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Autore: Gio_Snower    11/11/2013    4 recensioni
Rangiku è stata aggredita e violentata da degli uomini, ed è distesa nella neve, stremata e scioccata, quando, all'improvviso, arriva un ragazzo dai bellissimi occhi azzurri e dai capelli argentati che gli appoggia un capotto addosso e se ne va.
Dopo quell'episodio, i due si rincontreranno?
[INTERROTTA A CAUSA DEI TROPPI IMPEGNI FINO A DATA DA DESTINARSI, MA LA RIPRENDERÒ SICURAMENTE]
Genere: Introspettivo, Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Gin Ichimaru, Rangiku Matsumoto
Note: AU | Avvertimenti: Incompiuta, Tematiche delicate, Violenza
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Capitolo 5:
Il Capo Della Polizia Del Distretto
 
 
 
Il furbo è sempre in un posto che si è meritato non per le sue capacità, ma per la sua abilità a fingere di averle.
Giuseppe Prezzolini, Codice della vita italiana


Gin socchiuse la bocca leggermente. Poi, rendendosi conto che la sua espressione stava mutando troppo apertamente, la richiuse e si ricompose.
Di certo questa era stata una sorpresa e non sapeva neanch’ora se bella o brutta, eppure…
Cosa gli prendeva? Da quando un intralcio nella sua vita poteva essere una bella sorpresa?
Gin scosse la testa incredulo. No, doveva sbarazzarsi di lei al più presto, altrimenti avrebbe perso di vista il suo motivo.
Poi gli venne un’idea.
E se…la usassi?
Ora sì che si riconosceva come l’infido bastardo qual era!
Quindi, quando lei fece per venirgli incontro, lui si mosse prima e la raggiunse con un amabile sorriso sul volto.
«Posso esserti utile?» domandò.
 
 
Quando la vide la sua bocca si socchiuse, ma subito la richiuse e lei se ne accorse.
Il poliziotto aveva cambiato espressione vedendola, per poi mascherarla sotto un volto di indifferenza.
Senza motivo apparente, Rangiku sentì un brivido correrle lungo la schiena.
Costernata si guardò attorno, in cerca di altri sguardi, ma l’unico motivo possibile era lo sguardo dell’uomo, quello che celava sotto le spesse palpebre.
Allora decise di indirizzarsi verso di lui, ma, all’improvviso, l’uomo venne verso di lei, risparmiandole il disturbo.
Sul suo volto era dipinto un sorriso affabile, quasi amabile e gentile, ma che non ingannò Rangiku.
«Posso esserti utile?» disse l’uomo dai capelli argentati.
La sua voce era come la sua persona, bassa e insinuante, come un sibilo; forse avrebbero potuto descriverla come sensuale, una voce attraente.
Rangiku sbatté con forza gli occhi per darsi un contegno e sorrise.
«Certo! Devo parlare con un suo superiore, vengo qui in vece della Soul School.» disse con tono allegro e falsamente ingenuo.
L’uomo voleva giocare con le maschere? Ebbene, anche lei avrebbe giocato a questo assurdo teatrino fatto di bugie.
«Bene, seguimi.» disse in tono altrettanto vivace l’uomo;
almeno ora Rangiku sapeva che era davvero un poliziotto.
«Scusi, posso sapere il suo nome?» chiese Rangiku con un sorriso ed un tono formale, come se non si ricordasse chi era.
Il sorriso dell’uomo si fece affilato. «Il mio nome è Gin Ichimaru.» disse, poi si girò e le mise davanti la mano.
Doveva stringerla?
Rangiku indecisa guardò di nuovo la mano e poi l’uomo che sorrideva sempre di fronte a lei.
Alla fine prese la decisione di stringerla e con vigore l’afferrò.
«Piacere! Il mio nome è Rangiku Matsumoto.» aggiunse,  sperando di vedere una piccola reazione al suo nome.
Invece non successe niente. L’uomo non mostrò alcun segno di riconoscimento ed, anzi, inclinò la testa con fare spensierato, come a dirgli ‘Va bene?’.
La cosa fece infuriare Rangiku, quella era una provocazione bella e buona, eppure nascose tutto sotto il solito sorriso di circostanza.
Gin, così si chiamava l’uomo dai capelli argentei tanto a lei familiari, la condusse fino all’ufficio di Sousuke Aizen, Capo del Distretto.
La vista dell’interno dell’ufficio era nascosta da pesanti tapparelle verde scuro.
Gin bussò alla porta. «Sì?» chiese una voce decisa, ma gentile dall’interno.
«Capo Aizen, gli ho portato una studentessa che viene in vece della famosa Soul School.» disse Gin con tono educato e formale, quasi rigido come se ammirasse il suo Capo.
«Falla entrare, allora!» rispose la voce di Sousuke Aizen.
Gin aprì la porta e Rangiku entrò nell’ufficio del Capo della Polizia.
Seduto dietro una bella ed elegante scrivania sedeva un bell’uomo sui trent’anni dai riccioli castano scuro e miti occhi marroni nascosti dietro ad opache lenti d’occhiale.
«Salve, lei è la signorina…?» chiese l’uomo con gentilezza ed un sorriso affabile.
«Rangiku Matsumoto, Vice-presidente del Consiglio Studentesco della Scuola Superiore Soul School, attualmente al secondo anno, sono qui in vece del preside.» disse tutto d’un fiato e con sguardo fiero ed acuto.
«Piacere signorina Matsumoto. Io sono Sousuke Aizen, Capo della Polizia; quindi, cosa posso fare per esserle utile?» chiese Aizen scuotendo appena la testa.
«Il preside richiede delle pattuglie durante il festival scolastico.» riferì Rangiku.
«Fra quanto è il festival?» domandò Aizen.
«Fra un mese esatto.» rispose lei. I suoi occhi scrutavano Aizen con serietà e limpidità.
«Va bene, il permesso è accordato. Tre pattuglie di agenti verranno a sorvegliare le entrate e la scuola quel giorno.» affermò Aizen.
«Stupendo.» esclamò Rangiku con un sorriso deliziato. 
Avrebbe sbeffeggiato Toushirou perché di certo non s’aspettava che concludesse così in fretta l’incarico.
«Ora può andare.» la congedò con cordialità Aizen.
Rangiku fece un inchino di ringraziamento e poi se ne uscì.
«Gin, puoi rimanere un attimo?» chiese Aizen mentre l’uomo usciva.
Gin annuì. «Conosci la strada?» chiese a Rangiku.
Essa annuì.
«Allora vai da sola, scusa se non posso accompagnarti.» disse Gin rientrando nell’ufficio.
Rangiku si mise in cammino senza nemmeno pensare di ascoltare o meno la conversazione tra i due.
Le tapparelle dell’ufficio vennero chiuse, ma anche questo sfuggì a Rangiku, troppo felice di aver portato a termine la sua missione.
 
 
 
«Quella ragazza non mi piace.» affermò Aizen togliendosi gli occhiali.
Il suo sguardo non era più il mite sguardo di prima, ma uno sguardo affilato in cui brillava l’ambizione e la sete di gloria.
Il suo sorriso non era più quello amabile di prima, ma bensì un sorriso affilato e distaccato, quasi crudele e malevolo.
«Voglio usarla per i miei scopi.» disse Gin con un sorriso freddo.
«Può esserti utile?» chiese Aizen sorpreso.
«Una volta ammaliata, mi sarà utilissima per servirla.» disse Gin abbassando il capo.
Aizen sorrise. «E allora usala…ma stai attento a sbarazzartene poi.» gli ordinò Aizen.
Gin non rispose, solamente chinò il capo nuovamente in un cenno d’assenso.
Aizen non sapeva nemmeno quanto utile gli sarebbe stata quella ragazzina.
Sì, di certo lei sarebbe stata una delle pedine nella sua vendetta e presto o tardi, avrebbe fatto scacco matto al Re.
 


--- Ciao a tutti!
Vi ringrazio per le recensioni anche se non hanno raggiunto il numero che avevo chiesto...
Bè, detto tutto: Aggiorno nel giro di una settimana, spero in almeno 3 recensioni.
A presto! :)
xx Giò

 
   
 
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