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Autore: Elinor92    15/11/2013    2 recensioni
E Se le strade di Gaetano, Camilla e Renzo incrociassero quelle di Marco e del commissario De Matteis?
Cosa potrebbe accadere?
Genere: Commedia, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Camilla Baudino, Gaetano Berardi, Un po' tutti
Note: Movieverse, What if? | Avvertimenti: nessuno
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"Camilla, Livietta,  c'è qualcuno in casa?" chiese Renzo, poggiando le chiavi sul mobiletto d'ingresso.  Accese le luci, l'intera casa si trovava al buio.
Entrò nella loro camera, sua e di Camilla. Anche quella era al buio. Accese la luce e la vide, seduta per terra, in un angolo, con il capo rivolto verso il basso e le gambe strette al petto.
"Camilla, Camilla" disse Renzo avvicinandosi velocemente a lei.
 "ti senti bene? Che succede?" le poggiò una mano sulla fronte per vedere se fosse accaldata.
Camilla continuava a stare in silenzio. 
"Io ti porto al pronto soccorso! " esplose lui.
"Non ti amo, Renzo." disse lei, senza ripensamento alcuno. Nella sua voce si sentiva dolore, sofferenza ma non incertezza.
"Che vuol dire?" Stanco, rassegnato,  si sedette all'angolo del loro letto, togliendosi gli occhiali e passando una mano sugli occhi.
"Lo sai. Io amo lui." rispose Camilla alzando lo sguardo.
"Poliziotto super più è tornato all'attacco? chiese Renzo sarcastico.
"Non è lui, sono io." iniziò a dire lei. "Sappiamo entrambi bene che, se due anni fa, Gaetano fosse stato a Roma, io non sarei mai tornata da te."
"Che c'entra adesso il passato? Adesso siamo noi, qui, insieme."
"Ho incontrato Marco oggi."
"Non bastava il poliziotto super più,  adesso anche il viticoltore da strapazzo."
"È stato un caso, un caso che mi ha aperto gli occhi."
"Non posso fare nulla per farti cambiare idea?"
"Non è che non puoi, Renzo. Tu non vuoi fare nulla. Siamo sinceri, hai smesso di amarmi tanto tempo fa. Non è me che vuoi, ma la donna che abita proprio al piano sotto il nostro."
"Non è vero." cercò di dire lui. La voce, però, non lo sostenne in quest'ultima bugia.
"Non puoi prenderti in giro. Disperato mi hai detto che "Ho bisogno di Carmen", devo ricordartelo!?"
"Camilla, smettila."
"Non posso. Ho deciso di essere sincera con me stessa e dovrai esserlo anche tu. Ti consiglio di correre giù da lei. Se non ti amasse non sarebbe mai tornata." disse lei alzandosi a avvicinandosi a lui.
"Ti voglio bene" gli disse infine, poggiando una mano su quelladi lui. "Vai."
"Grazie" disse lui, per poi precipitarsi per le scale.
"Carmen, Carmen" urlava lui, bussando alla porta di lei.
"Renzo, ma che succede?" chiese lei, con il suo accento spagnolo, mentre apriva la porta.
"Questo.." e Renzo la baciò, senza se e senza ma.
La porta dell'appartamento di Carmen si chiuse. Carmen e Renzo ancora abbracciati.
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Camilla aveva nuovamente spento le luci. Era in cucina, seduta su una sedia, fissava un determinato punto al di là della finestra.
Buio.
Aspettava il suo rientro, si rese conto di averlo aspettato una vita intera. Non fosse stata così stupida, così determinata a far funzionare un matrimonio che faceva acqua da tutte le parti, adesso le cose sarebbero diverse.
Il rumore delle chiavi nella serratura la fece rinvenire da questi pensieri.
“Mamma!?” chiese Livietta, osservando quella figura scura sullo sfondo delle luci della finestra.
L’aveva incontrata nel pomeriggio e, anche se non si erano dette nulla, Livietta aveva capito.
Non era stata lei la prima a gridarle “Almeno io so chi amo!”?
Si avvicinò alla madre e la strinse in un dolce abbraccio.
“Livietta devo dirti una cosa.” Iniziò Camilla.
“Lo so. Vedete soltanto di non tornare più insieme. D’accordo?” fu la risposta di Livietta.
Camilla scoppiò a piangere. Non pensava che sua figlia fosse matura abbastanza da capire l’intera situazione. E invece, era bastato uno sguardo per capire tutto.
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 “Eva, potresti pensare tu a Tommy? Un omicidio mi terrà impegnato fino a tardi.” Spiegò lui. I rapporti con l’ex moglie, da quando Gaetano aveva iniziato a prendersi realmente cura di Tommy erano migliorati. Eva si era persino trasferita a Torino e il bambino lo tenevano un po’ ciascuno. Così Tommy non avrebbe sentito la mancanza né dell’uno, né dell’altro. Non erano tutte rose e fiori ma se la cavavano.
Per la prima volta in vita sua, Gaetano era contento di dover lavorare sino a tardi: ciò gli impediva di pensare a quel guaio passato, o per meglio dire presente, che Camilla si era rivelata essere.
“Dopo l’autopsia potrò darvi ulteriori informazioni.” Disse Claudia, il medico legale.
Era una bella donna, alta, bionda, con tutte le curve al posto giusto. Se Gaetano non fosse stato perdutamente innamorato di Camilla, fra i due qualcosa sarebbe successo. Di certo le occasioni non erano mancate, e le battutine di lei erano sempre state molto chiare.
Prima che la donna se ne andasse, Gaetano la raggiunse.
“Ti andrebbe un caffè?” disse mandando al diavolo Camilla.
“Fammici pensare…” gli lanciò un sorriso inequivocabile.
“Si” disse per poi continuare a camminare.
“Ma solo se lo prendiamo da te.” Continuò voltandosi un attimo verso Gaetano per poi dirigersi alla sua auto.
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Mani. Mani che si cercano, che si scontrano, che si trovano. A fatica escono dall’ascensore e, continuando nel loro famelico abbraccio, Gaetano apre la porta di ingresso. Si ritrova pigiato su un muro e la luce si accende e spegne per pochi secondi. Sorridono nel buio e si spostano lungo la casa, perdendo un indumento ad ogni passo.
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Le era sembrato di vedere una luce, che sia stato un miraggio? Era tardi, molto tardi ma lei non poteva più aspettare. Nell’insicurezza scese le scale di corsa, non sarebbe riuscita ad aspettare l’arrivo del lento ascensore. Si diresse alla scala D. Il momento della verità era ormai giunto.
Salì le scale, ogni piano fatto sempre a maggiore velocità. Giunse davanti la sua porta. Esitava, sapeva di dover suonare quel dannato campanello, che la sua vita dipendeva da quello. Fece un respiro profondo e…
*************************************************************************************** Il suono del campanello portò Gaetano alla realtà.
“Che c***o sto facendo?” pensò lui, scostandosi dalla donna. Era disorientato. Per un attimo aveva ceduto, ceduto alla rabbia che lo consumava dentro. Voleva ferire se stesso e lei, Camilla. Che sciocco che era stato. Salvato da un campanello. Vorrebbe sorridere, peccato che la situazione fosse tragica.
“Claudia, scusami…” disse staccandosi da lei e cercando nell’oscurità i propri vestiti e quelli di lei.
“Gaetano ma che ti prende?” disse la donna offesa. Essere rifiutati in quella maniera era assolutamente assurdo. Due secondi prima erano abbracciati, stavano per amarsi e poi lui che fa? Si scosta?
“Ehi, mi hai sentito?” disse lei strattonandolo con un mano, mentre si copriva con l’altra.
 Gaetano continua a far finta di non sentirla, si libera dalla sua stretta.
Claudia infuriata inizia a mettere i jeans e la maglietta. Si butto addosso il trench beige, e saltellando di qua e di là riuscì a mettersi anche le decolleté del medesimo colore.
Dimentica del suono del campanello, aprì la porta.
“Sei uno stronzo, Gaetano Berardi.” Disse lei, col viso ancora rivolto verso l’appartamento.
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