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Autore: InspiredByBieber    14/11/2013    6 recensioni
Non sapere in che cosa ti stai cacciando e sapere che hai sempre la tua migliore amica con te. Scappare da un passato burrascoso e pieno di litigi, scappare dalla persona che eri prima di tutto questo. 
E adesso, eccoci qua. Al college.
Benvenuti matricole, che la vostra Clique vi possa dare il benvenuto in Florida!
Genere: Commedia, Erotico, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Justin Bieber
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Mi alzai strisciando dal letto, con la sbronza ancora in circolazione. Mi sentivo affaticata come mai mi ero sentita e soprattutto mi sentivo un viscido verme.
 
«Vai un po’ più in là» dissi ad Acacia. Lei si lamentò e borbottò qualcosa che non capii, poi mi fece spazio nel suo letto. Ci entrai e sospirai.
«Che ti prende, mamacita?»
«Non lo so, ma ho come l’impressione che sia successo qualcosa» fissai il soffitto e immaginai diverse congetture riguardo alla notte precedente… ma perché mi veniva in mente tutto questo? Non ricordavo veramente niente.
«Eri veramente fradicia» sghignazzò.
«Cosa?» sbottai, voltandomi verso di lei. Teneva ancora gli occhi chiusi e sorrideva. Improvvisamente il suo respirò ritornò regolare e profondo. Si era riaddormentata.
 
Mi alzai e scesi per andare in camera di Jamie. Era sveglio che frugava nel suo armadio.
 
«Ciao macho, ho bisogno che tu mi dica qualcosa» entrai e mi buttai sopra il suo letto.
«Dimmi, Amie»
«Non ricordo che cos’è successo ieri…»
«Be’» si schiarì la voce «ieri abbiamo bevuto un po’ troppo tutti»
«Voglio sapere se qualcuno ha combinato qualcosa»
«Tu?» decise di mollare ciò che stava facendo e mi rivolse il suo sguardo leggermente assonato «Tu di sicuro. Spero che vada a scusarti con tutti»
 
Cosa?
«Jamie, dimmi che casino ho combinato» sbiancai.
«Amie, non so che cosa ti stesse bighellonando in quella testa stramba e contusa, ma hai fatto litigare Cory con Justin, mentre Eric è stato attaccato. Come se non bastasse Ian era incazzato nero con Angie e Hilda ti stava per attaccare al muro»
Trasalii.
«Scherzo, ho reso le cose troppo morbose» ridacchiò «ma hai combinato veramente un disastro»
Riuscii di nuovo a respirare.
«Non è divertente, Jamie»
 
«Lo so, scusami… ma Amie, non hai nessuna motivazione per cui incazzarti dopo quello che hai combinato»
«Non mi servi tu per farmelo capire» risposi, irritata.
«Non ti capisco…» svuotò l’armadio e fece cadere tutto a terra. Lo guardai stupefatta. «hai miliardi di scelte… hai il catalogo di ragazzi che ti vuole, ma non riesci a deciderti»
Aggrottai la fronte. «Prima di tutto, non è questione di avere cataloghi, perché non è così. Come seconda cosa, che cosa dovrei decidere? Siete tutti così ambigui che mi sta venendo il mal di testa»
 
Sbuffò.
«Non sono io che ti devo dire tutto, lo capisci vero?»
«Chi mi dovrebbe dare le risposte, allora?»
Fissò qualcosa dietro le mie spalle. «Guardati dietro, eccoti le risposte» sussurrò e mi voltai come se ci fosse un mostro.
 
Sulla soglia della porta c’era Eric. Che cosa c’entrava Eric in tutta quella situazione?
Oh, no…
 
«Scusami» si inginocchiò. «sono un incosciente, ma ho bisogno che tu ritorni con me»
«Eric, che cosa sta succedendo?» chiesi, alzandomi e facendolo alzare da terra.
«Io…» si alzò con un sospiro «credo di essere innamorato di te e non voglio che termini tutto così»
«Non dire sciocchezze!» lo portai in salone. Per fortuna nessuno era ancora sveglio. «Per caso hai bevuto?»
«No, Amie. Non ho bevuto» si mise il viso tra le mani.
Deglutii rumorosamente.
«È la situazione che ti sta confondendo… tu non sei innamorato di me. È una cosa impossibile! Mi conosci solo da poco tempo e non…» mi stavo contorcendo tutta per spiegarglielo. Per spiegarlo più a me che a lui e lo shock per la scoperta di quello mi fece impazzire.
 
Sentii dei passi e poi una porta chiudersi.
 
«Amie…» Eric mi guardò dritto negli occhi. «Non sarei venuto qua, rischiando la mia sicurezza, se non fosse così»
«Ma che diavolo stai farneticando?» stava esagerando.
«Justin e Cory mi ammazzano se mi vedono qua… ma credo che ne valga la pena» mi si avvicinò e mi cinse dai fianchi. «Io, Amie McKenzie, ti amo»
Sospirai e incrociai i suoi occhi. «Non ti aspetterai mica che ti dica lo stesso?» ridacchiai, non potendo fare altro.
Lui scosse la testa sorridendomi. «No, non te lo sto dicendo perché voglio che tu ricambi… lo so che non sei ancora pronta»
«È stato veramente pericoloso, sai» ammisi, scherzando. «una padellata in testa non ti avrebbe fatto male, però»
 
Gli si aprì un sorriso più grande del viso, capendo la mia intenzione e mi strinse ancora di più. Non potei fare altro che ricambiare e capire che non sarebbe stato veramente un male ritentarci. D’altronde Eric mi era piaciuto tanto, non mi costava nulla.
 
«Però» aggiunsi, slegandomi dal suo abbraccio. «Non voglio che tu ti faccia illusioni su nulla. Ci riproviamo, ma io non voglio che si creino situazioni strane, d’accordo?» nonostante tutto, però, c
’era qualcosa che probabilmente non andava. Non andava bene.
«Potrò attendere» ammiccò.
«Okay, allora questo è il momento in cui te ne vai altrimenti verrai mangiato dalle bestie»
«Non ho più paura» mi baciò sulla guancia «ma devo andare perché i miei genitori devono venire a casa per pranzo. Devo preparare tutto»
Ero felice che almeno non mi avesse chiesto di andare, rendendo le cose ancora più complicate di quanto si stavano dimostrando.
«Allora buona fortuna»
«Ne avrò proprio bisogno» mi stampò un altro bacio sulla guancia «ti chiamo dopo»
«A dopo, allora» lo accompagnai alla porta e se ne andò via continuando a salutarmi anche quando fu in macchina.
 
Entrai con ancora il sorriso in viso e corsi in bagno a lavarmi. Ci misi solo dieci minuti e cercai di fare tutto il più in fretta possibile in modo da non fermarmi a pensare. Mi avrebbe rovinato tutto.
Uscii dal bagno, con Acacia che bussava la porta, ma quando aprii non fu proprio lei che bussava, ma bensì Justin. Si era appena svegliato.
 
«Buongiorno» azzardai.
«Hai finito?» mi chiese, senza mostrare nessun tipo di emozione.
 
Rimasi zitta per alcuni istanti e ci guardammo negli occhi.
«Devo entrare» disse, infine lui con un sospiro.
Mi spostai e lo lasciai passare. Non ero riuscita a dirgli nulla. Bene.
 
«Non è questa la questione!» sentii «Adesso Ian mi odia per colpa sua! Per aver detto una stupidissima cazzata!»
«Lo sai che non è una cazzata»
«E dopo? Non doveva succedere! Non dovevo accettare, cazzo!»
Cory ed Angie stavano discutendo al piano di sotto.
 
Rimasi ancora qualche istante nel pianerottolo, ascoltando la loro conversazione ma Hebe arrivò da dietro facendomi saltare dallo spavento.
«Ehi, calma» disse, divertita «che cosa stai facendo? Non è una buona cosa origliare le conversazioni degli altri, lo sai?»
«Lo so» ammisi quando mi ripresi. «Ma ho il bisogno di mettere in chiaro ciò che è successo ieri, capisci?»
Si accigliò «Basta chiedere, no? Non sei mica un’investigatrice»
Alzai gli occhi al cielo. «Non credi che lo abbia già fatto?»
«Allora, non voglio che duri ancora per molto tutta questa situazione perciò ascoltami bene e basta.»
 
Io annuii e mi tenni pronta a qualsiasi cosa che mi stava per dire.
 
«Justin e Cory hanno litigato perché si presumeva che Cory provasse qualcosa per te. Eric è apparso dal nulla e da lì tutto è iniziato. Hilda e Angie hanno iniziato a darti le colpe di tutto, allora tu hai insultato mia sorella – che, francamente se lo meritava, e riguardo a questo non ho niente da dirti – mentre a Angie, l’hai conciata per le feste, scoprendo la sua “storiella” con Cory mentre Ian era lì che ascoltava tutto»
 
Oh…
 
Non seppi che cosa dire, perciò lei mi abbracciò e poi se ne andò. Oltre il fatto che le parole non riuscivano ad uscire dalla mia bocca, non sapevo neanche che cosa pensare dal momento che avevo scoperto che non ero stata soltanto io a combinare tutto quello. Dovevo ancora assorbire pienamente tutte le parole di Hebe.
 
Justin uscì dal bagno e io sussultai.
«Che ti prende?» mi chiese, quasi preoccupato.
«Nulla, perché?»
«Sei bianca in viso…»
Entrai subito in bagno e vomitai. Vomitai tantissimo e Justin accorse subito mantenendomi i capelli indietro.
 
«Cazzo!» imprecò e fu un altro conato da parte mia.
Mi sentivo la testa girare leggermente e poi smisi di far fuoriuscire tutte le schifezze che avevo ingoiato la notte prima. Justin, per paura che vomitassi di nuovo, acchiappò alla velocità della luce un asciugamano e lo bagnò, costringendomi a sciacquarmi la faccia e pulirmi per bene.
Mi alzai, dicendogli di stare tranquillo e mi lavai i denti.
 
«Come ti senti?» adesso non sembrava più arrabbiato, ma piuttosto comprensivo.
«Bene, ho solo un po’ di mal di testa, ma è tutto okay»
Lui si morse il labbro e mi prese in braccio come se fossi una bambina e mi portò nel mio letto, facendomi accoccolare tra le lenzuola.
«Justin?»
«Stai di nuovo male?» mi chiese timoroso.
«No!» sbottai prima che mi prendesse di peso come poco prima per trainarmi in bagno «Solo… che…» non mi uscivano le parole dalla bocca «vieni qua con me?» chiesi infine, mostrandomi una bambina indifesa.
 
Lui esitò, ma poi si sdraiò di fianco a me e mi strinse a sé.
Mi sentivo molto meglio.
 
«Non so se ti abbia fatto qualcosa ieri notte, ma qualsiasi cosa sia successa, mi dispiace. Sul serio» sussurrai dopo alcuni minuti di totale silenzio.
«Non mi hai fatto nulla, Amie» sospirò.
«E allora perché ce l’hai contro di me?» allusi al comportamento di quella mattina… era risultato deluso da me e non capivo perché lo facesse se – come ha detto lui – non gli avevo fatto nulla.
«Io non ce l’ho contro di te, piccola» mormorò nelle mie orecchie e mi sentii invadere da un calore inimmaginabile. «io ho solo paura di te»
Arricciai il naso «Che scusa del cazzo»
Lui scoppiò a ridere. Mi mise delle ciocche di capelli dietro le orecchie e mi baciò la fronte. «Sono serio, sei una belva mangia organi»
«Io non li vorrei i tuoi organi, però»
Lui espirò con insistenza e stette zitto, si stava accingendo a replicare, ma fece scivolare nell’abisso per quel momento che era scherzoso per entrambi… fino ad adesso.
 
«Ehi, stavo scherzando… non dirmi che ti sei offeso» gli posai una mano sul petto e lui mi abbracciò così forte che mi fu difficile respirare, ma non mi lamentai di questo perché in quel modo mi sentivo fastidiosamente bene e ricambiai, toccandogli i capelli. Allentò la presa e dopo di che ci allontanammo il tanto giusto per guardarci negli occhi. Fu uno sguardo intenso e pieno di significato, che entrambi non volevano mollare e quindi abbassare lo sguardo per primi. Durammo per almeno cinque minuti, poi la porta si aprì e Acacia entrò in camera. Non mi ero neanche accorta che non ci fosse. In realtà non mi ero preoccupata di quello nell’istante in cui Justin mi aveva portata a letto.
 
«Oh merda, scusatemi!» uscì subito fuori e riuscii di nuovo a respirare, anche se ero inconscia del fatto che lo stessi trattenendo. Un secondo di più e i sensi di colpa mi scivolarono come una pioggia di meteoriti: pericolosi.
«Senti…» tentai di non far tremare la mia voce, ma Justin non mi diede neanche il tempo di continuare che mi bloccò le braccia e si mise sopra di me.
 
Oh santo cielo…
 
«Sentimi tu, stavolta, d’accordo?»
Annuii, non sapevo che cos’altro fare. E non volevo neanche declinare la sua proposta.
«Io…» sospirò voltandosi verso la finestra e poi di nuovo dentro i miei occhi. «io provo un sentimento per una persona che non ho mai provato per nessuno. Nessun’altra persona in questo mondo potrebbe mai colmare la sofferenza che provo quando lei non è con me, quando lei non pensa a me quanto lo faccio io, oppure quando lei non sceglie me come potrei fare io. È inutile dirlo, perché so che tu sai che quella persona sei tu, Amie» sospira «ma la cosa peggiore, sai qual è? Che mi fa ancora più rabbia che tu possa scegliere una persona che non ci terrà mai tanto a te come lo potrò fare io, perché è questo che mi fa incazzare più di tutto. Il fatto che tu non capisca quanto tengo a te»
 
Ogni singola parola era come una pugnalata allo stomaco e una martellata al muro che avevo costruito intorno al mio cuore. Ogni singolo sguardo ad ogni singola sillaba era come un respiro in più e un senso di piacere immensamente paradisiaco da farmi affogare in questo mare di dolcezza.
 
Io non volevo Eric… io volevo Justin. Che io lo volessi ammettere o meno, tutto ciò che avevo desiderato fino a quel momento era lui. Il fatto che fossi troppo testarda per non ammetterlo mi aveva fatta risultare menefreghista quando l’unica cosa che mi faceva star bene era il calore del suo corpo, i suoi occhi sui miei e le sue braccia intorno a me come uno scudo da tutte le incertezze che mi colpivano una dopo l’altra. Justin mi aspettava e io invece cercavo di scappare da lui. Era una corsa in cui lui mi correva incontro mentre io rimanevo ferma dov’ero, a meditare su ciò che sarebbe successo quando mi avrebbe raggiunta. Ma ora lo sapevo. Sapevo che lui era la mia scelta. Non era nessun altro. Era lui.
 
Non c’era bisogno di parole, ma di sentimenti buttati in faccia e di fatti presentati all’istante prima che tutto potesse andare disperso.
Gli presi il viso tra me mani e prima che potessi rifiutarmi del mio stesso impulso, lo baciai. Lo baciai con passione, facendogli percepire ogni singola cellula del mio corpo che lo desiderava. Lo baciai ancora e ancora e lui non aveva intenzione di mollare. Mi strinse così forte che pensai potessimo diventare un corpo solo. Ci provammo con un singolo bacio tutto ciò che c’era da dire, pensare o fare.
 
Io stavo diventando l’eccezione alla regola di lui, mentre lui per me stava diventando la regola in persona.

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LEGGETEMI!

Eccomi qua, bellissime.
Sono in ritardo, lo so, lo so. Non fatemi sentire ancora più in colpa.
Sono indietro in entrambe le mie fanfiction {x}
ma ho intenzione di farmi perdonare e con questo capitolo spero di averlo fatto!
Spero che vi piaccia perché ci ho messo tanto a capire che questi due
dovessero stare insieme *nooooooooooo* e creare questa situazione.

Sarebbero gradite delle belle recensioni, altrimenti capisco che non apprezzare la coppia Jamie!
A presto bellissime!



 


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