Fanfic su artisti musicali > Demi Lovato
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Autore: TeenAngelita_92    12/11/2013    4 recensioni
"Il suo viso angelico coperto da una ciocca di capelli e un piccolo sorriso quasi nascosto.
"Demi! Demi!" iniziò ad urlare. Quelle urla uscivano dalla sua gola come un suono strozzato, forse a causa delle lacrime che avevano iniziato a scendere.
Demi non potè fare a meno di notarlo, alzò lo sguardo e lo vide. Aveva il viso sporco di sangue a causa del naso e le lacrime che scendevano senza sosta. I loro occhi si incrociarono e a Jonathan sembrò quasi di svenire, tutti i suoni intorno a loro all'improvviso non esistevano più e neanche quelle migliaia e migliaia di persone."
Genere: Malinconico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: AU | Avvertimenti: Tematiche delicate
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2.
Demi sparì dalla sua vista. Una fitta gli attraversò il cuore ma dopotutto era riuscito ad incontrarla e lei lo aveva anche abbracciato. Cosa poteva desiderare di più?
Ritornò indietro facendosi sempre spazio tra la folla che ora sembrava essersi calmata.
Improvvisamente il cellulare suonò,era sua zia.
"Zia Janet!" rispose felice il ragazzo.
"Jonathan! Allora, come è andata?"
"Mi ha abbracciato zia" disse sorridendo mentre qualche lacrima continuava a scendere lungo il suo viso "Mi ha abbracciato ed è stato bellissimo. La mia Demi mi ha reso felice ancora una volta zia"
"Figliolo sono cosi felice per te, torna a casa, sarai stanco"
"Sono cosi felice zia, è una scarica di emozioni incredibile" ammise Jonathan ridendo.
"Ti aspetto a zia, a dopo"
"A dopo" disse riattaccando.
Si portò una mano al naso rendendosi conto che stava ancora sanguinando. " Ho preso proprio un bel colpo" si disse ridendo. Era cosi felice.
Stava per dirigersi verso il cancello d'uscita, ormai quasi tutti erano andati via. Improvvisamente un uomo alto e robusto con un vestito nero lo fermò, doveva essere un bodyguard.
"Sei tu Jonathan Gordon?" chiese.
"Si, non si preoccupi stavo per andarmene e..." il ragazzo pensava di dare fastidio ma il bodyguard non gli fece finire la frase.
"Tranquillo, sono solo venuto a chiamarti. Demi mi ha chiesto di portarti nel suo camerino, vuole parlarti e poi... beh faresti meglio a farti controllare il naso, sta ancora sanguinando."
"C-cosa?" chiese il ragazzo sorpreso, non poteva crederci.
"Hai capito bene. Vieni ti accompagno. Tieni la testa alzata, vedrai che il sangue si fermerà"
Jonathan non poteva credere a ciò che stava succedendo. "E' un sogno, andiamo! Svegliati Jonathan!" continuava a dirsi. 
Continuando a cercare di dare un senso a tutto ciò che gli stava accadendo,senza accorgersene il bodyguard lo aveva portato a destinazione davanti al camerino di Demi. 
Le sue emozioni erano tante,troppe. Erano completamente confuse, avrebbe voluto piangere, ridere, urlare, neanche lui riusciva a capirlo. Il bodyguard bussò e dall'altra parte una voce dolce e tranquilla rispose.
"Si?"
"Demi, c'è il ragazzo"
Uno secondo dopo la risposta del bodyguard, vide la porta aprirsi e dietro c'era lei, una luce la illuminò o forse era l'immaginazione di Jonathan. "E' cosi bella" si disse.
"Hey, vieni entra" gli disse aiutandolo ad entrare, poi chiuse la porta alle sue spalle. 
Jonathan stava tremando, non capiva il perchè ma il suo corpo aveva ricominciato a tremare, proprio come pochi minuti prima.
"Siediti li, stai continuando a sanguinare" gli indicò il divanetto nell'angolo del camerino.
Lui titubante si spostò lentamente, senza mai staccare gli occhi da Demi. Si sedette,sembrava che le sue mani non ne volessero sapere di fermarsi. 
Lei era rivolta verso lo specchio e quando si voltò verso il ragazzo, aveva in mano del disinfettante e un po' di ovatta. 
Si sedette accanto a lui e gli prese delicatamente il viso.
"Ti hanno dato una bella botta eh?" notò lei con espressione preoccupata.
Lui restò in silenzio fissandole gli occhi, era come se si stesse immergendo in un altro mondo, uno migliore, quello che lui tanto desiderava e che solo lei poteva dargli. Il contatto con le sue mani lo aveva fatto rabbrividire, gli aveva dato la conferma che quello non era un sogno, era la meravigliosa realtà.
"Brucerà un pochino" lo avvertì prima di appoggiare la piccola quantità di ovatta sulla ferita.
"Ah!" finalmente pronunciò un suono, da quando era entrato non era riuscito neanche a mettere insieme una frase di senso compiuto.
Strizzò leggermente gli occhi per il bruciore.
"Ho finito" disse lei tirando un sospiro, sembrava dispiaciuta di avergli procurato dolore. 
Si alzò e prese un fazzolettino bagnato per pulirgli il viso.
"Allora Jonathan, quanti anni hai?" chiese mentre con delicatezza cercava di cancellare ogni traccia di sangue.
Jonathan non rispose, era troppo occupato a fissare il suo volto "Avanti, rispondile! Non fare figure di merda, se ne potrebbe accorgere che stai continuando a fissarle il viso!" si diceva cercando di nascondere l'evidente rossore sulle guance. 
"Hey ma puoi parlare, non ti mangio mica" disse lei ridendo. "Oh, la sua risata, la sua meravigliosa risata, forza Jonathan, rispondile" 
"Io..." iniziò balbettando "Ho 17 an...anni."
"Sei di queste parti?"
"No... io sono italiano" rispose timidamente il ragazzo.
"Sei italiano? Non dirmi che sei venuto fin qui dall'Italia solo per me! E' cosi lontano."
"No, io vivo qui con mia zia. Ma se anche sarei dovuto venire fin qui dall'Italia solo per te... io lo avrei fatto!" la conversazione stava diventando più fluida e Jonathan stava iniziando a controllarsi.
"Che dire, allora sei matto!" disse lei ridendo. 
La sua risata era cosi bella, avrebbe voluto tanto dirgli: "No, non smettere di ridere, fallo per me. Sei cosi bella quando ridi."
"E i tuoi genitori?" chiese curiosa.
Jonathan abbassò lo sguardo. Per lui era difficile ricordare i genitori e non perchè fossero morti, ma perchè in un certo senso lui li odiava, non sopportava sentir parlare di loro ne tantomeno gli piaceva parlarne con altre persone.
"Sono morti? Dio, scusa non volevo, io..." iniziò lei cercando di scusarsi ma Jonathan la fermò.
"No, non sono morti. Semplicemente non amo parlare di loro,non lo sopporto"
Lei lo guardò perplessa, cosa potevano avergli mai fatto i suoi genitori per farsi odiare in questo modo? 
"Io li odio,con tutto me stesso" proseguì il ragazzo, continuando a tenere lo sguardo basso.
"Hey" lei gli alzò il viso con la mano, cercando di far incrociare i loro occhi. "Facciamo un patto. Io ora non sono Demi Lovato, la famosa cantante, l'attrice di Camp Rock. Io sono Demi, una tua amica, una che vuole aiutarti"
"Io... non ho bisogno di aiuto" rispose pronto Jonathan. Non voleva farsi vedere debole dalla persona che per anni era stata la sua ispirazione, non voleva dimostrare al suo idolo, proprio quello che gli aveva insegnato ad essere forte, che ora stava cadendo a pezzi anche se non lo dimostrava.
"E questi? E' stato il gatto, giusto?" disse prendendogli il braccio e spostando la manica della maglia.


Spazio Autrice:
Salvee. Beh questo è il secondo capitolo, ci tenevo a pubblicarlo cosi presto perchè... in un certo senso mi piace,non lo so perchè. Ringrazio - 
drewsjde - per aver letto e recensito il primo capitolo. Spero che vi incuriosisca e vi piaccia, se ci sono errori o per eventuali consigli fatemi sapere perchè come ho già detto non sono brava a scrivere. Ah, credo che il prossimo capitolo lo metterò a almeno 2 recensioni.
Baci.
TeenAngelita_92
 
  
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