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Autore: firephoenix    15/11/2013    6 recensioni
Arieccomi gente! Visto l'inaspettato successo di Maka Red Riding Hood ho deciso di cimentarmi in un'altra long simile dove Maka e gli altri personaggi di Soul Eater si ritroveranno catapultati niente meno che nel paese delle meraviglie! Già, già! Spero che vi piaccia! ;)
"Che diavolo sto facendo? Sono impazzita? Stressata mi passai le mani tra i capelli e sugli occhi e calpestai qualcosa di piccolo e tondo. Alzai il piede trovandomi davanti una piccola boccetta di vetro blu. La presi. “BEVIMI” c'era scritto sopra. Mi lasciai sfuggire una risata sarcastica mentre la soppesavo con la mano.
«Fanculo!» esclamai e la svuotai in un sorso."
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Maka Albarn, Soul Eater Evans, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Seguimmo il fiume rosso, quello che secondo Tsubaki ci avrebbe condotto al castello della Regina Rossa, in silenzio. Senza interferenze la nostra mente vagava libera alla ricerca del piano perfetto per liberare i prigionieri e scoprire cosa la perfida regina volesse. Il viaggio con l'azzurro fu tranquillo, ricco di loquaci idee, e le nostre anime, perfettamente in sintonia, riuscivano ormai a cogliere ogni momento di difficoltà e si animavano per dare un aiuto reciproco.
Si, come no.
«Cos'è quella faccia da babbea? Dovresti trasudare gioia da ogni parte! Stai o non stai viaggiando con un dio? Ahahahahahah»
Cos'era 20, 25 minuti che eravamo partiti? Se il viaggio sarebbe stato così a lungo Black*star non sarebbe scampato alla mia ira ancora per molto.
«Yahooo! Immagino già le facce di tutti quando il sottoscritto li salverà dalle ingiustizie! “Oh Black*star sei il migliore!” “Salvaci ancora ti prego!” Ahahahah sono un dio!»
L'arteria sulla mia tempia si gonfiò pericolosamente mentre cercavo di ignorare i miei istinti omicidi (o suicidi, dipendeva dal momento).
Per evitare di rimuginare troppo sulla questione, mi persi nelle sfumature rosse arancioni del fiume che affiancavamo, il quale sembrava andarsi restringendo mano a mano che procedevamo verso la nostra meta. Avevamo attraversato per un pezzo la colorata pianura di fronte al Castello Bianco e poi ci eravamo infilati nel variopinto bosco che ormai mi dava la nausea. Era inutile negarlo, avrei voluto che ci fosse Soul al posto di Black*star... quasi mi mancava quel senso di imbarazzo e le poche parole rubate al silenzio che ci rivolgevamo ogni tanto. Scrollai la testa ed insieme ad essa il ricordo delle labbra dell'albino sulle mie.
Un ruggito mi fece rizzare i capelli in testa dallo spavento.
«Ahahahah il mio amico qui richiede attenzione!!» Black*star rideva in modo esagerato dandosi affettuose pacche sulla pancia a livello dello stomaco.
«Ma... hai fatto colazione neanche mezzora fa!» lo guardai allibito. Lui mi squadrò come se avessi detto la cosa più stupida del mondo. Sbuffando aprii la sacca dei viveri che Tsubaki ci aveva lasciato e gli lanciai un panino al prosciutto di chissà-quale-animale-si allevava-in-questo-posto, dopodiché ripresi a camminare.
«Mi prendi in giro? Gli dei non mangiano in piedi!»
«Che cosa?» mi girai fulminandolo con lo sguardo «Mi tocca sopportare le tua grida e i tuoi discorsi totalmente no sense per un viaggio che avrei volentieri fatto da sola, un viaggio che per altro ha la massima urgenza perchè ci sono in gioco delle vite, e tu, oltre che disturbare la mia psiche con un irritante quanto stupido sproloquiare, ti vuoi fermare a mangiare come se fossimo in gita scolastica?? Ma neanche tra cent'anni!»

 

Guardai Black*star mordere il suo panino seduto su un comodo fungo grande quanto uno sgabello. Non posso credere di aver ceduto. Non ci posso credere.
Incrociai le braccia al petto studiando la lentezza estenuante con cui Black*star soddisfaceva il suo maledetto stomaco. Ci metterà poco continuavo a ripetermi iniziando a battere il piede per terra in un evidente segno del mio disappunto... finché il mio codino sinistro si sollevò dalla mia spalla e Black*star quasi si soffocò col prosciutto alieno per lo stupore. Mi voltai di scatto trovandomi davanti due dolci occhietti azzurri che mi fissavano curiosi. Inghiottii un urlo di sorpresa e la fatina che mi aveva tirato il codino si allontanò da me ridacchiando.
«Chi sei?» chiesi sovrastando il rumore di Black*star che tossiva cercando si salvare la sua trachea dall'infausto prosciutto assassino.
«Sono una fata, messaggera, cuoca, stira-camice, quello che volete sotto pagamento» sollevai un sopracciglio mentre l'azzurro urlava: “Cuoca!”
«Sotto pagamento?» ripetei allibita.
«Tempi di crisi nel paese delle meraviglie oggigiorno»
«Tempi di crisi?» probabilmente sembravo un'idiota perchè la mia faccia convinse la fatina a spiegarsi meglio.
«Da quando la cara Regina Rossa è morta ho perso il lavoro, come tanti altri... cerco il modo di sopravvivere»
«Ma... sei una fata! Cioè... da quando le fate lavorano e hanno problemi di un alto tasso di disoccupazione causato da un mal governo?» era tutto così terribilmente fuori luogo.
«La nuova regina...» la creaturina si strinse nelle spalle rabbrividendo «...l'ho vista il giorno in cui ho perso il lavoro. È cattiva...»
«Mi dispiace» non sapevo che altro dire.
«E adesso lei ce l'ha» la fata sembrava parlare più con se stessa che con me.
«Cos'ha?» chiesi comunque.
«La più potente di tutte le armi, quella che custodivo per lavoro. È venuta da me e l'ha presa... l'arma più potente...» ripeté in tono rassegnato.
«Non essere triste sono sicura che riuscirai a trovare un altro lavoro o magari a riavere indietro il tuo» lei mi guardò metà curiosa metà speranzosa «Stiamo andando dalla Regina Rossa. Vogliamo liberare dei nostri amici. Se ci dici dove si trova l'arma magari...»
La fatina sbatté velocemente le ali visibilmente emozionata e mi si strinse al petto in qualcosa di simile ad un abbraccio in miniatura.
«Ho sentito altre fate che ne parlavano in effetti!» mi sorrise «Dovrebbe trovarsi...»
«Eccovi qua! Pensavo di avervi persi ormai!» mi girai di scatto giusto in tempo per vedere l'ultima persona che mi sarei mai aspettata di veder comparire da dietro un albero.
«Blair!» esclamai sconvolta «Che diavolo ci fai qui?»
«Mi annoiavo a corte... in più qui posso sfoggiare il mio nuovo look!» disse fiera indicando con lo sguardo il suo attillato vestito completamente nero.
«Oh si che puoi!» Black*star alzò il pollice sorridendo. Ma quando lo capiranno che non è un'allegra gitarella?
La fatina di fianco a me sgranò gli occhi.
«La conosci?» mi chiese improvvisamente brusca.
«Io.. si più o meno»
«Allora possiamo anche dirci addio!» annunciò e volò via arrabbiata.
«Che... che è successo? Aspetta, dove vai? » la chiamai ad alta voce.
«Oops! Colpa mia!» Blair alzò un dito indicandosi.
«Vi conoscevate?»
«Diciamo che ero più in confidenza col suo ragazzo... com'è che si chiamava?»
E così la possibilità di trovare un'arma che avrebbe potuto essere d'aiuto sfumò come la mina di una matita su un foglio bianco.

 

Se mai un giorno mi avessero chiesto come definire il nostro viaggio avrei risposto con tanti aggettivi, ma un solo sostantivo: incubo.
Tra Blair che solo-Dio-sa come riuscisse a camminare in un bosco con un tacco 12 e Black*star la quale voce andava ben sopra i 100 decibel arrivai alla sera con un gran mal di testa e la pancia vuota (evidentemente strozzarsi col prosciutto non era stato da lezione). Stavo per dare di matto e prendere a calci i due dietro di me, quando l'occhio mi cadde sul fiume rosso che seguivamo da quella mattina: improvvisamente il corso si era ristretto e, al posto di una cascata o di una qualsiasi cosa ci si potesse aspettare alla fine di un corso d'acqua, il fiume si divideva in due piccoli rami che curvavano indietro, formando una grande freccia rossa che puntava davanti a noi. Mi fermai e seguendo con lo sguardo la direzione della freccia trovai in lontananza, ma visibile sopra gli alberi più alti, un enorme cupola rossa vivo che luccicava degli ultimi raggi del sole: eravamo arrivati alla nostra meta.
«Avviciniamoci ancora un po', poi decideremo come entrare» annunciai agli altri due (i quali persi tra le loro chiacchiere senza senso probabilmente non si erano nemmeno accorti dove fossimo).
«Ok capo!» Blair si mise una mano con le dita tese a livello della fronte.
«Ehi, sono io il capo!» fece l'azzurro indispettito.
«Certo sei tutto quello che vuoi Black*star» e ricominciarono a parlare.
Ringraziai il cielo di essere quasi arrivata.

 

«Un labirinto? Davanti al castello c'è un enorme, fottuto labirinto e nessuno ha pensato di dirmelo?» sbraitai esasperata a qualche albero di distanza dall'ingresso del apparentemente infinito dedalo di siepe. Black*star alzò le spalle mentre Blair sbadigliò in modo vagamente felino.
Davanti all'arco verde che fungeva da ingresso sulle intricate siepi c'erano due uomini vestiti di rosso con in mano lunghe lance che terminavano con la punta di un cuore. Maledizione, non entreremo mai. Non potevo permettermi di mollare, dovevo salvare gli altri: sarei entrata in quel maledetto castello a tutti i costi.
Mi allontanai dalla postazione per cercare una visuale migliore. Serve una distrazione... potrei mandare Blair. Dopotutto sono uomini... poi io entro, aah, ma come ne esco? Quel labirinto è enorme. Magari se Black*star riuscisse ad arrampicarsi sopra un albero...
Improvvisamente una mano emerse dal suolo e mi afferrò la caviglia destra tirandomi verso il terreno. Lanciai un urlo. Che cavolo...?! La mia caviglia era ormai sottoterra quando Black*star comparve dietro di me e mi afferrò per le ascelle tirandomi verso di lui, liberandomi il piede. La mano bluastra scomparve sotto il suolo.
«Che diavolo era quella cosa?» chiesi senza fiato per lo spavento.
«Non se n'è andata» si limitò a rispondermi lui. Aspettammo in totale silenzio, immobili, finché la mano non riapparve all'improvviso afferrando la caviglia di Black*star. L'azzurro non fece in tempo a muovere un dito che Blair spuntò da dietro un cespuglio brandendo una delle sue scarpe e piantò il tacco a spillo nel dorso della mano bluastra che si spalancò dolorante. Black*star la afferrò e, tirando con tutte le sue forze, estrasse un'intera persona dal terreno. L'uomo, dello stesso colore malsano della mano, alzò gli occhi completamente bianchi su di me:
«Hai paura?»*
Strinsi lo sguardo. Poi colpii la sua mandibola squadrata con un pugno così forte da fargli quasi perdere l'equilibrio.
«Se ho paura? SE HO PAURA? No! Sono solo incredibilmente e totalmente esausta! Esco di casa per andare ad un matrimonio e mi ritrovo catapultata in un posto che non dovrebbe nemmeno esistere, dove trovo gente completamente sballata che a causa mia, e per colpa di una fottutissima bambina di nome Alice che evidentemente era troppo superiore per accettare l'idea di un infanzia normale passata in casa sua, vengono rapiti da una persona cattiva che è diventata regina e adesso devo salvarli tutti o non dormirei per il resto della mia vita!» ripresi fiato «Quindi no! Non ho paura! Non ho nemmeno tempo da perdere quindi, razza di zombie o qualsiasi cosa tu sia, togliti di mezzo!»
Cadde un silenzio imbarazzante. Blair accennò un applauso, ma lo stroncai sul nascere con un'occhiata gelida.
«Bene, come entriamo per liberare gli altri?» feci poi tornando a rivolgere l'attenzione al Castello Rosso come se lo zombie non si fosse mai presentato.
«Potrebbe aiutarci il signore!» propose Blair appoggiandosi sulla grossa spalla dell'uomo.
«Non abbiamo bisogno di nessuno! Avete un dio qui con voi!» disse Black*star gonfiando il petto orgoglioso.
«E perchè dovrei?» chiese invece lo zombie.
«Scommetto che sotto tutti questi muscoli c'è un grande cuore» continuò Blair imperterrita sbattendo le ciglia «giusto.....?»
«Sid. Mi chiamo Sid. Effettivamente aiutavo sempre la gente in difficoltà, ero fatto così»
«Lo sapevo!» Blair esultò e schioccò un bacio sulla guancia di Sid. Non avrei mai detto che gli zombie potessero arrossire.
«Ci aiuterai?» chiesi ignorando le lamentele di Black*star sul fatto che Sid non gli avrebbe mai potuto rubare la scena.
«Certo. Ho sempre avuto un debole per i ragazzini coraggiosi, ero fatto così» i suoi occhi privi di colore diventarono improvvisamente seri «Le vostre intenzioni sono nobili, vi farò entrare, ma una volta dentro non potrò più fare nulla. Dipenderà tutto da voi»
«Capito» annuii «Come funziona?»
Sid ci guardò uno dopo l'altro con attenzione, poi improvvisamente sbatté una mano per terra:
«Sepoltura forzata!»
Il terreno sotto noi tre si aprì in cavità squadrate come bare. Urlai sentendomi precipitare nel vuoto. L'ultima cosa che vidi prima di sprofondare nell'oscurità fu il volto bluastro di Sid che mi guardava.
«Buona fortuna ragazzi»

 

 

 


*frase ripresa dall'episodio 4 dell'anime quando incontrano Sid :)

 

Salve salvinooooo

bo. Non so cosa dire. Mi sa che sto facendo un casino ahahahah XD c'è troppa gente in questa ff!! Giuro sui miei libri di Harry Potter che nel prossimo capitolo c'è Soul! Non andatemi in astinenza che poi mi sento in colpa ;) ;)
Ecco... dopo questo mio pensiero profondo posso andare :) Aspetto con ansia il vostro parere!
XOXO
firephoenix

  
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