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Autore: Ayumi Yoshida    12/11/2013    7 recensioni
Racconto alternativo rispetto al manga su come si sono avvicinati Gohan e Videl, con la partecipazione di un personaggio che dovrebbe essere da tutt’altra parte… ^^
“Perché quel buffone aveva dovuto cominciare la sua carriera contro il crimine proprio nella sua città? Tutti erano a conoscenza del fatto che Satan City aveva già un eroe, suo padre, e che lei gli dava una mano a mantenere l’ordine e tutto quel trambusto rischiava di buttare all’aria ogni equilibrio: la città era troppo piccola per avere due eroi.”
Genere: Fluff, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Erasa, Gohan, Videl | Coppie: Gohan/Videl
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Buon pomeriggio a tutti! ^^ Ecco il capitolo finale di questa fic, sperando che non vi deluda! Mi dispiace averci messo così tanto e di non aver potuto rispondere personalmente ad ognuno dei miei adorati recensori personalmente, ma non volevo farvi attendere oltre per la conclusione. Prometto che, per le recensioni di questo capitolo, pian piano risponderò a tutti.
Non dico altro, vi lascio al capitolo! ^^ Buona lettura!



8 – La fine e l’inizio

 

Quella mattina il cielo era grigio scuro e piovigginava insistentemente. Gohan attivò la capsula contenente il costume di Great Saiyaman consapevole del fatto che sarebbe potuta essere l’ultima volta e volò verso Satan City dopo aver salutato Goten. Si era sentito un po’ in colpa guardandolo, come se l’avesse tradito, poi, però, aveva ripensato a ciò che si era imposto e gli aveva sorriso: se fosse accaduto qualcosa lo avrebbero affrontato come avevano sempre fatto.

Mentre la pioggia diveniva sempre più fitta e i lampi gettavano qua e là sprazzi di luce nel cielo, a scuola il segnalatore di Videl suonò, puntuale, con il resoconto dell’ultimo crimine compiuto in città: questa volta avrebbero dovuto inseguire una banda di ladruncoli che da qualche giorno stavano compiendo furti e scippi senza mai fermarsi e che non erano mai riusciti ad acchiappare. Si incontrarono sul posto poco tempo dopo e si misero subito all’inseguimento, separati. Gohan continuava a rimuginare su quando e come avrebbe dovuto dirle tutto. A trovare la banda fu Videl: lui la raggiunse poco dopo e insieme misero tutti K.O. Consegnarono i criminali alla polizia quando ormai erano completamente zuppi; si ripararono sotto un balcone sporgente e la ragazza lo guardò con un sorriso.

“Anche oggi ce l’abbiamo fatta! Per noi non ci sono mai ferie, eh?” esclamò come per attaccare discorso. “Comunque sono contenta così, a scuola mi stavo annoiando!”

Gohan annuì abbozzando un sorriso mentre giocherellava nervosamente con le dita: sentiva che era il momento giusto per dirle tutto, ma non riusciva ad emettere suono. All’improvviso lei lo guardò con un’espressione grave, come se fosse arrivato un momento importante che attendeva da molto tempo, e disse: “Sai, ho scoperto una cosa e volevo parlartene da un po’, ma non trovavo mai il momento adatto.”

“E’ lo stesso per me.” pensò lui, scoraggiato, e le rivolse lo sguardo come per incitarla ad andare avanti. Un fulmine rimbombò nel cielo e, a quel rumore, Videl gli si avvicinò impercettibilmente e alzò lo sguardo verso di lui: i suoi occhi sembravano nuvole liquide.

“Io ho scoperto che…” sorrise, impacciata “Ho scoperto che tu…”

Gohan sentì le gambe cominciare a cedere pian piano sotto un peso indefinito: l’aveva forse scoperto, proprio quando lui stesso stava per confessarle tutto? Provò una sensazione simile alla paura mentre schiudeva le labbra per chiederle scusa dal profondo del cuore, ma non ci riuscì, perché la ragazza ottenne ancora di fargli attorcigliare lo stomaco.

“Ho scoperto che mi piaci!” esclamò con vivacità, intrisa di imbarazzo “Io mi sono innamorata di te.”

Sentire quella confessione direttamente da lei, senza origliarla o ascoltarla in silenzio, lo rese estremamente felice e lo mandò ancora di più nel panico: sentiva le gocce di pioggia appiccicate al vestito schiacciarlo e alleggerirlo contemporaneamente. Aveva detto che lo amava, che amava Great Saiyaman… Se la situazione non fosse stata così difficile e surreale forse avrebbe potuto sentirsi al settimo cielo, ma riusciva solo a starsene immobile, fradicio sotto ad un balcone, a pensare che presto tutte quelle sensazioni che lei gli procurava solo con la sua vicinanza sarebbero terminate. Vedendolo silenzioso, Videl gli si avvicinò con un po’ di impazienza: aveva immaginato mille reazioni diverse, ma mai aveva pensato che lui se ne sarebbe stato muto come un pesce dopo che lei gli avesse aperto il suo cuore. Lo guardò con gli occhi colmi di delusione e sbottò: “Allora, non hai nulla da dire?”

Great Saiyaman spalancò la bocca, scombussolato.

“Videl, io…” mormorò lentamente, facendo un passo verso di lei, che lo fissò stupita e poi gli sorrise.

“Lo sapevo.” sussurrò a voce talmente bassa che Gohan dovette chinarsi su di lei per udirla “Lo sapevo. Tu sei Gohan.”

Viso a viso, il ragazzo si accorse che lei non desiderava una risposta, che non ne aveva bisogno: era certa che Great Saiyaman e Gohan fossero la stessa persona, era come se l’avesse saputo da molto tempo. Con il cuore che batteva all’impazzata, le chiese, ansioso: “Da quanto l’hai scoperto?”

“Da un secolo.” gli disse con sorriso schietto. “Se tre indizi fanno una prova, ho raccolto questi indizi non molto tempo fa, ma dentro di me l’ho sempre saputo.”

Gohan sospirò: la sua maschera ormai non serviva più. Se la tolse, non senza un po’ di timore, e finalmente la guardò negli occhi: era di nuovo il ragazzo timido che lei aveva conosciuto a scuola, ma la tranquillità incrollabile della ragazza gli infondeva un po’ di fiducia che lo spinse a raccontarle tutto, anche se a quel punto era del tutto inutile.

“Mi dispiace averti mentito, l’ho fatto per far continuare a vivere in tranquillità la mia famiglia.” le rivelò, dispiaciuto: ormai era certo di aver perso la sua fiducia, perché con lei accadeva così, la sua calma poteva diventare in un attimo la rabbia più terribile del mondo. Con un gruppo in gola, sperando ardentemente che lei non facesse quello che le stava per proporre, azzardò: “Se vorrai ritirare le tue parole io… Insomma, sei libera… Puoi farlo.”

Come per un riflesso condizionato, Videl si strinse al suo costume verde con tutte le sue forze mentre scuoteva con forza la testa.

“Non ho intenzione di farlo.”

“Ne sono… Felice.”

Incredula per quelle parole che lui aveva appena balbettato con un filo di voce, Videl lo abbracciò senza osare alzare lo sguardo dal suo petto. Solo quando sentì che le braccia di Gohan le stavano sfiorando piano la schiena decise di fare un tentativo: alzò gli occhi e scoprì che anche lui, come lei, aveva il viso rosso per l’imbarazzo, e questo la fece sorridere. Era contenta di sapere che, in quel momento, i loro pensieri stessero viaggiando nella stessa direzione, non aveva sperato altro da quando aveva realizzato che lui era diverso dagli altri.

Lo guardò incantata, trattenendo il respiro, mentre lui sollevava la mano e le sfiorava la guancia, donandole il calore del suo corpo. Anche se stava piovendo, al di sotto di quel balcone non sentivano più nulla, acqua, rumori o il tempo che passava. Non avrebbero lasciato quel posto per niente al mondo.

 

Per la prima volta, quel giorno Videl rientrò in classe prima di Gohan.

“Gohan non è ancora tornato.” le disse Erase senza nemmeno attendere che lei glielo chiedesse, e la vide sogghignare tra sé e sé.

“Lo immaginavo.” replicò la ragazza tranquillamente, attirandosi un’occhiata incuriosita.

Dopo qualche minuto il ragazzo comparve sulla soglia dell’aula imbarazzato come non mai.

“Non mi sono sentito bene e…” azzardò portandosi una mano alla nuca davanti allo sguardo furioso del professore che attaccò una ramanzina più lunga del solito: erano quelli gli effetti collaterali del condurre una doppia vita e doveva sopportarli a testa bassa per le persone a cui teneva di più, soprattutto dopo che anche Videl gli aveva promesso che non avrebbe rivelato a nessuno l’identità Great Saiyaman. Forse due giustizieri erano troppi per Satan City, una piccola città diventata famosa soltanto a causa di quell’uomo che le aveva dato il nome, ma si sarebbe impegnato a fondo per far sì che nessuno di loro due fosse stato messo da parte, adesso che aveva capito cosa significasse non lottare da solo.

Di nascosto da tutti, Videl gli sorrise, e quella ramanzina infinita sembrò diventare improvvisamente più leggera.

 



Note finali
Adesso che la fic è terminata, posso svelarvi quale era la scena da cui è partita tutta l'idea: sì, è esattamente quella del faccia a faccia tra Gohan e Videl che avete appena letto! XD
La lentezza nel comprendere i suoi sentimenti di Gohan è esasperante, ma ho battuto su questo fatto, perché, a differenza di Videl, lui non è mai stato a stretto contatto con qualcuno che non fosse la sua famiglia o i suoi amici, quindi ho supoosto che potesse impiegarci più tempo per capire le cose e aprirsi.
Ringrazio di cuore i miei sempre presenti e splendidi recensori Giuliapierucci, Son Gohan, GohanGohan, Gohan_my_love, SayuriOcean e SweetBlack. Vi ringrazio di cuore per il vostro continuo supporto, spero davvero che questo finale vi piaccia! *______*
Un grazie anche ad Aleswim, unitosi/unitasi nello scorso capitolo! Spero che il finale non ti abbia deluso! ^^
Grazie a voi l'esperienza di questo fandom è sempre fantastica! Spero davvero di ritrovarvi nelle mie prossime shot su questa coppia (e ce ne saranno molte, non temete! *tutti fuggono urlando XD*)!

Alla prossima fic,
Ayumi


   
 
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