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Autore: Fun_for_life_    11/11/2013    2 recensioni
La mia vita era perfetta, o almeno così credevo, finchè poi un giorno qualcosa cambiò.. eravamo rimasti solo in quattro, io, i miei migliori amici, e la musica dei Fun. a rendermi la vita migliore.
Stavo per partire per New York, il mio migliore amico mi aveva comprato dei biglietti per il concerto dei Fun., e quella sera successe qualcosa che cambiò la mia vita per sempre.
Genere: Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Andrew Dost, Jack Antonoff, Nate Ruess, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ero completamente fragile e vulnerabile in quel momento, non sapevo dove andare a rifugiarmi, ero lì, seduta a terra, sulla moquette rossa che dava colore al corridoio. Erano circa le sette del pomeriggio e, dopo essermi asciugata le lacrime, mi avventurai per le strade di New York. Mi sdraiai su delle panchine, ringraziai infinitamente per il fatto che nessuno mi riconobbe quella sera, considerando anche che non c'era molta gente per le strade. Fissavo le stelle così lontane, l'unica cosa che mi teneva compagnia era la suoneria del cellulare che continuava a suonare imperterrita, segno che Niall non si dava pace. Mi mandava chiamate e messaggi in continuazione, non si voleva arrendere, ma non mi importava affatto, continuai ad ignorare tutto. Avere quella melodia in fondo mi piaceva, mi ricordava le infinite chiamate di mia mamma il sabato sera, o come ormai accadeva ogni sera prima di andare a letto. Stavo iniziando ad avere nostalgia di casa, mi mancava mia mamma, mia sorella, mio fratello, tutti. Notai che le nuvole iniziarono a farsi spazio nel cielo, troneggiavano in quell'immensa distesa blu,coprendola completamente. Pensando che stesse per iniziare a piovere mi alzai dalla panchina, ma nel momento stesso in cui stavo per iniziare ad incamminarmi verso l'albergo, mi arrivò l'ennesima telefonata, ma questa volta non era di Niall.

"Pronto?"
"Ciao tesoro.." era mia zia, ed aveva una voce cupa, non era affatto un buon segno.

"Ciao zia, che succede?"

"Tesoro non so come dirtelo.. mi dispiace ma sono troppo distrutta per poter fare giri di parole..insomma nonna si è sentita male, e beh i medici non sono riusciti a rianimarla.." nello stesso istante in cui quelle parole colpirono il mio cuore, la pioggia iniziò a colpire la mia pelle. Era decisamente la giornata più brutta della mia vita, non solo avevo avuto discussioni con quei due, ma mia nonna era morta.

"Tesoro di qualcosa.." non riuscivo a parlare, non potevo crederci, non volevo crederci. Scoppiai in un urlo di dolore, seguito da un pianto piuttosto rumoroso che riempiva le deserte strade.

"Perchè?! Perchè?! Non bastava che mi avessi portato via mio padre?! Perchè anche mia nonna?!" urlai volgendo il mio viso al cielo, mentre l'acqua che continuava a cadere dal cielo mi aveva ormai infradiciata completamente.

"Lo so tesoro.. mi dispiace tanto, tu non ti meriti nulla di tutto questo, devi essere forte, smetti di piangere, sai che nonna lo odiava, odiava quando toglievi il tuo sorriso al mondo"

"Ci proverò zia, scusa, ma ora voglio solo stare sola, ci vediamo domani ti voglio bene" riattaccai senza attendere risposta. Le lacrime scendevano con la stessa rapidità della pioggia, quasi non si riusciva a distinguerle. Mi trascinai con grande sforzo verso l'albergo, ma, nel momento in cui mi ci trovai davanti, non vi volevo mettere piede, non sapevo dove andare. Da Nate non ci sarei andata nemmeno se mi avessero pagata, Emily, Nattie e Will non c'erano e Jack e Andrew mi avrebbero parlato continuamente del loro amico. Ero disorientata, in momenti come quelli mi sembrava come se il destino mi stesse mettendo alla prova, per vedere fino a che punto sarei riuscita a resistere. Notai un piccolo bar dall'altro lato della strada, e senza esitare mi ci diressi, non ero più padrona delle mie azioni. Entrai e mi sedetti al bancone, anche se odiavo bere, decisi di concedermi un po' di aiuto liquido.

 

P.O.V. Nate

 

Nel momento in cui iniziò a piovere, avvertii una strana sensazione al petto, quasi come se una freccia mi avesse colpito. Non riuscii però a capirne il motivo. Ero seduto sul balcone, io e la mia bottiglia di whiskey. Mi pentivo amaramente della scenata che avevo fatto a Syria, di certo avevo alcune buone motivazioni, ma non avrei mai dovuto dubitare di lei. Stupido ragazzino biondo,se non ci fosse stato sarebbe stato tutto più facile. Gli insulti che le avevo fatto continuavano a risuonare nella mia mente, la sua faccia sconvolta, mi spezzava il cuore. La suoneria del mio cellulare interruppe i miei pensieri.

"Pronto?"
"Ciao Nate, sono la zia di Syria ti ricordi di me?"
"Mary, certo che mi ricordo, dimmi pure"
"Mi dispiace chiamarti la prima volta per darti una così terribile notizia, ma devo farlo..Purtroppo la nonna di Syria è morta"

"Oddio no..."

"Purtroppo si, ma non è questa la cosa peggiore.. Ho chiamato Syria prima per darle la notizia.. e beh lei poco dopo ha riattaccato dicendo di voler stare sola, ma lei non deve rimanere sola, sicuramente sai di quanto possa essere fragile, ti prego dimmi che è lì con te.."

"No, non è qui con me.." sentii la zia iniziare a respirare affannosamente, quindi decisi di dire una piccola bugia "Ma per fortuna è nella stanza accanto con l'unica altra ragazza membro del gruppo, Emily.."

"Oh grazie al cielo, ora devo andare, salutala e dalle un bacione, ci vediamo domani"

"Va bene, a domani" non appena riattaccai iniziai a farmi prendere dal panico, andai a bussare alle porte di tutti, sperando di trovarla lì, ma niente. La inondai di messaggi e telefonate, che però non avevano risposta. Squillava squillava e squillava, e lei ignorava. Stavo entrando davvero nel panico. Non sapevo più dove cercare dopo aver corso per tutto l'albergo. Ma dove poteva essere andata? Quando sembrava che fosse sparita nel nulla, mi arrivò un suo messaggio.

"Nate sto bene e sono in un posto chiuso, al sicuro, voglio solo stare sola" Ero sollevato sapendo che stesse bene, ma volevo sapere dov'era, per poter stare con lei. Dopo quel messaggio però riprese ad ignorare i miei disperati tentativi di rintracciarla. Tornai in camera e mi chiusi nel mio piccolo mondo, cantai a squarciagola tutte le canzoni che mi ricordavano della mia piccola. Già, volevo di nuovo che tornasse ad essere la mia piccola.

Erano arrivate le undici e mezzo, e di lei non c'era ancora traccia, ripresi a mandarle messaggi ma lei mi rispose con un semplice "Sono ancora viva".

 

P.O.V. Syria

 

Avevo buttato giù diversi bicchieri, ma senza esagerare, non volevo mica ubriacarmi, solo distrarmi un po'. Nate continuava a mandarmi messaggi contemporaneamente a Niall, lanciai un'occhiata al cellulare e notai 136 notifiche, che comprendevano chiamate e messaggi. Continuai ad ignorarli, ma notato l'orario decisi di tornare in albergo. Mi diressi in camera di Jack e Andrew. Bussai e attesi che qualcuno mi aprisse. Andrew mezzo addormentato, con i capelli arruffati mi venne ad aprire. Non appena mi riconobbe sgranò gli occhi, mi strinse forte in un abbraccio.

"Eravamo così preoccupati per te!"

"Lo so, ma ho detto a Nate che stavo bene.. per così dire.." mi liberò da quella morsa e notò che fossi ancora tutta bagnata.

"Ma sei fradicia! Dai vieni dentro"

"Grazie.."

"Nate sa che sei qui?"

"No, e vi prego, non deve saperlo, non lo voglio vedere"

"Va bene, va bene" dopo essere entrata, Jack mi vide e prima che potessi rendermene conto, mi trovavo avvolta tra le sue braccia.

"Ci hai fatto prendere un colpo!" mi rimproverò.

"Lo so, mi dispiace.." tornò Andrew con una felpa rossa, che sapevo perfettamente essere di Nate, in quanto fosse la mia preferita, e un paio di pantaloni. Li presi, mi diressi in bago e col fon iniziai ad asciugare il mio intimo oltre ai miei capelli. Dopo esserci riuscita, mi vestii e mi fissai per qualche istante allo specchio, quei vestiti erano larghissimi, ci potevano entrare due persone lì dentro. Aprii la porta e tornai dai ragazzi.

"Mi dispiace ma non ho niente di più piccolo da darti, se prendo i tuoi abiti Nate capirebbe" in realtà sapevo che non era quello il problema, e poi avevo visto Andrew mandare un messaggio, e ovviamente lo aveva mandato a Nate per dirgli che ero lì. Jack mi fece sedere vicino a lui, e iniziammo a curiosare su twitter. Trovai le migliaia di foto di Alessandra, una più bella dell'altra, ma Jack me ne fece notare una, dove c'eravamo io e Niall che ci baciavamo, e dietro di noi, nell'angolino in alto a destra della foto, c'era Nate, che ci fissava, quasi distrutto, ero certa che quella foto non fosse casuale, infatti mi fece un certo effetto. Parlammo parecchio di mia nonna, ma notavo in ogni cosa che dicevano, una sfumatura di Nate, di quanto ad esempio, fossi fortunata ad avere una persona come lui accanto che mi amava. Beh non era facile pensare che mi amasse dopo le cose che mi aveva detto,ma sapevo che se le aveva dette, era proprio perchè voleva poter riportare le cose come prima. Mi avvicinai alla finestra, e guardai di nuovo il cielo, lampi e tuoni infuriati apparivano nella distesa ormai grigia. Il tempo che c'era fuori riprendeva il mio stato d'animo, anche se da poco ero completamente apatica, stavo talmente male che non sentivo più niente, non sentivo nemmeno il battito del mio cuore.

"Syria ti va di vedere dei video? Ne abbiamo trovati alcuni molto vecchi, magari potrebbero tirarti un po' su di morale" accettai di vederli, anche se sapevo che nemmeno quelli fossero stati messi lì per caso, sapevo che c'era un piano sotto. Erano video esilaranti, ma li guardavo quasi impassibile, a volte riuscivano a strapparmi un sorriso, ma niente di più. Scatenarono in me tristezza, poichè mi riportarono alla mente quei giorni in cui vedevo i Fun. solo attraverso uno schermo, quando loro ancora non sapevano della mia esistenza, quando ero così demoralizzata dal fatto che fossero così lontani. Tornai, anche se in minima parte, a rivedere Nate sotto quell'aspetto che tanto mi piaceva di lui, un impercettibile spiraglio di luce si fece largo nel mio cuore spezzato. Stavo ricominciando a ricordare cosa provavo per Nate i primi giorni. Un piccolo sorriso si fece largo sul mio volto, e così mi addormentai.

 

P.O.V. Nate

 

Per fortuna avevo ricevuto un messaggio di Andrew in cui mi diceva che Syria era lì, sana e salva. Per quanto volessi disperatamente stringerla tra le mie braccia e coccolarla un po', dovetti resistere, e aspettare il momento in cui avrebbe messo da parte le brutte parole che le avevo detto. Un mal di testa atroce mi assalì, e dopo aver preso una pillola mi addormentai. Mi svegliai poco dopo perchè mi venne l'ispirazione per una canzone, quindi presi un foglio, mi sedetti al tavolo e iniziai a buttar giù delle idee. Scrissi più di quanto mi aspettassi, e quando mi stancai, non riuscendo a dormire mi diressi al bar dell'albergo. Continuavo a pensare al fatto che Syria mi ripeteva che il destino fosse la base delle nostre vite, beh questo destino doveva odiarmi davvero tanto considerati tutti i problemi che stavo avendo con Syria. Quando mi sedetti al bancone, iniziai davvero a rendermi conto della morte dell'anziana dignora, che ormai avevo iniziato a considerare anche mia nonna. Senza dare troppo nell'occhio, lasciai scorrere lacrime sul mio volto, permettendo alla tristezza scivolare via insieme ad esse. Dopo aver svuotato il terzo bicchiere, sentii il bisogno di tornare in camera, quasi come qualcosa dentro di me mi stesse urlando di andarci, era una cosa strana, ma decisi di seguire quella sensazione e salii.

 

P.O.V. Syria

 

Mi svegliai di colpo, non sapevo esattamente quanto avessi dormito, ma non mi importava, avevo fatto un sogno, uno molto importante, lo definirei un sogno rivelatore. C'era mia nonna, che era seduta accanto a me e mi coccolava, parlavamo di tante cose, e ad un tratto mi dice che non dovevo preoccuparmi della sua morte, lei stava bene, non aveva paura di morire. Iniziò a parlarmi di Nate, mi diceva che era contenta che avessi accanto a me uno come lui, che lui era un ragazzo d'oro e che aveva notato quanto mi adorasse. Mi svegliai con un colpo al cuore, mi maledicevo per tutto il tempo che avevo preso con Nate, era chiaro che fosse lui il ragazzo che amavo, ora quadrava il discorso di Liam, ora era tutto chiaro. Quel sogno, insieme alle parole di Jack e Andrew, mi fecero tornare a provare esattamente le stesse cose che provavo all'inizio per Nate. Ero in preda alla gioia, anche se in seguito a quanto successo con mia nonna pensavo che l'unica cose che avrei voluto fare fosse piangere. Guardai Jack e Andrew, che mi scrutavano per sapere cosa avessi intenzione di fare. Non potevo più resistere all'impulso di abbracciare Nate e baciarlo, avevo bisogno di lui.

"Ragazzi grazie di tutto, devo andare" dissi correndo fuori dalla stanza. Mi dirigevo in camera di Nate, o meglio, in camera nostra, già, finalmente potevo ridirlo. Feci irruzione nella stanza tutta sorridente, ma non ci trovai nessuno, stavo per andare a perlustrare tutto l'albergo per cercarlo, ma, poco prima di chiudere la porta, notai un foglio sul tavolo, pensando che fosse un messaggio, iniziai a leggerlo. Non era un messaggio, era una canzone, iniziai a canticchiare le parole scritte.

"What is night without day?

What is happiness without sadness?

What is love without you?

Yea you, you, you my little one!

Yea you, you, you, my little love!

I guess you are right, it's all written in the destiny

but if that's the truth, then what have I done to it?

Why does it hate me so much?

Why, oh why can't you see we are made to stay toghether?

Yea, because together we can beat even the destiny if we want!

I want it, I want it so bad, and you?

When I look at your eyes,

i see my children's eyes,

I've never been so sure, I want us together

I want it, I want it so bad, and you?"

La gioia mi pervase.

"Si Nate, lo voglio anche io" sussurrai in risposta alla canzone. Ero decisa a rimettere tutto come prima, non ero mai stata così sicura. Poggiai di nuovo il foglio sul tavolo, e non appena mi girai per dirigermi nuovamente verso la porta, questa si aprì. Era Nate.

"Syria, che ci fai qui?"
"Beh io ero venuta a parlarti.."

"Va bene però aspetta, ho bisogno di dire prima io delle cose"

"Nate ma io.." mi interruppe.

"No, ti prego fammi parlare" io non volevo parlare, volevo solo stare con lui e baciarlo, ma decisi di accontentarlo, mi fece sedere ai piedi del letto e si sedette accanto a me.

"Allora per prima cosa, mi dispiace,mi dispiace per tutto, per quello che ti ho detto,per tua nonna,per questa situazione, per aver fatto quello stupido errore. Ci sono delle cose che non ti ho mai detto, e non voglio più tenermi niente dentro. Sei speciale per me. Mi piaci, mi piace tutto di te, il tuo sorriso, i tuoi occhi, il tuo viso, i tuoi capelli, il tuo sguardo, la tua dolcezza, quella sofferenza che vorrei poter trasformare in felicità, il tuo modo di rispondere, la tua disponibilità, e si,conosco probabilmente solo un quarto di ciò che sei, ma Dio, ti amo. Da quando sei comparsa nella mia vita, mi compare un sorriso ogni volta che ti vedo, ogni volta che ti penso. Passerei una giornata intera a guardarti senza mai stancarmi, ad abbracciarti, stare sulla spiaggia ad ascoltare il suono del mare che entrambi adoriamo, oppure stare rintanati in casa, indossando i miei felponi enormi nei quali c'è spazio per entrambi in una sola. Non so che mi prende, ho il battito del cuore a mille, è un momento strano, un momento in cui vorrei solo riempirti di baci ovunque, anche su quel nasino, all'insù, tanto dolce; ho fatto bene a seguire il mio sogno, proprio come mi disse mio padre, ne valeva la pena, ne valeva la pena e come" iniziai a ridere di gioia, mi fiondai tra le sue braccia e iniziai a baciarlo. Si staccò per un attimo.

"Cosa vuol dire questo?"
"Vuol dire che ti amo Nathaniel Joseph Ruess, vorrei che tu fossi il padre dei miei figli, vorrei passare il resto della mia vita con te, e si, voglio battere il destino con te amore mio!" i suoi occhi diventarono lucidi, mi avvolse il viso e iniziò a baciarmi, e io ricambiai, stavo bene, stavo bene perchè ero con lui. Ci stringevamo sempre di più, il bisogno di stare insieme era stato represso per troppo tempo. Rimanemmo stesi per poco abbracciati, mi mancava quel calore, quel profumo, e quel sorriso? Quel sorriso mi faceva impazzire.

"Piccola vado a fare la doccia, torno subito" mi stampò un bacio sulla fronte e si diresse verso il bagno. Dei pensieri piuttosto intriganti si fecero spazio nella mia mente quando non sentii chiudere a chiave e vidi la porta leggermente aperta. Non so se l'avesse fatto apposta, ma dopo poco, non so esattamente quali parti di me mi comandarono di andare lì, sotto la doccia con lui, e non avevo paura, anzi. Mi alzai con fare disinvolto ed entrai nel bagno.

 

P.O.V. Nate

 

Non avevo chiuso la porta apposta, ma non pensavo sarebbe venuta, feci finta di niente e continuai a farmi la doccia. Tramite il vetro della cabina della doccia potevo vedere solo le forme, e vedevo che si stava togliendo i vestiti. La mia mente stava iniziando a propormi idee curiose, ma dovevo stare calmo. La vidi avvicinarsi alla doccia, e molto lentamente aprire la porta, lasciando scatenare l'enorme nuvola di vapore che si era formata all'interno della doccia. Non vedevo niente, troppa nebbia affollava la doccia, lei entrò, e si fermò davanti a me mentre l'acqua accarezzava il suo corpo. Stavo iniziando a non resisterle più. Mi mise una mano dietro al collo, e avvicinò il mio viso al suo, iniziando a baciarmi. Tra i nostri corpi c'erano quei pochi millimetri che mi permettevano di non impazzire. Non appena stavamo per colmare quel leggero spazio, la fermai.

"Syria sei sicura di quello che stai per fare?" lei mi sorrise, come se fosse la cosa più naturale del mondo.

"You told me to follow my dreams" sorrisi, e ripresi a baciarla. Posai le mie mani sulla sua schiena facendole scendere fluide, proprio come facevano le goccioline sulla sua pelle. Lei iniziò a darmi baci sul collo, e stavo per perdere il controllo. Arrivai fino a sotto il sedere, e, appena ebbi abbastanza presa la alzai, dando un colpo secco. Mi ero dimenticata di quanto fosse delicata, era la sua prima volta, sentii il suo respiro mozzato, probabilmente le avevo fatto davvero male. Le sue mani sulla mia schiena si strinsero in pugni, segno che era un colpo troppo forte.

 

P.O.V. Syria

 

Mi si era bloccato il respiro. Era un dolore che non avevo mai provato prima. Ma andava via via migliorando.

"Nate fa piano" dissi con quel filo di voce che mi era rimasta.

"Scusa piccola" disse dando colpi sempre più delicati e dolci. Mi sembrava di poter sentire il fuoco ardere tra noi, ci stava consumando. Nate diventava ogni secondo più dolce, man mano che il desiderio scendeva, l'amore prevaleva. Tenendomi in braccio, sempre in quella posizione, uscimmo dalla doccia, mi portò sul letto,eravamo avvolti da quelle morbide lenzuola candide, così soffici che rendeva tutto più dolce. Amavo quel ragazzo, lo amavo più di ogni cosa al mondo. Non potevo desiderare niente di meglio per la mia prima volta, non avrei mai pensato di farlo così presto, ma in fondo, non avevo mai nemmeno pensato di innamorarmi così presto.




Salve a tutti! Questo capitolo è molto intenso, e beh è una specie di tributo a mia nonna che è molto malata, lei segue la mia storia, e spero che leggendo sappia ancora di più quanto le voglio bene.. ti sono vicina nonna, grazie di tutto, non ti ringrazierò ai abbastanza. Comunque sia spero che il capitolo vi piaccia, e sono fiera di non aver fatto troppo ritardo! :D La canzone che c'è nel capitolo è tutta frutto della mia mente, spero non faccia troppo schifo! hahaha ho cercato di pensare ad una canzone che potesse essere simile allo stile dei FUN. e spero di esserci riuscita! grazie come sempre a tutti, e vi prego di farmi sapere che ne pensate! un bacionissimo! alla prossima! :D 
Baci Fun_for_life_ <3 

  
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