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Autore: Meli_Nymeriah    14/11/2013    6 recensioni
Day 1: "È cliché il fatto che, appena il nuovo studente mette piede alla Dalton Academy, Thad si sente magneticamente attratto da lui. [...]"
Day 2: "Era uno spettacolo straordinario poter osservare Parigi nel cuore della notte. [...]"
Day 3: Hybrid!AU "La neve per Thad era la pace dei sensi. [...]"
Day 4: "Harwood, ti sto maledicendo in lingue morte e sepolte da più di duemila anni. [...]”
Day 5: In costruzione...
[Thadastian Week]
Genere: Azione, Comico, Fluff | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Sebastian Smythe, Thad Harwood | Coppie: Sebastian/Thad
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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DAY 4: Love Never Grows Old

(But Eventually Falls Asleep)


 
  “Harwood, ti sto maledicendo in lingue morte e sepolte da più di duemila anni.”
 
  “Chissà che strana forma di voodoo mi avrai scagliato contro…”
 
  “Una letale, spero.”
 
Sebastian Smythe conosceva innumerevoli e svariati modi per passare piacevolmente una domenica pomeriggio, ma nessuno di questi prevedeva nemmeno lontanamente il suo sedere incollato alla sedia di un ospizio e le sue mani impegnate nel - molto più che - disperato tentativo di ricamare un centrino all’uncinetto.
 
Come ci era finito? Grazie a Thad Harwood, naturalmente.
 
Non poteva credere che il suo ragazzo l’avesse convinto a fare una cosa del genere - o meglio ci credeva eccome perché, da quando Thad aveva scoperto quella parolina magica passepartout che apriva tutte le porte del suo cuore, il libero arbitrio di Sebastian si era fondamentalmente annullato - ma non aveva idea che sarebbero arrivati fino a quel punto.
 
Più o meno, era andata così:
 
 
  “Nonnina vuole che andiamo ad assistere alle sue lezioni di uncinetto.”
 
  “Scordatelo.”
 
  “…”
 
  “…”
 
  “Pecorina.”
 
  “Cosa stiamo aspettando? Andiamo prima che Nonnina passi a miglior vita!”
 
  “Sebastian!”
 
  “Non è carino fare aspettare gli anziani…”
 
 
E ora si trovava lì, in quella stanza che puzzava più dei calzini di Jeff dopo l’allenamento di Lacrosse, a cercare di abbracciare la nobile quanto antica arte del ricamo, in compagnia solamente di Thad, Nonnina, un vecchietto che russava con la testa abbandonata su un termosifone rotto e un canarino imbalsamato.
 
Un momento.
 
Un canarino imbalsamato?
 
  “Thad, l’uccello…”
 
  “Rimane nei tuoi pantaloni. Questi non sono né il luogo né l’ora adatti.”
 
  “Parlavo del canarino!”  Sebastian indicò il piccolo animale morto in bilico sul trespolo di una gabbietta impolverata, appoggiata proprio sul tavolino di fianco alla poltrona di Nonnina. “È chi penso che sia?”
 
  “Pavarotti, la vecchia mascotte dei Warbler, sì.”
 
  “Quella che Hummel ha assassinato.”
 
Thad alzò gli occhi al soffitto, dove muffa e ragnatele si erano raggrumate, e scrollò le spalle. “Nonnina si sentiva sola e voleva un animaletto, ma è troppo vecchia per occuparsene.”
 
  “Quindi hai pensato bene di regalargliene uno già morto?”
 
  “Ma non dirlo a Nonnina! È convinta che stia solo dormendo!”
 
  “Ma Nonnina è il suo vero nome o…?”
 
  “Si chiama Concepción Apolinaria Donaciana Asunción Itzayana Maritza Xochitl Zenaida Trinidad Tonantzin Miroslava Herculana Teodora.”
 
Sebastian sbatté le palpebre confuso e sentenziò: “Vada per Nonnina.”
 
Thad sorrise, immerso nei ricordi. “La mia bisnonna ha avuto molte figlie – spiegò – è da zia Teodora che viene il mio nome.”
 
Sebastian, ovviamente, rise sotto i baffi per i successivi quaranta minuti.
 
Quando la noia era sul punto di raggiungere un’intensità tale da fargli sfiorare la follia e il suo centrino aveva ormai preso la forma di un armadillo storpio con evidenti sintomi da abuso di steroidi, il vecchietto seduto di fianco al termosifone si svegliò di soprassalto e Sebastian trovò finalmente qualcos’altro su cui concentrare l'attenzione oltre al canarino imbalsamato.
 
  “Harwood.”
 
  “Cosa vuoi?”
 
  “Nonnino sta puntando Nonnina.”
 
  “Come lo sai?”
 
  “Sento la tensione sessuale aleggiare nell’aria.”
 
  “Che schifo.”
 
  “Guardalo, sta sbavando sul suo centrino.”
 
Thad si sporse per sbirciare verso l’anziano. “Non è che sta soffocando nella sua stessa saliva? Dovremmo chiamare l’infermiera?”
 
  “Vecchio! Ehi, guardami!”
 
  “Ma che fai?!”
 
  “Nonno, il tuo nome?”
 
L’uomo impiegò un lungo minuto per deglutire e formulare la risposta: “Jean André Louis Gérard Antoine Philippe de la Taille des Essarts.”
 
  “Eh, sono anime gemelle, lui e tua nonna.”
 
  “Ma da quando in qua lavori per Meetic versione anziani, tu?”
 
  “Mandiamo un sms con il nome di lui e uno con il nome di lei e vediamo se c’è affinità?”
 
  “Ti finisce il credito se mandi abbastanza sms da farci stare tutti i loro nomi.”
 
  “Allora proviamo con le date di nascita?”
 
  “Nonnina è nata su una nave da guerra, mentre bombardavano una flotta nemica un giorno non bene identificato di agosto.”
 
  “Quando si dice la sfiga.”
 
L’anziana concluse il centrino numero cinquantaquattro e lo buttò in mezzo al mucchio dietro la poltrona, poi alzò finalmente gli occhi sul nipote e sembrò illuminarsi: “Cosa ci fai tu qui?”
 
  “Siamo qui da più di quattro ore, eh” fece notare giustamente Sebastian.
 
  “Siamo venuti per farti compagnia durante le tue lezioni di uncinetto!”
 
La vecchietta li fissò, stringendo gli occhi per qualche istante, poi sbuffò: “Bene, ora levatevi dai piedi.”
 
Thad spalancò la bocca, mentre sua nonna si alzava stiracchiandosi la schiena.
 
  “Jean! Stacca la faccia dal termosifone e accompagnami alla mensa!” ordinò, agitando il bastone da passeggio verso il nonno, che ubbidì immediatamente, ora d'improvviso più arzillo. Le offrì il braccio e lei si agganciò; avanzarono insieme verso l’uscita, più o meno senza barcollare.
 
  “Mi sa che l’abbiamo sottovalutata” commentò Sebastian, poi aggiunse inclinando il capo: “Non è romantico? È come vedere noi tra cinquant’anni.”
 
  “Sono un po’ preoccupato, forse dovrei seguirli comunque?”
 
  “Di cos’hai paura? Che prendano l’acqua gassata al bar? La vita è tutta un rischio, Harwood!” Sebastian si stiracchiò verso di lui, passandogli un braccio sulle spalle. “Allora, adesso che siamo soli, cerchiamo uno stanzino delle scope o… delle sedie a rotelle così puoi saldare il tuo debito?”
 
  “Quanto romanticismo, Smythe. Comunque va bene, mettiti a quattro zampe.”
 
  “Cosa?”
 
  “Eh, mica avevo specificato chi era l’attivo.”





Note:

Ci scusiamo dal profondo del nostro cuore con la vostra intelligenza, non era assolutamente nostra intenzione offenderla.
Questo è quello che succede in chat tra Meli e Nym la sera (se mai aveste azzardato l'ipotesi che avessero davvero più di un neurone in due).
I dialoghi sono letteralmente pezzi di chat estrapolati e ricopiati su word, poi conditi di azioni qua e là.

Ci dispiace, davvero ._.

Brancoliamo nel buio per i prossimi prompt, ci saranno o non ci saranno? Boh.
Comunque avete tutto il diritto di sperare che la follia termini qui.


(E Nym vi ringrazia tantissimo per aver letto l'AU, avete sprecato 3 minuti della vostra vita che lei ha risucchiato BWAAHAHAHA)

(E Meli continua a sostenere che "Rindindindindin" sarebbe stato il titolo più ridicolo della storia)

 
   
 
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