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Autore: AlexVause    15/11/2013    8 recensioni
For You (per Te)
Cosa non farei per te, Amore Mio...
Ogni giorno che passa sei nel mio cuore.
Ogni attimo in cui non ci sei, sento la tua mancanza.
Ogni mio passo lo farò verso te, ogni mia azione sarà per te.
Always (sempre)
Ogni cosa te la dedicherò, fosse anche solo un sorriso. Finchè vivrò e per sempre.
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Swan Queen
Seguito di Trust.
Genere: Avventura, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, FemSlash | Personaggi: David Nolan/Principe Azzurro, Emma Swan, Mary Margaret Blanchard/Biancaneve, Regina Mills, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Amarsi e perdersi per poi ritrovarsi. Destino.'
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Capitolo 4
 
Regina era nel suo ufficio.
Seduta alla scrivania, strappava il lato removibile di alcuni documenti da archiviare.
Il telefono cellulare squillò svariate volte continuando ad essere ignorato.
Delle voci concitate si udirono in corridoio, prima che la porta dell’ufficio del Sindaco si aprisse di scatto.
- Ti aspettavo alla centrale.
La rabbia di Emma ribolliva.
Era frustrata perché non capiva. Aveva sempre preferito un confronto chiaro e diretto agli enigmatici capricci da interpretare.
Regina purtroppo era decisamente da decifrare.
- Me lo sarò dimenticato.
Il tono di Regina era piatto.
Non alzò nemmeno lo sguardo verso la compagna.
Lo Sceriffo si avvicinò alla scrivania.
Afferrò il foglio che il Sindaco teneva fra le mani e lo abbassò poggiandolo al tavolo.
- Smettila con queste cazzate e parlami!
Nella sua voce si udì tutta la sua frustrazione.
Quel silenzio che si venne a creare sembrò interminabile.
La Evil Queen alzò lentamente lo sguardo fino ad incontrare quello della bionda.
Il nero di quegli occhi era così malinconicamente profondo che risucchiò via da lei in un istante tutta la rabbia che aveva in corpo, mutandola in una stretta allo stomaco che le tolse il respiro.
- Dove sei stata stamattina?
Chiese Emma.
Regina abbassò nuovamente lo sguardo sul tavolo.
Non voleva mostrare, attraverso gli occhi, tutto ciò che aveva dentro se.
- Avevo bisogno di schiarirmi le idee.
Ciò fece accendere un fuoco dentro la bionda.
- E mi hai ignorata per ore solo perché dovevi schiarirti le idee? Potevi parlarne con me invece di scappare di casa in tutta fretta.
- Ho avuto un piccolo diverbio con Neal e suo padre.
Emma rimase impietrita da ciò che aveva appena udito.
- Suo…padre?
- Si.
In quell’istante la tensione iniziò a percepirsi distintamente.
Lo sguardo vuoto di Regina, fisso sulle carte sopra la sua scrivania, si alzò lentamente sino ad incontrare gli occhi color lago della bionda davanti a se.
- Hai qualcosa da dirmi Emma?
Lo Sceriffo accennò un lieve assenso con il capo, andando a sedersi sulla sedia davanti al Sindaco.
Le raccontò ogni cosa.
Dalla sua passeggiata in cui vide Neal e Gold discutere accanto alla biblioteca, a quando Neal le chiese di bere con lei qualcosa per poterle parlare.
Dal loro litigio quando ammise che Tremotino era suo padre, facendola sentire tradita, a quando andarono al porto per discutere da soli.
- In pratica, è stato August a dirgli di lasciarmi e tornare quando la maledizione si sarebbe spezzata.
Regina rimase ad ascoltarla in silenzio.
Quando la compagna ebbe finito il suo racconto, tornò a guardare i fogli sul tavolo.
- Ti prego Regina, dimmi qualcosa.
Il cuore della Evil Queen correva all’impazzata.
Si alzò di scatto battendo i palmi delle mani sulla scrivania.
Emma sussultò.
- Che vuoi che ti dica? Che è stato un eroe ad abbandonarvi, attendere che tu spezzassi la maledizione e poi tornare per portarmi via tutto ciò che ho di più caro? E’ questo che vuoi?
Regina Mills esplose.
Tutto ciò che aveva evitato in quegli anni era accaduto.
Si era innamorata, aveva aperto il suo cuore a una persona e ora stava impazzendo di gelosia.
Non era da lei.
- Regina, io non…non volevo dire questo.
- E non volevi nemmeno dirmi di Neal!
- Volevo farlo.
Anche Emma era scattata in piedi alzando la voce.
- Ma non l’hai fatto. Perché?
Il tono di Regina si affievolì, velato di tristezza.
Emma non rispose.
- Non ci credo. Sto vivendo un maledetto Deja vu!
Sbottò la Evil Queen dirigendosi a passo svelto verso la porta del suo ufficio.
Il ricordo di quel silenzio da parte di Emma, quando parlarono di Neal al porto, le faceva ancora male.
Soprattutto se ripensava alla successiva piega presa dagli eventi .
La compagna la fermò afferrandola da un braccio.
La tirò a se stringendola per poi spingerla verso la parete.
Regina si dimenò fino a quando le labbra della bionda non toccarono le sue.
Era un bacio disperatamente dolce.
Lieve consapevolezza di qualcosa che si stava disgregando e che con quell’istante si tentava di riparare.
Regina afferrò la giacca di Emma tirando la ragazza ancor più verso se.
- Non vado da nessuna parte Regina.
Lo Sceriffo si perse nei suoi occhi scuri, profondi.
La baciò così teneramente da sentirsi sciogliere con essa.
- Perché non me l’hai detto, Emma?
Le mani della bionda percorrevano il corpo della donna davanti a se.
La strinse forte.
- Avevo paura.
Regina la allontanò.
Lo sguardo della mora la ferì, come una coltellata fu per l’altra donna quell’affermazione.
- Di chi? Di…di me?
Inconsciamente il Sindaco, allontanando da se Emma, stava mettendo una distanza tra loro che si fece sempre più ampia.
Lo Sceriffo sentì il suo respiro venir meno.
Non voleva perderla.
Regina venne colpita da angoscia.
Le era sembrato di tornare al giorno in cui Henry l’accusò di essere la Regina cattiva.
Diceva che i suoi amici non sarebbero mai venuti a giocare con lui perché avevano paura di lei.
Emma le prese il viso fra le mani.
- Regina guardami. Io non…non avevo paura di te. Era solo…ho solo…
Le faceva male anche solo doverlo pronunciare.
- Non voglio perderti.
- Perché dovresti?
La Evil Queen si scostò allontanandosi dal muro, allontanandosi da lei.
- Perché non voglio che tu pensi, che questo chiarimento fra me e Neal porti al suo perdono e a non so cos’altro.
- Rispondimi sinceramente Emma. Se Neal volesse riavvicinarsi a te, per riavere la sua famiglia…tu mi lasceresti andare?
- Regina…
Emma si avvicinò alla compagna.
- …lui fa parte di un passato che ho voluto dimenticare. Se cerco di andarci d’accordo è solo per Henry.
- Come hai fatto con me.
- Regina. Sei tu il mio presente. Sei tu la famiglia di Henry e mia.
La Evil Queen l’attirò a se baciandola dolcemente.
Lo sperava davvero e per quell’istante cercò di crederci almeno un po’.
- E a tal proposito….stamattina, per radio, hanno fatto sentire una canzone che nel mio cuore parlava di te.
Regina le fece un sorrisetto di sfida.
Anche se quel pensiero le fece piacere. Nessuno le aveva mai detto una cosa simile.
- Ne sei certa?
Emma le fece una smorfia.
- Non raccolgo.
Le accarezzò il viso mentre il Sindaco l’abbracciava.
- Diceva: “Not for just an hour, Not for just a day, Not for just an year, but I love You always.”
Glielo disse sussurrandolo all’orecchio, come se quelle parole fossero solamente sue e nessun’altro potesse udirle…anche se erano sole in ufficio.
- Uhm…”Non per una sola ora, Non per un solo giorno, Non per un solo anno, ma ti amerò per sempre?”
Cos’è…un tentativo per farsi perdonare Sceriffo?
Regina la stuzzicò sorridendole. Le era davvero grata per quelle parole ma non voleva dargliela vinta.
Emma lo sapeva. E sorrise di ricambio baciandola dolcemente.
- Probabile.
 
- Sia ringraziato il cielo!
La signora Lucas si mise fra Emma e Regina, le prese da un braccio portandole velocemente al bancone.
- Che succede?
Chiese Emma perplessa quanto Regina.
- Vi offro da bere. Mi duole dirlo, dal profondo, ma Regina…ho bisogno di un suo favore.
La Evil Queen era sempre più perplessa.
- Mio o di Emma?
- Vostro. Suo. Tuo. Insomma aiutateci e basta.
A quanto pare era una questione abbastanza spinosa. Nonna non era di molte parole e di certo non avrebbe mai cercato l’aiuto di Regina…tranne per qualcosa di grave.
Ruby le raggiunse.
- Brava nonna, parla con loro del problema. Io non so più che fare.
Ruby era pronta per uscire.
Regina la guardò. Il suo gusto nel vestire era decisamente discutibile.
- Dove vai vestita così…di tutto punto?
Chiese Emma incuriosita
- Sono andata a cena con Whale…
Si avvicinò al viso di Emma.
- …Ho chiuso.
Emma rise.
- Mi racconterai domani.
Regina alzò gli occhi al cielo, per por tornare a rivolgere la sua attenzione alla proprietaria del Granny.
- Prego Miss Lucas, continui.
- Ho un ospite scomodo.
- Sarebbe a dire?
Chiese il sindaco incuriosita.
- Bevete qualcosa. Lo scoprirete da voi a momenti.
 
Era arrivata l’ora di chiusura per il Granny, precisamente un’ora dopo l’arrivo del Sindaco e dello Sceriffo.
Il tempo passò veloce parlando di tutto e di niente.
Ruby e la signora Lucas si avvicinarono al loro tavolo, coronate da una musica, proveniente dalle camere al piano sopra la tavola calda.
Emma e Regina si guardarono attonite.
- Lo sentite?
Disse la cameriera furiosa.
- E’ la signora di cui mi parlavi ieri mattina?
Chiese Emma incuriosita.
- Le piace ascoltare la musica, musica che attraversa il pavimento e finisce nelle mie orecchie!
Io devo dormire e lei che fa? Disturba con questa rumore diabolico.
- A me sembrano i Bee Geese.
Puntualizzò la bionda.
- Dovete fare qualcosa. Io non dormo più!
- E inoltre, disturba anche gli altri clienti che soggiornano da noi.
Spiegò la signora Lucas. Era seriamente preoccupata.
- Beh adesso sono le undici di sera…
Emma intervenne.
- Sindaco che possiamo fare?
- Un foglio.
Disse Regina.
- Che cosa farai a parte reagire nei tuoi soliti modi eccessivi?
Chiese Emma alla compagna, sapendo benissimo quali erano i suoi metodi di persuasione.
Regina la guardò stizzita.
- Se non si interviene subito, non si raggiungeranno mai buoni risultati.
L a mora prese carta e penna consegnatale dalla ragazza lupo e scrisse due righe da parte di Ruby.
- Et voilà. Così se ne starà tranquilla.
Il Sindaco consegnò il biglietto alla cameriera.
- Ma l’ha firmato a nome mio!
- Eh certo non ci abito io, qui.
Sorrise soddisfatta la Evil Queen.
- E meno male…le avresti già dato fuoco.
Ironizzò Emma sorridendo alla mora e all’amica.
- Dai su. Va a consegnarle il biglietto.
Ruby guardò il foglio poco convinta. Alzò lo sguardo verso le due donne davanti a lei.
- E va bene. Sarà una toccata e fuga.
Salì dalle scale.
Mise il biglietto sotto alla porta, bussò e poi corse giù velocemente fino a raggiungere Regina, Emma e la nonna.
- Toccata e fuga…letteralmente eh?
Chiese sarcastica Regina.
- Insomma…quella donna mi fa paura.
La Evil Queen alzò un sopracciglio.
- Shh…sentite? Musica spenta, problema risolto. Devo dartene atto Regina, il tuo metodo ha funzionato.
Rise sollevata la signora Lucas.
Regina rise.
- Mai dubitare, mai dubitare.
Si sentì una porta chiudersi e dei passi pesanti scendere dalle scale.
La Evil Queen intravide la donna sulla scalinata e in tutta fretta si nascose dietro ad Emma, prima che una volta arrivata al piano di sotto, la vedesse.
- Regina ma che ti prende?
- Shhh… ti spiegherò.
La donna di corporatura robusta dai capelli corti e bianchi agitò il biglietto che aveva in mano, davanti al viso delle due donne che gestivano il Granny.
- Che cosa significa questo orribile, orribile biglietto?
Il suo era un accento particolare, che richiamò alla memoria del Sindaco un loro unico ma indimenticabile incontro.
La signora Lucas e Ruby indicarono Regina.
- E’ stata lei.
La Evil Queen fece finta che le fosse caduto qualcosa e che stesse per raccoglierlo. Si alzò e si avvicinò al fianco della compagna.
- Sei stata tu a scrivere questo orribile, orribile biglietto?
Chiese la donna a Regina.
- Si.
Rispose la mora assumendosi la responsabilità della sua azione. Era felice però del fatto che la signora non l’avesse riconosciuta.
- Arrivo in un nuovo strano mondo a causa di qualcosa. Abito in un nuovo e strano posto di cui non riesco ad abituarmi e adesso ricevo questo orribile, orribile biglietto, con minacce.
- Non sono delle vere minacce.
Si affrettò ad intervenire Emma per riparare la situazione.
Se aspettava che a sistemare il tutto fosse Regina, gli asini sarebbero volati nel cielo.
Lo sguardo della donna si volse altrove.
- Uh…paradiso di Cup Cake! Perché non mi offrite un dolcetto? È il minimo che dovreste fare dopo questo orribile, orribile biglietto.
La Evil Queen alzò gli occhi al cielo.
- Ci perdoni. Mi chiamo Emma Swan e sono lo Sceriffo di Storybrooke. Lei è Regina Mills il nostro Sindaco. Stava solo facendo il suo lavoro.
Regina provò ad aprire bocca per parlare ma fu zittita da Emma che la guardò duramente.
- Il mio nome è Ursula.
La donna prese in mano due pasticcini e poi guardò Sindaco e Sceriffo.
- Voi due siete proprio come questi Cup Cake. Uno molto scuro e pesante, l’altro chiaro e soffice.
- Bene allora sarà meglio arrivare al punto, visto che ora siamo qui faccia a faccia.
Musica a livelli di volume, adatti ad un luogo dove alloggiano altre persone.
In rispetto ad essi in quanto non è sola in questo stabile.
Regina era davvero perfetta nei panni del Sindaco. Emma stravedeva per lei ,quando la sentiva parlare in gergo legale.
Gli occhi della donna divennero due fessure mentre fissavano la Evil Queen.
- Preferisco decisamente la chiara e soffice. Sentite. Ricominciamo da capo. Io vi perdono per l’orribile, orribile biglietto e voi mi date i Cup Cake.
Ruby e la signora Lucas sorrisero alla donna che se ne tornò in camera con due sacchetti pieni di dolci.
Le donne si guardarono l’una con l’altra.
- E’ stato facile.
Sorrise Regina attirando su di se sguardi torvi.
- Perchè? Che ho detto?



Note di Alex: Ecco a voi un nuovo capitolo un pò introspettivo e un pò da sorriso ;)
Spero vi sia piaciuto fatemi sapere :)
Ancora un Thank you Everyone (per non essere noiosa) XD a tutti voi che seguite la storia e che l'avete messa fra i preferiti. Grazieeeeeee e alla prossima.
  
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