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Autore: Iris214    13/11/2013    3 recensioni
Seguito di "Between Blood and Love".
Dopo una divertente vacanza con Stefan, Liza torna in città intenta a voltare finalmente pagina. Ma le cose a Mystic Falls sembrano aver preso una piega inaspettata. Kol è apparentemente svanito nel nulla, mentre Klaus, seppur presente, sembra intenzionato a costruirsi un futuro con Caroline. Una nuova minaccia, nel frattempo, incombe sui protagonisti...
- Dal primo capitolo -
I capelli le ricadevano liberi sulle spalle, mossi appena dal vento che soffiava su Mystic Falls. Liza respirò quell'aria, immaginando fosse la stessa che, in quel momento e da qualche altra parte, stava accarezzando il viso e il corpo del ragazzo che amava. Ma dov'era Kol? Non riusciva a smettere di chiederselo, nonostante la consapevolezza che fosse sbagliato...
Genere: Drammatico, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Damon Salvatore, Kol Mikaelson, Nuovo personaggio, Stefan Salvatore
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Dark Paradise'
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Trick or treat?
 

Non è l'emozione di una festa a unire le genti ma il ritmo di una vita.
Andrea Natoli


 

Damon versò del caffè in una tazza e lo portò alle labbra soffermandosi ad annusarne l'aroma, prima di mandarne giù un lungo sorso. Di solito faceva colazione con un doppio whiskey, ma quella mattina gli sembrava di avere lo stomaco sottosopra e un martello pneumatico nel cervello, neanche fosse un umano alle prese con una sbornia colossale. Alzò gli occhi al cielo e buttò giù un altro paio di sorsi. Poi lasciò la tazza nel lavello e raggiunse il soggiorno mestamente. Stefan sollevò lo sguardo da uno dei suoi diari e lo indirizzò su suo fratello.
«Hai l'aria di chi ha trascorso la notte in bianco.» Sorrise, richiudendo il diario e appoggiandolo sul tavolino davanti a sé.
Damon gli rivolse un'occhiataccia, poi si lasciò cadere sulla poltrona. «Tu, invece, sei fresco come una rosa. Non dirmi che non hai sentito niente!»
Stefan aggrottò lievemente la fronte. «Sentito... cosa?»
«Nostra sorella e l'idiota, Stefan. Devi averli sentiti per forza!»
Stefan scosse la testa. «Certo che li ho sentiti. Ma nostra sorella e... l'idiota stanno insieme, adesso, Damon. In fin dei conti, non c'è nulla di male in ciò che fanno.» Sorrise ancora.
Damon fece roteare i suoi occhi azzurri. «Magari potrebbero essere più discreti! La mia camera è proprio accanto alla loro!»
«Se la metti così, la mia camera è proprio accanto alla tua. E quando sei in compagnia di Elena, non mi sembra tu sia tanto... discreto.»
Stefan sorrise sghembo, nonostante quello fosse per lui ancora un argomento scottante. Damon, invece, restò in silenzio per un po'. La frecciatina di suo fratello aveva fatto centro, come sempre d'altronde. Vide Stefan prendere tra le mani un altro dei suoi diari e, sbuffando, si alzò dal divano.
«Credo che questa full immersion nel passato possa bastare, per oggi!» Esclamò, strappando il diario dalle mani di suo fratello e appropriandosi rapidamente anche degli altri. «Stasera ci sarà un party al Grill. Festeggeremo Halloween tutti insieme!»
«Beh, io non parteciperò.» Rispose Stefan risoluto.
Damon ignorò completamente le sue parole. «Perfetto! Alle nove al Grill. E dillo anche a Liza e all'idiota. Ci sarà da divertirsi!» Ridusse gli occhi a due piccole fessure, poi sparì in corridoio con i diari al seguito. Stefan, perplesso, lo seguì con lo sguardo fino a che non scomparve dalla sua visuale. Il vampiro scosse la testa e sprofondò nel divano, proprio mentre Liza faceva il suo ingresso nel soggiorno. La ragazza, avvolta nella sua vestaglia rosa, assottigliò lo sguardo e si fermò a pochi metri da lui.
«Di cosa stavate parlando tu e Damon?» Domandò, stringendosi nelle braccia.
Stefan sembrò cadere dalle nuvole. «Oh... sì. Del party al Grill di questa sera. Damon ci vuole tutti lì e con tutti intende anche Kol.» Sorrise.
Liza annuì, poi raggiunse suo fratello sul divano. «Damon che desidera festeggiare Halloween insieme a Kol è decisamente... inquietante.» Ridacchiò. «Ma, dopotutto, siamo in tema.» Aggiunse. Stefan abbozzò un sorriso e Liza gli si fece più vicina.
«Fratellino caro, sai che non mi riferivo a questo quando ti ho chiesto di cosa stavate parlando tu e Damon. Sono un vampiro e le mie orecchie funzionano alla perfezione.» Ammiccò.
Stefan scosse la testa. «Se hai sentito tutto, cosa vuoi che ti dica? Damon è fatto così. Tieni a bada il tuo boyfriend e vedrai che, prima o poi, nostro fratello si abituerà alla sua presenza.» Disse, increspando le labbra. Liza gli rivolse un'occhiata perplessa. Dubitava fortemente delle parole del suo gemello, ma l'invito per quella sera poteva rappresentare un primo passo verso quell'agognata tregua. Doveva solo sperare che i due riuscissero ad arrivare interi alla fine della festa.
«Devo pensare a un costume per il party...» disse, rimettendosi in piedi. «Tu cosa indosserai?»
Stefan guardò negli occhi sua sorella per un istante, poi sospirò. «Non ne ho idea.»
La ragazza sorrise. «Ci penso io! Tu... togliti quell'aria malinconica dal viso. I ragazzi musoni non piacciono a nessuno!» Esclamò, facendogli la linguaccia e scoppiando a ridere, prima di correre al piano di sopra. A Stefan non restò che rassegnarsi: quella sera l'avrebbe trascorsa al Grill, con addosso un più che probabile improbabile costume e un finto sorriso stampato in faccia. Avrebbe declinato più che volentieri l'invito di Damon, ma con Liza era diverso. Finché poteva, non l'avrebbe delusa.

Kol rivolse l'ennesima occhiata perplessa allo specchio, prima di voltarsi verso Liza. La ragazza era intenta a ritoccare il suo rossetto vermiglio attraverso uno specchietto da borsetta. Sollevò lo sguardo dalla sua immagine riflessa e lo indirizzò su Kol, incontrando gli occhi scuri e accigliati del ragazzo.
«Che hai? Il costume non ti soddisfa?» Domandò contrariata, richiudendo lo specchietto e lanciandolo letteralmente sul copriletto verde acqua.
Kol inarcò un sopracciglio. Non amava mascherarsi e trovava decisamente strano che Damon lo volesse a quella festa. Ad ogni modo, ci sarebbe andato. Dopotutto, poteva sempre trovare il giusto modo di divertirsi, anche con addosso un costume in stile vittoriano. «Ripetimi da cosa sono vestito, per favore...» sospirò.
La vampira alzò gli occhi al cielo. «Sei Jonathan Harker. E io sono Mina, la tua sposa! Ti dice niente Bram Stoker?»
Kol si sistemò la camicia sotto il gilet nero e annuì. «Dracula... certo. Un'idea davvero originale!» Esclamò sarcastico.
Liza afferrò il soprabito scuro adagiato su una sedia e raggiunse l'originario davanti allo specchio. «Stefan non la pensa così.» Ridacchiò, porgendo l'indumento al ragazzo.
«Perché? Gli hai rifilato il costume di Lucy Westenra?» Chiese lui, ridacchiando a sua volta e prendendo il soprabito dalle mani della ragazza.
Liza scosse la testa. «No. Quello di Abraham Van Helsing! E gli sta davvero bene.» Ammise fiera.
Kol, senza smettere di ridere, indossò il soprabito scuro e Liza ammirò il risultato finale con aria decisamente soddisfatta.
«Adesso andiamo. Il party ci attende» Ammiccò sorridente all'indirizzo del vampiro e, sollevando appena la lunga e ampia gonna del suo vestito cremisi, raggiunse con lui l'uscita. A differenza del suo gemello e di Kol, a lei Halloween era sempre piaciuto. E la festa di quella sera, lo sentiva, sarebbe stata indimenticabile.

Varcata la soglia del Grill, Mr. e Mrs. Harker furono investiti dal rimbombante suono della musica dance e da una manciata di appiccicosi coriandoli. Liza infilò una mano sotto il braccio del suo cavaliere e insieme raggiunsero il bancone. Il Grill, per l'occasione, era stato completamente stravolto. Il biliardo era finito chissà dove, i tavoli erano posizionati lungo le pareti, nell'angolo libero accanto al bar c'era la postazione del d.j. e al centro tanto spazio per ballare. Kol rivolse un'occhiata divertita alla gente mascherata che si dimenava in pista, prima di ordinare il primo drink di quella serata. Liza, invece, si guardò intorno in cerca dei suoi fratelli. Individuò Damon ed Elena - felici e sorridenti - mascherati da Fantasma dell'Opera e Christine, seduti a uno dei tavolini. Di Stefan, invece, sembrava non esserci traccia. La ragazza prese Kol per mano e lo trascinò via dal bancone. Il ragazzo ebbe appena il tempo di prendere il bourbon con sé. Damon inarcò un sopracciglio alla vista dell'originario e di sua sorella, poi sorrise sghembo.
«Vi stavamo aspettando...» disse, sollevando il suo bicchiere. «Sedetevi e brindate con noi a questa piacevole serata... in famiglia!» Ammiccò.
Liza lo fulminò con lo sguardo. «Non brinderemo senza Stefan!» Esclamò, mettendosi a sedere.
Kol ghignò, scrollò le spalle e ammiccò in direzione di Damon, prima di prendere posto accanto alla sua ragazza.
Il vampiro assottigliò lo sguardo, ma decise di ignorare momentaneamente l'originario, quindi tornò a concentrarsi su sua sorella.
«Potrebbe non arrivare mai. Stef non ama questo genere di feste, anzi, non ama affatto le feste!»
Elena, dopo l'ennesimo sguardo contrariato di Liza all'indirizzo del fratello maggiore, appoggiò una mano sul braccio di quest'ultimo e sorrise.
«Aspettiamo ancora un po'. Sono sicura che verrà.»
«Ti ringrazio.» Liza guardò Elena negli occhi ricambiando il suo sorriso. Poi fece lo stesso con Damon, ma senza più sorridere. Voleva bene a entrambi i suoi fratelli, allo stesso identico modo, ma Damon in quel momento era il meno vulnerabile dei due. Lui aveva Elena al suo fianco e Stefan stava ancora tentando di abituarsi all'idea di averla persa. Si preoccupava per il suo gemello perché desiderava vederlo felice ma, da quando era tornata in città, nei suoi occhi aveva letto solo sofferenza. Abbassò lo sguardo sul tavolino per un istante e quando lo risollevò Stefan era di fronte a lei. Il vampiro diede una pacca sulla spalla di Damon, poi salutò Kol ed Elena. Liza notò con rammarico che non aveva indossato il costume che aveva scelto per lui.
«Wow! Stefan mascherato da... Stefan!» Ridacchiò Damon, sotto lo sguardo divertito di Kol e quello severo di Liza.
«Decisamente... il più originale di tutti!» Incalzò il giovane Mikaelson, prima di ricevere una gomitata dalla sua ragazza. Liza si alzò in piedi, raggiunse Stefan e, prendendolo per mano, lo condusse verso la pista da ballo, il tutto sotto lo sguardo contrariato di Kol.
Damon sorrise sghembo. “Benvenuto nel club!” Esclamò sarcastico, prima di scolarsi il resto del drink.

Stefan si ritrovò sua sorella tra le braccia, proprio mentre la musica si faceva più soft.
«Liza, sai che detesto ballare.»
«Lo so. Ma non hai indossato il costume che avevo scelto per te con tanto amore, quindi ti tocca farti perdonare!»
La ragazza sorrise e Stefan scosse la testa, ricambiando a suo modo quel sorriso. Poi la strinse a sé un po' di più.
«Come sta andando la serata? Damon è ancora intero, quindi immagino che, per ora, sia tutto sotto controllo.» Ridacchiò.
Liza annuì. «Per il momento si sono scambiati solo qualche sguardo truce. In realtà, non sono preoccupata per Damon e Kol, Stefan, ma per te.»
Il vampiro inarcò un sopracciglio. «Sto bene, di cosa ti preoccupi?»
«No, non stai bene. Passi il tuo tempo chiuso nello studio insieme ai tuoi diari, fuggi la mia compagnia, quella di Caroline...»
«Caroline è impegnata ultimamente. Insieme a Klaus.»
«Okay, ma...» Liza esitò per qualche istante. Ogni volta che nella sua mente si affacciava l'immagine di Klaus in compagnia di Caroline, a lei mancava l'aria. E ancora non riusciva a spiegarsene il motivo. «Credo che un po' di tempo per te possa trovarlo. E' tua amica. Prova a chiamarla, mandale un sms...»
Stefan roteò gli occhi verdi. «Liza, no! Sto bene così. Non temere, non ho intenzione di suicidarmi.» Sorrise sghembo. Liza battè il pugno sul petto del suo gemello.
«Non sei divertente.»
«Nemmeno tu lo sei, quando insisti così!»
Restarono occhi negli occhi, senza dire niente, fino a quando il lento finì. Poi Stefan si allontanò piano da lei, indietreggiando di pochi passi.
«Sei davvero bellissima stasera, Liza. Il rosso ti sta d'incanto.» Sorrise dolcemente, prima di voltarsi e scomparire tra la gente.
La ragazza mosse un passo in avanti, intenta a seguire suo fratello, ma le dita di Kol intorno al suo polso glielo impedirono. Liza si voltò di scatto e i suoi occhi si piantarono in quelli del vampiro.
«Posso avere anch'io l'onore di un ballo?»
«Adesso non è il momento, Kol.»
«E quando sarebbe il momento? Siamo a una festa! E tuo fratello non ha bisogno di una balia!»
Liza si liberò dalla presa di Kol con uno strattone.
«Intendo solo assicurarmi che stia bene. E' tanto difficile da comprendere per te? Oh, già, dimenticavo! A te non importa un bel niente dei tuoi fratelli, come potresti capire?»
Così dicendo, abbandonò la pista e raggiunse velocemente l'uscita. Camminò nel parcheggio per un po', sperando di trovarlo lì, ma di Stefan non c'era più traccia. In compenso, Kol era proprio dietro di lei. Liza alzò gli occhi al cielo, poi sorrise appena e si voltò.
«Non mi piacciono i ragazzi appiccicosi.»
Kol ridacchiò. «Io non sono il tuo ragazzo, Mina, sono tuo marito!»
L'originario azzerò le distanze dalla vampira e la strinse a sé, poi appoggiò le labbra su quelle di lei e la baciò. Liza ricambiò il bacio, poi guardò Kol dritto negli occhi.
«Prima sono stata una vera stronza, scusami, è che...»
Lui sfiorò le sue labbra con un dito. «Non devi scusarti. Dopotutto, ciò che hai detto è vero. Non m'importa dei miei fratelli e non m'importa dei tuoi. Solo tu conti per me, Liza, il resto può anche fottersi.» Sorrise sghembo.
Liza si lasciò andare tra le sue braccia, affondando il viso nel suo petto e respirando il suo profumo.
«Spero che, prima o poi, Stefan possa essere felice quanto lo sono io.» Sussurrò, cercando ancora lo sguardo del ragazzo che amava.
Kol non disse nulla. Increspò appena le labbra e poi la baciò ancora, stavolta con più fervore. La sua lingua accarezzò la gola della ragazza per poi scendere giù, fino a lambire la pelle candida lasciata nuda dalla scollatura del costume rosso. Liza chiuse gli occhi e gemette debolmente, ma quando li riaprì ebbe un sussulto. Un bambino dai capelli biondi, in smoking bianco con tanto di cilindro e mantello, era fermo a pochi metri da loro e li stava osservando.
«Kol, smettila! Non siamo soli!» Esclamò imbarazzata.
Il vampiro, con una smorfia di disappunto sul viso, si voltò verso la piccola presenza, la fissò per un istante e infine mosse un paio di passi nella sua direzione.
“Non è un po' tardi per giocare a dolcetto o scherzetto? Tornatene da mamma e papà!” Gli disse, ma il bambino non si mosse. Kol vide i suoi occhi, tinti di un azzurro intenso quasi innaturale, indugiare a lungo su di sé e provò un senso di disagio mai avvertito prima. Il bambino sembrò accorgersene, dato che spostò improvvisamente la sua attenzione su Liza.
“Non so dove siano i miei genitori.” Disse, facendo spallucce e mettendo il broncio.
Liza si mosse veloce nella sua direzione e gli si accoccolò davanti col sorriso sulle labbra.
“Non temere, ti aiuteremo a trovarli!” Esclamò, accarezzandogli dolcemente una guancia.
Kol sbuffò e il bambino, dopo alcuni secondi di silenzio, scosse la testa.
“Non li troverete mai. Loro non sono qui... io non ho né una mamma né un papà.” Asserì, senza mai distogliere il suo sguardo da quello di Liza. La ragazza si rimise in piedi e aggrottò la fronte, perplessa. Che razza di storia era mai quella?
Sempre tenendo d'occhio il bambino biondo, si allontanò da lui di un paio di metri e fece cenno a Kol di avvicinarsi. Il vampiro notò l'espressione accigliata del suo viso, un'espressione che conosceva, ormai, piuttosto bene e che non presagiva nulla di buono.
“Che hai in mente? No, Aspetta! Non sono sicuro di volerlo sapere.”
Lei lo fulminò con lo sguardo. “Hai sentito cosa ha detto? Non ha i genitori, non possiamo dirgli semplicemente okay e tornarcene a casa come niente fosse!”
Kol scosse la testa. “E cosa dovremmo fare? Adottarlo? E poi... guardalo! Se non ha i genitori, chi diavolo gli ha messo addosso quell'inquietante costume? E' un marmocchio, Liza, e i marmocchi dicono un sacco di bugie!”
“Solo i marmocchi?” La ragazza assottigliò lo sguardo e Kol sospirò, apparentemente disorientato. Si portò una mano tra i capelli e li scompigliò, poi, rassegnato, incrociò le braccia al petto.
“Avanti, dimmi cosa intendi fare.”
Gli occhi castani di Liza scintillarono e i lineamenti del suo viso divennero improvvisamente più distesi.
“Presto lo scoprirai!” Esclamò sorridendo.

   
 
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