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Autore: Bel Watson    12/11/2013    6 recensioni
ATTENZIONE: QUESTA STORIA NON MI APPARTIENE, L'HO SEMPLICEMENTE TRADOTTA, CON IL CONSENSO DELL'AUTRICE ORIGINALE, CHE HA PUBBLICATO LA STORIA SU WATTPAD.
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Sì, ho perso mio padre e lui era l’uomo migliore del mondo.
Sì, ho una matrigna che è una strega e che odio con tutto il cuore.
Sì, ho due sorellastre che sono una rottura di palle e che hanno perso il cervello quando erano piccole.
Sì, la mia vita è la copia di una maledetta favola, ma sapete cosa manca? Il fottuto Principe Azzurro! E dov’è? Non si trova! Probabilmente è nel suo palazzo che balla con una Barbie stupida e con la testa vuota. Coglione. Chi ha bisogno di lui, comunque? Di certo, non io.
Sono quasi Cenerentola, ma voi potete chiamarmi Ella.
Genere: Commedia, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Niall Horan, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno
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Prologo - Favola di merda

Permettetemi di essere banale e convenzionale per un momento, dopotutto, questo è quando la mia vita è cambiata per il peggio. Quindi sì, comincerò con C’era Una Volta, perché è così che iniziano tutte le storie, no? Stessa frase d’inizio, stessa merda. E sì, imprecherò anche perché odio la mia vita e ogni volta che mi guardo indietro, maledico questo momento.
Allora, c’era un volta, in cui ero felice, in cui avevo dei sogni e una bella famiglia… sì, avevo. Avevo anche una mamma affettuosa che mi leggeva le favole e mi diceva che un giorno avrei trovato il mio Principe Azzurro, qualcuno che mi avrebbe amata e apprezzata come papà faceva con lei. E io le credevo, volevo essere una principessa, avere un castello e trovare il mio principe azzurro in sella al suo cavallo bianco. Anche se avesse avuto un unicorno, sarebbe stato pure meglio.
Era fantastica, una di quelle donne che ammiravi. E sì, era perché quando avevo sei anni, morì. Un giorno svenne in cucina e quando andò dal dottore le dissero che aveva la leucemia e che era questione di mesi. Visto? Cliché. In poco tempo, la persi, non prima che mi dicesse che sarei stata felice, che se il papà avesse incontrato un’altra donna, l’avrei accettata e amata come una seconda mamma perché lei, dovunque sarebbe andata, avrebbe sempre vegliato su di me.
Le promisi che non mi sarei opposta alla felicità del papà e non lo feci. Quando lui incontrò Rhonda due anni dopo, l’accettai. Accettai quella donna e le sue gemelle. Suo marito le aveva lasciate un paio di anni prima e, da bambina che ero, non mi chiesi mai il perché. Adesso lo capisco. Che uomo intelligente.
Rhonda è la donna più orrenda che esista. Era tutta gentilezza e amore quando si sposò con il papà, lei e le sue figlie mi trattavano bene e sembravamo un famiglia felice. Credevo che fossimo una famiglia felice.
A quel tempo, lui cominciò col suo lavoro: un centro di ritiro per tutte quelle persone che avevano bisogno di scappare dalla vita caotica dell’Inghilterra. All’inizio c’era solo gente che veniva da Londra, ma col passare degli anni, arrivarono più clienti e andava tutto a gonfie vele.
Ed è questo che condannò la mia famiglia.
Un giorno, quando avevo solo dodici anni, il papà andò ad incontrare alcuni investitori, ma non tornò mai più. La polizia più tardi ci disse che quella sera lui non era nemmeno andato all’appuntamento. Un incidente, ci dissero.
Quel giorno non persi solo mio padre; persi anche la mia vita. Tutti i miei sogni, la mia libertà, la mia felicità, perché nel momento in cui Rhonda realizzò che aveva ereditato l’azienda di mio padre – visto che ero ancora minorenne – e che ero anche sotto la sua responsabilità, decise di ‘fare buon uso di me’; tradotto, diventai la sua schiava.
Da quel momento in poi, lei e le mie due sorellastre smisero di considerarmi parte integrante della famiglia e cominciarono a trattarmi come spazzatura. Mentre tutti intorno a me si lamentavano della scuola e del non essere popolari, io la amavo. Era l’unico posto dov’ero al sicuro da Rhonda, dove potevo essere di nuovo una ragazza.
E adesso ho diciassette anni – quasi diciotto, capiamoci. Sono ancora sotto la custodia di Rhonda, legalmente sono ancora sotto la sua responsabilità, e ancora, sono trattata come spazzatura. Sono obbligata a lavorare per lei a meno che io non voglia che cambi il volere del papà lasciandomi senza la ricompensa che potrei usare per l’università. Oh, sto contando i giorni che mancano per dire addio a questo posto. Non mi importa se perdo gli affari del papà, dopotutto lei li ha già distrutti. Voglio solo essere libera da quella strega.
Il suo lavoro… una cosa che una volta serviva ad aiutare la gente, adesso è diventato un inferno per me. Rhonda si è assicurata che solo la gente famosa venga per ottenere pace e salvezza dal loro mondo pubblico. La ditta ora è un segreto delle celebrità che vengono qui tutto il tempo, nascondendosi. Accogliamo persone da ogni dove e io le odio tutte. Detesto la loro superficialità e le loro odiose personalità. Sono tutti uguali. Perfino Angelina Jolie e Brad Pitt coi loro bambini adottati. Anche Zac Efron con quel corpo che fa diventare sceme tutte le donne. Li odio tutti, perché Rhonda li ama tutti.
Quindi vedete, la mia vita è un cliché. Dal leggere favole, la mia dannata vita lo è diventata. Matrigna cattiva, orrende sorellastre, orfana, vita infernale… ma ehi, c’è una differenza! La mia vita non è stata scritta dai fratelli Grimm, dopo tutto.
C’è un fatto cruciale che differisce da tutte le favole che si possono leggere, ed è che non c’è nessun Principe Azzurro questa volta. Nessun nobile cavaliere sul suo cavallo bianco destinato a salvarmi e con cui vivrò per sempre felice e contenta. No, ovviamente non c’è. Quella testa di cazzo, sempre che esista, sarà in qualche discoteca, con un sacco di Barbie finte, che vive il momento migliore della sua vita, troppo occupato per salvare una povera e miserabile nessuno.
Sono acida? Sono melodrammatica? Beh, parlatene con Rhonda e i suoi mostri – voglio dire, figlie -, per i cinque anni che ho passato con loro, e poi venite a dirmi che dovrei vedere il lato positivo delle cose. L’unico lato positivo della mia vita è che me ne andrò da questo posto quando finisce l’estate.
Tre mesi. Posso resistere per tre mesi, vero?
Oh, aspettate. Non mi sono presentata! Conoscete la mia vita ma non chi sono io. Perdonate i miei modi. Sono Arabella Drennan, e come potete vedere, sono quasi Cenerentola, ma voi potete chiamarmi semplicemente Ella.





-Spazio autrice.
Come già detto nella trama, la storia non mi appartiene, è di una ragazza che la scrive su Wattpad. Ovviamente ho avuto il suo consenso per pubblicarla qui, non voglio problemi haha :) spero che la storia vi piaccia, un bacio xx.



(Nella foto della conversazione dove mi da il permesso, io sono AmbraScanferla, l'autrice originale è BelWatson.)
Il link della storia originale è questo qui.
  
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