Gelosia

Non mi piaceva come ti guardava. Non mi piaceva come posava gli occhi su di te, come li lasciava scorrere sul tuo corpo, come si accendevano mentre tu parlavi, colpiti da chissà quale pensiero. Non mi piaceva e basta.

Ma non potevo dire nulla. Non era eccessiva, non faceva nulla di sconveniente; semplicemente, ti guardava. Ma era così intenso il suo sguardo, che mi chiedo come tu non abbia potuto notarlo... Sei davvero così cieco?

O forse l'hai già notato, e sono io quella che doveva aprire gli occhi? Sono io che non mi ero mai accorta dei sorrisi, dei saluti impacciati, della tenerezza che era insita in ogni gesto? Come spiegare questo improvviso affetto che mi sembra di vedere tra voi, come un filo invisibile che vi lega?

In fondo, è una ragazza semplice. Carina, si potrebbe dire. Capelli lunghi, occhi espressivi. Non troppo diversa da mille altre, eppure neanche troppo simile. Non sembra farsi troppi problemi e ride con sincerità, guardandoti dritto negli occhi senza alcun imbarazzo.

E me ne rendo conto solo ora. C'è qualcosa tra voi, è innegabile... Ogni volta che vi sfiorate, in un modo che fino ad ora mi era sembrato casuale ma che ora sembra talmente programmato, talmente deciso e sicuro. Vi toccate, vi guardate, le labbra si increspano in un mezzo sorriso, e in meno d'un secondo avete consumato il vostro tradimento. Sotto gli occhi inconsapevoli di tutti.

E tra quei tutti c'ero anche io, che avrei dovuto essere il tuo centro.

Ecco dov'eri, tutte le volte che tornavi in ritardo. Lavoro da finire, chiacchierate in ufficio, impegni improrogabili... Baci rubati, abbracci affannati e sussurri pronunciati con la paura della scoperta e l'eccitazione del rischio. Ecco la verità...

Mi prendi in giro da chissà quanto tempo. Una settimana? Due giorni? Un mese?

Ebbene, ora è il mio momento. Non sarò più la tua bambola di pezza, sempre a disposizione, dedita a te e tutto ciò che ti riguarda. E non permetterò che quella donna possa anche solo pensare di essere quella davvero amata, che tu mi lascerai presto, e altre false promesse che le avrai detto dolcemente, per soddisfare la tua continua ricerca di piacere fisico, che io in tutti questi anni ho fatto finta di non notare.

"Mi scusi, può venire un attimo? Ho bisogno del suo aiuto per alcune pratiche."

Lei si volta verso di me, tranquilla. No, non è davvero tranquilla; è scocciata. Lo vedo. Come lascia cadere le braccia lungo i fianchi, come sporge leggermente le labbra in un moto di stizza. Eppure viene, lentamente, stando ben attenta a non perdere lo sguardo del mio uomo sulla sua camminata.

Capirà presto che errore ha commesso. E io le spiegherò dove, come e quando ha sbagliato... In fondo, le vecchie generazioni devono istruire quelle nuove.

Chiudo la porta dietro di lei, trattenendo un momento il pomello della porta con la mano. Ora è il mio momento.

Lei mi guarda e non capisce. Spalanca gli occhi chiari e china la testa.

Ora posso dar inizio alle danze. Mi avvicino lentamente, inebriata dall'odio che ogni gesto, ogni espressione di quella ragazza fa nascere in me. Se prima avevo qualche dubbio, ora sono assolutamente certa.

Estraggo il tagliacarte, e vedo che lei inizia a capire.

Solo io posso guardarlo.

Spazio dell'Autrice E' il prima testo che metto su questo sito, ed è nato di getto, senza alcuna riflessione precisa. Non sono mai stata così gelosa, per quanto ne so non sono mai stata tradita, e di sicuro non ho mai avuto pensieri omicidi. Ma la storia mi è venuta in mente così.... Spero non vi dispiaccia!

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