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Autore: iwashere    13/11/2013    3 recensioni
Thadastian week, babes!
Day 1 : Cliché
Day 2: Parigi
Day 3: In un altra vita - AU
Day 4: Lezioni noiose
Day 5: Cucina
Day 6: regalo di compleanno
Day 7: Daddy
Day 8: First time
Genere: Generale, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Sebastian Smythe, Thad Harwood, Warblers/Usignoli | Coppie: Sebastian/Thad
Note: AU, Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Pairing: Thad/Sebastian.
Genere: Romantico, Fluff, Generale.
Avvertimenti: AU – Professor!Sebastian e Student!Thad.
Rating: Verde.
Parole: 1469.
Capitoli: 3/7.
Prompt: In un’altra vita.
Note D’autore: Questa storia partecipa alla Thadastian week, e premetto già di non essere sicura di poter pubblicare in tempo. Chiedo scusa in anticipo e vi terrò aggiornati durante la settimana, promesso <3
Note di betaggio: La sottoscritta iwashere, che ha betato quando era stanca e in ritardo. Se vedete un qualsiasi errore, let me know!
Disclaimer: I Thadastian non mi appartengono, ci credereste? *faccia indignata*
 
 

Hot for a teacher.

 
 
Sebastian ha ventiquattro anni, quando consegue la sua tanto agognata laurea e gli viene accordato il permesso di insegnare.
L’Ohio si dimostra più sconfinato e sconosciuto del previsto, e quando viene spedito ad un’anonima scuola di provincia, invece che alla prestigiosa Dalton Accademy dove aveva fatto domanda, all’inizio quasi si infuria con il si sistema, con sé stesso, con il mondo.
Ma Sebastian è sempre stato così: sputare fuori tutto e subito, per evitare che questo gli si accumuli all’interno, nelle viscere, e lo bruci come acido. Era stato così anche con il suo coming out: quando si era ritrovato ad accettare di guardare il culo ai ragazzi, lo aveva detto ai suoi genitori il prima possibile.
Alla prima lezione, alla quale sopravvive con solo un paio di palline di carta sulla schiena e tutte le ragazze del corso a fissarlo con sguardo imbambolato, non lo nota. In fondo è solo un altro dei suoi studenti ed è più piccolo di lui di cinque anni, perché dovrebbe guardarlo?
Quando legge il suo compito, il primo della classe e restituirlo, perfettamente stampato e impaginato, si ritrova ad appuntare solo un paio di cose su quelle quattro pagine e se ne stupisce a tal punto da decidere di osservarlo meglio la prossima volta.
Quando Thad va a ritirare il suo compito alla cattedra, il giorno seguente, il sorriso che gli spunta sul volto, pieno e fiero, Sebastian non sa definirlo. Non è la cosa più bella che abbia mai visto, perché Thad è ancora immaturo e innocente e intatto, ma è decisamente un sorriso che gli ricorda il suo di qualche anno prima.
Nel giro di qualche settimana, il cognome Harwood è sempre accompagnato dal voto migliore degli studenti e la media più salda.
Innamorarsi di Thad è stato graduale e inevitabile. Perché Sebastian si è innamorato dei suoi saggi, del suo modo di mordicchiare la matita mentre pensa ad una risposta durante un test, di come si illuminano i suoi occhi quando gli fa una domanda a cui sa rispondere.
Quando alla festa di Natale Thad si presenta alla sua scrivania, le guance rosse per il freddo e una scatola rettangolare in mano, a Sebastian si raggela il sangue nelle vene. Perché Thad non può amarlo, non quando ci sono ancora sei mesi di frequentazione scolastica obbligatoria. Non ora che Sebastian ha appena iniziato ad adattarsi in quella scuola.
Così lo guarda per un momento negli occhi, regalandogli silenziose illusioni di cui non è nemmeno consapevole e poi chiude il suo regalo nel primo cassetto, senza dargli nemmeno un’occhiata.
La delusione si legge nelle iridi profonde e scure di Thad, eppure lui, trasparente ma orgoglioso, gli lascia un sorriso quasi di cortesia ed esce dall’aula senza guardarsi più indietro.
Da quel giorno, nonostante la sua media non accenni ad abbassarsi nemmeno di un decimo, Thad smette di fare domande in classe.
 
 

* - * - *

 
 
L’orologio bianco appeso sopra la cattedra segna le nove di sera, e le palpebre di Sebastian sembrano così pensanti da minacciare di chiudersi dopo ogni secondo.
Dopo l’ennesima verifica corretta, il giovane insegnante rimette tutti i suoi fogli, e la sua penna rossa ormai scarica, nella sua vecchia tracolla e chiude l’aula, ben deciso ad andarsene a casa per poi buttarsi a letto senza nemmeno cambiarsi.
Quando passa davanti alla biblioteca, è la luce accesa ad incuriosirlo: la signorina Elizabeth avrebbe dovuto essere a casa già da almeno un paio d’ore.
Una volta entrato, individuare Thad è facile, basta seguire la leggerissima musica che proviene dal corridoio della filosofia. Allunga la testa e lo vede, con la schiena appoggiata allo scaffale di destra e le gambe incrociate e distese, che nonostante tutto non riescono a toccare la libreria a lui opposta. C’è qualcosa di profondamente pacifico in quella visione, pensa Sebastian, e gli viene quasi naturale mostrarsi del tutto facendo quasi sobbalzare il ragazzo, quando dopo una manciata di secondi si accorge della sua presenza.
“Professor Smythe, che ci fa qui a quest’ora?” chiede Thad, e il suo tono, nonostante sia più alto di qualche ottava per via della sorpresa nel vederlo, ha un che d’inquisitorio.
“Dovrei chiederlo io a te, Harwood.” Risponde a tono Sebastian, chiedendosi quando gli ha dato tutta quella confidenza.
Quando hai lasciato che ti innamorassi di lui?
“Devo assolutamente studiare per il test di fine anno di storia e filosofia, e a casa mia ci sono questi preparativi ingombranti e rumorosi per il diciottesimo compleanno di mia sorella, ed è assolutamente impossibile avere un po’ di calma lì.” Le spalle di Thad si abbassano e lasciano confluire al legno dietro di sé la tensione, come se anche solo il pensiero della sua famiglia riuscisse a calmarlo.
Sebastian lo invidia.
“La signorina Elizabeth ti ha dato il permesso di stare qui?” mentre lo chiede, gli occhi verdi del più grande passano in rassegna la pila di libri vicino ai piedi di Thad, e un sorriso gli spunta sulle labbra quando intuisce che no, la custode della biblioteca non aveva idea che Thad avesse intenzione di fare nottata lì dentro.
“Se vuoi posso darti una mano a prepararti. Almeno se ci trovasse qui insieme avremmo una buona scusa, no? E poi, chi pensi possa sgridare un professore?” si lascia scivolare lungo lo scaffale di fronte al suo studente migliore e prende un libro a caso, lasciando distrattamente la tracolla da qualche parte tra le gambe e la schiena di Thad.
Mentre legge le prime parole del manuale di filosofia che si è ritrovato tra le mani, Sebastian si rende conto di quanto stupido e avventato e stupido sia stato permettersi di entrare e preoccuparsi per Thad, ancora una volta.
Quando lo vede togliersi gli auricolari e spegnere la riproduzione musicale, Sebastian lascia andare un sospiro e riprende a leggere.
Passano tutta la notte a studiare e ripetere date e concetti, fino a quando, verso le tre del mattino, non cadono entrambi in un sonno troppo profondo da essere interrotto.
 

* - * - *

 
Dopo quella volta, il venerdì sera Thad e Sebastian si danno sempre appuntamento in biblioteca e il professore lo aiuta a prepararsi per la miriade di test finali che riempiono l’agenda di Thad, a volte facendogli domande o semplicemente ascoltandolo, mentre lui corregge i suoi compiti.
È diventata un’abitudine, e la prima volta che Thad gli dice “domani non posso venire”, Sebastian si rende conto di quanto sia diventata fondamentale e ovvia, e la cosa quasi gli fa paura. Perché si sente come a Natale, quando Thad aveva una cotta per lui e Sebastian non era pronto.
Sei pronto adesso?
Sebastian non lo sa.
 

* - * - *

 
L’ultima notte prima dell’esame, Thad la passa in biblioteca con Sebastian. Quando si sono resi conto di avere solo cinque anni di differenza, il professor Smythe è diventato semplicemente Sebastian, al di fuori dell’aula. Praticamente nessuno sa dei loro incontri di studio, esclusi loro due. Questo patto sancito silenziosamente tra una verifica corretta e una domanda a trabocchetto fa sentire Thad importante e Sebastian al sicuro.
Quando la crisi arriva, alle due e mezza e con il vuoto totale ad accompagnarla, Thad piange. Piange perché non può deludere i suoi genitori, perché non vuole perdere l’anno e perché si è impegnato dannatamente tanto per lasciarsi scappare un’occasione del genere per l’ansia. Eppure le lacrime non smettono di scendere, ed è come se Thad non potesse davvero farci niente, come se stesse accadendo a qualcun altro e lui potesse solo stare lì e guardare in silenzio.
Sebastian gli si fa più vicino e, mettendosi in pericolo e allo scoperto, lo abbraccia stretto, il gomito incastrato tra lo scaffale e le scapole di Thad e il suo viso sepolto tra qualche parte nelle pieghe del collo.
Quando Thad smette di tremare, Sebastian fa per lasciarlo andare, ma Thad gli arpiona la camicia azzurra e gli si rannicchia ancora più addosso. Rimangono così per minuti che sembrano infiniti, e quando il braccio dimenticato di Sebastian comincia a fargli male, è davvero costretto a mollare la presa.
“Perché l’hai fatto?” chiede Thad, e la sua voce è talmente sottile da dimostrare tutti gli anni che ha.
“Perché eri sconvolto, e perché anche io sono passato nel mezzo di una crisi da esame, credimi!” sorride, e quel perché sono innamorato di te gli rimane sulle labbra.
Ma a quanto pare deve essere anche incastrato tra qualche parte nei suoi grandi occhi verdi, perché Thad lo sta guardando come se fosse la prima volta, e dopo un secondo Sebastian non riesce più a metterlo a fuoco da quanto è vicino.
Baciarsi, dopo, è semplice come ricordare le parole della tua canzone preferita. Perché non sono il professor Smythe e l’alunno Harwood, quella sera e le altre mille a venire, sono semplicemente Thad e Sebastian.

 

* - * - *


Io ero completamente senza idee, questa mi è balenata in testa all'improvviso, spero vi piaccia! Leave me a comment, love,
Tatiana. <3

   
 
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