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Autore: White_Foxx    12/11/2013    2 recensioni
{OOC} {OC} {morte di personaggi secondari} {tratta dal film Clue} {ambientata nel GO} {potrebbe esserci un cambio di rating}
 
Ciao EFP  ^-^
Sono nuova qui e spero che farete un salto alla mia fanfic :)
Oggi vi propongo una ff ispirata al film Clue, un film americano che ho visto qualche giorno fa e che mi ha fatto venire l'idea di assillarvi con un crossover. Questa fic è di un genere noir mischiato con romanticismo ma niente di esagerato. È ambientata negli anni cinquanta in Inghilterra più specificamente in una tenuta nella campagna  inglese. Comunque… Spero che ci farete un salto se possibile, ci vediamo dentro, Foxy
Tratto dal testo:
-Ognuno di noi ha ricevuto una lettera, non è vero?- Disse in tutta calma Shindou ignorando Noel ed estraendo dal taschino una lettera piegata in quattro.
 -La mia dice:
Sarebbe opportuno che lei fosse presente a questa cena. In quanto il Signor Boddy nella stessa sede porrà fine al nostro vecchio e penoso rapporto finanziario confidenziale.
È firmata un amico.-  […]
Genere: Introspettivo, Mistero, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: AU, Cross-over, OOC | Avvertimenti: nessuno
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. Signori Il Delitto è Servito

 

 

 

New England, 1954

 

Il rombo di un’automobile si fece più affermato avvicinandosi lentamente frantumando la quiete della magione dall’aspetto abbandonato. 

Un’automobile di color carbone si parcheggiò davanti alla porta del retro ed il rombo del motore cessò. Un ragazzo sulla ventina scese dall’automobile infilandosi le chiavi nella tasca dei pantaloni. 

Il ragazzo –probabilmente il maggiordomo- aveva capelli marroni e occhi scrutatori del mismo colore profondo e scuro. Indossava un elegante smoking nero adatto per la serata che stava per avere luogo.

Appena mise piede fuori dall’auto due bulldog alla guardia dell’entrata cominciarono a ringhiare e abbaiare correndogli in contro con i canini sfoderati pronti a svolgere il loro compito di guardiani.

Shindou afferrò subito il sacchetto marrone posizionato ancora sul sedile del passeggiero. 

Ne estrasse velocemente due ossi e li lanciò uno per volta verso i cani. Quest’ultimi corsero versi i due ossi per gustare il saporito osso che li spettava per far entrare il maggiordomo nella magione. Shindou aprì il lucchetto che chiudeva la porta secondaria, scoccò un ultimo sguardo ai cani dietro di lui bastava un osso per accontentarli, se anche gli uomini fossero cosi.

Scacciò questi pensieri ed entrò.

Appena mise piede nella residenza, una musica gli giunse all’orecchio, probabilmente Yvette che apparecchiava la tavola per la cena al ritmo di musica. 

Shindou attraversò l’atrio e diede uno sguardo alla sala da pranzo, le posate erano al loro posto i piatti erano immacolati i bicchieri erano presenti ed anche il tavolo era anche stato decorato con delle candele la cui cera stava cominciando a colare lentamente sulla tovaglia nivea creando piccole macchie giallognole, ma Yvette non era li.

Provò nella biblioteca della magione ed eccola lì che lucidava un bicchiere con il proprio fiato muovendosi al ritmo delle note dettate dalla radio.

Yvette era una ragazza sulla ventina ma che dimostrava massimo diciotto anni, molto bella ed obbediente. 

Indossava il classico abitino da maid bianco come la neve e nero come il carbone che creavano un contrasto che catturava l’attenzione di chiunque la vedesse. Il vestito era a sbuffo molto corto con un grembiulino bianco che copriva la parte frontale.

Il tutto accompagnato da una collana giro collo nera ed un fiocchetto bianco fra i capelli biondi e ordinati, raccolti in una precisa treccia francese. 

Aveva occhi luminosi di colore violaceo molto grandi ed espressivi. 

Le labbra erano a forma di cuore color ciliegia. Il naso era di piccole dimensioni ed un po’ all’insù.

Le sue mani erano minute ed eleganti con dita lunghe e sottili come giunchi mossi da un gentile vento. 

Il carattere della ragazza era gioviale di indole serena ed orgogliosa e di umore solitamente pacifico. 

Era una ragazza dai molti difetti contrastati dalla sua notevole immagine fisica che distrae dai difetti che popolano la sua personalità. 

Shindou si avvicinò alla radio poggiata su uno scaffale e sfiorò il tasto On/Off. 

La musica cessò. 

Yvette si girò verso la radio per vedere chi era stato con uno sguardo leggermente irato nei due occhi violacei. 

Ma appena vide Shindou assunse uno sguardo più umile al suo capo. Shindou era il capo della servitù ed era compito Yvette assecondarlo. Shindou camminò verso la ragazza con fare deciso e altezzoso.

 

- Allora è tutto pronto?-

Chiese portando entrambe le mani dietro la schiena.

 

-  Oui monsieur.-

Rispose Yvette con una piccola riverenza. Purtroppo Yvette non aveva una padronanza totale della lingua e di conseguenza parlava una lingua mista fra il francese e l’italiano.

E quando parlava italiano manteneva la r moscia, classica proprietà francese.

 

-Ricordi le tue, ehm…istruzioni?-

Yvette fece un cenno con il capo biondo facendo capire che se le ricordava alla perfezioni.

 

-Bene-

disse Shindou uscendo dalla libreria ed avviandosi verso la cucina dove Rea affilava i coltelli per preparare la cena. 

Rea era una ragazzina di anni circa diciassette alta e magra con un viso giovanile e misterioso con incastonati due occhi neri scintillanti come piccoli gioielli preziosi. 

Aveva capelli neri e luccicanti, lisci e tenuti in due codine alte e lunghe. Aveva due spalle strette che conducevano a due braccia ben proporzionate e coperte dalle maniche di una maglietta nera. 

Le sue mani erano sottili e sbucciate dalle mille volte che utilizzava i coltelli da cucina e acqua bollente che le nuocevano notevolmente. 

Ma benché l’apparenza che potrebbe portare fuori strada era una ragazzina demoniaca. 

Stava appunto affilando i coltelli che entrò Shindou dalla porta. 

Rea si girò, tenendo ancora i due grossi coltelli da cucina in mano.

 

-Tutto bene Rea?-

Chiese Shindou, fissando i grandi coltelli da cucina che Rea gli teneva puntati addosso anche se ad una certa distanza.

Rea non rispose per qualche secondo. 

Le prudevano le mani, come quando affettava la carne fresca. 

Quel piacere nel vedere il sangue gocciolare lentamente colorando i coltelli e profumando l'aria le tornò in mente solo per riempirla di un istinto omicida. 

Non le era mai piaciuto quello Shindou Takuto, troppo altezzoso e freddo nei confronti di tutti i servitori e sapeva di non esserli troppo simpatica.

 

-La cena verrà servita alle sette e trenta.-

Rispose Rea ignorando la domanda di Shindou e girandosi per ricominciare ad affilare i due coltelli. 

Fu allora che il campanello del portone principale risuonò rumorosamente in tutta la casa avvertendo che il primo invitato era giunto alla festa. 

 

                                                        &&&&&&&&&

 

Kyosuke si avvicinò al portone di legno massiccio e suonò il campanello ed un cinguettio risuonò nell’aria per qualche secondo.

Che magione spettrale, non solo era nel bel mezzo della campagna lontano kilometri dalla città ma era dava anche l’impressione di essere disabitata. 

Controllò nuovamente la lettera forse avevano sbagliato indirizzo. Quella lettera che li fu mandata il giorno precedente in modo misterioso ed anonimo che dava precise istruzioni. 

Ma non ebbe tempo di rileggere l’indirizzo che un ragazzo gli aprì la porta.

 

-Buona sera. Scusi non so se…-

Ma fu anticipato da Shindou che gli rispose prontamente con uno sguardo inespressivo sul giovane volto.

 

-Sì signore è giunto nel luogo giusto, la stavamo aspettando colonello, prego entri.-

Kyosuke entrò nella magione con passo incerto porgendo al maggiordomo il suo soprabito.

 

-Vuole darmi anche il suo ombrello, lei è il colonello Mustang, giusto?-

Chiese Shindou riponendo il soprabito nero del signore nell’armadio affianco all’ingresso.

 

-No mi scusi quello non è il mio nome…-

Tento di spiegare Kyosuke squadrando il maggiordomo da capo a piedi con occhi di ghiaccio. Nulla di speciale un magione regolare anche se gli dava una strana sensazione, di pericolo come se la voce della sua coscienza gli stesse regalando un consiglio prezioso: uscire e non tornare mai più. 

Ma come la maggior parte degli umani, decise di ignorare i suoi sentimenti e di mantenersi impassibile.

 

-Scusi ma stasera il mio padrone ci terrebbe molto che tutti gli invitati usassero uno pseudonimo.-

Lo interruppe nuovamente Shindou indicandoli la strada per la biblioteca con una mano.

 

-E lei chi è, scusi?-

Chiese Kyosuke seguendo Shindou attraverso l’atrio e verso la biblioteca guardandosi intorno con la sua solita aria misteriosa ed introversa. 

Era una dimora notevolmente lussuosa e regale. 

Chiunque abitasse qui doveva essere molto benestante.

 

-Io sono Shindou Takuto il maggiordomo, prego da questa parte.-

Replicò aprendo la porta per la biblioteca in cui Yvette stava versando il contenuto marroncino di una bottiglia trasparente delicatamente in dei piccoli bicchieri di cristallo. 

Shindou si fece da parte per farlo entrare.

 

-Yvette intrattieni il colonello e dagli tutto quello che desidera, entro certi limiti però.-

Disse Shindou autorevolmente. Yvette annuì mostrando di aver appreso cosa intendeva.

 

Shindou chiuse le porte lasciando i due da soli nell’immensa biblioteca.  Kyosuke osservò la stanza in cui si trovava con occhio attento. Bellissima, in ogni scaffale erano riposti una serie di antichi libri dalle copertine dai colori sbiaditi con scritti bizzarri titoli e autori mai sentiti. 

Il legno di cui erano costruiti gli scaffali erano di un legno scuro e resistente somigliava all’ebano, no, era proprio ebano.

 

-Je peux tu offrais… Voglio dire: Posso offrirvi un po’ di Brandy.-

Chiese Yvette con un dolce accento francese che catturò l’attenzione del giovane.

 

Kyosuke si voltò verso la giovane dal viso angelico, e la notò per la prima volta: la sua bellezza era decisamente degna di attenzione. La ragazza si avvicinò con un vassoio colmo di bicchieri contenenti del brandy e gliene offri uno.

 

-Sì grazie.-

Rispose Kyosuke prendendo un bicchiere e portandoselo alle labbra senza distogliere lo sguardo dalla giovane. 

 

......... (continua)

 

Angolo al sapore di crepe al burro e zucchero

 

Forse vi starete chiedendo perché l’angolo dell’autore è chiamato cosi… Il fatto è che ho appena finito di mangiare una crepe al burro e zucchero. Già oggi non vado a scuola per via del Pro-D day, YUPPY (?)

 

È da un po’ di tempo che sto lavorando su questa fic è ho paura che non piacerà a nessuno, anche se io sinceramente non scrivo solo per le recensioni ma soprattutto per poter sfogare la mia creatività (se cosi si può chiamare). Ma anche per mantenere il mio italiano fluente e vivo. Perché per chi non lo sappia io vivo in Canada, in BC.

 

Ah, e prima che me ne vada ho qualche domandina da fare a chi la leggera:

 

Perché voi in Italia non festeggiate Halloween, non sapete cosa vi state perdendo!  

 

Italia: Vuoi dire oltre a carie ed il conto del dentista?...

 

Io: Haha, che spiritosi…

 

Comunque adesso vi salutò, devo finire di mettere insieme il mio progetto sulla civiltà Inca. Cavoli, non sopporto più questo progetto mi sta ammazzando. -.-"

 

Foxy ^-^

 

 

 

  
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