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Autore: cosco    26/04/2008    8 recensioni
Ricchezza e povertà, amore e guerra. La vita di un ricco signore si intreccerà a quella della figlia di un povero armaiolo di Parigi. Sarà prorpio una sua arma a far scoppiare l'amore tra i due...
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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L’Arma Dell’Amore

 

Era un giorno perfetto per esercitarsi alla spada, il sole spelendeva alto nel cielo e un leggero tepore si diffondeva nell’ampia tenuta dei Grandier. Due bambini dalle arie vispe e giocose, erano intenti in un entusiasmante duello, e nessuno dei due era intento ad arrendersi.

-Mousier Andrè, Mousier Alain!-esclamò la governante- dove eravate finiti, vi stavamo cercando dappertutto!...non fateci prendere più simili spaventi!.

 

-Ma Nanny…- squittirono i due bambini

 

-Niente “ma” giovanotti, adesso venite con me, e voi Mousier Andrè, vostro padre è appena arrivato e vi aspetta con ansia!- ripeté con apprensione l’anziana signora, trascinando per le braccia i fanciulli.

 

Intanto nei bassifondi di Parigi un’altra inusuale scena si stava verificando…

 

-Ortence! Ortense!, daiii alzati da quel letto e vieni a giocare con me! Dai dai!- ripeté la piccola testolina bionda!

Sentendosi oppressa dalle parole della piccola, la giovane donna si alzò dal letto pronta a risponderle e tono.

-Mai e poi mai Oscar!!, sai che non mi sono mai piaciuti i tuoi giochi, sempre con quegli aggeggi in mano! Papà ha fatto proprio male a educarti in questo modo, invece di stare lì a giocare con quegli spadini di legno, vieni ad aiutare me e mamma a lavare la biancheria, che di lavoro in questa casa ce n’è bisogno!-ripeté con enfasi la giovane donna.

Conoscendo il carattere e le abitudini della sorella maggiore, Oscar, ormai a conoscenza dei suoi monologhi, si arrese, decidendo di raggiungere il padre alla bottega delle armi.

Correva spensierata in quei vicoli in cui era nata e cresciuta, i suoi passi risuonavano sull’acciottolato e alcune persone si affacciavano timide dalle finestre per vedere chi era il responsabile di tutto quel rumore.

Ma ormai tutti sapevano che poteva essere solo lei, la figlia dell’armaiolo, la ragazza che tutti amichevolmente soprannominavano “la piccola combattente”.

Appena arrivata alla bottega del padre, con il fiato che le mancava per la lunga corsa, Oscar si guardò intorno in cerca di qualcuno, finchè non vide spuntare dal bancone del negozio Marcel, il giovane apprendista che suo padre aveva assunto affinché potesse aiutarlo nella fabbricazione delle armi.

Il piccolo aveva più o meno l’età di Oscar, 11-12, e appena vide la ragazza la salutò amichevolmente:

-Hey Oscar ciao!, che piacere vederti, come stai?,credevo stessi a casa ad aiutare tua madre e Ortense in qualche lavoretto!- esclamò con enfasi il ragazzo.

-Ciao Marcel, senti per favore non ricominciamo con questa storia!, ogni volta devi sempre fare apprezzamenti su cose che io categoricamente odio fare!!, lo sai benissimo che Ortense è sempre nervosa e che non vuole avermi tra i piedi, e per quanto riguarda mia madre. Bhe lei è l’unica che posso salvare!-disse Oscar.

Il ragazzo rimase un po’ interdetto sulle parole della ragazza, ormai sapeva benissimo che lei odiava stare a casa, sapeva che era uno spirito libero e che ormai era dedita dedicarsi solo all’uso delle armi. Ma a lui piaceva così, già da quando aveva conosciuta, Marcel aveva nutrito nei confronti della piccola Oscar un certo affetto, che poi, con il passare degli anni, era riuscito ad identificare come “amore”.

Oscar aveva notato che ogni volta che parlava con lei, le sue guance assumevano un leggero color porpora, cosa che Oscar non era mai riuscita a spiegarsi.

-Scusa Marcel sai dov’è mio padre?-chiese con aria interrogativa la giovane,

-Si è nel retro bottega, ma mi ha pregato di dire a tutti i clienti che non vuole essere disturbato poiché sta lavorando ad una cosa molto importante.- disse Marcel.

In quel momento la curiosità incominciò ad impadronirsi di Oscar- una cosa importante-pensò Oscar- che sarà mai?, forse un’arma per un ricco signore, o persino per il re!!.

In quello stesso istante Marcel vide spuntare dalle labbra della giovane un bellissimo sorriso e vide luccicare nei suoi occhi una scintilla di curiosità.

-Ok ok Marcel!, puoi dire a mio padre che sono passata e che l’aspetto a casa?.

-Ma certo Oscar- disse Marcel.

-Grazie e alla prossima!.

In quel momento Marcel non ebbe nemmeno il tempo di salutarla, che Oscar, folle per la curiosità, saettò fuori dalla bottega, lasciando Marcel sulla porta intento a gurdarla mentre correva.

 

 

-Finalmente sei arrivato Andrè, ti stavo aspettando.

-Scusatemi padre ma con questa bella giornata io e Alain non potevamo certo rimanere nei nostri appartamenti a studiare con il precettore, e poi lo dite sempre voi che l’allenamento è la cosa principale e che…

-Ora basta!- lo interruppe bruscamente l’uomo- sono tornato apposta per te figlio mio!, ormai credo sia arrivato il momento di portarti sui campi di battaglia e di farti assaporare il vero gusto del combattimento!, già ho aspettato tanto che questo momento arrivasse Andrè, andremo insieme in America e combatteremo al fianco delle truppe Americane. Credo sia un’ottima esperienza per te e per Alain, ormai so che tieni a lui come ad un fratello perciò verrà con noi.

Andrè che ancora non si era capacitato dell’idea di partire con il padre, cominciò a pensare ad una marea di domande a cui non si dava risposta, cosa faremo appena arrivati?, quando partiremo?, era ovvio che la sua giovane mente non fosse ancora pronta per un passo del genere, non si capacitava di ciò che l’avrebbe atteso e di ciò che avrebbe dovuto affrontare in quelle lande, l’unica cosa che sapeva è avrebbe combattuto al fianco di suo padre con tutto se stesso. 

-Andrè Andrè!!- la voce del padre lo riscosse dai suoi pensieri.

-Si padre-

-La partenza sarà prevista per la prossima settimana quandi riferisci ad Alain queste parole, in quanto alle armi, le andremo a prendere oggi, le sto facendo fare da un famoso armaiolo di Parigi, sperando che faccia un ottimo lavoro.

-Armi nuove!, oh grazie grazie padre non vedo l’ora di vederle e provarle…una cosa soltanto vorrei chiedervi…-

-Dimmi Andrè-

-Ma dopo la partenza resteremo in America o torneremo in Francia?...-

La domanda del giovane lasciò interdetto l’uomo, che non sapeva affatto quello che il destino avrebbe riservato per loro.

-Non so Andrè…questo davvero non lo so…comunque adesso puoi andare ciò che ti volevo dire tel’ho detto, e spero che non avrai dubbi su ciò. Un’ultima cosa, dopo aver desinato andremo a prendere le armi di cui ti avevo parlato, farò chiamare te e Alain da Nanny, fatevi trovare pronti.

-Certo padre, con il vostro permesso mi ritiro…-

E dopo aver aspettato un cenno del capo del padre, il bambino corse negli ampi corridoi del palazzo, confuso ma altrettanto felice, speranzoso di raggiungere Alain per raccontargli ciò che gli aveva riferito il padre.

 

-Alain Alain!!- disse con il fiato alla gola il bambino.

-Hey Andrè!, ma dove ti eri cacciato credevo che tuo padre ti tenesse rinchiuso in quella stanza per sempre!!-

Alain era l’attendente del piccolo Andrè, avevano su per giù la stessa età, e Nanny l’aveva portato a palazzo, su ordine del padre, affinché Andrè potesse imparare l’uso delle armi e soprattutto potesse proteggerlo da eventuali pericoli. Il ragazzo era rimasto seduto sul bordo della fontana per aspettare il suo amico, che era stato letteralmente trascinato negli appartamenti del padre.

La luce del sole filtrava attraverso le fronde degli alberi, facendo assumere ai due ragazzi riflessi dorati sui loro capelli.

-Macchè!!, mio padre mi ha preannunciato una grande novità, la prossima settimana partiremo per l’America Alain, per combattere al suo fianco!. Mio padre dice che sarà un’ottima esperienza militare per noi due, così avremo l’opportunità di conoscere il vero combattimento.-

Detto ciò Alain non mostrò alcun segno di interesse, e questo rammaricò Andrè che credeva in una reazione di entusiasmo da parte dell’amico.

-Come mai non dici niente…credevo ti avesse fatto piacere partire per altri posti, e combattere avvincenti duelli…- chiese con rammarico Andrè

-Sai, credevo che saremmo andati sui campi di battaglia ad un’età più matura e soprattutto consapevoli dei pericoli che dovremmo affrontare…perché Andrè tu sai quali sono vero??...-

-…-

-Ecco vedi questa è la chiara prova tu non sei pronto, anzi NOI non siamo pronti…-

-Alain dai non significa nulla tutto ciò!!, se mio padre mi ha comunicato questa notizia è ovvio che ci ritenga responsabili no?-

-Ma Andrè questo non significa nulla!!, credo che tuo padre abbia sottovalutato le nostre capacità!, ci ritiene degli uomini quando invece siamo ancora ragazzini che giocano con gli spadini!- disse il ragazzo indicando gli oggetti ai suoi piedi- l’unica cosa che voglio farti capire è che la guerra non è gioco e divertimento, ma sangue e sofferenza!!- detto questo il ragazzo fuggì davanti gli occhi stupefatti dell’amico, che rimase immobile mentre nella sua mente si formava un vortice di pensieri.

CONTINUA...

 

 

Spero tanto che vi piaccia cari lettori, sappiate che questa è la mia prima ff, e che siamo soltanto al 1°capitolo. Non sono una di quelle scrittrici FENOMENALI, ma volevo fare qualcosa anch’io. Mi piaccio tanto le ff, soprattutto mi appassiona leggerle, e questa volta voglio farvi leggere la mia!

Se volete lasciate anche commenti belli o brutti che siano accetto qualsiasi suggerimento.

Un saluto con l’augurio che vi piaccia!

 Vale

 

 

 

  
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