Hermione Jean Granger aveva fatto tutto come si deve. Dopo la guerra che devastò e quasi spazzò via il mondo magico per la seconda volta, tornò nella sua amata Hogwarts per conseguire il M.A.G.O.

Non aveva seguito Ron e Harry al Ministero, lei aveva altri programmi. Fare l'Auror non era il suo sogno e lei lo sapeva bene. Con il cuore in mano comunicò tutto ciò al suo migliore amico e al suo ormai fidanzato che non ne rimasero sorpresi, anche se tristi.

La vita di tutti era andata avanti: ogni cosa si stava sistemando, anche se ci sarebbe voluto del tempo perché le cose tornassero come erano prima. La distanza provocò un profonda frattura nel suo rapporto con Ronald,che li portò a separarsi definitivamente qualche anno più tardi. Appena preso il diploma, la ragazza si fiondò verso la carriera che aveva sempre sognato di intraprendere: lavorare presso il Ministero della Magia. Gli anni passarono ed Hermione ora sedeva nella sua bella scrivania di tartaruga.

Aveva iniziato la gavetta presso il Dipartimento della Regolazione e Controllo delle Creature Magiche ma ora faceva ciò che realmente la appassionava.

Era entrata a far parte del Dipartimento della Regolazione della Legge Magica da un pó di tempo e ancora si stava abituando a questo suo nuovo lavoro. Tutti un ufficio la rispettavano, si, ma la giovane donna aveva l'impressione che non credessero fermamente che lei avesse la caparbia e l'organizzazione per gestire un lavoro del genere. Questo la mandava letteralmente in bestia perché non esisteva nel Mondo Magico persona più dedita ai propri obiettivi come lei. Lo sapeva e lo sapevano tutte le persone che in realtà conoscevano Hermione.

Le pratiche non la stressavano più di tanto; erano le uscite assieme alla polizia che facevano si che uscisse fuori la vera sua poca prodezza verso cose del genere: non era nel suo stile accompagnare la mobile nelle sue missioni ma i primi tempi doveva pur farlo.

Voleva arrivare in alto e lo avrebbe fatto anche scovando piccoli truffatori a Diagon Alley se fosse stato necessario. Certo, aveva combattuto durante la Guerra. Si era nascosta ed era sfuggita ai Mangiamorte e ai Ghermidori per quasi un anno ma non era la stessa cosa. Lì lei non era ancora nessuno.

Successe una mattina. Vide l'esile figura di un Elfo domestico aggirarsi per i corridoi del Ministero e qualcosa in lei si accese.

Lo riconobbe subito; Kreacher,l'efo dei Black.

Cosa ci faceva lì l'efo di una famiglia ormai estintasi?

Ricordava che dopo la morte di Sirius era passato ai servigi di Harry, ma che dopo la fine della battaglia lui lo aveva liberato definitivamente.

Ma allora perchè era ancora vestito di stracci? E sopratutto perché era lì?

Hermione abbandonò il gruppo con cui stava scendendo a pranzo e si avvicinò furtiva alla creatura.

“Salve, Kreacher!”, disse toccandogli leggermente la spalla sinistra.

“Come mai da queste parti?”

L'elfo trasalì, segno che non si aspettava minimamente che qualcuno gli rivolgesse la parola, figuriamoci da...

“...lurida sporca mezzosangue,non meriteresti di stare dove stai..”

“Sempre gentile come vedo. Che ci fai qui Elfo?”

La creatura scostò la spalla da quella che, evidentemente, credeva fermamente fossero grinfie maligne e non rispose.

Hermione trasse un lungo respiro, prima d'inchiodare sul posto quell’arrogante creatura. E dire che un tempo, era fermamente convinta che dietro a quegli stracci si nascondessero delle anime buone, rese schiave da maghi arroganti.

Kreacher non era sicuramente fra quelli.

"No, fermo. Che c'è? Sembra che la tua voglia di aiutare il prossimo e di essere gentile sia sparita come la pozione scaccia brufoli sulla faccia di Stan Picchetto.”, disse con un sorriso beffardo.

“Non provare mai più a toccarmi. Io lavoro per la famiglia più pura del mondo magico! Non permetterò ad una stupida ragazzina di com..”.

Ma una voce possente ma allo stesso tempo calda interruppe quello che,per Hermione, stava iniziando ad essere un discorso interessante: Kingsley apparve davanti a loro quasi dal nulla.

“KREACHER! Nel mio ufficio. ADESSO. Oh, buon pomeriggio Hermione. Ti ha mica dato noia?”, disse il Ministro.

“Oh, no non si preoccupi. Io...”, venne interrotta lei ora.

“Signorina, sono anni che ti devo ricordare di darmi del tu! Va' a pranzo ora, di lui mi occupo io. Andiamo!”, disse sbrigativo fissando l'elfo proprio negli occhi.

Hermione rimase lì, al centro del Ministero, ormai quasi del tutto sgombro vista la pausa pranzo.

Si sedette nella fontana e cercò di fare mente locale su cosa aveva appena visto e ,sopratutto, sentito.

Perché Kreacher era ancora coperto di stracci? E come mai parlava verso i Black al presente? Non erano tutti morti?

Qualcosa non quadrava.

Si sciolse i capelli dallo chignon che portava da quella mattina presto,si massaggiò le tempie e continuò a pensare.

Doveva sapere di più e ora che non era più una studentessa con delle regole da rispettare poteva usare la stessa astuzia di allora per scoprire cosa ci faceva lì quella creatura.

"Con estrema discrezione, Hermiome. Ricorda...".

Ripetendo questo a se stessa, si alzò e si incamminò verso il suo ufficio dimenticandosi totalmente del pranzo.

Angolo Autrici.

Ciao a tutti e grazie d’aver letto la nostra storia. Questa storia è stata ideata e scritta da due autrici : Lily e Cissy. Due ragazze che abitano in posti lontani, unite da una grande passione : Harry Potter.

La cosa bella di questi libri è che ti uniscono inconsapevolmente, anche se si è lontani. L’idea ci è venuta solo qualche sera fa e abbiamo deciso di provare a scriverla insieme, è solo un esperimento, ma entrambe speriamo che vi piaccia e vi spinga a lasciare tante recensioni positive ^^