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Autore: Misery007    15/11/2013    4 recensioni
La vita di una ragazza nasconde un segreto, un grosso segreto. Lei non conosceva il suo passato e fino a quel giorno non avrebbe mai immaginato il suo futuro. Ma uno strano destino le è stato affidato alla nascita poiché, pur essendo ancora neonata, possedeva un potere immenso ed entrambe le fazioni avversarie desideravano quel potere, perché grazie a quel potere potevano raggiungere la supremazia assoluta sugli avversari. Ma quale fazione sceglierà di aiutare lei? Da che parte deciderà di stare e con chi sceglierà di combattere Misery?
Poteri, azione, amore, decisioni difficili e scontri epocali questo è ciò che troverete. Buona lettura.
Genere: Dark, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Primi incontri e primi scontri.

Quella mattina mi svegliai con una strana sensazione addosso, forse era la solita mancanza di volontà nel dover ricominciare da capo ancora una volta, forse era solo il pensiero che le vacanze erano finite e che quindi avrei avuto meno tempo per coltivare i miei interessi, insomma non so cosa fosse, ma quella sensazione era diversa da quella che provavo ogni anno prima di iniziare da capo in una nuova scuola era qualcosa di più forte che veniva da dentro, era come uno strano presentimento, ma ancora non sapevo se era buono o cattivo.
Zietta: “Tesori miei è ora di alzarsi il primo giorno vi attende.”
Come ogni mattina la voce della mia madre adottiva mi riportava alla realtà, mi alzai dal letto contro voglia, quella strana sensazione ormai stava opprimendo i miei pensieri, che cosa mi sarebbe successo? Questo non potevo saperlo, ma ero sicura che sarebbe successo qualcosa, era ormai scontato. Mi alzai e mi diressi in cucina prima che la cara e dolce Agatha preparasse una secchiata d’acqua gelida per svegliarmi, passando davanti alla camera di Ken però notai il letto perfetto, come se nessuno ci avesse dormito e questo mi sembrò strano dato che fino a soli tre anni fa svegliarsi per lui era un impresa e rifare il letto un vero e proprio supplizio.
May: “Buongiorno zietta” dissi dopo averle dato un bacio sulla guancia. “Ken è già sveglio? Ho visto che in camera sua il letto è stato rifatto e non mi pare fosse in camera.”
Zietta: “Davvero? Io non l’ho visto scendere, vado a vedere.”
May: “Ok, io intanto vado a farmi una doccia a dopo.”
Zietta: “A dopo tesoro.”
Mi avviai verso il bagno e una volta entrata mi svestii ed entrai in nella doccia, mi ero scordata di chiudere la porta, ma dopo tre anni sola in casa con Agatha avevo perso l’abitudine di chiudere a chiave per evitare che Ken entrasse mentre ero sotto il getto d’acqua bollente.
Mentre io ero tranquilla in doccia però Ken tornò a casa dalla sua abituale corsa mattutina e tutto sudato desiderava solo potersi rilassare con una doccia calda, ancora con le cuffiette nelle orecchie e la musica a palla che usciva dagli auricolari disse.
Ken: “Ciao mamma vado a farmi un doccia rapida poi scendo a fare colazione con te è May.”
Lei non fece in tempo a fermarlo che lui aveva già spalancato la porta del bagno sorprendendomi tutta bagnata sotto la doccia. Io ero di schiena che mi risciacquavo i lunghi capelli neri quando lui entrò mi spaventai voltandomi di scatto giusto in tempo per vederlo uscire di scatto gridandomi.
Ken: “Oddio, scusa May non era mia intenzione, non sapevo fossi sotto la doccia.”
Eravamo entrambi divampati violentemente in volto, non era comodissimo dividere un bagno in tre e questa scena imbarazzante fu il degno inizio di quella che non si preannunciava affatto una bella giornata.
Io sono uscita velocemente dalla doccia dopo essermi finita di risciacquare il corpo, avvolgendomi un asciugamano attorno al busto e preso un asciugamano con cui asciugarmi i lunghi capelli uscii dalla porta che Ken aveva tenuto chiusa da fuori fino ad allora.
May: “Potevi anche bussare, credevo avessi più buone maniere fratellone mio, ora il bagno è libero, vai.”
Ken: “Se tu avessi chiuso la porta a chiave non sarebbe successo nulla.” Aggiunse entrando poi in bagno. “comunque carino il tatoo che hai alla base della schiena”
A quelle parole io trasalii mentre lui si chiuse la porta del bagno alle spalle. Quello non era un tatuaggio, ma un disegno che avevo sulla pelle fin da quando era piccola, fin da quando era nata e che fino ad allora era sempre riuscita a nascondere anche al mare quando giravo in costume.
May: “KEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEN!”
Fu l’unica cosa che riuscii a dire, o meglio ad urlare prima di fiondarmi in camera sbattendo la porta. Per prima cosa mi misi la biancheria, poi indossai un paio di shorts, che aderivano molto bene alle mie curve, neri con sopra la cintura con la luna che mi avevano lasciato i miei veri genitori, una T-shirt viola con una spalla scoperta e una canotta nera sotto di essa, poi mi misi la collana a cinturino nero con il ciondolo a forma di luna che strinsi tra le mani sperando che la giornata non andasse peggio di come era cominciata, mi infilai un paio di orecchini d’argento con la luna che la zietta mi aveva regalato l’anno prima da abbinare al ciondolo che tanto adoravo, completai il mio look con delle decolté viola e poi presi la borsa a tracolla nera per controllarne il contenuto, vi trovai tutto, così la poggiai sul letto che avevo sistemato poco prima e mi pettinai ed asciugai i lunghi e splendidi capelli neri drittissimi, poi passai al trucco, non volevo esagerare per il primo giorno così optai per un filo di eyeliner, rimmel e matita ovviamente neri per accentuare i miei grandi e lucenti occhi blu.
Scesi in cucina dove fulminai con lo sguardo Ken che si era appena seduto a tavola, mi presi una tazza di cappuccino e mentre bevevo guardai disgustata la colazione del mio fratello adottivo che aveva di fronte un bicchiere d’acqua, uno di spremuta d’arancia, una tazza di latte coi cereali, una decina di biscotti e tre fette di pane tostato e imburrato con sopra la marmellata di pesche, ancora arrabbiata intimai al fratellone
May: “Con quello che mangi tu si potrebbe sfamare una decina di bambini che soffrono di fame.”
Ken: “Non è colpa mia” disse lui continuando ad ingozzarsi “se io ho fame e non desidero essere anoressico come una certa maniaca di mia conoscenza.”
May: “IO NON SONO ANORESSICA”
Dissi infuriata, odiavo quando commentava il mio aspetto fisico, ci avevo messo anni per raggiungere l’aspetto fisico che avevo ora, pur non essendo mai stata grassa non volevo sostituire il mio fisico coi rotolini di ciccia, in fondo la mia era diventa un dieta bilanciata e completa. La furia però fu sempre la causa che mi portava a combinare svariati generi di disastri, così decisi di usare alcuni poteri che negli anni avevo scoperto di avere, usai il controllo dell’acqua per buttargli addosso il contenuto del bicchiere d’acqua sul tavolo senza toccarlo e congelai il succo di frutta che stava bevendo con la sua lingua dentro. Lui rimase scioccato da ciò, soprattutto per la lingua bloccata nel bicchiere. Io risi tanto, poi mi avvicinai gli diedi un bacetto sul guancia e gli sussurrai.
May: “Buona abbuffata, fai pure con calma, mi sa che quella lingua prima di una decina di minuti non la tiri fuori dal bicchiere fratellone, vado a finire di prepararmi, tu sbrigati a finire la tua colazione senza limiti.”
E ridendo tornai nella mia camera, mi misi un lucidalabbra trasparente, controllai il riflesso allo specchio per vedere il risultato finale, grazie all'aiuto del controllo dell’aria feci in modo che la tracolla arrivasse da me da sola e mi riavviai verso la cucina.
Non ero mai stata in grado di spiegarmi perché ero in grado di fare certe cose e solitamente non le facevo di fronte agli altri, ma con Ken e Agatha non mi facevo problemi, sapevo che loro mi comprendevano e non si facevano problemi per le mie particolari qualità.
Arrivata in cucina mi sedetti al mio posto e dissi.
May: “Allora buona la spremuta?” Poi mi misi a ridere.
Ken: “Hahaha! Bello scherzo. Comunque ho capito questa volta ho esagerato. Scusami sorellina, puoi perdonarmi?”
May: “Certo, ma sbrigati o non ti aspetto e vado a scuola da sola.”
Ken: “Mi dai il tempo di prendere lo zaino?”
May: “No.”
Ken: “Perché?”
May: “Perché è lo zaino che è venuto da te.”
Gli sorrido lanciandogli lo zaino che avevo raccolto prima di scendere in cucina.
May: “Ciao zietta noi andiamo.” Dissi abbracciandola prima di uscire.
Ken: “Ciao mamma andiamo altrimenti May si arrabbia, non le va di fare tardi.”
May: “Non è colpa mia se, contrariamente a qualcun altro, a me piace essere puntuale.”
Zietta: “Ciao ragazzi e vedete di smetterla di punzecchiarvi, non vorrete che vi mandino a casa già il primo giorno, comunque buona scuola amori miei.”
Detto ciò chiuse la porta alle nostre spalle. Io e Ken ci avviamo, la città era bellissima, ero troppo piccola quando l’avevo lasciata per ricordarmela, però nell'aria sentivo qualcosa di strano e ciò alimentava quello strano presentimento che provavo, ma cosa voleva dire tutto ciò?
Camminammo in silenzio per una ventina di minuti e poi ci fermammo di fronte ad un grande cancello in ferro battuto con un cigolio sinistro con su scritto benvenuti al Dolce Amoris, che strano nome.
Una volta aperto quel sinistro cancello lo scenario però era totalmente diverso, c'erano cespugli e alberi in fiore un po’ ovunque. Dal cortile si vedevano molto chiaramente una palestra e una serra che si trovavano ai lati dell’edificio principale di colore rosa nel quale noi ci stavamo addentrando. Con i nostri documenti d‘iscrizione io e mio fratello ci dirigemmo alla sala delegati, a furia di cambiare liceo conoscevamo a memoria le procedure d’iscrizione ed eravamo ben preparati con fototessere e documenti sufficienti a far impallidire un ufficio contabile. Dopo pochi minuti eravamo davanti a quella porta azzurra incastonata alle pareti rosa con la targhetta dorata con scritto Sala delegati, ma mentre stavamo entrando un ragazzo dai capelli rossi usci sbattendo la porta e venendomi addosso, io caddi al suolo e lui per tutta risposta senza neanche voltarsi aggiunse acido.
???: “Lavati dalle scatole novellina.”
Non avevo mai visto quel ragazzo e non sapevo se l’avrei mai rivisto, ma quando mi aveva urtata avevo provato qualcosa di strano, come se percepissi che in lui c’era più di quello che si vedeva con gli occhi.
Ken: “sorellina tutto bene? Ti sei fatta male?”
La voce di mio fratello mi riportò alla realtà e così rialzandomi e sfoggiando uno dei mie soliti sorrisi gli risposi.
May: “Sì, tutto bene, non sarà certo una piccola caduta a rovinarmi la giornata.”
Ken: “Sicura, hai fatto quella cosa strana con gli occhi, sicura che vada tutto bene?”
May: “Quale cosa strana? Io sto bene, non preoccuparti.”
Lui mi abbracciò e mi sussurrò.
Ken: “Hai cambiato il colore delle tue iridi, sono diventate color ametista, controllati, qui non sanno che sei speciale, gli altri potrebbero spaventarsi.”
Quelle parole mi pietrificarono, avevo cambiato colore degli occhi, ma come, non mi ricordavo mi fosse mai successo prima, ma Ken sembrava convinto che non fosse la prima volta, intanto lui si era staccato e prendendomi per mano aveva chiesto.
Ken: “Andiamo?”
May: “Sì, ma lascia parlare me, tu combini solo guai.”
Entrammo insieme nella sala delegati, io presi un respiro e dissi
May: “Scusate il disturbo, è permesso?”
???: “Certo, accomodatevi ed entrate pure, piacere sono Nathaniel il segretario delgato.”
Aggiunse il ragazzo allungando la mano in segno di cortesia io l’afferrai, e non appena strinsi quella mano un nuovo presentimento si impadronì di me, era simile a quello che avevo provato poco fa con il rosso, ma allo stesso tempo era diverso, qualcosa di nuovo e di positivo.
Nath: “Hey tutto bene? È tutto ok? Vi serviva qualcosa?”
La voce del ragazzo mi riportò alla realtà ancora una volta, ma che cavolo mi stava succedendo? Lo stavo fissando dritto negli occhi, aveva due stupendi occhi color ambra e dei capelli che sembravano fili di grano, uno sguardo dolce e un sorriso affettuoso, indossava una camicia bianca, una cravatta turchese e un paio di pantaloni beige con scarpe sportive nere.
May:  “Sì, è tutto ok. Piacere io Mi chiamo Misery e lui è mio fratello Kenthin” aggiunsi indicando il ragazzo al mio fianco. “Siamo qui per l’iscrizione, ci siamo trasferiti qui da poco e vorremo frequentare questo liceo.”
Nath: “Il piacere è mio, prego seguitemi alla mia scrivania, è raro trovare una ragazza tanto cortese ed educata, ma allo stesso tempo tanto dolce e tanto bella, sono lieto di averla conosciuta.” A quelle parole io arrossii e anche lui fece lo stesso.
Ken: “Hey! Attento a quello che dici. Lei è mia sorella.”
May: “Ken. Lui cercava solo di essere gentile e di fare un complimento, non serve essere acidi.”
Ken: “Scusami May se volevo proteggerti, questo tizio non lo conosci nemmeno magari è un pervertito.”
May: “KEN!” Dissi arrossendo violentemente in volto. “Ti prego scusalo Nathaniel, alle volte parla senza pensare a ciò che dice.”
Nath: “Ti prego chiamami Nath. Comunque lo capisco, anche io ha una sorella e capisco il suo punto di vista, comunque posso assicurarti che non ho cattive intenzioni, prego sedetevi.” Aggiunse una volta arrivati alla sua scrivania spostando lievemente la sedia per farmi accomodare da vero gentil uomo ed io mi sedetti provando nuovamente quella sensazione solo sfiorandolo. “Dunque.” Aggiunse sedendosi dall'altra parte della scrivania. “avete detto che siete qui per l’iscrizione, allora ho bisogno dei vostri moduli, una fototessera e 25$ ciascuno.”
May: “Eccoli, comunque puoi chiamarmi May se ti fa piacere.”
Aggiunsi porgendogli i miei moduli e quelli di Ken con le nostre rispettive foto e i 50$.
Nath: “Perfetto, i moduli sono perfetti May e anche quelli i tuoi Ken, ora vi accompagno dalla direttrice per presentarvi e per porgerle i vostri documenti e successivamente vi accompagnerò alle vostre classi, tu Ken sei nella quarta sezione A mentre tu Misery sei in quarta C, che…” aggiunse arrossente lievemente. “… sarebbe anche la mia classe.”
Ken: “Biondino sappi che ti tengo d’occhio.”
May: “Ma per favore Ken, sono felice che siamo in classe insieme, almeno conoscerò qualcuno.” Aggiunsi sorridendo.
Nath: “Mi fa piacere sapere che ne sei felice, venite vi porto dalla direttrice.”
Si alzò, si avvicinò e mi porse la mano guardandomi dritto negli occhi con quei suoi occhi magnetici e lucenti. Ci portò dalla direttrice, una donna di mezz'età con i capelli grigi raccolti e un completo rosa antico. Le consegnammo i fascicoli e i soldi e lei ci congedò con un enorme sorriso. Dopo di che Nathaniel accompagnò Ken alla sua classe e poi ci avviammo verso la nostra, la quarta C.

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Angolo dell'autrice

Eccomi qua col secondo capitolo, spero vi piaccia.

Ringrazio chi ha visitato la mia umile storia, chi l'ha messa tra le preferite, seguite o tra le storie da ricordare e ringrazio immensamente le 2 persone che hanno recensito il precedente capitolo, spero di non avervi deluso con questa schifezuola di capitolo. 

Sono curiosa di leggere i vostri commenti e sapere che ne pensate.

Mi scuso per gli errori che so sono più qui che nei precedenti capitoli, ma abbiate pietà l'ho scritto con la febbre e la vista ogni tanto mia ha giocato butti scherzi.

Vi saluto con affetto e sopratutto mando un grande bacio ad IleWriters(Ti adoro cucciola) e a devil_angel_vampire (ti sono infinitamente grata per il fatto che continui a seguire il mio umile lavoro.) che continuano a recensire, vi voglio bene.

Un bacio la vostra

Misery007 
  
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