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Autore: BlueAngelxx    15/11/2013    2 recensioni
"Fu così che, la solitudine o chi per lei, in uno strano gioco di coincidenze fece incontrare Dean e Cas. Due gatti talmente diversi da essere quasi uguali."
Ebbene si, con la rivincita del Fluff è venuto fuori questo. E' colpa di una gif di Tumbrl, che mi ha dato l'idea
(Ringrazio in anticipo chiunque sia il suo proprietario)
Beh questa è la mia versione degli Aristogatti in Supernatural =)
(ho visto anche quelli di recente, facendo la babysitter) xD
Genere: Introspettivo, Malinconico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessuna stagione
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Cas era rimasto ad osservare Frank ed Hellen che ballavano, lasciandosi trasportare da moltissimi ricordi. Gli piaceva Frank, se non fosse stato così sconclusionato lo avrebbe anche accettato volentieri nella sua famiglia. 

Frank Sinatra. Castiel pensò, muovendo il musino a tempo di musica, che quella fosse manna dal cielo, musica a dir poco celestiale. E quella voce! Era calda, potente. La gente aveva avuto tutte le ragioni del mondo per avergli dato il soprannome di The Voice. Le sue zampette anteriori cominciarono a muoversi alternatamente, seguendo il ritmo della batteria Jazz, come se stessero massaggiando la superficie nera del pianoforte. Arricciò il naso rosa quando la canzone finì, ma non fece a tempo a miagolare la sua disapprovazione che la canzone seguente partí un secondo dopo.
I Can't Dance, la sua preferita. 

Sorrise al pensiero di lui ed Hellen che viaggiavano in auto, lui adorava pigiare i tasti della radio e piazzare sempre quella stessa canzone più e più volte. Era un po' difficile, dato che era dotato di zampe e non di mani, ma con un po' di perseveranza riusciva a fare quello ed anche molto altro. Un rumore come di vetri rotti spaventò Castiel, che rivolse la sua attenzione verso il salotto. Vide Hellen recuperare pezzi di un bicchiere rotto, probabilmente della sua preziosa collezione di cristalli, sbuffando e tentando di trattenere un conato di rabbia. 

Il micio non poté evitare di trattenere una risata, mentre osservava Frank non la smetteva di chiedere scusa, ma Hellen non gli dava ascolto. Balth abbozzò una risata quasi nello stesso momento di Cas ma, quest’ultimo girandosi non vide altro che il cagnone marroncino e nero che aveva appoggiato il muso sul tappeto rosso bordeaux del salotto.
Poco dopo la teiera fischiò e la donna andò a spegnere la fiammella, poi tornò con fare altezzoso.
No, ma fatelo un altro rumore, pensò contrariato mentre si stiracchiava sull’enorme pianoforte nero per poi tornare ad acciambellarsi. Castiel sapeva benissimo che Hellen non era cosí, ma lo faceva quando la situazione lo richiedeva. E quella situazione, evidentemente, era abbastanza seria da richiedere la sua completa attenzione.

-Bene, mio caro Frank-, cominciò Hellen mentre l'altro appoggiava poco delicatamente il suo deretano su una delle poltrone del salotto della donna. -Hai carta e penna?-. 

-Oh, si certo!-, bofonchiò Frank prima di estrarre frettolosamente un blocchetto ed una Parker da almeno cento dollari dalla sua ventiquattrore.
-Vuoi scrivere il mio testamento su un pezzo di carta?-

Versò una tazza di thè ad entrambi e si sedette a sua volta, lanciando un'occhiata al piccolo Castiel che se ne stava ancora lí, beato, sul pianoforte. -Fantastico.- pensò mentre Frank faceva spallucce. -Lasciamo perdere.. Io sottoscritta Hellen Harvelle dichiaro, sotto la mia responsabilità ed in possesso delle mie facoltà mentali...-.

-...facoltà men...aspetta, aspetta!-, balbettò Frank affannato.

Hellen sbuffò. -Ma quanto sei lento! Dicevo: sotto la mia responsabilità e bla bla bla...di voler cedere tutto il mio patrimonio ed i miei possedimenti, villa e tenuta compresi, al mio micio Castiel-.

Castiel saltò in aria, miagolando dalla sorpresa. Frank bucò il foglio e guardò Hellen con gli occhi sbarrati. La donna piegò la testa di lato e con il gesto calmo e leggiadro della mano destra lo invitò a continuare a scrivere. Frank si sistemò gli occhiali sul naso, quasi ficcandosi la penna nell'occhio, e passò una mano sul foglio per sistemarlo, l'inchiostro che sbavò in piccole righe nere.

-Quando il mio meraviglioso micino non ci sarà più-, continuò Hellen con un piccolo sospiro. -A quel punto andrà tutto a beneficio di Zaccaria. Oh, quanto mi costa fare una cosa del genere!-.

Frank posò la penna sul tavolo e volse il foglio verso Hellen, che lo lesse attentamente e poi firmò con estrema decisione. L'avvocato, dopo essersi asciugato il sudore con un fazzoletto di stoffa, sbrigò le ultime formalità e si alzò molto rumorosamente dalla poltrona, inciampando nel tappeto persiano di Hellen. La donna alzò gli occhi al cielo e lo accompagnò alla porta, salutandolo frettolosamente. Nel frattempo, Cas sembrava molto scosso dalla situazione. Saltò giù dal pianoforte e corse verso il caminetto dove Balthazar stava dormicchiando, muovendo le zampe come se stesse correndo. Cominciò a battergli una zampetta sul muso finchè non lo svegliò.

-Che vuoi, gattino rompiscatole?-, grugní Balthazar, alzando il muso molto, molto lentamente.

Castiel arricciò il nasino, muovendo lentamente la coda. -Hai sentito Hellen parlare con Frank?? Beh, in poche parole la sua eredità andrà a me. Non sono sicuro se sia un bene o un male-. Si scrollò e i suoi occhi blu sembrarono sorridere. -L'unica cosa di cui sono sicuro è che divideremo tutto quanto! D'altronde, siamo amici...no?-.

Cas osservò Balth per un po' sospirando e alzando lo guardo al cielo. Era convinto che Balth non capisse la gravità della cosa.

-Hey? Hai capito?- lo richiamò poco dopo

-Si...l'eredità...COSA?-, esclamò Balth tirandosi subito su come una molla.

-Ecco vedo che hai afferrato...ti rendi conto?-.

Balth sembrò ragionarci sopra, non molto lucidamente. -Mi...forse non mi rendo conto...O FORSE SI!-.

Cominciò a correre per il salotto, ululando di gioia. Cas si mise una zampa sul muso, incredulo. Era una cosa seria, per l'amor del cielo! Come poteva essere cosí tonto quel cane? 

-Fermo, fermo fermo!-, miagolò forte Cas.

Balth corse verso di lui, buttando giù una sedia, e si fermò bruscamente a due millimetri dal suo muso. -Che succede, Cas? Perchè ti scaldi tanto? Non vedo dove sia il problema-.

-Oh, davvero?-, sbottò il micio, irritato. -Chissà perchè la cosa non mi sorprenda, Balth!-.

-Davvero Cas, non capisco-.

Era tonto, adesso ne aveva la conferma.

-BALTH IO SONO UN GATTO! Sono un soriano, ma sono sempre un gatto. E TU SEI UN CANE!-, sbottò Cas urlando talmente forte da costringere Balth a tapparsi le orecchie con le zampe, il muso sul tappeto. 

Balthazar grugní. -Dettagli-.

-E QUESTI LI CHIAMI DETTAGLI?!-.

Castiel era sempre più irritato. Non riusciva a concepire come il cervello di quel cane fosse cosí limitato. La cosa lo faceva impazzire. Vide il cane sospirare per poi accucciarsi di nuovo vicino al caminetto. 

-Più che un gatto mi sembri una scimmia urlatrice. Cristo Santo calmati!-.  

-Mi spieghi come faremmo ad amministrare la proprietà?-, chiese il micio, abbassando malvolentieri il tono.

-Un modo lo troveremmo. Tanto manca ancora tanto, grazie a Dio, alla dipartita di Hellen-.

No, non poteva crederci. Doveva chiamare rinforzi.

-Gabe ti prego lascia perdere quel lecca lecca e vieni a darci una mano!-.

Il topolino, che stava beatamente sgranocchiando la superficie di un lecca lecca alla fragola, alzò il muso di scatto e si girò verso Cas. -Ma cosa vuoi da me? Lasciami in pace, cavolo!-. 

Castiel si posò una mano sul musino, rassegnato. -Va bene, ragazzi. Lasciamo perdere. È inutile ragionare con voi due! Mi sembra di parlare con i muri! E tu, topastro, vienimi a chiedere qualcosa la prossima volta!-.

Il micio mosse nervosamente la coda e girò il muso con aria offesa. Era incredibile, davvero incredibile. Mosse qualche passo verso il pianoforte e vi si accoccolò sotto, pensando a come avrebbe fatto a gestire tutto quel ben di Dio, una volta che l'avrebbe avuto in mano. Voleva bene a Balthazar e Gabriel, ma erano cosí stupidi! Non c'era nemmeno una minima possibilità che capissero che non avrebbero mai potuto farcela da soli. Eppure non c'era una grande varietà di soluzioni, a meno che non avessero trovato un umano che sapesse parlare la loro lingua. Castiel sospirò, lasciando cadere piano il muso sul tappeto. Un rumore di passi gli fece drizzare le orecchie. Sembrava che qualcuno si stesse muovendo in maniera furtiva, come se non volesse essere sentito. Castiel vide Zaccaria scendere le scale e guardarsi in giro. Che cosa voleva fare? Lo osservò entrare in salotto e frugare fra le carte di Hellen, prendere un foglio e leggerlo con un ghigno sospetto sul viso. Non era la prima volta che lo vedeva fare una cosa del genere, quindi poco se ne curò. Una meravigliosa melodia al pianoforte lo rilassò ed il sonno prese il sopravvento. Ma si, che c'è di male?, pensò il micio. Mi merito un pochino di riposo. Chiuse gli occhi blu e si lasciò cullare dalla musica, stiracchiandosi le zampe prima di cadere nel mondo dei sogni. 

 

Contemporaneamente, mentre il piccolo Cas dormiva Zaccaria camminava nervosamente nella sua dependance. Il suo viso aveva un’espressione di un colore indecifrabile tra il rosso e il viola, in quel preciso momento in cui ribolliva di rabbia, avarizia e brama. La parola "soldi" rimbalzava nel suo cervello come una pallina da ping pong.
-Come sarebbe a dire che andrà tutto a Castiel!!- continuava a ripete mentre percorreva avanti e indietro lo stesso piccolo pezzettino di pavimento quasi volesse effettivamente scavare un tunnel. Era furioso, dopo tutti quegli anni a lavorare per la signora Harvelle, dandole tutto quello di cui aveva bisogno, non si meritava forse quei soldi? 

-Ovviamente! Certo che me li merito! Anche di più di quel brutto gattaccio. Si grattò il naso, cercando di capire per quale arcano motivo un gatto dovrebbe essere un ereditiero. Alzò le spalle per poi guardandosi intorno per far cadere lo sguardo su una bottiglietta di sonnifero.

-Devo liberarmi di quel sacco di pulci- al momento quella era la sua prima priorità

 

♥︎♠♣︎♦︎︎

Quella stessa sera Zaccaria, camminando per i corridoi della tenuta si dirigeva verso le cucine. Aveva passato tutto il pomeriggio ad elaborare un piano per liberarsi di Cas e, dopo una serie di idee paradossali era giunto a quella che più gli piaceva. Era arrivato a pensare che rapire Cas e lasciarlo nel quartiere povero del sud di Dallas era l’idea migliore, pensava che Cas non sarebbe mai riuscito a tornare a casa.

Una volta arrivato in cucina lanciò uno sguardo alla ciotola di latte di Cas e ai bocconcini di carne destinati a Balth. Fece una smorfia disgustata per poi far cadere qualche goccia nella ciotola. -Ti faccio vedere io se diventi l’ereditario della tenuta.-

 

Qualche minuto dopo degli ignari Cas, Balth e Gabe sedevano sul tappeto viola del salotto tanto adorato da Hellen ma che, ormai, era diventato di proprietà di questi ultimi. Cas durante tutto il pomeriggio aveva avuto modo di pensare a come avrebbero potuto risolvere il problema dell’eredità ma non era giunto a nessuna conclusione e per questo alternava qualche sospiro a qualche parolina in cui cercava di chiedere consiglio ai due che, come quella stessa mattina, si rifiutavano di aiutarlo. 

Guardò Balth mentre alzava lo sguardo e lanciava un’occhiata sulla strada dall’enorme vetrata dall’altra parte del salotto. Alzò gli occhi al cielo, era prevedibile che avesse deciso di mettersi a guardare le cucciole di cane dei vicini.

-Sei prevedibile e perverso
-No Cas, sono buongustaio

Sarà…penso lui mentre si spostava leggermente verso il camino trattenendo un brivido di freddo, odiava l’inverno. Nonostante il pelo lungo che possedeva soffriva il freddo. 

-Si mangia!-

La voce di Zac li raggiunse quasi fosse quella di un angelo. -Menomale! Ho una fame!- esultò Balthazar mentre si alzava in piedi e cominciava ad aspettare impaziente l’arrivo delle ciotole. 

-Posso assaggiare?-
Cas annui alla domanda del topolino, che inzuppò il biscotto che aveva in mano per esser seguito subito a ruota dal cane lupo. Quando tutti ebbero finito di mangiare sbadigliarono soddisfatti per poi andare a dormire nei rispettivi posti preferiti.

 

Perfetto

Mormorò Zaccaria guardando i tre animaletti che dormivano ignari di tutto. Si avvicinò e prese Cas in braccio per metterlo dentro una cesta e metterlo nel suo furgoncino.



 

Note:
Questo mi sono fatta aiutare dalla mia Kla <3 Lo ammetto non avevo idee, quindi questo capitolo va tutto per lei =) <3 Apparte l'ultimo pezzo che ho deciso di metterlo alla fine =D Fatele i complimenti se vi piace ^^ <3
Il nostro piccolo Cas è stato rapito dal perfido Zaccaria..ma qualcosa lo aspetta :D <3

   
 
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