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Autore: alaskha    15/11/2013    5 recensioni
“Come vuoi,piccoletta”
“Malik,sai che odio quando..”
“Sì,lo so che odi quando ti chiamo ‘piccoletta’” m’interruppe,prima che potessi finire.
“E allora perché lo fai? Sapevo che ti piacesse rompermi i coglioni,ma fino a questo punto..”
Lui sorrise divertito,addolcendo il viso “Perché sei la mia piccoletta”
Che significava? Tra me e Zayn non poteva esserci nulla,era fuori discussione. Lui era il migliore amico di Manuel,era come se fosse il mio secondo fratello maggiore. E allora perché volevo che si avvicinasse ancora di più a me? Perché volevo che non la smettesse mai di sorridermi in quel modo? Perché non lo stavo allontanando,mentre le sue labbra si muovevano lente verso le mie?
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Un po' tutti, Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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(29)

How can I tell you?
 

Zayn era ormai andato via da qualche minuto, ed io me ne stavo seduta su quella poltrona affianco al letto di Dyana, con lo sguardo perso nel vuoto. Harry, Lou, la mia malata ed il suo ragazzo, nonché mio fratello, avevano fatto ritorno alla stanza d’ospedale, trovandomi lì, sola.
“L’hai ucciso?” disse Harry.
Louis gli tirò uno schiaffo sulla spalla, facendo ridacchiare Manuel, che stava aiutando la mia migliore amica a sdraiarsi sul suo letto.
Io scossi la testa, riprendendomi dal momentaneo stato di trance in cui ero caduta.
“No” dissi soltanto.
Poi mi alzai e sistemai i miei jeans, sospirando.
“Che succede?” mi chiese Dyana, con voce flebile.
“Scusami, ma devo andarmene, ho bisogno di stare sola, io ho bisogno di..” non riuscivo neanche a parlare, per quanto ero scossa.
Mi portai una mano sul viso, vicina agli occhi, pronta a fermare le eventuali lacrime. Ma Harry fu più veloce, le sue braccia mi strinsero a sé, ed anche solo per pochi secondi, riuscii a sentirmi al sicuro, con lui.
“Vuoi che venga con te? Facciamo due passi, parliamo un po’ e ti chiarisci le idee, ti va?” mi domandò dolcemente, accarezzandomi il viso con i pollici.
Gli presi le mani tra le mie e gliele portai lungo i fianchi, sorridendogli riconoscente per tutto ciò che faceva per me.
“Grazie Harry, ma ho davvero bisogno di stare sola, scusami”
“Non c’è problema, ti aspetto stasera a casa? Ceniamo insieme?”
Sorrisi, ed annuendo, afferrai l’iPhone.
“Torno domani, Dyana – dissi alla mia migliore amica – ciao Lou, ci vediamo stasera, e Manuel, ci vediamo a casa”
Terminati i saluti, uscii da quella stanza, dirigendomi all’uscita principale dell’ospedale. Risposi forzatamente ad il sorriso che un’infermiera mi porse, per poi uscire di lì e riversarmi nell’aria estiva di Londra.
Pensavo e ripensavo a pochi minuti fa, quando Zayn era proprio di fronte  a me e mi parlava, dopo tutto quel tempo passato in silenzio. Gli dispiaceva, diceva che avevo ragione io, che avrebbe dovuto lottare per noi, ma comunque non l’aveva fatto. Erano tutte belle parole quelle che mi aveva detto, certo, indubbiamente.. ma la sostanza? Dov’era  la sostanza dei suoi discorsi quando serviva? Non c’era e non c’era stata.
Mi sentivo uno straccio, mi sentivo abbandonata, ferita, mi sentivo come l’ultima cretina a cui sono state dette una montagna di bugie. Perché era quello che Zayn aveva fatto, mi aveva mentito, dicendomi che sarebbe stato insieme a me per sempre, che non mi avrebbe mai lasciata. E adesso? Adesso camminavo da sola, sotto un cielo grigio e lui chissà dov’era..
Alzai lo sguardo, e quando una goccia mi colpì in pieno viso, imprecai.
“Perfetto, piove, dannazione..”
Mentre sbuffavo sentii una macchina dietro di me, andava lentamente e sembrava seguire il mio passo. Mi domandai se non fosse qualche scocciatore, giusto l’epilogo perfetto per una giornatina niente male.
“Bisogno di un passaggio?”
Ma quella voce mi suggerì che non si trattava di un semplice scocciatore, e mi chiesi come avessi fatto a non riconoscere quell’inconfondibile Panda Station Wagon vecchio modello.
“No” dissi secca, continuando a camminare.
Lui e la sua macchina, con il finestrino abbassato, intanto continuavano a seguirmi. Ed io mi dicevo continuamente di non guardarlo, perché se no avrei ceduto e non volevo farlo.
“Ma piove”
“Pioviggina, è diverso”
Ma in realtà la pioggia si era fatta più insistente, ed io non avevo né cappuccio e né ombrello. Se non avessi accettato quel passaggio mi sarei beccata l’influenza, inoltre i miei capelli avrebbero avuto un aspetto impresentabile, se non fossi salita su quella macchina.
“Allora?” mi chiese poi lui.
Finalmente girai lo sguardo ed incontrai due meravigliosi occhi colmi di speranza a cui non avevo mai saputo dire di no.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
*Eravamo arrivati nel vialetto di casa mia, il cielo era scuro, sembrava di essere a novembre, quando alle quattro del pomeriggio ci si sentiva come se fosse notte fonda. Zayn spense il motore e rimanemmo lì, nell’abitacolo della sua Panda Station Wagon, con la pioggia che batteva sul parabrezza ed i nostri respiri. Non ci guardavamo negli occhi, non ne avevamo il coraggio. E non ci parlavamo, perché era troppo difficile.
“Vuoi entrare?”
E poi tirai fuori quel coraggio, neanche io sapevo da dove. Zayn alzò lo sguardo, ed io feci lo stesso, incontrando nuovamente i suoi splendidi occhi.
Quando c’era brutto tempo, era lui il mio raggio di sole.
“Sì” annuì.
“Ci bagneremo” dissi io.
“Conosco un vecchio rimedio”
Scoccò un mezzo sorriso, dopodiché uscì dalla macchina e corse verso di me, aprendo lo sportello del passeggero e trascinandomi letteralmente sotto il lembo della sua maglietta, come l’ultima volta.
Ed un mare di ricordi mi travolsero.
Chiusi la porta di casa dietro di noi, accendendo la luce del salotto e sistemandomi vagamente i capelli. Zayn si guardò la maglietta, completamente zuppa d’acqua.
“Oh, io, mi dispiace.. ti sei bagnato..” tentai di dire.
Ma lui sorrise, nonostante si fosse appena preso la pioggia forte di Londra, per coprire me.
“Non ti preoccupare” disse.
“Vuoi qualcosa di Manuel? – dissi già sulle scale – ti do una maglietta asciutta..”
Mi rintanai nella camera di mio fratello, imponendomi di respirare regolarmente, mentre lo sentivo salire gli scalini. Frugai nel suo armadio e tirai fuori una maglietta blu a mezze maniche.
Ma quando mi girai e lo trovai lì davanti a me,senza maglia, a meno di due centimetri dal mio naso, ogni tentativo di rimanergli indifferente mi sembrò improvvisamente vano.
“Tieni” gli dissi.
Lui mi sorrise, come non faceva da molto tempo, dopodiché mi prese le mani tra le sue, portandole lungo i suoi fianchi.
“Non mi serve”
“Io credo di sì”
Ma lui scosse la testa, avvicinando le labbra al mio collo, accarezzandomi così delicatamente la pelle. Socchiusi gli occhi, presa dal tocco delle sue labbra.
“Non puoi fare così” dissi in un momento di lucidità, spingendolo via.
“Così come, Natalie?” chiese, allargando le braccia.
Io camminai velocemente verso la mia camera, ma sentii la sua mano afferrare il mio braccio, fermandomi nel corridoio.
“Devi smetterla, Zayn”
“Sei stata tu a dirmi di entrare” rispose ovvio.
“Ed ho sbagliato, puoi anche andartene se lo ritieni necessario”
“Se lo ritengo necessario? – mi chiese, retoricamente – Natalie non stai parlando con un commesso di qualche negozio, ma con me”
“E chi sei tu? Eh?”
“Non fare così” sembrava quasi una preghiera.
“Ma così come, Zayn? – dissi, rassegnata - io non faccio proprio nulla”
“Dovrei lasciarti andare? È questo che vorresti? Che ti lasciassi perdere?" domandò, arrabbiato.
“Sarebbe un punto d’inizio non male, per me”
“Beh non lo farò, e sai perché?”
“Non uscirtene con un ‘Perché ti amo’, potrei anche non rispondere delle mie azioni, ti avviso”
Zayn rise vagamente, avvicinandosi ancora di più a me.
“Come faccio a dirti che mi dispiace? Come faccio a dirti che non ce la faccio senza di te? Come faccio a dirti che mi sento un completo idiota, qui, a dirti queste cose?”
Ed io scoppiai inevitabilmente a piangere, davanti ai suoi occhi, davanti a lui che mi prese tra le sue braccia, stringendomi e cullandomi.
“Come faccio a dirti che mi sento impotente ogni volta che ti vedo piangere? – disse, con le labbra premute ai miei capelli – come faccio a dirti che vorrei vederti sempre felice? E come faccio a dirti che vorrei svegliarmi sempre con te accanto? Come faccio a dirti che ho bisogno di te e del tuo strano modo di amarmi, perché tu ami solo me ed è inutile continuare a mentirsi, perché noi ci amiamo e siamo stati distanti per troppo tempo. Noi dovremmo impegnarci a recuperare 17 anni persi, e cosa facciamo invece? Complichiamo le cose”
“Zayn..” dissi, tra le lacrime.
Lui mi guardò negli occhi, asciugando ogni traccia di lacrima dalle mie guancie umide. Dopodichè mi prese il viso tra le mani, avvicinando le sue labbra alle mie.
“Piccola, io ti amo e vorrei solo poterti stringere, sempre”
E le nostre labbra s’incontrarono, premendo avidamente le une sulle altre, assaggiandone i sapori. Mi aggrappai a lui, respirando il suo profumo di vaniglia e sigarette, affondando le unghie sulla sua pelle, desiderosa di averlo solo per me.
Zayn Malik era mio, solo mio e per sempre mio.
Si staccò dalle mie labbra, interrompendo il nostro bacio, accarezzandomi il viso e scostandomi una ciocca di capelli dietro l’orecchio.
“Ti fidi di me, non è vero?”
Annuii, stringendolo forte e lasciandomi abbracciare.
“Allora ascoltami”
“Che succede?” gli chiesi, confusa.
“Il procuratore sportivo ha parlato con Logan” disse, serio.
“Oh, lo so, Harry non ce l’ha fatta – dissi triste – ma tu sì” conclusi poi con un sorriso.
“È qui che ti sbagli”
“E perché?”
“Perché io non andrò nella primavera del Manchester, non fa per me, e poi Styles ci tiene davvero troppo, non può rinunciare ad un’occasione del genere”  
Lo guardai stranita, allontanandomi un po’, per guardarlo.
“Stai scherzando?”
“Non sono mai stato più serio”
“Hai ceduto il tuo posto ad Harry?” domandai, sempre più sorpresa.
Lui annuì.
“E che ne sarà di te?”
“Adesso viene la notizia più importante”
Non so perché ma iniziai a preoccuparmi.
“Secondo il procuratore il calcio italiano ha bisogno di uno come me” disse, con un sorriso radioso stampato sulle labbra.
“E..?” lo esortai.
“Mi mandano a Milano, Natalie”
Inizialmente strabuzzai gli occhi, senza sapere che dire. Dopodiché realizzai e mi gettai letteralmente tra le sue braccia, allacciando le gambe attorno ai suoi fianchi, lasciando che le sue mani mi tenessero ancorata a lui.
“Ma è il tuo sogno, Zayn, ce l’hai fatta!”
Lo baciai, lo riempii di baci, troppo felice per contenermi.
“Metà del mio sogno..”
“Che significa?”
Mi rubò un bacio sulle labbra, prima di rispondere.
“L’altra metà sei tu”
Gli diedi un altro bacio, sorridendo, perché Zayn sapeva essere meraviglioso quando voleva.. ed il più cretino di tutti, quando s’impegnava.
“Mi appoggerai?”
“Sempre”.





 
Don't care about NOTHING
ciaaaao gente 
ma lo sapete che mi sono immaginata tutto?
cioè lei, piccolina, che si fa abbracciare da Zayn.. boh, sto malissimo sjsdgf
è passato meno tempo dell'ultima volta, fortunatamente..
anche perchè se no vi avrei autorizzate a picchiarmi jsdfsdjfg
nel frattempo comunque è uscito Salute, ed io sto male, ma davvero male sjfsdg
comunque sono amareggiata ed incazzata con il mondo, oggi
perchè? perchè nella mia scuola ci sono degli elementi esageratamente stupidi
che il ragazzo che mi piace sia uno di loro, rimane solo un irrilevante dettaglio jsfsdg
ragazze devo andare troppo a dormire, vi amo da morire, addio <3<3<3


 




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