Fanfic su artisti musicali > Bruno Mars
Segui la storia  |       
Autore: HooliganStory    12/11/2013    1 recensioni
"Viviamo in una giungla, Destiny. In questa giungla ci sono prede e predatori e, ti dirò, se non impari a cacciare, rimarrai per sempre una preda. Ma in questo caso, solo in questo caso, ti assicuro che saper cacciare non ti basterà. Sei nella giungla, nella mia giungla. E in questa giungla non puoi fuggire."
Genere: Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: What if? | Avvertimenti: Triangolo
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Poco lontano da loro, nascosto dietro ad un cespuglio, Shane aveva osservato tutta la scena.
Era arrabbiato, infastidito, furioso, geloso.
Era assurdamente geloso.
La ragazza che fin'ora aveva avuto occhi solo per lui adesso stava cominciando a non vederlo nemmeno più, a non rispondere ai suoi messaggi che una volta erano dannatamente attesi ventiquattro ore su ventiquattro, a non pensarlo.
Perché lui lo aveva capito; l'aveva capito che nella sua testa adesso non c'era più posto per lui.
Non era una gelosia fornita da un sentimento vero e proprio, ma Shane era stizzito nel constatare di essere stato sostituito.
Così dopo aver visto la macchina partire, afferrò il cellulare dalla tasca e compose un numero.
Portò l'apparecchio all'orecchio, aspettando una risposta.


-"Bro, devo chiederti un favore.. Si tratta di Hernandez."

******

Destiny osservava Peter e gli chiedeva ripetutamente dove la stesse portando, guardando fuori dal finestrino e poi saltellando sul sedile stesso.
Lui rideva ogni volta che la vedeva far così, gli ricordava una bambina che chiedeva ogni cinque secondi al padre se fossero arrivati al lunapark.
Non diceva altro che non fosse
"Tra poco vedrai", non voleva esporsi troppo.
Così dopo diverse domande seguite dalla stessa frase, finalmente accostò di fronte ad una spiagetta dove nessuno usava andare.
Scesero dall'auto, guardandosi.
Lei spalancò gli occhi e rimase a bocca aperta.
La luna particolarmente visibile quella sera si specchiava sul mantello d'acqua non mosso, un'aria fresca le accarezzava la pelle, pizzicandola a tratti. Da lì, l'orizzonte era meravigliosamente visibile da una sporgenza di uno scoglio poco vicino alla riva.
Peter le si avvicinò, prendendola per una mano e conducendola con se, raccomandandole di togliersi le scarpe in modo da poter camminare più facilmente.
Poi finalmente immersero i piedi nella distesa di sabbia fredda, cominciando a camminare fino a quello scoglio.
Destiny gli saltò sulle spalle, facendosi condurre da lui.
Poggiò il mento sulla sua testa, guardando il mare e aspettando di arrivare alla meta. Peter le diede un colpetto sulla gamba, indicandole di scendere direttamente sullo scoglio.
Lei appoggiò un piede su una sporgenza e così lo scalò, graffiandosi a mala pena la caviglia. Poi lui salì su di esso, sedendosi accanto a lei, già posizionata a gambe incrociate verso l'orizzonte a fissarlo.
Respirò l'aria che le arrivava addosso, socchiudendo gli occhi e poi riaprendoli.
Lui la guardò, sorridendo nel vedere come fosse tranquilla in quel piccolo lembo di roccia, quindi si sdraiò utilizzando una mano come cuscino da porre sulla nuca, in modo da non appoggiarsi alla pietra, e distese una gamba tenendo l'altra alta.
Fu seguito subito da Destiny, la quale si sdraiò sul suo petto, appoggiando la gamba su quella distesa di lui.
Poi lei cominciò a sussurrare pian piano una delle frasi della canzone.


"Feels like I'm on fire, fire, my body's a hundred degrees-"

Peter la bloccò, riprendendo la frase -"Everytime you're standing next to me."- Poi si sedette, facendo alzare anche lei.

-"Sta succedendo."

Cominciò Destiny, accarezzandogli una guancia e posando l'altra mano sulla sua gamba.

-"Cosa?"  

Lui posò lentamente le sue mani sulle sue spalle, scendendo occasionalmente alle braccia per accarezzarle.
Poi scese le mani sui suoi fianchi, sollevandola delicatamente e sdraiandosi, posandola sopra di se. Lei si chinò leggermente su di lui, sfiorandogli le labbra. Si fermò ad un millimetro da esse, fissandolo dritto negli occhi e riprendendo ciò che precedentemente aveva detto.


-"Stiamo andando a fuoco."

Così, in una spiaggia isolata non frequentata ormai da tempo, al chiaro di una luna di dicembre stranamente nitida ed una brezza natalizia, si consumò un altro rapporto dovuto all'irresistibile bisogno di entrambi dei reciproci corpi.
Così continuò per mesi.
Divennero assuefatti da loro stessi, non riuscirono a fare a meno di vedersi almeno una volta al giorno, ogni luogo era quello adatto.
Non ne parlarono con nessuno, nemmeno con i loro migliori amici, che però capirono facilmente che qualcosa stava andando avanti da un bel po'.

********
Ogni giorno inevitabilmente i due venivano visti andare nello stesso luogo a distanza di poco tempo, scomparire per altrettanti minuti e poi uscire nuovamente con aria soddisfatta a dovuta distanza l'uno dall'altra.
Si guardavano poi, sorridendo e cambiando strada.
All'uscita non poteva mancare l'attesa di uno nei confronti dell'altra, per tornare a casa insieme.
Peter negli ultimi tempi usava molto di più la sua auto, sia per dirigersi a scuola, sia per uscire il pomeriggio.
Destiny passava sempre meno tempo a casa e con Ginny, che ripetutamente le chiedeva cosa stesse succedendo ma riceveva come risposta un semplice
"Niente, non capisco di cosa tu stia parlando" che ormai aveva imparato a pronunciare senza tremare e senza sentirsi in colpa.
Risultava assolutamente pacata e convincente nel spiegarle che fosse tutta una sua impressione e che stesse soltanto passando più tempo con Peter poiché studiavano insieme chimica.
Poi le ricordava che lei stessa le aveva chiesto di divenire la nuova compagna di chimica del ragazzo, in modo da poter diventare quella di Ryan, ed a quel punto Ginny si zittiva, decidendo di credere e di fidarsi su ciò che l'amica le stava assicurando, nonostante in realtà covasse anche lei numerosi dubbi.

Shane nel frattempo era venuto a sapere di tutto ciò e nonostante precedentemente avesse deciso di evitare che potesse succedere qualcosa a Peter poiché convinto delle sue abilità di casanova, alla fin fu costretto a reagire.
Provò ripetutamente a baciare Destiny, ottenendo da quest'ultima solo dei due di picche.
Riprovò addirittura a tornare giurando di aver sempre continuato a pensare a lei, ma nonostante ciò tutto quello che ottenne fu uno striminzito
"Io ti vedo soltanto come un amico" che lo rese del tutto vulnerabile alla vista della ragazza.
Era diventata lei la cacciatrice e lui la preda, non il contrario.
Lo aveva in pugno, ci giocava come voleva, se fosse voluta tornare avrebbe potuto ed avrebbe ricevuto una risposta positiva senza un minimo di esitazione dovuta all'orgoglio maschile.
No, adesso era lei il premio da conquistare, non più il contrario.

Era diventata sfuggente, fredda, ma non perché fosse ferita, solamente perché non le importava più nulla sul serio.
E lui non lo accettava, non avrebbe mai potuto accettarlo.


-"E' per Hernandez, vero?" - Rispose a quell'affermazione lui, suscitando una reazione di scherno nei suoi confronti da parte della ragazza, che assunse un'espressione da angioletto, facendolo quasi sentire stupido.
Poi gli si avvicinò e gli posò una mano sulla guancia, come se in quel momento stesse provando pena.


-"Si tratta di me, non sono più arrabbiata per quello che mi hai fatto o per come mi hai trattata. E' passato tutto.. Solo che sei passato anche tu. Peter è un buon amico, non renderlo colpevole di qualcosa che non ha fatto solo per risanare il tuo orgoglio maschile, Shane."

Poi la tolse, emettendo una risatina velocissima ed allontanandosi con passo deciso.
Non era più quella di prima, era cambiata.
Non subiva, non si vergognava a mentire, non si vergognava a divenire selvaggia se doveva.

Perché era così che la rendeva Peter, selvaggia.

La faceva camminare a testa alta, le aveva insegnato a far soffrire chi la faceva o chi l'aveva fatta soffrire, le insegnava una sorta di vendetta morale, le insegnava ad essere se stessa e lasciare uscire quello che prima si nascondeva in lei. Il fuoco.

Lei era fuoco e nessuno osava versarle addosso acqua, anche perché non si sarebbe spenta.

Peter era combustibile e la rendeva infiammabile fino alla cenere.

Quei due insieme erano un incendio in piena regola. 


  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > Bruno Mars / Vai alla pagina dell'autore: HooliganStory