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Autore: blackfyre    15/11/2013    0 recensioni
Tese il braccio fino allo spasmo, canalizzando tutto quello che nella sua vita andava storto in quel singolo, maledetto pugno. Sentiva già le nocche dolere ancor prima dell’impatto. E quando la sua mano centrò appieno il naso di McCoy, seguita subito dallo scricchiolio di rottura, poté infine capire che non era un poi così brutto finale per la sua giornata.
Genere: Fantasy, Generale, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Albus Severus Potter, Nuovo personaggio, Rose Weasley, Scorpius Malfoy, Un po' tutti | Coppie: Rose/Scorpius
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
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Crash.
Fu così che, in una giornata altrimenti perfetta, tutto andò in pezzi. Come il buon umore di Scorpius, ad esempio, ridotto ormai a piccoli brandelli del più puro disappunto. O la faccia di McCoy che - il giovane Malfoy lo giurò - sarebbe presto diventata la trasfigurazione mal riuscita di un umano in un pesce blob*. Tese il braccio fino allo spasmo, canalizzando tutto quello che nella sua vita andava storto in quel singolo, maledetto pugno. Sentiva già le nocche dolere ancor prima dell’impatto. E quando la sua mano centrò appieno il naso di McCoy, seguita subito dallo scricchiolio di rottura, poté infine capire che non era un poi così brutto finale per la sua giornata.
<< Tra tutti i modi che conosco per finire nei guai, questo è senz’altro quello più veloce. >>
La voce lo distrasse un secondo di troppo, non permettendogli di scansare – o quantomeno incassare elegantemente – il colpo diretto verso di lui. Una macchia sfocata nella visuale fu tutto quello che la sua mente riuscì ad assimilare, prima che il pugno si abbattesse violentemente sul suo zigomo destro. Ruotò il collo, accompagnando il movimento della mano avversaria premutagli addosso e cercando, per quanto possibile, di evitare danni gravi. Troppo tardi, mio caro. Colse di sfuggita lo svolazzo dei capelli neri di Al, perfettamente distinguibile anche nel caos di una rissa. Un momento dopo ecco che tutto finiva, incluso il suo divertimento. McCoy cadde a terra, colpito da uno stupeficium troppo ben piazzato per avere un esito diverso da quello che aveva di fronte. Peccato che lui centrasse poco con l’improvvisa immobilità dell’idiota. Quel guastafeste di Potter, tutto preso dal suo ruolo di salvatore, si era evidentemente sentito in dovere di salvaguardare gli interessi di Scorpius. Sotto lo sguardo infastidito di quest’ultimo, ripose la bacchetta nella veste e – con una scrollata di spalle che aveva ben poco di eroico – si allontanò dall’amico per tornarsene in sala grande.
Gli studenti, strategicamente posizionati intorno ai due contendenti nel clou della rissa, sbuffarono di fastidio a quella conclusione così priva di pathos. Scorpius colse il luccichio di qualche galeone in mezzo alle vesti nere, immaginando che i piccoli bastardi avessero fatto delle puntate sul vincitore. Nessuno aveva considerato Potter, la cui esistenza era praticamente dedita a parargli il culo. Andava bene, fin quando non rompeva le pluffe. La loro amicizia era frutto di una serie di curiosi eventi, di cui loro non erano gli unici protagonisti. C’era Rose Weasley, la cugina e migliore amica di Al, nonché sua futura moglie, quando avesse finalmente ammesso di essere perdutamente innamorata di Scorpius. C’erano James Potter e i suoi piani di distruzione di scorta, sempre pronto a tirarli fuori nelle giornate che si promettevano troppo allegre. C’erano Hugo, Lily, Victoire e forse qualcun altro di cui, sinceramente, non ricordava il nome.
Che si preoccupasse la folla di portare McCoy in infermeria e di spargere in giro la voce della sua ultima prodezza; l’unica cosa che in quel momento voleva davvero era dare le spalle a quella pietosa vicenda. E così fece, allontanandosi dal corridoio del terzo piano e nel contempo tastandosi la parte lesa del viso, valutando i danni. Non era il caso di andare in infermeria e sorbirsi l’interrogatorio della signora Crane, né tantomeno rimanere conciato così. Restava un’unica soluzione. Già pregustava gli sguardi preoccupati della Weasley mentre si metteva all’opera con incantesimi di guarigione, nei quali era sempre stata dannatamente brava. 
<< Vada per Rose  >> biascicò tra sé, con un sorriso soddisfatto che prendeva posto sulle labbra miracolosamente intatte.                                             

***

Per quanto il suo iniziale intento fosse quello di pregustare una benedetta cena, magari circondato dai suoi più cari amici, ora non aveva la benché minima voglia di darsi da fare con il cibo. Era preoccupato per Scorpius e il motivo che aveva causato la rissa. Sarebbe potuto restare insieme a lui, ma temeva di iniziare a rimproverarlo per il suo comportamento auto-distruttivo. E quando Al attaccava con discorsi del genere, persino lui stesso sapeva di rendersi insopportabile agli occhi dell’amico. Meglio levarsi di torno e sperare in occasioni più propizie per fare il moralista. L’indomani, decise, gli avrebbe fatto un discorsetto come si deve. Senza fame, meta e qualcuno con cui parlare, tanto valeva che andasse a letto o provasse a studiare in biblioteca. Scelse la seconda opzione, confidando nel fatto che la bibliotecaria non notasse la sua presenza o – ancor meglio – che non ci fosse affatto. Essendo ora di cena, corridoi e sale erano pressoché vuote. L’unica eccezione era stato il piccolo gruppo composto da Scorpius, McCoy e spettatori. Sperava davvero che nessuno facesse la spia riguardo il suo piccolo intervento nella vicenda, o altrimenti avrebbe passato un altro bel pomeriggio a pulire i gabinetti della scuola senza magia. Almeno, si disse, Scorpius avrebbe scontato una punizione simile, se non peggiore. E’ questo, cari miei, che significa essere amici
Prese piuma e pergamena dalla borsa, poggiandoli con malagrazia su uno dei tavoli della biblioteca. Stava per sedersi, quando un rumore lo distrasse. Un singhiozzio, tanto lieve da essere inudibile se non per orecchie come le sue, abituate a captare da anni fratelli che ti arrivano alle spalle per farti lo sgambetto. Abbandonò sedia, tavolo e occorrente per lo studio, immergendosi completamente nel suo ruolo di salva-donzelle. Perché, ne era certo, quello era stato un singhiozzo squisitamente femminile. Come una falena attratta dalla luce, individuò la fonte dei rumori. Ebbene sì, c’era davvero una ragazza in lacrime. Non ne scorgeva il viso, dal momento che aveva le mani premute su di esso e non avrebbe saputo dirne l’altezza, visto che era seduta per terra. Soltanto i capelli biondi, quasi bianchi, erano un fatto certo, insieme alla carnagione chiarissima. Sembrava uno spettro. 
Si avvicinò piano, temendo di spaventarla e nel contempo provando una curiosità bruciante.
<< Ehm…Salve >> mormorò. Arrossì per il suo poco tatto e chiuse gli occhi, non volendo vedere l’espressione irata che sicuramente sarebbe apparsa sul volto della ragazza. Lei lasciò cadere le mani e iniziò a stringere convulsamente il tessuto della divisa. Albus aprì gli occhi, prima uno e poi l’altro e fletté le gambe, in modo da accomodarsi di fronte a lei, sulla pietra fredda. Due occhi grigi ricambiarono il suo sguardo, posti in un volto così finemente cesellato da dare ad Albus l’idea di essersi imbattuto in un angelo. Ma non lo era. 
<< Lyssa >> pronunciò piano, maledicendosi per non averla riconosciuta fin da subito. << Mi dispiace, vado via >>
Non era un angelo, no. Era molto peggio.
Voleva andarsene, o quantomeno indietreggiare, ma non poté far altro che guardare la piccola mano della ragazza ancorarsi alla sua divisa e tenerla stretta come se niente al mondo avesse più importanza.
<< Per favore, resta >>.

 

***


Rinunciò al dolce, troppo tesa anche solo per un’altra forchettata. Al diavolo quei due, pensò Rose. Se ne mancava uno, era una coincidenza. Se mancavano entrambi, l’ombra di un’apocalisse minacciava di inghiottirla. Diede una scherzosa gomitata a Lily, tutta intenta a litigare con James e lasciò il tavolo per andare alla ricerca di quei due idioti che si proclamavano suoi amici. Uscita dalla sala grande ebbe la piacevole sorpresa di ritrovarsene uno dei due davanti.
<< Stavo giusto per…Scorpius, cos’hai fatto alla faccia? >>
La parte destra del volto si stava gonfiando in maniera preoccupante e il mezzo sorriso risentito del ragazzo era senz’altro di cattivo auspicio.  Forse gli era saltato qualche dente.
<< Dov’è Al? >> domandò Rose, guardando oltre le spalle di Scorpius alla ricerca della familiare figura del cugino.
<< Pensavo fosse con te >> Una lieve ombra di preoccupazione fece capolinea sul volto del serpeverde, ma venne in fretta messa da parte. Con un sorriso furbo, ruotò il capo a sinistra regalando a Rose la paradisiaca visione della sua faccia tumefatta. << Non volevi sapere cos’è successo? >>.
<< Sei caduto per le scale? Davvero, voglio solo trovare mio cugino ed andarmene a letto>>.
<< Ho difeso il tuo onore. Con McCroy, o come si chiama. E questo…>> Il dito di Scorpius passò sopra la parte lesa della guancia, picchiettandola lievemente. <<….è la conseguenza della mia nobiltà d’animo >>
Rose incrociò le braccia e sorpassando il ragazzo con un piccolo spintone, in quei pochi attimi in cui la distanza fra loro non era che di qualche centimetro, mormorò: << Tu non ce l’hai, una nobiltà d’animo >>.
E lo lasciò così, da solo e con la faccia ancora schifosamente dolorante.
<< Dannata di una Weasley >>.

 

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* Lo Psychrolutes marcidus, altrimenti conosciuto come pesce blob, è probabilmente l'animale più brutto al mondo. 

  
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