Prologo.

La mia storia è una di quelle solite strappalacrime purtroppo. Mi chiamo Moon e fino al giorno del mio quindicesimo compleanno, credevo di essere una ragazzina qualunque. Quel giorno cambiarono molte cose, troppe forse. Ma fino a quel giorno, di cui credo non sia ancora il momento adatto per parlarne, la mia vita era sempre stata molto tormentata. Sono orfana dall'età di tre anni e non ricordo assolutamente nulla sui miei genitori. So solo che sono morti mentre eravamo in crociera, a causa di una turbolenza che ha fatto rompere la nave. Sono viva per miracolo. Non so come ho fatto a salvarmi, non lo sa nessuno. Tutti i passeggeri sono morti, io sono sopravvissuta e nessuno sa il perchè. Nessun testimone che mi abbia vista annegare o viceversa. So solo che, da come mi racconta mio nonno, qualcuno deve avermi trovata coricata su una scialuppa di salvataggio e mi abbia riportata in un porto. Ho dei ricordi sfocati di quel giorno, ma ero piccola e non sono del tutto sicura. Ricordo che le onde erano alte e che mia madre mi teneva stretta a sè, appunto su questa scialuppa. E subito dopo, un'onda ha travolto la barca, facendo scomparire mia madre nel nulla. Già, non ricordo un granchè. Da quel giorno, mio nonno Alfred, padre di mia madre, mi ha preso con sè. Mia nonna morì qualche mese prima della mia nascita, quindi per lui fu una gioia avere qualcuno come compagnia. Mi mandò all'asilo, ma dopo una settimana non mi ci portò più. Non socializzavo coi bambini. Ero depressa già a quell'età. Ma erano i miei genitori e mi erano stati portati via senza un motivo, mi pare normale che non avessi la forza di sfogarmi con nessuno. 'Vedrai che un giorno ti farai un'amica.' mi diceva sempre mio nonno per rallegrarmi. 'Ne sei sicuro nonno?' chiedevo speranzosa. 'Certo, tesoro. Ti prometto che un giorno avrai un'amica meravigliosa che ti tratterà come la sua sorellina.' E come per uno strano scherzo del destino, il giorno del mio quinto compleanno conobbi Sarah, la ragazza che riuscì a cambiarmi la vita per sempre. Al tempo si era appena trasferita nella casa davanti alla mia e malgrado avesse quattro anni più di me, legammo fin da subito. I suoi genitori erano persone meravigliose e mi hanno sempre trattata come loro figlia e Sarah, a sua volta, come una sorella minore. Anche lei aveva qualche problema a socializzare, ma almeno qualche amico ce l'aveva. Io invece avevo solo lei, lei e basta. Era il mio punto di forza. Le raccontavo tutto, mi fidavo ciecamente di lei. E sapevo che sarebbe stato così per sempre.