Se
Maometto non va alla montagna...
La montagna và da Maometto
Una donna guardava un piccolo stagno
dalla veranda di una casa stile orientale.
Gli piaceva davvero molto quel posto, senza alcun dubbio. C'era una pace
ed una tranquillità invidiabile. Ma certe volte le capitava di rivedere in
sogno Shibuya, la sua caotica Shibuya. Parlava con Miyu e Aya, strillava
contro Sayo, combatteva contro le sorelle Ganguro, veniva criticata Rei... Ma
c'era Aira, e questo le bastava.
I suoi amici l'avevano aiutata, moralmente ed economicamente. Aveva continuato
gli studi, e quando la pancia aveva incominciato a diventare visibile aveva
studiato privatamente con Shigure Soma, uno scrittore un pò maniaco, ma
abbastanza colto; aveva fatto di tutto per avere una borsa di studio in modo che
la famiglia Soma non la dovesse più matenere, e ora si stava laureando in psicologia.
-Tutto a posto Ran?- chiese un uomo
giovane col camice bianco
-Penso di si...-
-Dov'è Aira?-
-A giocare con Momicchi, Kisa e Hiro-
-Continuerà a chiamarmi papà ancora per molto?-
-Ha bisogno di una figura maschile, e lei ti ha individuato come suo papà...
d'altronde i comporti come tale-
-E ne sono felice, ma... insomma...-
-Il grande Hatori Soma senza parole! Sono stupita...- fece con mesto sarcasmo la
ragazza -comunque non preoccuparti, presto le dirò che per un mio egoistico
desiderio ho avuto lei affinchè potessi avere qualcosa del ragazzo che amo e
che non potrò mai avere! Sono certa che capirà alla sua età.- fece con
amarezza
-Sai bene che non è questa la discussione, ma siete in pericolo se lo farà
anche davanti ad Akito, e lo sai benissimo!- fece Hatori Soma imperturbabile
come sempre. Così calò un silenzio sovrannaturale
-Ciao!- fece Rei sperando di non spaventare la bambina. Lei lo guardò torva...
aveva già visto quell'uomo -Ehm... sto cercando lo studio di Hatori Soma- Lei
lo scrutaminò ancora per qualche secondo e poi con aria altezzosa le fece segno
di seguirla.
Anche se fisicamente era uguale a Ran caratterialmente era l'esatto opposto.
Finalmente arrivarono alla casa che aveva visto nella foto mostratagli dal
Detective.
Vide subito due sagome: un a era in piedi ed era di un uomo, era altezzoso e...
aveva un qualcosa di malinconico, e quegli occhi vitrei lo misero da subito in
soggezione; la seconda sagoma era seduta, una donna bellissima dai capelli rossi
come le mele e mossi
-Ero indecisa, mi sarebbero piaciuti anche apple red, però poi...-
Il suo cuore iniziò a
battere all'impazzata
-Papà, questo signore ti cercava!-
Papà...?!
-Quante volte devo ripeterti che al massimo
posso essere zio...-
Quindi non era lui il padre?
Poi si rivolse alla donna
-Mamma che hai?
Non rispose alla figlia ma si rivolse al suo coinquilino: -Hato, lasciaci soli per favore. Porta Aira con te.-
L'uomo allora prese in braccio la bambina e sparirono dalla loro vista
-Cosa ti porta fin qui...Otohata?-
-La donna bellissima che ho qui davanti a me... l'unica che ho amato e che
continuerò ad amare- Ran sgranò gli occhi e iniziò a piangere
-L'hai lasciata vero? Mi odia adesso?-
-Se parli di Aya ora sta con Yuya... e aspetta con ansia che la sua migliore
amica ritorni. Yamazaki e tuo fratello non si sono ancora sposati per
aspettarti. Io ti ho aspettato. Ma come si dice: se Maometto non va alla
montagna...-
-La montagna và da Maometto- terminò Ran tra i singhiozzi... era veramente
commossa. L'avevano aspettata. Pianse tutte quelle lacrime che si teneva dentro
per non rattristare Aira, che era stata la sua ancora di salvezza per cinque
anni, la sua luce.
Le cose da dirsi erano così
tante, gli occhi di entrambi i giovani brillavano di una luce nuova, ma una in
particolare premeva il giovane
-Ma la bambina...?-
-E' tua. E' nostra-
P.S. Hatori e Shigure Soma sono dei personaggi di Furuba-fruits basket (che in qualche modo entrano sempre nelle mie ff come sa bene chi ha letto le mie ff si Hp)