QUANDO
SI LITIGA….
“Naru-chan!!!
Naru-chan!!! Dove sei!!!! Rispondi, per favore!!!”, “Naruto-kun, dove
sei??”.
Voci di ragazzi
risuonavano nei boschi attorno a Konoha, voci preoccupate, ragazzi molto
giovani, che recavano sulla fronte i coprifronte della
foglia.
Erano divisi in
coppie, ragazze e ragazzi, che coprivano quasi tutta la
foresta.
Un ragazzo moro
perlustrava tutta la zona, visibilmente angosciato: era un bel ragazzo, moro,
dalla pelle pallida e con un kimono blu scuro che gli copriva il corpo snello.
Saltava di ramo in ramo con l’agilità di una scimmia, cercava qualcosa, i suoi
occhi erano gonfi, pareva avesse pianto.
Una ragazza dai
capelli color sabbia, con un enorme ventaglio, si fermò in un angolo, dopo aver
perlustrato ogni grotta e ogni anfratto, parlava con un ragazzo dai capelli
scuri, tenuti su da una reticella: “Ancora nulla, Shikamaru?” chiese, guardando
il suo compagno giungere da dietro un albero, visibilmente stanco, “No,
Temari-chan. Naruto sembra scomparso nel nulla. Nemmeno gli insetti di Shino ci
hanno dato qualche notizia, Sasuke-kun sta dando di matto.” Affermò lui a testa
bassa, era molto preoccupato.
Temari sbuffò,
seccata: “Ma dove diavolo è sparito!!?? Che sia nei guai??” sbottò lei, “Spero
di no.” rispose Shikamaru con un brivido freddo, aveva una bruttissima
sensazione.
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“Naru-chan, sono
Sasuke!! Dove sei, dobe?? Rispondi, ti
prego!!!”.
Sasuke si era
allontanato verso nord alla ricerca del compagno scomparso, era preoccupato da
morire, non avrebbe dovuto lasciarlo andare.
Si
odiava.
Era per colpa sua
che Naruto era sparito.
Era colpa sua se
era scappato.
E tutto per uno
stupido litigio!
Ma quando avrebbe
imparato a stare un po’ zitto???
Ma doveva
trovarlo assolutamente, non poteva lasciarlo!!
Lo amava
troppo.
E anche Naruto lo
amava.
Dovevano
ritrovarsi.
Sasuke Uchiha
scese a terra, doveva esaminare ogni singolo anfratto, doveva
trovarlo.
Silenziosamente,
scivolò tra le fronde, esaminando ogni grotta, ogni buca, sapeva quanto era
bravo Naruto a nascondersi; ma non trovò nulla.
Ormai stava per
perdere le speranza.
Improvvisamente,
un debole sussurro richiamò la sua attenzione, un sussurro solitario, debole
come un alito di vento.
“Sas…uke…”.
Il ragazzo si
rizzò in piedi, il cuore a mille nel petto, se l’era
sognato?
No, quella era la
voce di Naruto, del SUO Naruto.
Come un invasato,
cominciò a correre, seguendo quella voce: “Naru!! Dove sei?? Mi senti???” urlò
il moretto, aveva quasi le lacrime agli occhi, “S..Sono qui..”, un sussurro più
forte del precedente indirizzò l’ultimo degli Uchiha fino a un anfratto nel
terreno, non molto profondo, ma abbastanza da impedire la risalita. Ma non per
lo sharingan del clan più forte di Konoha.
Sul fondo,
immobile, stava Naruto.
Il moro tirò un
sospiro di sollievo, l’aveva trovato: “Naru, finalmente!! Come stai??” urlò lui,
preoccupato, “M..Male… Sasuke, ti prego, portami a casa…” sussurrò debolmente,
sembrava essere sul punto di svenire, non c’era tempo da
perdere!
Rapido come una
freccia, Sasuke Uchiha trasse dal borsello legato alla fusciacca una lunga e
robusta corda, la legò saldamente a un albero nelle vicinanze e dopodiché la
legò alla sua vita; poi ne legò una seconda allo stesso albero, e la prese in
mano, buttandone l’atra estremità nella buca.
Poi s’affacciò:
“Naru, sto arrivando, non muoverti, ti vengo a
prendere.”.
E si calò
giù.
L’anfratto era
buio e stretto, angusto e umido.
Il moro faticava
non poco a scendere, la parete era
sdrucciolevole.
Ma riuscì ad
arrivare in fondo.
“NARU!” urlò
orripilato, correndogli al fianco.
Il ragazzo era
disteso a terra, in un lago di sangue che stillava fuori da una ferita al fianco
piuttosto profonda, una ferita al capo, dovuta alla caduta, e una gamba
spezzata.
“Sasu… Scusami…”
soffiò il biondo, stringendogli forte la mano, anche quella sporca di
sangue.
L’Uchiha non
aveva mai visto tanto sangue, doveva portarlo via
subito!
Ma
come?
Senza
accorgersene, cominciò a piangere, piangeva calde lacrime di impotenza; poi si
gettò sul corpo inerte del piccolo suo amore, stringendolo delicatamente a sé:
“Sigh… Naruto, sono io che devo scusarmi! Sono stato stupido!! Ho sbagliato a
prendermela con te!! Scusami… Sono qui, amore…”
piangeva.
Naruto gli passò
una manina pallida sulla guancia, “Nulla, non preoccuparti.. Non è stata colpa
tua…” e il ragazzino chiuse gli occhi, “Sasu, ho tanto sonno….” mormorò
debolmente, accoccolandosi al suo petto.
Il moro fu come
colto da una folgorazione, impallidì: “Naru, non dormire!! Non devi dormire!!!”
urlò disperato; il suo amore aprì un occhio, non più di quell’azzurro che amava,
ma velato di lacrime, “Ho sonno…” ripetè.
Il biondino fu
sollevato delicatamente: “Naru, non devi dormire, ti prego, ascoltami, non
dormire. Pensa a qualcosa di bello!” ripetè disperato, “Pensa al giorno della
gita, te lo ricordi?” chiese lui, armeggiando disperato attorno alla corda che
gli cingeva la vita.
“Si… Era una
giornata davvero bella… Ci eravamo baciati, quel giorno…” sorrise debolmente,
“Shika era sparito con Temari-chan….” continuò a ricordare il biondo, “E ti
ricordi cosa abbiamo fatto noi?” chiese il moro supplichevole, legandogli la
corda intorno alla vita, “Ci eravamo nascosti…. A spiarli… Cough.. Shika era
tutto rosso.. Cough!!” e gorgogliò, tentava di ridere, “Sasu, ho sonno, non ce
la faccio più..”.
“Naru… Ascolta,
ti amo, non lasciarmi solo… Non dormire, per favore…” pianse, e le lacrime
andarono a cadere sul viso pallido di Naruto, che aprì entrambi gli occhi, e li
richiuse subito dopo, abbandonandosi contro il petto del suo
ragazzo.
Agilmente, Sasuke
si arrampicò sulla parete, con Naruto legato alla sua schiena, fino a
raggiungere l’uscita.
Era il
tramonto.
Sasu poggiò a
terra il proprio amato, fissandone il visino pallidissimo con ansia, la casacca
arancione che adorava sporca di sangue.
Con delicatezza,
lo baciò leggermente sulle labbra livide: “Torniamo a casa…” e se lo caricò in
spalla, ripercorrendo all’inverso la strada.
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Quando cominciò a
riprendere conoscenza, si ritrovò davanti il viso pallido e stravolto, ma
sorridente, del suo Sasuke, che lo stringeva a sè: “Naru!!!! Finalmente! Come
stai??” affermò ansioso, stringendolo piano.
A poco a poco, i
ricordi di quella strana avventura, quasi un sogno, riaffiorarono alla mente del
biondino, che sorrise debolmente, e si lasciò abbracciare senza dire una
parola.
“Naru, che hai?”
chiese preoccupato il moro Uchiha, scostandosi, “Nulla…” rispose debole, mentre
veniva fatto sdraiare sul materasso, “Stai qui con me?” chiese lui, serrando
forte la sua mano, e addormentandosi.
MA
SALVE!!!
Questa è la mia prima
sasunaru!! Finalmente ve l’ho fatta!! Devo solo ringraziare la mitica Tensai per
avermi spronato a scriverla!! E a TENSAI86 è NATURALMENTE
DEDICATA!!!
GRAZIE TENSY
CHAN!!!
Spero di non averti
deluso!!
UN
BACIO
SHUN