Home,
bitter home
Finalmente, era tornata a casa:
Konoha. La sua
Konoha.
Il cielo terso e le strade sempre
così stancamente affollate. Era – ed è – esattamente come se la
ricordava.
Mosse il braccio sinistro, per
togliersi il sudore dalla fronte. La primavera, ormai, era finita da un
po’.
Gli occhi si erano inspiegabilmente
irritati, ed ora la vista era inevitabilmente offuscata.
Con questo fastidio, Ino
attraversava il villaggio, senza rendersi conto che il caldo non c’entrava
affatto con due ciuffi biondi e uno sguardo annoiato, assieme ad un paio di
fedi.
A parte quel piccolo particolare,
si disse, era davvero tutto come prima.
No, it
isn’t
Choji non riusciva a capacitarsi di
come gli occhi dell’amica non smettessero di lacrimare.
È solo della stupida
sabbia, gli
ripeteva. Ma l’Akimichi non era così ingenuo da crederle.
Quello che inizialmente gli era
sfuggito, ora, era diventato palesemente chiaro: più che della terra gialla, era
colpa di uno stupido cuore.
Anche se non dava a vederlo, lui
sapeva bene di chi fosse quella
colpa. E proprio per questo, quando i due, sporadicamente, si incontravano,
Choji non risparmiava all’amico occhiate di rimprovero malcelato, e pacche sulla
schiena accidentalmente forti.
Allora, neanche il broncio sul volto di Shikamaru riusciva a rimediare.
Alcool
effects
Tra le mani, Ino teneva l’ennesimo
bicchiere. Se non fosse stato per le gote rosse, gli occhi lucidi, e l’aria
distratta, probabilmente, nessuno si sarebbe accorto che fosse
ubriaca.
Sbuffando, poggiò la testa su un
braccio, senza dar troppo conto al calice da cui traboccava pericolosamente
l’alcolico.
« Auguri » singhiozzò, dedicando il
brindisi più a se stessa che ad altri.
« Non credi sia abbastanza? » fece
lui, alle sue spalle.
« Nah, sto benissimo » ribatté, le
scarpe dolorosamente strette.
Shikamaru sorrise amaro,
guardandole le guance scarlatte. « Sei sempre fottutamente bella
».
Vedendolo poi alzarsi, Ino arrossì:
il sapore traditore dello champagne, fra i denti.
Where
are you looking at?
Respira.
Sorridi.
Respira.
Le mani sul petto accaldato che si
alza e s’abbassa rapido.
« Ehi, Ino, ci sei? ».
È sorda: non sente più, potrebbe
giurarlo. Quelle ultime due parole, però, rimbombano,
ferendo.
Shikamaru agita una mano davanti al
suo viso, cercando attenzione.
Non vede. È decisamente troppo tardi, per poter
vedere.
Ed intanto il respiro affannoso di
lei si condensa con l’aria gelida.
Un braccio di lui si posa sul
proprio, e l’unica cosa che ora vorrebbe è scappare. Ma avverte solo la paura
che le attanaglia le viscere.
« Ci sposiamo » ripeté, chiarendole
la questione.
Respira,
sorride.
Fallisce.
Blushing
Stars
Era tutto ciò che voleva, quello di
adesso.
E sorride.
Lui è un bravo shinobi:
intelligente, sveglio. Non particolarmente bello, forse, ma a lei non
importava.
E sorride.
Ormai, è da quasi un anno che sono
sposati e la consapevolezza che sia suo è
rincuorante.
E sorride.
Proprio mentre stringe l’erba
fresca fra le dita, sente il respiro pesante di Shikamaru al suo
fianco.
E sorride.
D’improvviso, il cielo sopra di
loro si fa infuocato, e una stella cade: lei tenta di esprimere quel desiderio,
forse sciocco, di amore eterno, ma questa si spegne troppo
velocemente.
Stavolta, Temari non sorride.
A
snowball’s chance in hell
« Sei una nuvola maledettamente
fastidiosa » se ne uscì una volta Shikamaru, dopo aver ricevuto l’ennesima
strigliata da parte della compagna di squadra, per aver fatto
tardi.
Ino sapeva quanto gli piacesse
guardare le nubi attraversare il cielo, per poi tirare avanti instancabili in
lunghi tratti. A modo suo, le aveva fatto un complimento. E lei era
inevitabilmente arrossita.
Essere un cirro dai filamenti
pungenti, non era cosa da tutti. In special modo, se si trattava di una delle
sue nuvole.
Peccato che lei, come le altre, era
sempre soggetta alla forza devastante del vento. Forse, anche più di Shikamaru
stesso.
Cui
bono?
Le rapì le labbra, in un gesto
rapido e passionale.
Mettendole poi le mani sui fianchi,
l’avvicinò ancora di più a sé, e i loro corpi accaldati si toccarono, eccitati.
Mentre Shikamaru le lambiva il collo con la bocca, i capelli di Ino caddero
all’indietro.
E proprio quando stava per farla
sua, un mugolio pesante lo risvegliò dal sogno ad occhi
aperti.
Accanto a lui, Temari si rimboccò
nelle coperte, cercando di dormire.
Lui, d’altro canto, tentò di
seguirne l’esempio, anche se non era affatto facile tentare di addormentarsi con
l’immagine di lei ancora nella mente.
Decisamente, un bel problema.
Rimmel
La pioggia continua a scendere giù
caparbia, il cielo che è inevitabilmente cupo.
Ino poggia i pugni sugli zigomi, e
tira su col naso.
Lei è sempre stata la ragazza
popolare, amata e ricercata da tutti e da tutte. Quella che non si poteva far a
meno di ammirare e tentare – invano – di eguagliare.
Era una Yamanaka: bella, forte,
testarda: chiunque avrebbe voluto essere lei, anche solo per qualche istante.
Insomma, quale ragazza si poteva ritenere più fortunata?
Ma forse qualcuno c’era, perché, a
quel pensiero, Ino stringe gli occhi, e delle perle nere scivolano lungo le
guance, ferendo amare.
Friendchip
Lei incominciava ad infastidirsi:
il battere frenetico del piede sul selciato, ne era la
prova.
Lui, al contrario, sembrava a suo
agio.
« Ma quanto ci mettono? » sbraitò
Temari d’improvviso verso il compagno, preda ormai
dell’impazienza.
Il ragazzo fece spallucce. « Prima
o poi, arriveranno » replicò, continuando a portare su e giù il braccio,
ripetitivamente.
Lei sbuffò, incapace di
trattenersi: l’idea di saperli assieme la faceva
impazzire.
Casualmente, tornò a posare lo
sguardo su di lui, che - sentendosi osservato - si voltò, per poi
sorriderle.
« Patatina? » propose spiazzante,
porgendole il pacchetto.
Temari, afferrandone
inaspettatamente una, si rilassò, cullata dal gusto
salato.
Keep on
dreaming, time has got exhausted by now
« Ciao » inizia lui, le mani in
tasca, il broncio di sempre
« Ciao » gli risponde, le mani
lungo i fianchi, chiuse a pugno, lo sguardo che cerca di evitare il
suo.
Ma poi il discorso cade, dietro
parole mai pronunciate, e sguardi di biasimo e
incomprensione.
Non cambierà nulla, le aveva mentito anni addietro,
fregandosene che fosse ipocrisia bella e buona.
Vorrebbe dirgli che è solo un
fottuto bugiardo, ma questo significherebbe rompere i legami. E lei, in fondo,
un po’ ci crede ancora.
Allora, Ino sorride, continuando ad
ingannarsi, a far finta che Shikamaru le sarebbe rimasto accanto, per sempre.
Fine
Note
dell’autrice:
Non è esattamente fuori programma,
anche perché era da un po’ che volevo sperimentare una cosa del genere. Allora,
che ne pensate?
Be’, sono dieci un po’ per caso, un
po’ perché ricordano il numero dieci del Team InoShikaCho, quindi diciamo che ci
stavano. XD
Allora, volevo chiarire un po’ di
così. E sì, se volete potete anche magiare i pop-corn nel frattempo: la cosa
sarà fastidiosamente lunga. u_u
Innanzitutto, volevo chiarire che
le drabble sono assolutamente messe non
in ordine cronologico, e questo non solo perché sono pazza, ma soprattutto
perché mi sono venute di getto e sistemate così mi sembrava che andasse
meglio.
Il tema delle shot è ovviamente il
matrimonio tra Temari e Shikamaru. Sì, lo so, argomento trito e ristratito, ma
purtroppo per voi lettori adoro i momenti drammatici e l’illusione della piccola
Ino che viene tanto tanto bene. *_*
Masochismo, a parte ora vorrei
aggiungere alcune cose sempre riguardo alle drabble:
1) Il titolo della drabble tre,
ovvero No, it isn’t, mi è stato
ispirato dall’omonima canzone dei +44. Se vi capita, ascoltatela, è molto
bella, e terribilmente angst.
2) A snowball’s chance in hell, è un detto
inglese, e letteralmente vuol dire ‘la possibilità di una palla di neve
all’inferno’. Sta ad indicare quindi quando non si ha probabilità di vincere, e
così mi è sembrata adatta per descrivere Ino, che inevitabilmente si sente
sconfitta. Il vento è un chiaro riferimento a Temari, e al duo ventaglio
gigante. Il suddetto titolo l’ho fregato alla MiaCaraSorella Ross – o anche conosciuta come Lady Antares Degona Lienan -, che
inizialmente lo voleva utilizzare per una sua storia.
3) Cui Bono?, in latino significa ‘a
vantaggio di chi?’. Questo, invece mi sembrava adatto un po’ per tutta la
situazione in generale, ed in particolare per Shikamaru: perché soffrire, se poi
non porta a niente?
Insomma, lui non c’ha ricavato
nulla nello sposarsi, lasciando Ino, e facendo finta di non provare nulla per
lei. Okay, io sono di parte[issima], però mi sembrava azzeccata. Se siete
ShikaTema, non rompete: mica ve l’ha ordinato il dottore di venire a leggere
proprio questa storia, ne? ù_ù
4) Friendchip, è una chiara presa in giro. In
realtà, sarebbe ‘friendship’, ma visto che le patatine sono prerogativa di Choji
mi era sembrato carino cambiare la ‘s’ con la ‘c’. Se non l’avete trovato
divertente, vuol dire che non avete senso dell’umorismo. *modesta*
>_>
In ultimo, volevo ringraziare LadyGaara che ha letto in anticipo
questa storia, e mi ha dato la sua opinione. Grazie mille, cara!
(L)
Mi scuso poi con le lettrici della
raccolta Chrysalis Souls, ma non ho
ancora trovato l’ispirazione per una nuova drabble. Pardon.
*smile*
Mmh, spero comunque vi sia piaciuta
e che vi abbia emozionati almeno un po’. ^-^
In fede
matrimoniosa,
Anle