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Autore: Aireen    12/11/2013    2 recensioni
Rose/Scorpius.
Si sa, stare separati non è mai facile.
Ecco dunque una piccola flash-fiction basata sulla malinconia della separazione e la gioia del ritorno, tutto rigorosamente marchiato Weasley-Malfoy.
"Il viaggio in treno trascorse lentamente, così lentamente da farle desiderare di aver assunto una qualche sostanza in grado di farla dormire per qualche ora, in modo da porre termine a quella tortura. Perché di questo si trattava: di una lenta e inesorabile tortura.
Infine, senza sapere nemmeno come, Rose si ritrovò seduta davanti al camino della Sala Comune di Corvonero, in trepidante attesa. Di lì a pochi minuti sarebbe arrivato, avrebbe varcato la soglia e lei avrebbe finalmente potuto concedersi un sospiro di sollievo."
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Rose Weasley, Scorpius Malfoy | Coppie: Rose/Scorpius
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
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Aireen's corner
Questa piccola storia non ha nulla a che fare con la mia long-fiction (sempre una Rose/Scorpius) "Cioccorane", che vi  invito a leggere, lasciandovi il link.
 Vi pregherei di lasciarmi una piccola recensione sia qui, che nell'altra storia, in segno di incoraggiamento. Non è sempre facile esporre i proprio lavori al pubblico, per me in particolare ^^.
Grazie mille, un abbraccio :)





Welcome back


Quell’anno c’era una novità.
Questa consapevolezza accompagnò Rose per tutta la durata delle vacanze natalizie e non la lasciò sola nemmeno per un istante.
Diverse volte aveva pensato ad un modo per comunicare la suddetta alla sua famiglia, ma non aveva mai trovato le parole adatte: non perché temesse una loro reazione, ma, semplicemente, non esisteva ancora un modo adeguato per parlare di ciò che era accaduto.
Era qualcosa che sentiva di dover tenere per sé, almeno per il momento.
Così, mentre i suoi cugini scartavano i regali, lei si ritrovò a sgattaiolare furtivamente in camera, in attesa di una missiva e di un pacchetto che ai suoi occhi erano più preziosi di tutto l’oro della Gringott.
Durante gli infiniti pasti preparati da nonna Molly, lei, solitamente chiacchierona, se ne stava silenziosa in disparte, persa nei ricordi e in spasmodica attesa del ritorno.
Quando giunse finalmente il momento di tornare a scuola, Rose era pienamente consapevole che non sarebbe stata in grado di resistere un momento di più: doveva tornare. Doveva vederlo.
Non si curò quasi di salutare i suoi genitori, presa com’era da una miriade di vorticanti pensieri. Il desiderio di riabbracciarlo era così forte da farle male.
Il viaggio in treno trascorse lentamente, così lentamente da farle desiderare di aver assunto una qualche sostanza in grado di farla dormire per qualche ora, in modo da porre termine a quella tortura. Perché di questo si trattava: di una lenta e inesorabile tortura.
Infine, senza sapere nemmeno come, Rose si ritrovò seduta davanti al camino della Sala Comune di Corvonero, in trepidante attesa. Di lì a pochi minuti sarebbe arrivato, avrebbe varcato la soglia e lei avrebbe finalmente potuto concedersi un sospiro di sollievo.
Improvvisamente, il contatto tra qualcosa di gelido e la sua guancia la fece sussultare e, prima di rendersi conto di cosa stesse accadendo, si ritrovò coinvolta in un bacio mozzafiato.
Gli occhi chiusi, le mani che annaspavano per riuscire ad accarezzare quanta più pelle possibile e le lingue che si rincorrevano: quello era il Paradiso.
Rose non seppe dire quanto durò quel momento di assoluta e completa perfezione, sapeva solo che non avrebbe mai voluto porvi fine.
Quando, infine, i due giovani si separarono, il ragazzo si raddrizzò con una smorfia: per arrivare all’altezza della sua ragazza aveva dovuto chinarsi… e di parecchio.
<< Sai una cosa? Credo che la prossima volta ti farò alzare prima! >> Esclamò, passandosi una mano tra i lisci capelli biondi. In risposta, Rose gli sorrise, facendogli una linguaccia.
Scorpius era tornato, e tutto era di nuovo al suo posto.

  
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