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Autore: PandoraSutcliff    14/11/2013    2 recensioni
"La bambina cominciò ad urlare a pieni polmoni nel cuore della notte, per la millesima volta.
-Will, vai tu vero?- farfugliò Grell, girandosi dall'altra parte.
-Ma… Ci sono andato sempre io …-venne bruscamente interrotto.
-HO DETTO VAI TU!- strillò l’altro- L’ho partorita due giorni fa, ho dolori ovunque e i punti mi tirano da impazzire. E ora muovi il sedere e vai da lei!-"
Cosa accadrebbe se William e Grell mettessero al mondo una figlia?
E se quest'ultima decidesse di seguire le orme dei genitori? Questa è la storia di Scarlett Spears, figlia di due Shinigami non che giovane promessa del Dipartimento londinese.
Spero che la mia storia riesca a rapirvi e soprattutto, che vi conquisti.
Buona lettura ^^
Uno speciale ringraziamento va alle mie sorelle Neko e Mary. Grazie per il vostro supporto
Genere: Azione, Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Mpreg
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CAPITOLO 8

Capitolo 8

 

-Allora, dove andiamo?- chiese entusiasta Scarlett, accomodata sul sedile anteriore della lussuosa “Mercedes” di Eric.

-Rimarrai sorpresa- rispose lui, imboccando una strada di campagna.

Appena passarono davanti il casato Phantomhive, dopo una decina di curve, ponticelli e discese,  Scarlett arricciò il naso. Il Demone. Si avvertiva chiaramente la sua presenza anche a trenta metri di distanza e la cosa era abbastanza nauseante, soprattutto prima di cena.

-Creatura immonda- sibilò con disgusto Eric, spostando lo sguardo sul casato.

-Divorano indiscriminatamente tutto ciò che gli passa davanti senza il benché minimo ritegno, a costo di diventare schiavo di un signorino schizzinoso, mettendo da parte qualunque tipo di dignità- fece Scarlett, con tono nauseato.

-Beh, l’importante è che non ficchi il naso negli affari degli Shinigami- finì seccamente Eric, chiudendo quella conversazione che era durata anche più del dovuto.

Per gli Shinigami, parlare di demoni era uno spreco di tempo. Qualche chilometro più in la, si trovava uno dei ristoranti più chic di Londra: una deliziosa villa ottocentesca, brillantemente restaurata e resa moderna. La facciata era incorniciata da pittoresche edere, e un hollywoodiano red carpet conduceva all’ingresso. Una volta parcheggiato, Eric da perfetto cavaliere, andò ad aprire la portiera a Scarlett, la quale ringraziò un sorrisetto piuttosto imbarazzato.

Se l’esterno era incantevole, l’interno lasciava di stucco. Le pareti affrescate facevano da sfondo ai tavoli, rotondi e ordinatamente disposti. Su ogni tavolo si trovava un bouquet di rose rosse e un candelabro, sovrastato da enormi lampadari di cristallo. A dare il tocco di classe era il quartetto d’archi nell’angolo, che conferiva all’ambiente quel tocco di snob che ci stava d’incanto.

-Eric! È incantevole…- mormorò Scarlett, guardandosi attorno estasiata.

-I signori hanno prenotato?- chiese il maitre, accogliendoli con tanto di frac e rosa all’occhiello.

-Si, a nome Slingby-

Il maitre annuì con la testa prima di condurli al loro tavolo, leggermente in disparte e sistemato in un angolo più riparato. Per tutta la serata non fecero altro che guardarsi e scambiarsi occhiatine e sorrisetti, anche se una parte di Scarlett era inspiegabilmente turbata, come se stesse facendo qualcosa di sbagliato. Improvvisamente, l’infatuazione nei confronti di Eric sembrata svanita nel nulla, lasciando spazio ad una sorta di amore fraterno.

Quando Eric le prese la mano, intrecciando le dita tra le sue, ebbe l’istinto di ritirare immediatamente la mano, ma continuò a conversare con lui come se nulla fosse mai accaduto.

-Grazie per la cena Eric, sei stato davvero molto carino- disse lei una volta usciti dal ristorante, stringendo al petto il mazzo di rose.

-E di che, l’ho fatto con molto piacere- rispose galantemente lui, sorridendo.

Improvvisamente Eric si fece serio, turbando non poco Scarlett. Mosse un esitante passo verso di lei, al quale seguì uno molto più deciso. In una frazione di secondo l’aveva bloccata al muro, fermandogli i polsi ai lati della testa.

Scarlett lo fissò sbarrando gli occhi, seguendo con lo sguardo il bouquet di rose cadere a terra.

-Scusa, ma devo farlo-

Prima che le potesse realizzare, Eric si avvicinò pericolosamente al suo viso, baciandola. La ragazza non reagì, incredula e sconvolta, quando, improvvisamente, quella sensazione tornò ad attanagliarle il petto. Eric, il suo migliore amico… Ma che stavano facendo?! Si liberò fulmineamente un polso, tirandogli un gancio alla cieca in faccia. Accadde tutto così rapidamente ed istintivamente che sentì il pugno sfiorare anche il suo zigomo, ma era troppo scossa per dare peso alla cosa. Eric si portò immediatamente una mano lì dove Scarlett lo aveva colpito, mentre il sangue cominciava ad uscire dal labbro spaccato. Improvvisamente, tutto era finito. La cena, i fiori, il ristorante chic, l’infatuazione, tutto. Ma che diamine avevano fatto?!

-Eric io…- cominciò, cercando di scansargli la mano dal viso.

Lui si ritrasse immediatamente, come un’animale spaventato da un rumore improvviso, guardandola con sguardo distante ed incredulo.

-No, scusami tu. Non dovevo farlo e prometto che se la cosa ti farà star meglio, non ti sfiorerò mai più nemmeno con un dito. Ti riaccompagno a casa- fece freddamente, salendo in macchina senza premurarsi, sta volta, di aprirle la portiera.

Scarlett si abbandonò sul sedile, con la testa che le girava come in un mixer. Non sapeva cosa le fosse preso, era come se una parte di lei avesse agito da sola.

Dal canto suo, Eric fissava la strada impassibile, mordendosi il labbro sanguinante per cercare  di fermare l’emorragia, continuando a darsi mentalmente del perfetto idiota.

Il silenzio era soffocante e stava cominciando ad ucciderli lentamente. Fortunatamente proprio allora arrivarono sotto casa di Scarlett, la quale farfugliò quello che poteva sembrare un “buonanotte” e si avviò a passi pesanti nel palazzo, sperando vivamente che Ronald se ne fosse andato e i suoi stessero già dormendo.

Invece quando aprì la porta, si trovò davanti William, Grell e Ronald seduti sul divano, pronti a bombardarla di domande sull’appuntamento.

-Allora?- chiese Ronald, con un sorrisetto.

-Tutto bene- rispose Scarlett, con un sorriso palesemente finto.

Grell la osservò bene storcendo la bocca, consapevole del fatto che gli stesse spudoratamente mentendo.

-Beh dai, facciamo che adesso vado a dormire, sono abbastanza stanca. Notte genitori e notte anche a te zio Ron- disse infine, con finto entusiasmo.

Si chiuse in camera, poggiandosi di schiena alla porta. Cosa cavolo le era saltato in mente?! Aveva ottenuto ciò che voleva, eppure… Aveva appena perso il ragazzo che le piaceva, il suo migliore amico, il suo compagno di addestramenti, aveva appena perso il suo Eric!

Lentamente scivolò a terra, coprendosi il volto con le mani, cercando di non piangere. Per lei, piangere era un’inutile sfogo infantile, nonché perdita di tempo. Avrebbe potuto piangere anche per giorni interi, ma sicuramente non avrebbe risolto nulla.

In quell’occasione però era diverso: aveva appena colpito il ragazzo che le piaceva per un bacio. Perché?! Sognava quel bacio dal primo istante in cui aveva posato gli occhi su Eric…

Si alzò di scatto, tirando un pugno al muro. Sentì il rumore sordo prodotto dall’impatto con il muro, accompagnato dal dolore. Si guardò le nocche sbucciate prima di mordersi un labbro. Caricò il braccio all’indietro, come per tirarne un altro, ma le lacrime le attanagliarono la gola, senza lasciarle scampo. Abbassò il braccio, scossa dai singhiozzi.

 

-Non è andata affatto bene- sentenziò Grell, una volta che Scarlett fu in camera sua.

-Non saprei Grell… Sai com’è fatta- intervenne William.

-L’ho portata dentro di me per nove mesi! So perfettamente quando mente, è successo qualcosa e non vuole dircelo. Lei non va mai a dormire a quest’ora, nemmeno quando è stanca morta-

-Qui c’è bisogno dell’intervento dello zio- fece cupo Ronald, scrocchiandosi le dita.

-Ti aiuterò volentieri- ghignò malignamente Grell, sfoggiando il suo sorrisetto aguzzo.

William li guardò sospirando, anche se infondo al cuore, aveva voglia di andare a prendere Eric e fargli rimpiangere di essere nato. Nessuno poteva azzardarsi a far stara male la sua bambina. Assolutamente nessuno, che si trattasse di Slingby che si trattasse di qualcun altro.

Tuttavia scacciò quei pensieri dalla sua mente, auto convincendosi a restare calmo. Scarlett se la sarebbe tranquillamente cavata da sola, infondo, aveva pur sempre carattere sadico/psicotico di Grell nel suo DNA.

 

 

ANGOLO DELL’AUTRICE

 

Rieccooomi ^^

Scusate per i ritardi, ma a causa degli impegni precedentemente citati, è un periodo caotico e pieno d’impegni >.<

Comuuunque, il bacio (immagino tanto atteso) è finalmente arrivato… Si, lo so, non è romanticissimo, ma Scarlett è una tipa tosta u.u

Per la pubblicazione dei capitoli… Eh, dovrei metterli ogni tre giorni, ma siate misericordiosi se non riesco esattamente ad essere puntualissima.

Grazie a chi mi segue con affetto, sappiate che vi amo.

Kiss kiss

 

MadDoll

 

P.S prossimamente, pubblicherò una One Shot che da un po’ di tempo avevo in mente di scrivere, ovviamente leggetela xD (pubblicità occulta) no scherzo, leggetela se vi và, quando uscirà.

 

                                                                                                                                    GRAZIE PER AVER LETTO!

  
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