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Autore: cristal_93    15/11/2013    1 recensioni
[Fan fiction sul gioco Pokémon Mystery Dungeon Esploratori del Cielo. Partirà dagli eventi dell’ultimo episodio speciale del gioco," Salto nel futuro oscuro" e proseguirà in un'altra storia che pubblicherò più avanti e che fungerà da prequel di questa]
(dal testo): "Grovyle sorrise, poi alzò lo sguardo verso il cielo e chiuse gli occhi, assaporando il piacevole calore del sole sul viso. Celebi lo guardò con amore e si strinse a lui. Grovyle, continuando a tenere le palpebre abbassate, raggiunse la piccola Pokémon con una zampa e strinse forte la sua mano, ed insieme sorrisero."
Genere: Avventura, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Celebi, Grovyle, Nuovo personaggio
Note: Missing Moments, OOC, What if? | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Videogioco
Capitoli:
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Erano trascorsi pochi giorni da quando il mondo era tornato alla normalità. Grovyle, Celebi e Dusknoir, insieme a tutti i Pokémon del futuro avevano cominciato a lavorare duramente per ristabilire completamente l'ordine nella loro epoca. Leah diede loro una mano come poté, e insieme fecero grandi cose, di quelle che ti fanno addormentare  la sera con il sorriso sulle labbra per la soddisfazione dell'operato compiuto. 
In tutto quel tempo, i quattro divennero praticamente inseparabili, ma nonostante la felicità di quei momenti insieme, Leah iniziò a sentire nostalgia di casa, del suo mondo e dei suoi amici. Ne parlò una sera con i tre Pokémon, ma solo Celebi arrivò quasi a chiederle di restare con loro; Grovyle, al contrario, capì bene i sentimenti della ragazza, quindi si dichiarò completamente d'accordo sulla sua richiesta di partire il prima possibile, cosa che gli procurò un'occhiataccia da parte di Celebi, che però ignorò. Dusknoir, dal canto suo, non disse niente, anzi, diventò stranamente pensieroso. Il giorno della partenza di Leah si ritrovarono tutti lì : Grovyle e gli altri due, i Sableye, e persino Dialga, che a quanto pare voleva salutare nella maniera più opportuna quella ragazza così coraggiosa che tanto aveva fatto per loro. Erano davanti al Portale del Tempo, quello da cui Leah e Grovyle, insieme a Piplup e Chimchar, erano scappati dal futuro la prima volta.
Trovarsi di nuovo lì fu un po' strano per la ragazza, che si guardò intorno con una punta di nostalgia: di per sé, quel posto non era cambiato granché, salvo per alcuni particolari. L'atmosfera, ad esempio: quel giorno il cielo era limpido,senza una nuvola, ed il sole proiettava la sua luce ovunque, donando un aspetto candido e rassicurante a quel luogo, diverso da quello sinistro e minaccioso  che aveva avuto la prima volta.
 Eppure era ancora quello, lo spiazzo di pietra in cui Leah e i suoi amici erano arrivati per cercare di tornare alla loro epoca, lo stesso in cui lei aveva superato la sua fobia per i Pokémon Spettro, e dove aveva sconfitto praticamente da sola Dusknoir e seguito, e persino Dialga. 
Le si strinse il cuore per un momento: pur essendo forte il suo desiderio di tornare a casa, sapeva bene che, andandosene, avrebbe comunque lasciato una piccola parte di sé in quel mondo, e non solo nei luoghi dove aveva vissuto quell'avventura. Si girò lentamente e guardò i Pokémon che erano venuti fin lì per salutarla: Celebi aveva gli occhi lucidi ma si sforzava di sorridere; Grovyle non era tipo da sentimentalismi, e lei lo sapeva bene, ma notò lo stesso che, malgrado il suo atteggiamento da duro, anche il Pokémon d'Erba aveva un'espressione triste sul viso, e per non farla vedere teneva il volto di profilo; Dusknoir non guardava nessuno, e teneva lo sguardo basso.
 Anche ai Sableye dispiaceva che lei li lasciasse, e qualcuno di loro aveva anche iniziato a piangere. L'unico padrone di sé stesso era Dialga, che però non staccava gli occhi dalla ragazza e seguiva ogni suo movimento. Leah li guardò uno per uno, e l'assalì una tristezza tremenda: sapeva che le sarebbero mancati tantissimo. La loro essenza era diventata parte di lei, ma era certa che non sarebbe bastato portarli nel suo cuore per sentirli più vicini. Fece una smorfia: non avrebbe mai creduto che un giorno si sarebbe ritrovata ad avere amici di un'altra epoca. Fece due passi verso di loro, ma restò a debita distanza. Quelli continuarono a fissarla senza dire niente,e anche lei aprì e chiuse la bocca un paio di volte, incerta su cosa avrebbe potuto dire. Grovyle, che era forse il più imbarazzato di tutti, si fece avanti, evitando però lo sguardo della fanciulla.
 << Dunque...>> cominciò. << Eccoci qui, alla fine... >>.
 << Già... >> rispose Leah. Entrambi, poi, tacquero, incapaci di continuare. Fu la ragazza a cercare di prendere in mano la situazione, ma non a voce alta:
 “Senti Grovyle, io...”
 "No, stai a sentire TU, ragazzina” la interruppe lui, in tono quasi seccato, ma poi si accorse di aver esagerato.
 “Perdonami,” disse, con più calma” non volevo essere brusco..” .Leah fece un debole sorriso come per dire che non le importava. Lui prese un bel respiro e cominciò:
 “Devo proprio ringraziare la tua telepatia: se facessi un discorso del genere ad alta voce  penso che morirei dall'imbarazzo, e Dusknoir mi prenderebbe in giro da qui all'eternità.”  Gettarono entrambi uno sguardo soprappensiero al Pokémon Spettro,che però non gli prestava la minima attenzione.
 “Dare mostra dei tuoi sentimenti non è il tuo forte, vero Grovyle?” lo prese in giro la ragazza, cercando di spezzare la tensione.
 “ Ognuno di noi ha le sue debolezze. La tua, mi pare ormai evidente, è che tendi ad essere dannatamente gentile con chiunque” ribatté lui. Leah sorrise debolmente, e si attorcigliò una ciocca di capelli intorno al dito.
In ogni caso” riprese Grovyle.”Vediamo di non tirarla troppo per le lunghe, altrimenti rischio di arrivare a dire cose di cui potrei pentirmi.” Altro profondo respiro da parte del Pokémon, poi sollevò lo sguardo e la guardò dritta negli occhi. 
Leah...grazie di tutto. Grazie per avermi salvato la vita, quella volta, alla grotta di Azelf. Grazie per essere stata la prima a credere in me, anche quando pensavate che fossi io  il nemico. E grazie anche...per tutte le volte in cui hai rischiato tanto per aiutarmi. Forse non me lo meritavo, però è successo, e se ora sono qui è in gran parte merito tuo, e per questo sarò in debito con te per sempre. Mi hai aiutato così tante volte che penso  non basterebbe una vita per ripagarti, quindi,”  si allontanò di poco da lei ” ti offro la  mia: se in futuro ci rivedremo ancora e tu avrai bisogno d'aiuto, io ci sarò senz'altro per  te” e fece un piccolo inchino. Leah sgranò gli occhi e si guardò intorno preoccupata: Celebi non stava guardando, o meglio, cercava di far finta di non vedere; Dusknoir ostentava indifferenza, al contrario dei Sableye che guardarono Grovyle con evidente perplessità, mentre Dialga li osservava tranquillo. Tornò a guardare il suo amico d'Erba e sospirò, gli si avvicinò e si abbassò al suo livello.
 “Grovyle, guardami.” Lui lo fece, e quando incrociò il suo sguardo la ragazza rimase veramente stupita: se non fosse stato che sapeva quanto Grovyle fosse orgoglioso, avrebbe giurato che avesse gli occhi lucidi. Sorrise: lo aveva sempre ammirato per il suo sangue freddo; scoprire che anche un duro come lui era in grado di emozionarsi in quel modo le suscitava tenerezza.
 “Grovyle” disse ancora.” Io non voglio niente e nessuno al mio servizio, e men che meno ci voglio te. Per favore, sei mio amico, non dire più cose così.” Il Pokémon sbuffò, al che Leah si mise a ridacchiare.
 “Cosa ci trovi di così divertente?!”
 “ No, niente.. scusami...”rispose la ragazza, cercando di controllarsi. Lui alzò gli occhi al cielo e si mise una zampa sugli occhi, scuotendo la testa. Leah riuscì a calmarsi, poi aggiunse:
 “Senti...non voglio darti ordini, però...avrei una richiesta.”
 “Qualunque cosa” rispose in fretta il Pokémon. Leah ci pensò su un attimo, poi disse:
 “Per favore, prenditi cura di Celebi.” A quelle parole, Grovyle aprì la bocca ma non produsse alcun suono, e lentamente volse lo sguardo verso la piccola Pokémon rosa, che gli dava le spalle. La guardò a lungo, poi tornò a osservare la ragazza.
 << Io... >>  riuscì a dire, smettendo per un attimo di usare la telepatia. << Non so se ne sarò in grado... io non sono bravo a proteggere gli altri ...>> ammise, abbassando il capo.
 “Non è vero. Per favore, Grovyle: lei ha bisogno di te” disse Leah. Grovyle guardò ancora Celebi, poi l'umana, e alla fine emise un sospiro rassegnato, annuendo con il capo. Leah sorrise, ma poi si rattristò e lo guardò intensamente : le sarebbe mancato molto, e probabilmente più di tutti loro messi insieme.  Gli voleva bene davvero, e forse, se fosse stata una persona egoista,  avrebbe voluto che andassero via insieme.  Non poteva, però: Grovyle apparteneva al futuro, lei al passato,  ed entrambi avevano ancora molto da portare a termine nei rispettivi mondi. Le venne una gran voglia di abbracciarlo un' ultima volta, ma si trattenne, per rispetto suo e di Celebi.  Allungò la mano e aspettò che Grovyle facesse lo stesso con la propria. Lui la guardò con diffidenza.
 << Da quand'è che sei così formale? >> borbottò, facendo una smorfia.
 << Da quando ti ho visto diventare uno Slugma l'ultima volta che non lo sono stata >> ribatté lei a bassa voce.Grovyle sospirò, poi le strinse la mano.
 << Alla prossima, capitano >> disse, beffardo.
 << Alla prossima, fuorilegge >> ribadì lei, e si scambiarono un sorriso. Dopo quello, Leah andò verso Dusknoir, che però non reagì al suo arrivo. La ragazza gli toccò il braccio, ma lui si sottrasse.
 << Dusknoir... >> 
 << E' meglio se vai, Leah, o ti sarà tutto più difficile dopo >> tagliò corto lo spettro, e si voltò verso la parete di roccia, dandole le spalle. Leah lo guardò confusa, ma poi sospirò e decise di lasciar perdere. Si voltò verso Celebi per salutarla, ma lei non la degnò di uno sguardo, e si avviò verso il Portale, per attivarlo. Inghiottendo le lacrime che sentì premere contro gli occhi, Leah puntò lo sguardo verso i Sableye, che invece si avvicinarono subito e l'accerchiarono. Leah  si chinò e li accarezzò tutti, dal primo all'ultimo.
 << Mi raccomando, ragazzi: fate sempre del vostro meglio >> li ammonì, sorridendo.
 << Certo, signorina >> risposero loro, in coro. Leah si dovette trattenere dallo sbuffare: si era stufata di chiedergli di rivolgersi a lei normalmente. Non sapeva se facevano così per abitudine, per rispetto o per paura, ma si era stancata ben presto di cercare di convincerli.
 "Un ultima cosa” disse, inviando il pensiero nelle menti di tutti quanti. Loro si rizzarono immediatamente e la guardarono, in attesa.
 “Occupatevi voi di Dusknoir, per favore”. I Sableye si guardarono l'un l'altro, poi uno di loro sorrise e fece cenno di sì con il capo più e più volte, e si batté anche il pugno sul petto. Gli altri seguirono il suo esempio, e si aprirono in enormi sorrisi. Lei sorrise di rimando, poi si rivolse a Dialga. Niente giri di parole stavolta, anche perché era l'unico alla quale non avesse niente da dire, e forse anche l'unico di cui non avrebbe sentito troppo la mancanza.
In ogni caso, nutriva lo stesso un profondo rispetto nei suoi confronti, e glielo dimostrò prostrandoglisi davanti. Dialga le sollevò il viso con la coda.
 << Non inchinarti a nessuno, Leah >> disse, e dopo ciò piegò le ginocchia e abbassò il capo. La ragazza lo guardò sconcertata e arrossì per l'imbarazzo. 
 << Dialga, per favore... non è il caso... >>. Lui le sorrise.
 << Grazie ancora per tutto quello che hai fatto >> disse.
 << E' stato un piacere >> rispose lei, poi si voltò di nuovo verso Celebi, che nel frattempo aveva preparato il Portale del Tempo, ma ancora una volta lei le diede le spalle e non la considerò. Delusa, Leah si apprestò a varcare il passaggio che l'avrebbe riportata a casa, e già avvertiva l'energia del Portale lambirle la pelle, quando si sentì tirare per un braccio. Si voltò stupita e rimase scioccata: Celebi la stava trattenendo, ed era evidentemente sul punto di
scoppiare in lacrime.
<< Aspetta... >> disse, sforzandosi di mantenere il controllo.<< Non puoi ancora andartene... >>
 << Perché no, Celebi? >> rispose Leah, incredula.
 << Perché...perché... >> mormorò la Pokémon Tempovia come se stesse cercando le parole giuste, ma alla fine le tirò fuori tutte in una volta, e travolse la ragazza come un fiume in piena. Fu uno sfogo telepatico, però: a quanto pareva, anche Celebi aveva delle cose da dire che voleva restassero private tra lei e la fanciulla.
 “Perché TI ODIO! Perché tu sei un essere un umano, e io invece sono un Pokémon  Leggendario, ma nonostante questo... TU sei quella che ci ha salvati da Dialga Oscuro,  TU  quella che non si è mai tirata indietro di fronte agli avversari, TU  quella che ha protetto Grovyle!! Io...io ti odio, e lo sapevi benissimo, ma ciononostante non ti sei mai comportata da egoista con me, e hai anche rischiato di rimanere intrappolata in quest'epoca pur di permettermi di salutare Grovyle un'ultima volta! E ora che stai per andartene...ti odio  ancora di più, perché sono dannatamente in debito con te, e vorrei tanto non esserlo,  perché tu sei la persona più bella, forte, intelligente, coraggiosa e altruista che abbia mai conosciuto , e di certo non hai bisogno di niente perchè hai già tutto, quindi cosa posso darti che tu non abbia già?! Io sono niente in confronto a te, forse non sono nemmeno degna di essere definita un Leggendario, perché, che razza di creatura Mitica sono io se non riesco nemmeno a ripagare un debito nei confronti di un' umana?! E come farò a ripagarti, poi, se tu te ne vai, e chissà quando ci rivedremo?! So bene che non sono al tuo livello, ma io vorrei lo stesso...”.  Leah interruppe quel discorso poggiando due dita sulla bocca di Celebi, gesto apparentemente inutile, ma che riuscì a metterla a tacere. La piccola Pokémon osservò sconvolta quella mano sulle sue labbra, poi alzò lo sguardo verso la sua padrona, e si mise a tremare.Per l'ennesima volta da quando la conosceva, la giovane la stupì ancora con la sua dolcezza:
 << Celebi, >> disse << vieni qui >> e aprì le braccia. Celebi rimase a fissarla impalata,  ma appena osò incrociare di nuovo quegli splendidi occhi, si gettò verso di lei. Quasi senza accorgersene, Leah si ritrovò quel corpicino rosa avvinghiato al collo, che iniziò a piangere disperatamente sulla sua spalla. L'accarezzò a lungo, e guardò gli altri Pokémon: fu felice di constatare che qualcuno, come Grovyle, aveva avuto il buonsenso di girarsi dall'altra parte; gli altri seguirono il suo esempio solo dopo  un'occhiata ammonitrice da parte della fanciulla.  Lei riportò allora la sua attenzione alla Pokémon che aveva tra le braccia, e con delicatezza le fece sciogliere la presa sul suo collo, poi le asciugò dolcemente gli occhi.
<< Meglio ora? >> le chiese, sorridendo. La piccola fece cenno di sì, e sbattè gli occhioni lucidi.
 << Mi dispiace... >> mormorò , mortificata. Leah le accarezzò la guancia umida.
 “Da quant'è che stavi trattenendo quelle lacrime, Celebi?” le chiese ancora, riutilizzando la telepatia.
 “Da quando...ti ho conosciuta” ammise lei, poi abbassò il capo. Leah glielo sollevò delicatamente, e le sorrise. Celebi ricambiò, seppure il suo fu un sorriso molto più triste.
 “Non avresti dovuto tenerti tutto dentro” la rimproverò dolcemente la fanciulla.
 “Lo so...ma non ho avuto scelta” rispose l'altra. Le due si guardarono a lungo negli occhi, mentre intorno  a loro il vento iniziò a soffiare. Leah portò un attimo lo sguardo al cielo, poi disse ancora: 
Mi dispiace tanto di averti fatta soffrire: non era mia intenzione, davvero...”
 “Non è stata colpa tua” ribadì l'altra.” Sono io che, a dispetto delle apparenze, sono molto orgogliosa.”  Prese un bel respiro e proseguì: 
 “
Credevo di essere speciale solo perché detengo il titolo di Pokémon Leggendario, e  che i poteri di cui dispongo per natura fossero qualcosa di eccezionale. Poi, però, sei arrivata tu: ti ho vista all'opera, e ho ammirato il tuo coraggio e la tua potenza, ma al  tempo stesso ho iniziato ad odiarti, anche perché pensavo che tu stessi solo cercando  di darti delle arie. Stentavo a crederti quando mi hai raccontato che non era da molto tempo che avevi imparato a gestire le tue capacità, e che prima eri solo un'imbranata totale, e non facevi altro che combinare disastri.” Sorrise un attimo, poi ritornò seria.
Quello che mi ha davvero impressionato, però, è stato quando mi hai spiegato quello che hai sopportato per arrivare a questo punto: gli allenamenti intensi che hai sostenuto, le sconfitte subite, le delusioni e le vessazioni... E' stato allora che ho iniziato ad ammirato seriamente, perché ho capito che sei diventata così forte con il duro lavoro, e  ciononostante non te ne sei mai vantata. Io, invece, anche se non l'ho mai fatto apertamente, sono sempre stata orgogliosa delle mie capacità, le davo per scontate.  Grazie a te, però, ho capito...che essere Leggendari non significa per forza essere forti: bisogna lavorare sodo e impegnarsi al massimo, come tutti, del resto.Ti prometto...che anch'io, d'ora in poi, mi allenerò intensamente, e cercherò di fare sempre del mio meglio” esclamò con orgoglio. Leah la guardò con  approvazione, poi fissò un punto alle spalle della Pokémon.
 “Ascolta ,Celebi...prima hai detto che vorresti sdebitarti con me, anche se io non lo ritengo necessario.... ma...forse c'è qualcosa che potresti fare.” 
 “Chiedimi pure tutto quello che vuoi” rispose svelta Celebi. Leah tenne per un attimo lo sguardo basso, poi posò le mani sulle piccole spalle dell'amica.
 “Tu sei convinta che io abbia già tutto, e che quindi non potrei desiderare nient'altro, ma ti sbagli: tu hai qualcosa che io non ho, e che temo che forse non avrò mai.“  Fece una piccola pausa di riflessione, poi continuò:
 “Ciò che vorrei da te...è vederti felice insieme  a Grovyle. Stagli vicino, fagli capire che ci sarai sempre per  lui, qualsiasi cosa deciderà di fare. Vivi intensamente ogni singolo istante che passerete insieme” disse, guardandola negli occhi. Celebi sbatté le palpebre un paio di volte, poi guardò l'amato Pokémon dietro di sé.
 “Non so se...lui mi accetterà al suo fianco...non dopo-”
 “Celebi, per favore” la interruppe Leah, prendendole le manine. “Se davvero lo ami devi fare un tentativo, o sarà troppo tardi”. Celebi la guardò confusa, poi liberò le mani e prese le sue.
 “Ad una condizione” sentenziò, decisa. Leah si fece attenta.
 “Quando tornerai a casa..e rincontrerai il ragazzo che ami... gli confesserai i tuoi sentimenti”. A quella richiesta, Leah rimase di sasso, e aprì la bocca per ribattere, ma lo sguardo serio di Celebi le impedì sul nascere qualsiasi reazione.
 “Io...non credo che lo rivedrò tanto facilmente..” ammise, incerta.
 “Tu lo ami?” insistette Celebi.
 “Più di ogni altra cosa al mondo”  rispose subito Leah.
 “E allora anche tu dovrai farglielo capire, e se non ci riuscirai...verrò personalmente nel  vostro mondo e gli darò io una bella lezione, perché è solo un idiota  se non è in grado di   apprezzare una ragazza speciale come te.”  Leah fece una smorfia.
" Mi sembra di sentire Vaporeon...va bene: non lo obbligherò mai ad amarmi...ma sì, penso che ci riproverò, quando ne avrò di  nuovo l'occasione” disse, sorridendo.
 “A quanto pare, allora, dovremmo entrambe lavorare molto per conquistare i nostri  maschietti” disse Celebi, facendole l'occhiolino.
 “Ci puoi scommettere” rispose Leah, e poi ridacchiarono. La piccola tese la mano verso la ragazza.
 “Promesso?”. Lei gliela prese con delicatezza.
 “Promesso” e sorrisero all'unisono.
 << Sai... >> disse Leah, parlando normalmente.<< Anche tu sei bellissima quando sorridi >>.
 << D-davvero? Grazie... >> disse l'altra, arrossendo. Leah sorrise ancora e Celebi prese a tormentarsi le mani.
 << Senti...>> mormorò .<< Posso...? >> e allargò le piccole braccia. Leah non se lo fece ripetere due volte e abbracciò nuovamente l'amica, che si strinse forte a lei.
 “Grazie di tutto, Leah, grazie davvero. Non mi dimenticherò mai di quello che hai fatto per me, mai.”
 “E io non mi dimenticherò mai di te, Celebi” rispose la ragazza. Saremo amiche per sempre, vero?” e le offrì il palmo della mano destra. Celebi ci batté sopra il suo, e si aprì in un sorriso radioso.
 “Per sempre” rispose, decisa. Anche Leah sorrise, e una piccola lacrima le scivolò dalla guancia. Celebi gliel' asciugò con delicatezza.
 << Ecco forse un buon motivo per cui devi tornare a casa >> disse poi.
 << Cioè? >> fece la ragazza . Celebi si avvicinò fino a posare la fronte su quella di lei.
 << Non puoi privare quelli che ti vogliono bene del tuo splendido sorriso >> e le diede un bacio sugli occhi. Leah sorrise ancora di più, e altre due lacrome si fecero strada sul suo viso.
 << Ora però è meglio che vada >> disse, asciugandosele. Celebi annuì: si erano dette tutto e anche di più, ora poteva finalmente lasciarla andare. Si allontanò da lei senza staccarle gli occhi di dosso: avrebbe sentito tremendamente la sua mancanza, ormai non poteva più negarlo. Leah guardò ancora tutti i presenti  e sorrise caldamente ad ognuno di loro, poi si voltò e si preparò a entrare nel Portale, quando la voce di Celebi la chiamò ancora:
 << Leah! >>. Lei si voltò a guardare il Pokémon Tempovia: stringeva i pugni, e le sue alette ronzavano impazzite.
<< Verrò a cercarti, un giorno di questi... e allora... combatteremo insieme >>  e protese il piccolo pugno verso di lei. 
 << Aspetterò con impazienza quel giorno, Celebi >> urlò di rimando Leah e alzò il proprio, dopodiché, senza più girarsi, varcò finalmente la soglia del Portale  e scomparve dalla vista. Celebi rimase a lungo immobile in quella posizione, a fissare il punto dove era sparita la sua bellissima amica e rivale. Non si accorse di Grovyle, che le si avvicinò e posò la sua zampa sul suo pugno, abbassandoglielo.
 << Non pensare di avere l'esclusiva >> disse con una leggera nota di scherno. Celebi abbassò lo sguardo e incrociò i suoi occhi, e per un istante non ci fu posto per nient'altro, al mondo. Senza dire una parola, si abbassò e si posizionò sulla spalla del Pokémon, ed entrambi guardarono il Portale. Dusknoir si avvicinò lentamente, silenzioso come un ombra. Grovyle lo guardò di traverso , poi riportò lo sguardo davanti a sé.
<< Perché non glielo hai detto, Dusknoir? >> disse come se nulla fosse. Il Pokémon Spettro guardò storto l'amico.
 << Lo avevi capito, eh Grovyle? >>
 << Diciamo solo che, dopo un po' di tempo passato insieme a te, penso ormai di essere diventato abbastanza bravo a decifrare i tuoi sguardi. E quello che avevi per Leah, bé...non era difficile da interpretare >> rispose lui, con sufficienza. Dusknoir sospirò.
 << Non avrebbe potuto funzionare in nessun caso, Grovyle, quindi non aveva senso turbarla in quel modo >>mormorò a bassa voce. I due Pokémon d'Erba lo guardarono con commiserazione.
 << Speriamo solo... di rivederla presto >>  aggiunse lo spettro.
 << Già... ma dovremmo allenarci molto, nel frattempo: io non ho nessuna intenzione di farmi battere ancora da quella mocciosa. Siete d'accordo con me? >>. Celebi disse subito di sì, mentre Dusknoir annuì lentamente. Grovyle sorrise, poi alzò lo sguardo verso il cielo e chiuse gli occhi, assaporando il piacevole calore del sole sul viso. Celebi lo guardò con amore e si strinse a lui. Grovyle, continuando a tenere le palpebre abbassate, raggiunse la piccola Pokémon con una zampa e strinse forte la sua mano, ed insieme sorrisero.
   
 
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