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Autore: JCI    14/11/2013    1 recensioni
Sono rimasti fino a tardi in palestra una sera, perfezionando la routine a corpo libero di Payson, ma un piccolo bacio di festeggiamento è stato l'inizio di qualcosa di più.
La loro chimica è innegabile e sono solo le circostanze che li tengono divise.
Direttamente da fanfiction.net una delle storie più amate del fandom MIOBI, pairing Sasha/Payson. La storia parte dall'episodio 8x02
ATTENZIONE: TRADUZIONE MOMENTANEAMENTE SOSPESA
Genere: Romantico, Sportivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Payson, Sasha, Un po' tutti
Note: Lime, Traduzione, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Cena e Segreti












Payson guardò il pollo alla francese e sorrise. Era assolutamente perfetto. Sentì bussare alla porta e sorrise, "E' aperto," gridò e improvvisamente la casa si riempì del rumore di Becca che entrava correndo.


"Payson!" urlò Becca e Payson si voltò appena in tempo per essere quasi travolta dalla sorella minore, che sprizzava gioia da tutti i pori. "Abbiamo vinto," disse senza fiato. "E io ho vinto l'argento alle parallele!"

Payson rivolse un sorriso luminoso alla sorellina, "Lo so, Becca. Sono così orgogliosa di te," disse mentre sua madre e suo padre entravano in cucina. Gli sorrise da sopra la testa di Becca. "Ciao."

I suoi genitori avevano un sorriso enorme. Erano appena tornati dai giochi Panamericani di Vancouver, dove la prima competizione internazionale di Becca era stata un successo travolgente, una medaglia d'oro per la squadra, un argento individuale alle parallele, una quinta posizione nell'All-Around e Becca Keeler era improvvisamente diventata una delle migliori juniores d'elite della nazione, un risultato sorprendente visto che fino a quel momento la ginnastica era stata solo qualcosa che faceva per il gusto di farla.

"Che odore incredibile, Pay," disse sua madre, avvicinandosi ai fornelli per guardare il pollo e le patate.

Payson sorrise, "Grazie, sto davvero facendo pratica sulla questione cucina."

Suo padre la raggiunse, ammirando il cibo, "Lo fai spesso? E' un sacco di lavoro, cucinare per una persona sola," disse, impressionato.

Lei scosse la testa, "Difficilmente è per me sola. Di solito porto qualcosa anche ad Austin, Sasha e talvolta Boris. Tutti e tre hanno delle terribili abitudini alimentari," disse, senza mentire davvero. Ovviamente di solito cucinava per Sasha, ma aveva iniziato a conservare gli avanzi per Austin e Boris, che aveva adottato in quella piccola famiglia surrogata che stava costruendo. Sospirò e sorrise alla sua vera famiglia, sangue del suo sangue, erano le persone che amava più di ogni altra cosa, ma lentamente aveva iniziato a costruire un muro tra di loro. Sapeva che tra poco più di un anno c'era una buona possibilità che i suoi genitori non le avrebbero parlato per un po'. Sapeva che sarebbero stati
arrabbiati e amaramente delusi da lei. Sperava solo che non l'avrebbero costretta a scegliere.

Si scosse da quei pensieri piuttosto penosi e si concentrò sulla cena. "Andiamo a mangiare," disse. "Mamma, puoi prendere i bicchieri da quel pensile?" chiese, mentre metteva il pollo su un piatto da portata, subito preso da suo padre. Si asciugò le mani su un canovaccio.

Sua madre stava fissando pensierosa l'interno del mobile, "Flutes da champagne?" chiese Kim quando Payson le si affiancò per vedere che cosa l'avesse affascinata.

"Regalo per l'inaugurazione della casa," rispose con un sorriso.

Kim socchiuse gli occhi e Payson si strinse nelle spalle, "Da parte di chi? Austin?" provò ad indovinare e Payson roteò gli occhi.

"Austin non è così premuroso," disse. Payson aveva deciso che era meglio essere il più onesta possibile in quelle situazioni. "Sono da parte di Sasha in realtà. Quando
l'anno scorso mi ha portato al balletto, abbiamo avuto una intera conversazione sui flutes da champagne di plastica con cui servono il sidro frizzante e ha comprato questi per me, quando ho acquistato la casa."

Kim annuì. "E' stato molto carino da parte sua. Gli hai mandato un bigliettino di ringraziamento, vero?" chiese.

Payson lottò disperatamente per impedire al rossore di comparirle sulle sue guance, mentre pensava esattamente a come aveva ringraziato Sasha per la sua premura quella notte. Era stato molto più efficace di una nota di ringraziamento. "Sì, certo che l'ho fatto, mamma." Prese bicchieri dallo scaffale e Kim ne prese altri due.

Si sedettero e per un momento tutti rimasero in silenzio e Payson si rese conto che in qualche modo era diventata il centro della loro attenzione. "Che c'è? " chiese, guardandosi distrattamente la camicia. "Ho qualcosa sulla faccia?"

"Niente," disse suo padre con un piccolo sorriso, prima di prendere la forchetta e servirsi mentre tutti affondavano le posate nel cibo.

Kim sorrise, "Quello che vuole dire tuo padre, è che è bello essere di nuovo tutti insieme. Era da un po' che non succedeva."

L'aveva detto abbastanza tranquillamente, ma Payson sospirò. "Capite perché ho ​​dovuto farlo, vero? Voglio dire, non aveva niente a che fare con voi, avevo solo bisogno di stare da sola." Guardò ciascuno di loro con attenzione. Aveva pensato che, dopo la loro conversazione sull'argomento i suoi genitori avessero davvero capito, anche se non avevano conosciuto tutte le sue motivazioni.

Mark scosse la testa, "Ti abbiamo detto che abbiamo capito, Payson, e siamo sinceri. E' solo bello sedersi intorno al tavolo, tutti e quattro, soprattutto perché partirai per la Turchia tra quarantotto ore."

Payson sorrise e poi focalizzò la sua attenzione su Becca, ansiosa di cambiare argomento, "Allora, voglio che mi racconti tutto, fino alla faccia di Li Chang, quando si è resa conto che l'avevi sconfitta alle parallele."

Payson sorrise entusiasta mente Becca la distraeva con i racconti dell'evento. Sembra proprio me, anche se diversa. Si era aspettata un lungo elenco degli esercizi che aveva completato con successo, di quelli che non le erano riusciti e qualcosa sul nuovissimo fenomeno che aveva colpito il circuito juniores, un'aggiunta dell'ultimo minuto alla squadra nazionale juniores, l'undicenne Julia Harrison
. Fu allora che Payson si rese conto che i racconti di Becca erano incentrati principalmente sulle persone che aveva incontrato e sui luoghi che aveva visitato, con appena un pizzico di ginnastica, quasi come una nota a margine. Sua sorella e i suoi genitori erano così normali, che a volte Payson si chiedeva da dove fosse uscita.

"Allora, come è stato il ritiro?" chiese sua madre, facendola trasalire dal suo sogno a occhi aperti.

Payson alzò gli occhi e fece una smorfia, "Orribile, ma non peggio dell'ultima volta. Boris è stato duro e penso che probabilmente farà alcuni cambiamenti."

Kim sollevò le sopracciglia, "Chi?" chiese, temendo la risposta.

"Kaylie," disse Payson con un sospiro, "E' stata in bilico tutto il fine settimana, non terribile, ma non eccezionale. E forse Emily, anche se lei è migliorata durante il week end." Sospirò. Emily era andata meglio durante il ritiro, ma Boris non era sembrato del tutto convinto che fosse pronta per l'All-Around ai Mondiali. Payson inizialmente aveva pensato che Emily avrebbe gareggiato al suolo e alle parallele ad Istanbul, ma era possibile che avesse perso il suolo in favore di Andrea Conway, che era sembrata molto affidabile per tutto il week end, mentre Emily aveva avuto dei problemi con i suoi passaggi alla diagonale.

"E Lauren?" chiese Kim, la sua espressione ancora piena di preoccupazione per le altre ragazze.

Payson annuì, "Forte sulla trave e al volteggio. Davvero forte sulla trave. Ha una grande possibilità di vincere una medaglia alle finali dell'evento, se esegue quella routine a Istanbul. Kelly era forte su tutti e quattro e a me non ha detto nulla tutto fine settimana salvo, 'Ottimo lavoro, Payson' quindi presumo che non sia cambiato nulla."

Mark sbuffò, "Tu sei la campionessa del mondo, Pay. Naturalmente competerai nell'All-Around nella finale a squadre."

Payson si strinse nelle spalle, "E una squadra, papà. A volte si deve fare ciò che è meglio per la squadra e non quello che ci si aspetta."

Becca alzò gli occhi, "Ti prego, hai il DOD più alto del mondo. Quelle del decimo livello stavano facendo i conti l'altro giorno e potresti fare un errore in tutti e quattro gli attrezzi e ottenere ancora una medaglia."

"Beh, comunque, tutto quello che so è che Boris terrà una conferenza stampa domani mattina in cui annuncerà le sei ragazze che parteciperanno."

Sua madre si bloccò con la forchetta a metà strada verso la bocca e un pezzo di pollo ricadde nel piatto. "Non posso credere che abbia cambiato idea così vicino alla gara. Partirete dopodomani," disse, aggrottando la fronte.

"E' Boris, mamma e lui può fare quello che diavolo vuole. Ed è un po' pazzo," disse con una scrollata di spalle.

"Più pazzo di suo figlio?" Chiese Mark, non conoscendo molto il Beloff più vecchio.

Kim sbuffò, "Un sacco più pazzo ed è tutto dire."

Payson sorrise appena, incapace di mascherare completamente tutto il suo affetto nel tono di voce, "Sasha non è pazzo, è solo... Sasha."

Becca roteò gli occhi, "E' proprio come te e tu sei pazza."

Payson si strinse nelle spalle, "Se lo dici tu."

"Quindi hai preparato tutto e sei pronta a partire?" Chiese Kim.

Payson sorrise a sua madre, pensando alla valigia ai piedi del letto. "Sì, un altro timbro sul passaporto, Istanbul sto arrivando."

***

I successivi due giorni volarono, Payson e il resto della squadra nazionale avevano avuto il tempo per allenarsi, mangiare, dormire e non molto altro prima di essere a bordo di un volo charter da Boulder a Istanbul, con brevi tappe a New York e Parigi per fare rifornimento, in tutto erano state quasi diciotto ore in aeroplano e tutto quello che avrebbero voluto fare una volta arrivati sarebbe stato dormire, purtroppo era mezzogiorno e andare a dormire avrebbe completamente sballato il loro orologio interno.

"Sono così stanca," disse Emily, crollando di nuovo sul suo letto. Payson gemette un verso di accordo dal letto di fronte. Lauren e Kaylie erano tornate ad essere migliore amiche, quella settimana, dopo che Kaylie le aveva confidato che lei e Nicky avevano rotto.

"Non possiamo rimanere sdraiate qui, ci addormenteremo," disse Payson, sedendosi e lasciandosi sfuggire uno sbadiglio.

Emily mise il broncio, "Beh, non è che possiamo andare da qualche parte." Emily non aveva intenzione di lasciare la camera d'albergo dopo la debacle in Francia dove era stata sospesa per aver infranto il coprifuoco. Era meglio essere sicuri piuttosto che pentirsi e il posto più sicuro in quel momento era la loro camera d'albergo.

Payson sospirò e si girò su un fianco, "Come sta Damon?"

"Ha deciso di venire," disse Emily, improvvisamente in ginocchio sul letto, un sorriso stampato sul viso. Moriva dalla voglia di condividere la notizia con qualcuno, ma non era stato ufficiale fino a quella mattina, quando Damon le aveva mandato un sms, con un breve ma dolce, 'Preso biglietto, c vediamo ven.'

Anche Payson si mise a sedere, con un'espressione scioccata. "Sul serio? Em, è fantastico. Si è preso una pausa?"

Emily annuì, "Hanno appena finito di incidere il secondo LP e sta per andare in tour, ma non partirà fino alla settimana prossima."

Payson sorrise, "Perché non me l'hai detto?" chiese. "Devi essere così emozionata."

"Non è stato ufficiale fino a questa mattina. Sono davvero emozionata infatti. Non lo vedo da mesi."

Payson le sorrise e poi si lasciò cadere di nuovo sul suo cuscino. "Vi vedo ragazzi, dopo le Olimpiadi, che vivete a Los Angeles, girando tutto il mondo, e non bloccati in camere d'albergo, a meno che vogliate esserlo," disse, rivolgendo alla sua amica uno sguardo malizioso.

"A proposito di..." Emily si interruppe. "Ho intenzione di avere un altro di quei momenti in cui faccio finta Sasha non sia il nostro allenatore." Era qualcosa con cui aveva combattuto, capire esattamente cosa stesse succedendo tra Payson e Sasha. Le risultava difficile separare Sasha il loro allenatore, che abbaiava ordini in palestra, con Sasha l'uomo, che aveva fatto comparire un sorriso sognante alla sua compagna solitamente stoica.

Payson roteò gli occhi, ma non poté evitare che un sorriso stupido le si dipingesse sul viso. Sospirò e guardò Emily con aspettativa, "Spara il tuo colpo migliore," disse. Era esattamente quello che Emily sperava di sentire. Moriva dalla curiosità di porre una domanda in particolare. Più ci pensava, più si tormentava. Sasha era una persona che ovviamente aveva esperienza, una rapida ricerca su Google le aveva rivelato più di quanto Emily avrebbe mai voluto sapere sulla vita personale del suo allenatore e Payson, per quanto ne sapesse Emily, aveva un livello di esperienza simile al suo.

"Non posso credere che ti sto chiedendo questo, ma sono così curiosa, voi due..." si interruppe di nuovo. Non poteva nemmeno dire le parole.

"No, non lo facciamo," disse Payson, con un sospiro che sembrava di rimpianto. "Non per mancanza di tentativi comunque."

Gli occhi di Emily si spalancarono alla implicazione di quella affermazione. C'erano un sacco di cose Sasha Beloff era, ma non aveva mai pensato che tra quelle cose ci fosse impotente, "Vuoi dire che non può," disse, rivolgendole uno sguardo significativo.

Gli occhi di Payson si spalancarono, "No," la interruppe, "quello non è un problema. Stiamo aspettando fino a dopo le Olimpiadi. Abbiamo già oltrepassato così tante linee... Penso che ci sia una parte di lui che non se la sente di attraversare quella finale."

Emily aggrottò le sopracciglia, "In realtà è piuttosto dolce," disse. Non aveva mai pensato a Sasha come un tipo dolce.

Payson si mise a ridere, "Dolce, ma molto frustrante."

"Vuoi dire che non fate altre cose?" Chiese Emily.

"Tutto, tranne quello," disse Payson, con una scrollata di spalle. Le sopracciglia di Emily si sollevarono vertiginosamente per la sorpresa, non lo aveva previsto, anche se non era sicura di cosa si aspettasse in realtà. "Giuro, l'altra sera ho pensato che stesse per accadere. Abbiamo litigato per una cosa completamente ridicola, dopo ci siamo scusati e ci eravamo così vicini e semplicemente non è accaduto. Vuole aspettare fino a dopo le Olimpiadi, lo giuro... il modo in cui mi ha detto che non voleva, mi ha fatto venire voglia di lui ancora di più. 'Farò l'amore con te ogni modo che conosco. Non vorrai mai lasciare il mio letto.' "

Emily deglutì a fatica, poteva praticamente sentire la voce di Sasha nella sua testa, "Wow, ha detto così?"

Payson sospirò, "L'ha fatto davvero. Mi hanno praticamente ceduto le ginocchia."

"Sì, ci scommetto," disse. "Così, ovviamente, tu vuoi farlo?"

"Lo voglio, ma ha ragione. Dovremmo aspettare. Voglio dire, non è che soffriamo come te e Damon, che a mala pena vi vedete. Non so cosa avrei fatto."

Emily la guardò attentamente, prima di chiedere qualcosa che aveva voluto chiedere per molto tempo. "Lo ami veramente, non è vero?"

Payson sorrise. "Davvero." Emily scosse la testa. Non riusciva a immaginarlo. Aveva visto scorci di tutto quello, la notte che l'aveva scoperto, piccoli tocchi e un bacio della buona notte prima che lei e Payson lasciassero la casa di Austin, ma erano molto bravi a nasconderlo in palestra. Se non l'avesse saputo, non sarebbe mai stata in grado di indovinarlo dal modo in cui si comportavano. Probabilmente ci voleva una quantità sovrumana di controllo di sé, qualcosa che entrambi avevano a iosa.

"Io non so chi stia peggio, tu e Sasha che dovete fingere ogni giorno o io e Damon che non ci vediamo."

Payson non esitò nemmeno, "Tu e Damon. Noi passiamo del tempo insieme. Stiamo quasi ogni notte insieme. Onestamente, Em, io non so come fai."

Emily alzò le spalle e sospirò, prima di distogliere lo sguardo, "E' difficile, ma i nostri sogni si stanno avverando e questo è più importante in questo momento di stare insieme tutto il tempo. Lui sta percorrendo la sua strada e io la mia. E' solo che il mio sogno ha una data di scadenza, 12 agosto 2012."

Payson si mise a ridere, "Non è che tu stia facendo il conto alla rovescia."

Emily scosse la testa, "Cerco di non viverla in quel modo, questo è il mio sogno e voglio viverne ogni momento."

"Ci siamo quasi," disse Payson con un sorriso. "Tra meno di un anno sarà finita."

"Vacci piano, capitano. Abbiamo un incontro abbastanza importante questa settimana, non credi?"

Payson si mise a ridere, "Direi proprio di sì. Sei pronta?"

"Assolutamente. Ho finalmente sistemato quella stupida diagonale, anche se non credo che farò qualcos'altro oltre le parallele nella finale a squadre." Payson fece una smorfia e Emily seppe che la sua amica la pensava come lei. Non era esattamente il tipo da mezzi termini o da bugie per salvare i sentimenti di qualcuno. "Non è che, magari, Sasha ha detto..."

Payson scosse la testa, "Em, non posso...."

Emily sospirò, "Lo so, lo so, mi dispiace, non voglio metterti in mezzo. Inoltre non è una decisione di Sasha."

"No, sarà una decisione di Boris," disse Payson, affermando l'ovvio, ma mordendosi il labbro inferiore. Emily poteva vedere il suo disagio.

"Non preoccuparti, Pay, lo so che ho avuto dei problemi durante l'allenamento. Almeno era un errore fisico questa volta e non uno mentale. Se faccio bene durante il primo giorno qui, mi qualificherò per l'All-Around e spero di poter mostrare a Boris che sono pronta per il grande momento."

Payson sorrise e annuì, "Ci riuscirai," disse con fermezza e, per la prima volta dopo la sua performance disastrosa durante il ritiro, Emily lo credeva possibile.

In una stanza lungo quello stesso corridoio, Lauren Tanner si mise seduta, cercando di rimanere sveglia. Aveva quasi fallito quando si ricordò che aspettava da giorni di parlare con Kaylie. La loro amicizia era finalmente tornata al punto in cui era prima del pasticcio di Carter e Lauren era determinata a mantenerla in quel modo. Primo passo, condivisione. Avevano sempre condiviso tutto con l'una con l'altra, si erano raccontate tutti i segreti e Lauren aveva la madre di tutti i segreti che le rimbalzava in testa.

"Oh mio Dio, non posso credere che ho quasi dimenticato di dirtelo," cominciò, catturando
immediatamente l'attenzione di Kaylie.

"Che cosa, Lo?"

"Non crederai a quello che ho scoperto appena prima del ritiro," aggiunse, con tutta l'enfasi che poteva.

Kaylie fece un cenno con la testa, esortandola a continuare, "Cosa?"

"Payson fa sesso." Le parole le uscirono di bocca in maniera incontrollata.

La reazione di Kaylie non fu quella che si era aspettata però. La brunetta la fissò per un attimo prima di scoppiare ridere. "Stai scherzando. Scherzi a parte, Lauren, qui si parla di Payson. L'hai vista fare sesso. "

Lauren alzò gli occhi al cielo, "Ovvio che non l'ho vista fare sesso. E' successo quando la stavamo aiutando a preparare la valigia per il ritiro, sono entrata nel suo bagno per prenderle una cosa e c'era un preservativo usato nel secchio della spazzatura."

Kaylie scosse la testa, "Non esiste, ci deve essere un altro motivo. Sta seguendo un po' di lezioni di scienze alla UC Boulder, forse era per la classe, un esperimento o qualcosa del genere."

"Sì, perché fanno il test del preservativo al college," disse Lauren e poi si interruppe, sapendo che c'era qualcosa di divertente in quello che aveva appena detto, ma non voleva fermarsi e fare una battuta quando aveva bisogno di convincere Kaylie della verità. "Non era solo quello. C'erano due spazzolini da denti e ho trovato un'acqua di colonia da uomini, una colonia costosa, nel suo armadietto dei medicinali."

La bocca di Kaylie si spalancò per lo shock e Lauren sorrise vittoriosa. "Lauren, questa è una completa invasione della sua privacy. Perché hai fatto una cosa del genere. Aspetta...Hai detto colonia per uomo?"

Lauren annuì, "Lacoste Essentials. Chiunque sia questo tizio, praticamente vive lì, se ha le sue cose nel bagno padronale."

Kaylie la guardò sbalordita, "Hai idea di chi possa essere?" chiese, lo sguardo che si sfocava mentre rifletteva.

Lauren fece un'alzatina di spalle, "Ho pensato ad Austin in un primo momento, ma non lo so. Lei nega e lui è abbastanza aperto su quella cosa disgustosa e totalmente inadeguata che ha con MJ." Scosse la testa e strinse le labbra. "Che cosa ci vede in lei, comunque. E' così vecchia."

Kaylie si strinse nelle spalle con noncuranza, "Sono abbastanza sicura che non sia Austin."

"Perché lo pensi?" Chiese Lauren, stringendo gli occhi. "Voglio dire, sono stati visti insieme, fotografati dai paparazzi e tutto il resto."

Kaylie scrollò le spalle, "Payson me ne ha parlato, sono abbastanza uniti, ma non credo che sia lui. Probabilmente qualcuno che non conosciamo nemmeno. Forse è un compagno di classe o qualcuno del suo quartiere?"

Lauren scosse la testa, "Tutte le sue lezioni sono online, non ha compagni di classe. Credo che potrebbe essere qualcuno del suo quartiere, ma ha vissuto lì solo per un paio di mesi e non è che stia lì tutto il tempo. Vive praticamente alla Rock."

Kaylie si strinse nelle spalle, "Non ne ho idea allora. Forse non c'è affatto un ragazzo e c'è una spiegazione perfettamente ragionevole per tutta quella roba. Puoi sempre chiederlo a lei."

Lauren roteò gli occhi, "Giusto, in modo che possa negarlo e quindi essere super attenta. Niente da fare. Voglio scoprire chi è. Siamo le sue amiche, avrebbe dovuto dircelo."

Fu Kaylie a roteare gli occhi, "A volte i segreti sono segreti per un motivo, Lauren, perché la gente potrebbe farsi male. Penso che dovresti lasciar perdere."

Qualcuno bussò alla porta e Lauren saltò giù dal letto per rispondere. Era Boris, per controllare le camere. "Tutto a posto, Lauren, Kaylie?" chiese, accennando ad entrambe. "Buona notte."

Fu allora che Lauren lo sentì, agrumi e legno di sandalo, lo stesso profumo della colonia che aveva trovato nel bagno di Payson. "Buona notte," rispose debolmente e chiuse la porta alle spalle.

"Lauren, stai bene?" Chiese Kaylie.

Lauren sentì la bile salirle in gola e corse verso il bagno. "Penso che sto per vomitare."














  
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