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Autore: __Stypayhorlikson    14/11/2013    2 recensioni
Domenica, 2 Maggio 1993.
Cara Mimmy,
ti ricordi il 2 Maggio 1992, il giorno più infernale di questa vita così agra?
Spesso mi dico che forse non è stato il giorno più spaventoso, ma è stato il primo di una lunga serie, e quindi me lo ricordo come il peggiore. [...]
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Louis scrive un diario indirizzato all'amico immaginario Mimmy dove racconta la sua vita che passa con una guerra da superare: quella che tra il 1991 e il 1993 ha dilaniato la ex-Jugoslavia a causa del tentativo della Serbia di Milosevic di imporre la propria supremazia sulla Bosnia, a prevalenza musulmana. Louis è un ragazzo di Sarajevo e il suo diario è un documento drammatico di quanto la guerra tolga la libertà, la crescita e soprattutto l'amore.
#larry
Genere: Drammatico, Guerra, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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                                                Sarajevo.

Lunedì, 3 Marzo 1992
Cara Mimmy.
Ieri finalmente ho mangiato un po’ di pane. Una fetta e l’abbiamo divisa io, mamma e papà. I vicini di casa, la famiglia Styles, per adesso si stanno riparando da noi. La loro casa non è molto sicura, infatti non c’è neanche la cantina per eventuali bombardamenti in casa. Loro sono molto buoni. Ho fatto amicizia con il figlio. Si chiama Harry ed ha sedici anni. Ha i capelli ricci e gli occhi verdissimi. E’ alto per la sua età ed è molto simpatico. Mi ha detto che ha paura. E’ normale, chi non ha paura della guerra?
                                                           Louis.
Giovedì, 17 Marzo 1992
Cara Mimmy.
La guerra non è per niente uno scherzo. Distrugge, uccide, brucia, divide, semina dolore. Oggi è caduta una pioggia di granate nel centro storico della città. Ci sono state delle esplosioni terribili. Siamo scesi giù in cantina, quella fredda, buia, disgustosa cantina. E la nostra non è neanche molto sicura. Mamma, papà ed io siamo rimasti in piedi, stringendoci l’uno contro l’altro in un angolo che ci sembrava sicuro. I vicini stavano sotto ad un tavolo vecchio. Harry stava seduto a terra a gambe incrociate piegato su se stesso. La madre e il padre si abbracciavano e con una mano il padre manteneva la mano del figlio. Harry piangeva e tremava. Profondi singhiozzi uscivano dalla sua bocca. Una volta finiti i bombardamenti, all’alba, mi sono avvicinato a lui e l’ho abbracciato. Lui si stringeva a me come se non avesse mai dato prima un abbraccio a sua mamma o a qualcun altro. In quel momento mi sono sentito anche protetto tra le sue braccia. Poi ci siamo addormentati, sul pavimento lurido di quella cantina, abbracciati.
Quando mi sono svegliato i miei genitori non c’erano. E neanche quelli di Harry. Il mio stomaco brontola.
Harry parla. Mi chiede se ho fame, io rispondo di si. Lui sorride e si alza cacciando da sotto ad un telo una sacca. C’era acqua e pane e qualche cibo in scatola. Stacca un pezzo di pane e me lo porge. Lo ringrazio con un sorriso e lo divoro. Anche lui si mangia il suo piccolo pezzo, ma con più tranquillità. Poi rimette a posto e rimette la sacca sotto al grande telo. Mi ristendo e fisso il soffitto.
Harry mi si stende accanto. Faccio un rutto. Lui mi guarda e ride, così inizio a ridere anche io. Non sappiamo il motivo. Un boato simile ad un tuono ci ferma le risate e dei passi svelti che scendevano le scale riecheggiavano nella cantina quasi spoglia. Harry mi dice che ha paura ed inizia a tremare. Gli accarezzo la guancia e gli dico di stare vicino a me. Mio padre chiude la porta con un lucchetto. Esplosioni, bombardamenti e granate arrivarono alle nostro orecchie come un suono ovatto. Harry mi stringeva la mano, come per farsi forza.
Ora è l’alba e sto scrivendo il diario. Harry addormentato sulla mia schiena e i nostri genitori a cercare coperte o cestini in casa mia. Spero che oggi non ci siano bombardamenti.
                                                                Louis.
 Lunedì, 20 Aprile 1992.
Harry, ieri sera, piangeva. Diceva che voleva andarsene da Sarajevo. Beh, sinceramente l’ho pensato anche io. Ma non sopporterei di lasciare qui mamma e papà, il nonno e la nonna, Harry. Io ed Harry nell’ultimo periodo abbiamo stretto tantissimo, gli voglio molto bene e mi piace. Infatti ieri notte, mentre i nostri genitori dormivano ci siamo baciati. Un bacio normale. Ho appoggiato le mie labbra sulle sue e siamo rimasti così per dieci secondi. Poi ci siamo staccati e ci siamo guardati. Io gli ho sorriso ma lui si è alzato e si è andato a mettere nel suo posto. Ha indossato la sua coperta e si è messo a dormire. Ci sono rimasto male, perché, andiamo. Perché ha reagito in quel modo? Ora mi evita. Ed io mi sento in colpa. Gli dovrei parlare? Non so neanche perché l’ho fatto, forse perché mi piace troppo. Oddio che confusione che ho in testa!
                                                                  Louis.
 
Domenica, 2 Maggio 1993
Cara Mimmy,
Ti ricordi il due Maggio 1992, il giorno più infernale di questa vita così agra? Spesso mi dico che forse non è stato il giorno più spaventoso, ma è stato il primo di una lunga serie, e quindi me lo ricordo come il peggiore. Non potrò mai dimenticare il puzzo della cantina, la fame, i vetri che s’infrangevano, il terrore quando bombardavano, Harry. Eh si, Mimmy. Lui non me lo scorderò mai. Mi mancano i nostri baci rubati la notte, il nostro primo vero bacio, le sue mani che stringevano le mie quando aveva paura, i suoi occhi, i suoi capelli, lui. Beh, Harry ha avuto il coraggio di andarsene, di scappare dalla guerra. E, a pensarci, ha fatto bene. Ormai sono quasi due settimane, se non sbaglio che se ne è andato e mi manca sempre di più. Chissà se lo ritroverò, se ritornerà una volta finita la guerra. Non ci spero più di tanto. I bombardamenti sono diminuiti per fortuna, segno che la guerra si sta concludendo.
Mi manca Harry. Terribilmente.
Io lo amo.
                                                         Louis.
 
Venerdì, 7 Ottobre 1993.
Cara Mimmy,
In questi giorni tutto è trascorso in modo tranquillo. Niente bombardamenti. Grazie a Dio vado a scuola, leggo e suono anche il piano.
L’inverso si sta avvicinando, ma non abbiamo più nulla con cui scaldarci. Ho guardato il calendario ed ho l’impressione come se tutto il 1993 finirà per essere segnato dalla guerra. Dio mio…due anni persi ad ascoltare i bombardamenti, due anni di sofferenza, due anni trascorsi in attesa della pace. Osservo la mamma e il papà, in due anni sono invecchiati di dieci. E io? Io non sono invecchiato, io sono cresciuto anche se, onestamente, non so come. Finalmente ho avuto notizie da Harry. Mi ha inviato una lettera che diceva di stare bene e che lui ora si trova in Inghilterra con la famiglia. Mi ha scritto io come stavo e sperava che non fossi morto. E alla fine mi ha scritto ti amo. Si, mi ha scritto ti amo. Quindi significa che gli piaccio ancora e che mi ama? Lo devo subito rispondere.
                                                                       Louis.
 
Mercoledì, 5 Febbraio 1994.
Cara Mimmy,
Ora sono in Inghilterra. Ho diciannove anni e il mio ragazzo diciotto. La guerra a Sarajevo è finita ma, io e la mia famiglia, siamo partiti e abbiamo raggiunto la famiglia Styles in Inghilterra, non volendo stare ancora in quella terra di terrore.
Ho rivisto ad Harry dopo tantissimo tempo. L’ho baciato davanti a tutti, non pensando ai miei genitori o i suoi. Ci hanno accettato ed ora io ed Harry abitiamo da soli in una casa a Doncaster.
Lo amo tantissimo. E ieri sera abbiamo fatto per la prima volta l’amore.
Lo amo, lo amo, lo amo.
Non smetterò mai di ripeterlo perché…cazzo loamo.
Lo sposerò un giorno, lo prometto.
                                                              Louis.
 
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 La dedico ad Ida che mi supporta sempre, ti voglio bene pecora <3     
   
 
  
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