze con cui hai avuto un rapporto fisico, magari anche senza vestiti. – Disse lei alzando un sopracciglio. Lui sembrava indifferente a quella frecciatina, infondo se lo aspettava.
- Ma fammi il piacere di sparire. – Disse cercando di togliersela davanti, ma lei non si smosse di lì.
- Ma mai. E poi che ti aspetti? Che fine fanno le modelle con cui esci? – Chiese dispettosa.
- Non certo sotto le mie coperte! – esclamò lui inorridito – Non esco con loro per questo!
- Ah no? E perché? -
- Sono simpatiche. -
- Grazie, anche la mia migliore amica è simpatica. Cambiamo domanda, a cosa pensavi quando le invitasti fuori? -
- Credevo… - Iniziò lui umettando le labbra, visibilmente nervoso. -
- No. – Lo interruppe lei.
- Volevo… -
- “Credevo” e “Volevo”, non sono i verbi dell’amore, Styles. – Disse lei, fiera di averlo messo in difficoltà.
Frase interessante, pensò lui riflettendoci sopra. In effetti, un sacco di ragazze accettavano sempre un suo invito, spesso erano loro a invitare lui.
Credeva che le amasse, che in un’ uscita le avrebbe amate.
Voleva loro e il loro corpo, e non in un modo molto romantico.
 Per quanto riguardasse il concetto di Amore, ovvero quello che canta in ogni canzone e quello che è costretto a dire a una perfetta sconosciuta davanti a tutto il mondo, non ne aveva mai sentito minimamente il nome oppure lontanamente il concetto.
Storse le labbra e guardò la ragazza che lo aveva messo in suggestione.
- Ma tu chi sei? – Le chiese.
- Sasha, non ho un cognome, ho sedici anni e da oggi sono ufficialmente un cittadina di Londra! – Disse con gli occhi illuminati. Doveva essere davvero felice di venire qui, pensò lui osservando il viso della ragazza. E doveva anche ammettere che non era una brutta ragazza.
- Perché camminavi qui in questo vicolo merdoso, Sasha? – Le chiese lui, curioso.
- Cercavo una pizzeria. – Disse lei, sicura, fino a che non sentì la risata della star risuonare nelle sue orecchie. Era una risata melodica, irresistibile.
- Di certo non si troverà qui non credi? Dai vieni, ti accompagno in una vera pizzeria. –


***

Dopo aver camminato e conversato con una star internazionale, Sasha si aspettava un pranzo coi fiocchi, uno che ti lascia rimpiangere i pasti passati.
- È la cosa più disgustosa mai mangiata, e questa la chiamate pizza?! Se questa è la più ‘buona’ pizza di tutta Londra non immagino le altre… - Commentò lei sputando il boccone appena preso. Harry la osservò accigliato.
- Mi aspettavo un po’ più di rispetto. – Esclamò lui offeso, riducendo il tono della voce per non essere riconosciuto. Aveva scoperto di lui che solo mascherarsi non risolvesse la situazione, bisognava anche sussurrare.
- Bello, io vengo dall’Italia. Per me questo equivale a merda di cane. – Disse lei buttando il trancio di pizza nel bidone a forma di pizza che l’aveva spaventata all’entrata.
- Ah, dall’Italia? Allora si spiega questa tua critica così pesante. – Borbottò lui – E concordo con te, l’Inghilterra ha tutto tranne cibo mangiabile. Quando andai per la prima volta in Italia, la prima cosa che ci consigliarono i nostri genitori era quella di assaggiare le pizze, è quello facemmo. Santo cielo è stato come rinascere in Paradiso. Quando ce ne andammo Niall fece una scorta, e a chi la toccava lui mordeva il dito. – Disse ricordando quel ricordo con aria divertita e sognante. Sasha ridacchiò.
- L’Italia non è bella solo per il cibo, è solo la gente che, come in tutto il mondo, non fa che usarla come un bidone della spazzatura. – Disse lei bevendo un sorso di Coca Cola. Lui annuì e, dopo poco, gli venne in mente degli impegni che aveva quel giorno.
- Sai che ore sono? – Chiese lui.
- Sì, - disse lei controllando sul cellulare – Sono le otto e mezzo. Per la miseria abbiamo fatto colazione, non il pranzo.
- Cacchio, ma io devo andare a quella fottuta intervista! – Disse lui correndo a pagare quello che sarebbe dovuto essere un pranzo/colazione.
Prima di uscire dal ristorante guardò Sasha, che si era alzata e andava verso di lui.
Si sarebbe aspettato di tutto, da una foto, un autografo a un saluto.
E invece lei lo prese per il colletto della felpa e lo trascinò verso le labbra, per un bacio costo e dolce. Un brivido mai sentito attraverso la schiena del cantante, e i loro cuori che martellavano li confuse con la musica mixata in sottofondo. Si aspettava un bacio un po’ più approfondito, ma lei lo spinse via.
- Ho sentito che baci al primo appuntamento, Styles. – Disse lei con un sorriso dolce che la rendeva ancora più bella. Lui sorrise ricambio, e fuggì via per la fretta.
- Ciao! – Urlò lei, e lui ricambiò il saluto con un cenno di mano, ma lei non ci rimase male, sapeva che lui non poteva urlare, se no erano guai.
Lui corse veloce verso lo studio di registrazione, e a ogni metro sentiva un nodo alla pancia e i due occhi celesti allegri e scintillanti impressi nella mente.


***


 
- Aspetta, come ti chiami? – Chiese Harry alla ragazza che teneva accanto, ovvero colei che avrebbe finto di essere la sua ragazza. La poverina fece il broncio.
- Crystal. – Rispose. Lui annuì.
- Harry, collabora, su! – Lo pregava Zayn. – Abbiamo cercato per mari e monti una che potesse fingersi la tua ragazza, e non è stato facile visto che svenivano appena vedevano Niall e Louis da dietro le spalle di Marc.
- Sì, ho capito. – Rispose Harry acido. Lo irritava dover fingersi innamorato di una ragazza di cui nemmeno ricordava il nome. E poi Sasha non se la riusciva a togliere dalla testa, e ormai la consapevolezza che non l’avrebbe mai più rivista era insopportabile.
Ma in fondo è questo la cosa stressante di essere una star. 
- One Direction potete uscire. – Confermò un tizio con gli auricolari. I ragazzi uscirono, e Harry fu costretto a prendere la mano di Crystal.
Il conduttore che parlava e le fan che urlavano era il solito cliché.
Non li poteva sopportare, era una cosa così banale. Poi toccarono il tasto di Crystal e lui fu costretto a dire cose mai dette, tipo che l’amava eccetera. Non vedeva l’ora di far la parte di litigare insieme a lei, che si sarebbe svolta due mesi dopo.       
Sasha era un tasto che nessuno poteva sapere perché nessuno ne sapeva l’esistenza. Non vedeva l’ora di cercarla, perché lui l’avrebbe cercata.
Lei era diversa, l’amava veramente.
Non esisteva nessun “Credevo” o “Volevo”, infatti non erano i verbi dell’amore.
Forse l’avrebbe trovata o forse no, restava il fatto che ritrovò il sorriso.



Ma hola. :)
Santo Dio non immagino per quanto sono stata assente, tipo 4 mesi. 
Per la miseria, è che la colpa è della mia testa, ho un sacco di FF per la testa.
Non credo che scriverò nella categoria One Direction perché è una categoria parecchio difficile:
ogni tre secondi viene pubblicata una nuova FF o OS e già è tanto se verrà letta.
Ma, andando al sodo, questa OS la dedico a una mia amica che oggi compie gli anni! *-*


AUGURI STEPH!

Scrive FF bellissime, per chi non sappia chi sia, potete saperlo qui.
Auguri Steph, 
ti voglio un mondo di bene!
Ci si vede e buona lettura! :) 
 
  
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