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Autore: noxy2004it    12/11/2013    0 recensioni
La pioggia donava un colorito malinconico a Londra che gli era mancato. Opaco. Le case si specchiavano nell’acqua e l’immagine restituita era simile a una vecchia foto che aveva subito le ingiurie del tempo.
«Non sono stanco» aveva risposto lui. «Anzi, credo che suonerò un po’». Si voltò per osservare la madre di sottecchi. Percepì una stretta al cuore, lei aveva l’occasione di vederlo così poco e si faceva trovare in questo stato pietoso, era proprio un egoista. Tutto per Lily.
Lily, bruna, bella e ironica, imprigionata nei ricordi, così come l’aveva conosciuta. Era primavera. Erano bambini. Lei aveva un abito a fiori giallo e viola e un sorriso timido.
«Come ti chiami, bimbo?» gli aveva chiesto col suo ridicolo accento italiano.
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Londra settembre 2013
 
La solitudine era il tocco del pendolo che risuonava tra le pareti deserte della casa. Era la pioggia che batteva insistente sui vetri, lacrime di un cielo ignaro del dolore degli uomini.
La porta cigolò sui cardini. Passi leggeri entrarono nella casa. Alcuni erano rapidi, altri strascicati. L’ombrello con il suo carico d’acqua fu lasciato fuori dalla porta. In cucina, cominciò un tramestio sommesso di tazze e piattini. Qualcuno accese il fuoco nella stufa al centro della sala.
Un sospiro. Pesante.
«Riposati Harry, che ci fai già sveglio?».
La donna aveva una voce premurosa, velata dalla stanchezza. Era vestita di chiaro, con i capelli scuri tirati in una coda stretta. Si avvicinò al ragazzo che, fermo dinanzi la finestra, osservava il placido avanzare dell’acqua nel Tamigi che scorreva a poca distanza dalla casa.
La pioggia donava un colorito malinconico a Londra che gli era mancato. Opaco. Le case si specchiavano nell’acqua e l’immagine restituita era simile a una vecchia foto che aveva subito le ingiurie del tempo.
«Non sono stanco» aveva risposto lui. «Anzi, credo che suonerò un po’». Si voltò per osservare la madre di sottecchi. Percepì una stretta al cuore, lei aveva l’occasione di vederlo così poco e si faceva trovare in questo stato pietoso, era proprio un egoista. Tutto per Lily.
Lily, bruna, bella e ironica, imprigionata nei ricordi, così come l’aveva conosciuta. Era primavera. Erano bambini. Lei aveva un abito a fiori giallo e viola e un sorriso timido.
«Come ti chiami, bimbo?»  gli aveva chiesto col suo ridicolo accento italiano.


 
Londra, gennaio 2010

Oh, sì. Aveva avuto paura, Harry Styles, e tanta. Sua madre lo aveva iscritto ad X Factor, Lily lo aveva giocato, con il sorriso sulle labbra e i suoi occhi da cerbiatta.
«Hai detto a mia madre di X Factor? Ma sei…»
Lily gli aveva messo un dito sulle labbra. «Non dire pazza, Harry. Tu non avresti mai avuto il coraggio di farlo, così l’ho fatto io per te».
«Ma è X Factor. Tu… no, io non sono pronto».
«Certo che lo sei. Solo che non sai di esserlo».
«Avete falsificato la mia firma sul modulo!»
Ridacchiò. «Ovvio. Tanto sapevo che non avresti rifiutato».
Lui l’aveva fissata inarcando un sopracciglio, a braccia conserte. «Mi hai fatto venire da scuola di corsa, per partecipare a un massacro? Accennavi a un concerto, non a una farsa. Non sei stata onesta con me» piagnucolò.
La ragazza aveva portato le mani alle labbra con aria seria. «Tu sei un cantante molto dotato. Hai talento e passione. Quanto alla tecnica, so perfettamente che studiare lì ti aiuterà. Per cui, sta’ zitto e partecipa».
«Non se ne parla. E’ stato un colpo basso da parte tua!» aveva replicato Harry con veemenza.
Lily gli si era avvicinata e gli aveva messo le mani sul braccio. «No. Sin da piccoli sapevo che saresti arrivato in alto, sin da quando strimpellavamo la chitarra e il violino insieme. Non perdere questa occasione. Io ho fiducia in te».
Il ragazzo non aveva risposto subito. Aveva iniziato a passeggiare per la stanza. Quella ragazza aveva su di lui un ascendente molto forte, che trascendeva la forza di un legame tra amici. C’era voluto molto per portare alla luce quella consapevolezza, e questa certezza lo aveva spaventato. Non sapeva come lei avrebbe potuto reagire se si fosse fatto avanti, se… La osservò dubbioso, mentre l’entusiasmo e l’eccitazione iniziavano a sedurlo come demoni tentatori.
Senza parlare, lei si era avvicinata ancora. Gli aveva preso la mano, aveva seguito le linee del palmo fino ad arrivare ai polpastrelli. «Ce la puoi fare Harry. Credimi» gli aveva sussurrato.
E lui le aveva creduto.
  
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