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Autore: HooliganStory    11/11/2013    1 recensioni
"Viviamo in una giungla, Destiny. In questa giungla ci sono prede e predatori e, ti dirò, se non impari a cacciare, rimarrai per sempre una preda. Ma in questo caso, solo in questo caso, ti assicuro che saper cacciare non ti basterà. Sei nella giungla, nella mia giungla. E in questa giungla non puoi fuggire."
Genere: Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: What if? | Avvertimenti: Triangolo
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Si svegliò verso le sei del pomeriggio.
Barcollò un po' per la stanza, raggiungendo il suo bagno e sciaquandosi la faccia, per poi posare una mano sui suoi afro e sistemarli.
Si infilò una maglietta ed un pantalone di tuta, decidendo di rilassarsi magari scrivendo qualche canzone o cercando di comporne la melodia.
Afferrò quindi la sua chitarra, aprendo la porta che conduceva direttamente alla veranda.
Si sedette su un dondolo e armato di penna e fogli, creò nuove strofe ripensando alla sera prima.
Ripensò al viso di Destiny, ai suoi tratti meravigliosamente definiti e ad i suoi capelli morbidi e che precedentemente lo solleticarono in ogni lembo di pelle scoperto dentro la sua auto.


"Is there alright?
Is there okay?
Girl, don't need to be nervous.
'Cause I got you all night, don't you worry about a thing.
Just go with it, go with it, go with it and I will go real
Slow with it, slow with it, it's our first time."

Mordeva la penna mentre con la chitarra ideava un'arrangiamento per quella canzone concepita solamente attraverso ciò che la mente ed i ricordi informi gli dettavano di scrivere.
Quello che più lo accendeva era racchiuso in quella ragazza, quello che più lo faceva sentire in una giungla, lo faceva sentire un cacciatore.
Ecco, lui era il cacciatore e lei la preda.
Si rimproverava di non averci pensato prima e averlo inserito nel foglio che la mattina stessa le aveva consegnato, contenente un'altra canzone.
Destiny aveva già consultato quel foglio, leggendo e rileggendo le parti che più le piacevano.


"E' come se andassi a fuoco, a fuoco, il mio corpo è a cento gradi ogni volta che sei accanto a me. E' come se andassi a fuoco, a fuoco, ragazza mi rendi così bollente, non voglio che questo finisca. Ragazza mi hai fatto andare a fuoco, andare a fuoco, andare a fuoco, quindi accendilo, accendilo. E' come se andassi a fuoco, a fuoco, la mia temperatura è più alta, sto sudando con desiderio, è come se andassi a fuoco."

Si morse il labbro inferiore, guardando verso la parete e sorridendo sentendosi una scema.
Abbassò poi lo sguardo, accennando una risatina di soddisfazione ed alzandosi, camminando in cerchio e cominciando a canticchiarla in diverse maniere, in modo da capire quale sarebbe stata migliore.
Sua madre in quel momento entrò nella stanza, avvertendola che essendo sabato sera lei e suo padre sarebbero usciti. Le chiese se le andasse di andare con loro a mangiare qualcosa e poi in giro per Waikiki, ma la sua risposta fu negativa.


-"Beh allora sappi che c'è un pezzo di polpettone nel frigo... E sistema questa stanza, non sono la tua cameriera!!"

Destiny sbuffò, annuendo e ripetendole di si, aspettando che si dileguasse e si andasse a preparare.
Si sedette di conseguenza alla scrivania di fronte al suo computer, aprendo una finestra di chat e componendo velocemente un messaggio, picchiettando rumorosamente sulla tastiera.  

Destinatario: Afro

Destiny:
"Ti va di vederci?"

Peter fu distratto dalla creazione della melodia quando il trillo di ricezione del messaggio rimbombò per la stanza silenziosa.
Posò per terra la chitarra, entrando e chinandosi sulla scrivania per vedere chi avesse scritto.
Sorrise nel notare il nome di lei, quindi si sedette all'istante e lesse il testo.

Afro:
"Certo, quando?"
Destiny: "Stasera, verso le nove"
Afro: "Dove?"
Destiny: "Se vuoi passare da me per vedere qualcosa e strafogarci di patatine va bene, ho casa libera. Altrimenti usciamo e a andiamo dove ti pare."
Afro: "Ok, che ci vediamo?"
Destiny: "Ahahah non lo so! Ti aspetto allora, a dopo afro:) "

Peter fece per alzarsi, quando attraverso la coda dell'occhio notò un nuovo stato personale di Destiny, pubblicato giusto un minuto prima.
 
" E' come se andassi a fuoco, a fuoco, il mio corpo è a cento gradi ogni volta che sei accanto a me."  

******

Bingley ricominciò a grattare sulla porta chiusa.
Destiny corse canticchiando verso di essa, aprendola e poi chiudendola simultaneamente, giusto il tempo di lasciarlo entrare.
Poi si diresse verso l'armadio, svuotandolo direttamente sul proprio letto e cominciando a volteggiare di fronte allo specchio indossando un differente numero di capi.
Perché faceva così? Perché conosceva Peter, nonostante avessero contrattato per stare a casa, alla fine sarebbero certamente usciti.
Lui faceva sempre il contrario di ciò che diceva, quindi se l'idea era "restiamo in casa", all'arrivo avrebbe detto
"Ma se invece andiamo da qualche parte? E' una serata meravigliosa!".
Lei immaginava già un probabile cambio d'idea, quindi aveva intenzione di precederlo.
Ovviamente non avrebbe dovuto farsi vedere da sua madre, quindi quando notò l'orario e sentì i passi di ella sulle scale si infilò velocemente una vestaglia da scalza e si catapultò sul letto a giocare con il cane.
La madre bussò due volte, facendo capolino solo quando sentì rispondersi di entrare.


-"Io e papà allora usciamo, piccola."
Disse, guardandola ed accennando un sorriso di totale fiducia riposta in lei.
Destiny annuì, alzandosi e andando a salutarla con un bacio, per poi urlare direttamente dalla soglia un saluto al padre, ricevendo una risposta contornata da un "tesoro!".
La porta le si chiuse di fronte, così posò un orecchio su di essa, ascoltandoli andarsene.
Lentamente cominciò a sciogliere il nodo della vestaglia, sfilandola prima da una spalla, poi dall'altra.
Sentì finalmente l'uscio di casa chiudersi, così gettò la vestaglia direttamente sul letto, colpendo Bingley, che starnutì poco dopo e la guardò come per dire
"ti ringrazio per la grande considerazione!" , liberandosi il muso dal peso del tessuto.

D'un tratto sentì dei piccoli rumori alla finestra, come dei sassolini. Scoppiò a ridere nell'immaginare come quel ragazzo fosse stato così assurdo da interpretare un classico clichè da film.
In compenso, sperava di non essere colpita direttamente al cranio mentre provava a sporgersi. Così, prima di aprire, mosse in aria le mani per fargli segno di smettere. Peter rise, alzando le braccia e assumendo un'espressione divertita.


-"Che ci fai lì sotto?!"- Disse lei, guardandosi in giro, con un tono misto tra un urlo ed un sussurro.
-"C'erano i tuoi e mi sono nascosto accanto a quell'albero, ti immagini se mi avessero beccato?!"
-"Ma sono andati via, entra!"
-"No, scendi tu! Ti devo portare in un posto!"

Destiny sorrise, consapevole di averci azzeccato per l'ennesima volta con le idee di Peter.
Chiuse la finestra, correndo a mettersi le scarpe e dando un veloce bacio sul capo a Bingley, scappando giù per le scale e raggiungendo la porta di entrata fingendo la più totale tranquillità e pacatezza.
Lui nel frattempo inserì le mani nelle tasche, dondolando sui propri piedi e fischiettando una canzoncina appena elaborata nell'attesa.
Poi si avviò verso il vialetto, passando dal retro della casa ad essere di fronte al portico della ragazza, che ancora non aveva spento la luce dell'entrata per uscire.
Lei infatti, era ancora occupata a sistemare una ciocca di capelli che non voleva sistemarsi e a controllare che fosse tutto apposto in casa.
Finalmente spense l'illuminazione, uscendo di casa e chiudendo a chiave.
Peter rimase ad aspettarla sulla strada, accanto all'auto, facendo girare il portachiavi intorno all'indice.
Lei si voltò, raggiungendolo con una sorta di corsetta e saltandogli addosso, riempendoli di baci su tutta la guancia sinistra.
Lui la strinse più forte e le diede un bacio sul collo, muovendosi a destra e poi a sinistra come se stessero ballando. Poi si staccarono e salirono in auto, partendo, convinti che nessuno li avesse visti.

Sbagliavano.


 
  
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