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Autore: AmberGreen    11/11/2013    0 recensioni
Questa fanfiction parla di Derek e di Allison dopo la seconda stagione. Non è una Derek/Allison intesi come coppia. Personalmente non riesco proprio a vederli in questo senso. Sono solo due giovani cui il destino ha deciso di portare via la famiglia e l'infanzia. Entrambi si nutrono della propria rabbia e dell'odio che la famiglia di uno prova per quella dell'altro.
Intrappolati tra un passato ed un presente fatto di cenere e sangue, la disperata ricerca di riscatto e vendetta sembra l'unico futuro possibile. Una lotta dove è difficile distinguere chi sia la preda e chi il cacciatore.
Genere: Angst, Dark, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Allison Argent, Derek Hale
Note: What if? | Avvertimenti: Violenza
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Capitolo 3

Only Human
 

 

L’urlo di Allison si perse nell’oscurità del bosco che li circondava. 

Era un urlo disperato e sofferente che terminò con un singhiozzò. Quando poi non sentì arrivare il dolore che si era immaginata, si azzardò ad aprire gli occhi. La vista appannata dalle lacrime, il sudore e la terra che iniziavano a colarle dalla fronte. 

Controllare i singhiozzi era ormai impossibile, il respiro affannoso e veloce. Il cuore, le battere furiosamente nel petto. Aspettò ancora, pronta nuovamente ad urlare, in attesa del dolore che ancora non arrivò.

Quando finalmente riuscì regolarizzare il respiro e ad alzare il volto, vide che il lupo la osservava, in piedi davanti a lei, con le braccia incrociate e un sopracciglio alzato.

Il rosso degli occhi era svanito, sostituito da quel verde naturale e sereno. 

Lo sguardo severo e impassibile.

“Tu, Allison Argent, sei una ragazzina idiota ed incapace”

Allison si guardò intorno spaesata, come se stesse cercando il mostro con cui aveva lottato fino a quel momento e che ora sembrava sparito. 

“Dio, ma a cosa stavi pensando quando ti è venuta questa malsana idea?”

Sbuffò spazientito. La testa di Allison iniziò a girare vorticosamente. 

Non capiva più nulla. Perchè ora le parlava in modo, si arrabbiato, ma non “furioso”. Non ringhiava, non la stava torturando. Le stava, anzi, a debita distanza. Sembrava quasi che la stesse… sgridando?

“Guai a te se svieni. Dove hai messo il cellulare?”

Allison sbarrò gli occhi a quella richiesta assurda, in quel momento.

Spazientito Derek alzò gli occhi al cielo.

“Sei sicura di non volermelo dire? No perchè mi sentirei a disagio a frugare in quei tuoi pantaloncini super attillati”

“Io… non… il cellulare, non ce l’ho. L’ho lasciato in macchina”

“Fammi capire. Tu sei venuta a casa di un lupo mannaro, un alfa per l’esattezza, da sola, con una balestra e un paio di coltelli e senza nessun mezzo per poter comunicare e chiedere aiuto?”

Derek fece un respiro profondo e prese il suo cellulare dalla tasca posteriore dei pantaloni. 

“Esattamente cos’è che cercavi? Volevi suicidarti? Allenarti?…”

“Vendetta”

Derek rimase a fissarla. 

“Un po’ impegnativo come obbiettivo per la tua età, non trovi?”

“Davvero stai facendo del sarcasmo con me?”

“Se preferisci riprendo il taser e ricominciamo con la nostra sceneggiata, che dici?”

Il respiro profondo che fece Allison, mentre si schiacciava nuovamente contro il tronco alle sue spalle, bastò come risposta per entrambi.

“Sono confusa”

“A me lo dici?”

“Perchè non mi uccidi?”

“Perchè non sono mio zio Peter… o un Argent”

Sorrise pronunciando l’ultima frase. 

“E a differenza di quello che credete tu e la tua famiglia, non sono poi così incline ad uccidere la gente.”

“Ma se mi hai buttato giù da un albero. Credo di avere qualche costola rotta.”

“Se non sbaglio sei tu quella che mi ha infilato un coltello nello stomaco fino al manico”

“Si, ma io non guarisco in 5 secondi, a differenza tua”

“Bè, allora dovevi pensarci prima di venire a casa mia in stile Lara Croft… eh si la conosco anche io, vivo in questo secolo e su questo pianeta proprio come te” 

Aggiunse l’ultima frase dopo aver visto che la ragazza strabuzzava gli occhi. 

Rimasero un attimo in silenzio entrambi. 

Allison con lo sguardo puntato a terra, lasciandosi sorreggere dalle corde, sfinita, e Derek che la fissava contrariato con il cellulare ancora in mano. 

“Quindi… mi hai preso in giro tutto il tempo?”

Delusa. Sembrava quasi delusa che tutta quella lotta, dove lei si era impegnata al massimo, per lui fosse stato solo un gioco, una recita.

“Non proprio tutto il tempo. All’inizio ero abbastanza convinto di volerti sbranare. Per tua fortuna, resisto meglio del tuo fidanzato ai raggi di luna”

“Quindi… ” 

Sospirò ancora Allison, sempre con lo sguardo puntato sul terreno vicino ai suoi piedi 

“…in uno scontro vero, a quest’ora sarei morta?”

“Temo di si”

Allison sollevò un angolo della bocca, sbuffando, in quello che era solo la presa in giro di un sorriso. 

Rimasero qualche secondo in silenzio. 

“Dammi il numero di tuo padre.”

“Perchè?”

“Fammi pensare… perchè così viene a prenderti per portarti a casa? Non ho intenzione di portarti in braccio fino alla macchina quindi…”

“Non voglio che tu mi porti in braccio. Non voglio nemmeno che tu mi tocchi o ti avvicini a me. Io ti odio, dannazione, ti odio da morire. Io ero qui per ucciderti”

Il lupo assottigliò gli occhi e strinse il cellulare tra le mani, cercando di controllarsi per non romperlo. 

“Tu sei venuta qui perchè sei solo una bambina e non sapevi bene se volevi uccidere me o farti uccidere”

“Non volevo suicidarmi”

“ Vedendo lo schifoso piano di attacco che ti sei preparata, direi di si”

“Io… mi hanno allenata. Sono in grado di …”

Derek si avvicinò nuovamente a lei, sovrastandola e fissandola negli occhi, interrompendola bruscamente con il respiro che sibilò tra i denti.

“Sei in grado di fare cosa? Sei legata come un salame ad un albero. Avrei potuto ucciderti dopo pochi minuti che eri entrata in casa e nessuno avrebbe mai trovato il tuo cadavere fatto a brandelli. Se sei ancora viva, è solo perchè IO ho deciso così”

Allison iniziò a strattonare le corde furiosa. 

Non poteva lasciare che le parlasse così. Non poteva permetterlo.

Ad un tratto si fermò. Il fiato le si bloccò in gola e a sento represse un conato di vomito. 

Forse nelle sue condizioni era meglio non agitarsi in quel modo. 

Tossì in maniera convulsa e dopo poco sputò molto poco finemente un grumo di sangue sul terreno, vicino ai piedi dell’alfa. 

“Che carina” sussurrò quello osservando impassibile il sangue vicino alle sue scarpe. 

“Dammi il numero di tuo padre, altrimenti ti lascio marcire attaccata a quell’albero.”

Un po’ controvoglia, Allison iniziò a sussurrare il numero del padre, a denti stretti e con i muscoli contratti per il dolore e il nervoso.

Derek compose il numero ed attese.

“Ehi papà Argent. Credo di avere qualcosa di tuo… ti manca una figlia per caso?… ehi, piano con le parole. Non vorrei allarmarti sai ma la tua bambina qui è messa abbastanza male ed è legata ad un albero e… bhè, sai che c’è la luna piena questa notte quindi… fossi in te mi affretterei”

Sorrise pronunciando l’ultima frase e terminando la conversazione. 

“Perchè gli hai detto così. Vorrà ucciderti adesso”

“ E cosa cambierebbe dal solito?”

Le gettò il cellulare ai piedi. Ormai gli Argent avevano il suo numero e avrebbero potuto rintracciarlo, dunque non gli serviva più.

Derek iniziò ad incamminarsi per tornare verso casa.

“Cosa? Hai intenzione di lasciarmi qui così, da sola?”

“No, pensavo di aspettare l’arrivo di tuo padre per prenderci un caffè tutti insieme”

Allison rimase a bocca aperta. Stava scherzando con lei. Di nuovo. Quel lupo. Quel mostro… stava scherzando con lei. 

“Perchè fai così? Io ti odio per davvero. Non sto scherzando. Volevo davvero ucciderti. Perchè tu no?”

Il lupo si fermò, dandole le spalle. Allison non lo vide dalla sua posizione, ma gli occhi dell’alfa tornarono rossi e gli artigli e le zanne premettero per uscire. 

“Oh, credimi ragazzina, quando ti dico che mi sono dovuto davvero sforzare per non ucciderti questa notte. Odio ogni singolo componente della tua famiglia malata con tutto me stesso e probabilmente odierò anche quelli che verranno.”

Allison capì che il lupo stava prendendo nuovamente il sopravvento solo perchè la voce di Derek si era improvvisamente arrochita e a tratti le parole vennero pronunciate con un ringhio. Per questo non smise di fissarlo un secondo e trattenne il respiro. 

“Ciò nonostante… - la voce tornò normale bruscamente, come se avesse raschiato nella gola -  …sei solo una ragazzina umana che ha passato un brutto periodo e che ha deciso che il lupo cattivo che vive nella casa bruciata potesse essere un ottimo capo espiatorio per tutte le cose andate storte nella tua vita.” 

Si voltò nuovamente a guardarla.

“ E chi sono io per negare una sessione di terapia ad una povera pazza?”

L’alfa sorrise soddisfatto quando la sentì quasi ringhiare.

“Sappi che non finisce qui”

Allison contrasse nuovamente i muscoli doloranti, pentendosene subito non appena una nuova scarica di dolore le salì su per la spina dorsale. 

“oh, lo spero proprio cacciatrice. Non hai idea di quanto mi sia divertito durante questa nostra… “sessione di allenamento” “

“Ti giuro che mi vendicherò”

“Sicura? Davvero vuoi essere sbranata da me per una stupida vendetta?”

Mentre pronunciava queste parole Derek si avvicinò nuovamente per poterla scrutare in volto. Nuovamente ad una sola spanna di distanza.

Allison che sentiva ancora quell’odore selvaggio e fastidioso che le faceva pizzicare le narici. 

Derek, con il battito furioso del cuore di lei nelle orecchie sensibili.

“Stupida vendetta? - domandò shoccata la giovane - Tu e tuo zio avete ucciso mia madre e mia zia”

“La tua famiglia ha dato fuoco alla mia”

Si guardarono per istante negli occhi senza dire nulla. Poi, contro ogni aspettativa, ad Allison sfuggì una mezza risata che terminò con un colpo di tosse.

“Bene, sembra che il nostro destino sia quello di sterminarci a vicenda”

Sussurrò appena riuscì nuovamente a parlare.

“E lo trovi divertente?”

“Tragicamente ironico, si”

Derek scosse la testa.

“Come dicevo… sei un po’ pazza”

Le posò una mano sulla testa scompigliandole i capelli. A quel gesto, troppo intimo per i suoi gusti, Allison scosse forte la testa per allontanarlo.

“Questo lo tengo per ricordo”  Le urlò il ragazzo lupo mentre si allontanava e mostrandole il taser che stringeva in una mano.

“Addio cacciatrice”

“Arrivederci lupo”

  
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