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Autore: PatheticRomance    16/11/2013    4 recensioni
-Va bene, va bene. Di cosa vuoi parlare?- acconsentì Hongbin allontanando il suo corpo da quello di Hyuk e appoggiando la schiena in modo arrendevole contro il divano.
-Hyung… - Il maknae si aprì in un sorriso smagliante a quella piccola vittoria - Ti ricordi com'eravamo?-
Genere: Fluff, Generale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Hongbin, Hyuk, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Note: Volevo solo ringraziare tutti quelli che han letto, recensito, o aggiunto tra preferiti/seguiri/ricordate la mia ff. Grazie mille, sinceramente ho avuto più recensioni di quel che credevo! *^*

Volevo ringraziare come sempre Giusa la mia beta che sopporta e corregge le mie ff e Decla che mi sopporta e anche lei minaccia la mia vita *-*

Nell’altro capitolo ho dimenticato di ringraziare Ele, che mi ha aiutato ad uscire fuori da un impiccio del prologo! Grazie *^*

Josie.

 

Do you remember how we were?

La sala prove era ormai diventata un vero e proprio luogo di tortura per il povero maknae, Sang Hyuk era stanco di tutto questo provare, erano ore che lo faceva e continuava a sbagliare ogni volta lo stesso identico passo trascinando i suoi compagni indietro con sé. Sul volto degli altri era ormai chiaro il segno della stanchezza, della paura per l’imminente debutto e l’amarezza per aver perso due dei compagni originari. Si era accorto di come lo guardavano, non era mica scemo, Taekwoon gli faceva ancora un po’ paura, ma almeno poteva consolarsi pensando che era così con tutti, mentre con Hongbin invece era tutto un altro paio di maniche e non aveva la più pallida idea di come avvicinarsi, per non parlare dello sguardo di pietà che sembrava rivolgergli il leader ogni volta.

Il ragazzo comprendeva tutto ciò e se ne dispiaceva, in fondo aveva tanta voglia di debuttare e invece tutto quello che stava facendo era creare ulteriori problemi, lui stesso cominciava a pensare che quella era stata un’ingiustizia, era giusto che fosse in questa band? Gli altri membri avrebbero potuto dare molto di più di un ragazzino di nemmeno diciassette anni con pochissime esperienze alle spalle. Aveva più volte espresso i suoi dubbi al riguardo in quei giorni, ma i suoi hyung si erano sempre curati di rassicurarlo.

-Sang Hyuk- N lo richiamò per l’ennesima volta. Automaticamente tutti smisero di ballare e si voltarono a guardarlo frustrato per via della stanchezza, nessuno aveva voglia di ricominciare la coreografia di nuovo. Arrossì furiosamente provvedendo immediatamente a nascondere il suo sguardo da quello preoccupato del leader. Era stanco, spossato, il povero maknae quasi non si reggeva in piedi a causa di quei ritmi impossibili da sostenere, ed era ormai evidente a tutti che la testa l’avesse da un’altra parte - non è molto da quando hai cominciato a fare pratica, giusto?-

Prese un bel respiro per ricacciare indietro il grosso magone che si era formato in gola e non gli permetteva di parlare –Sì- Fu l’unica cosa che riuscì a rispondere alla fine, se avesse detto solo una parola in più probabilmente quel magone si sarebbe sciolto per lasciar spazio a lacrime di amarezza.

-Ma c’erano membri che sono molto più bravi di te nel ballo – continuò il leader con fermezza ma allo stesso tempo con tatto in modo da non ferire il minore. Aspettò un cenno da parte di quest’ultimo, che non tardò ad arrivare, prima di continuare con il suo discorso. Il suo non era un rimprovero, o meglio in parte non lo era e voleva che fosse chiaro, voleva solo incoraggiarlo e cercare di capire cosa non andasse. Tutti erano sotto pressione, questo era ovvio, ma di questo passo non avrebbero mai potuto debuttare.

-Ma sono stati eliminati e tu sei entrato, devi ricoprire completamente questa posizione quindi devi duplicare per davvero i tuoi sforziHyuk alzò lo sguardo giusto per vedersi rivolgere un sorriso di incoraggiamento da parte di N, ma anche per notare uno scambio di sguardi eloquente tra Hongbin e Ken.

Sospirò, tornando ad abbassare nuovamente lo sguardo –Okay – anche questa volta l’unica cosa che disse fu una sentenza. Le prove cominciarono immediatamente e il maknae fece il possibile per non cedere anche questa volta, ma dopo un’ora i risultati sembrarono invariati e solo quando tutti, stremati e sudati, si lasciarono cadere sul pavimento, N capì che le prove per quella sera non avrebbero portato da nessuna parte. Non con un team così demoralizzato almeno.

-Va bene ragazzi, tra due ore dobbiamo essere allo studio di registrazione. Prendete le vostre cose, si torna al dormitorio- A quella rivelazione tutti si lasciarono sfuggire un sospiro di sollievo, tranne Sang Hyuk che invece era rimasto quieto al suo posto cercando di regolarizzare il respiro che invece non ne voleva sapere di calmarsi.

-Tutto okay, maknae?- Ravi si avvicinò al più piccolo che sobbalzò quando invece si trovò avanti le gambe del rapper. Sang Hyuk alzò il capo e gli restituì uno sguardo spaesato, sbattendo gli occhi più volte, quand’è che si erano alzati tutti? Il ragazzino annuì e sussultò sorpreso quando la mano amichevole del compagno si tese davanti ai suoi occhi. Accolse l’invito e l’afferrò alzandosi, sorridendo forse per la prima volta da quando il suo inferno personale era cominciato.

Il viaggio in macchina fu altrettanto poco piacevole per il ragazzo. Taekwoon si infilò le cuffie nelle orecchie e si perse ad osservare la strada che scorreva attraverso il finestrino come al solito, Ravi si addormentò quasi subito, così come Ken che, esausto, non aveva proferito nemmeno una parola come invece era sua abitudine fare, N e Hongbin, invece, non sembravano in vena di chiacchiere. Anche Sang Hyuk non riuscì a resistere al torpore della macchina e, dopo una lunga lotta contro l’insistente richiesta del suo corpo di riposarsi, cadde in un sonno ristoratore che venne interrotto, però, venti minuti dopo dalla voce gentile di N che annunciava il loro arrivo al dormitorio.

Ancora stanchi e assonnati per quella giornata interminabile, si mossero pigramente verso l’ascensore e quando entrarono finalmente nel dormitorio il primo ad avere il “diritto al bagno” fu N. I restanti membri, invece, nell’attesa si sentirono ognuno libero di occupare il proprio tempo come meglio poteva. Non appena entrati in camera, per esempio, Ravi e Ken si erano distesi sfiniti sul pavimento perché il divano era già stato occupato da Leo, Hongbin invece, preso dalla sua mania da casalinga, si era messo a sistemare ciò che gli altri avevano lasciato in giro. In un primo momento Hyuk rimase impalato sulla porta indeciso sul da farsi, solo dopo cinque minuti buoni alla fine entrò anche lui nella stanza e dopo aver preso l’accappatoio, biancheria pulita e dei vestiti andò a rifugiarsi sul divano in precedenza occupato da Leo. Evidentemente il leader aveva fatto in fretta. Un po’ per stanchezza ma un po’ anche per noia, Sang Hyuk non si accorse nemmeno di essersi nuovamente addormentato, almeno finché non senti qualcuno chiamare il suo nome.

-Sang Hyuk-ah…- il maknae si lamentò nel sonno girandosi più comodo su un lato Sang Hyuk-ah!- ritentò. Il ragazzo finalmente aprì gli occhi, e la prima cosa che riuscì a vedere fu un fisico niente male avvolto in un asciugamano e ancora bagnato da goccioline d’acqua, doveva essere appena uscito dalla doccia. Il ballerino avvampò scattando in piedi per trovarsi davanti nientedimeno che il viso di Hongbin.

-Ti sei addormentato, manchi solo tu- lo informò quest’ultimo fissandolo freddamente. Il maggiore fece per andarsene ma si fermò nuovamente quando il minore richiamò la sua attenzione.

-Hyung…- Sang Hyuk prese un bel respiro cercando di racimolare quanto più coraggio possibile –So che avreste preferito tutti Nackhun hyung… mi dispiace- la sua voce fu quasi un sussurro. Lo sguardo, in un primo momento sorpreso, di Hongbin si trasformò nuovamente in quello freddo e pianificato.

-Non lo nego, sicuramente sarebbe stato meglio, ma ora sei qui e prendi la cosa seriamente, non riguarda solo te- e se ne andò lasciandolo a fissare frastornato il punto in cui era sparito.

Il ragazzo fece in fretta e furia la doccia e rimase altrettanto silenzioso durante il tragitto il macchina. Il maknae provò a distendere la propria mente ascoltando un po’ di musica, ma l’immagine di Hongbin appena uscito dalla doccia e le sue parole così dure, eppure così sincere, tornavano prepotentemente ad affollargli la testa. Si ritrovò più volte ad arrossire come un deficiente e, una volta arrivati allo studio, se c’era una cosa che non aveva dimenticato, quello era ciò che era successo nemmeno un’ora prima al dormitorio.

Tra l’altro nemmeno le registrazioni sembrarono sortire l’effetto desiderato, e non solo per lui. Hyuk era stato teso e in silenzio per tutto il tempo mentre i suoi hyung venivano ammoniti l’uno dopo l’altro anche se alla fine tutti erano riusciti a fare un buon lavoro. Quando era toccato a lui, poi, le cose non erano decisamente migliorate. Aveva alzato lo sguardo verso il vetro che lo divideva dall’altra stanza, per incontrare quello di Hongbin che lo fissava di rimando, rendendolo ancora più ansioso di quanto già lo era, voleva splendere agli occhi dei suoi hyung.

Il tipo non esitò nemmeno un attimo a rimproverare il minore forse anche più degli altri. Il suo canto era privo di entusiasmo, gli era stato detto, manco stesse leggendo per una veglia funebre.

-Sang Hyuk, chi ti ha detto come cantare?- il ragazzo non rispose e si limitò ad abbassare la testa, cercando di trovare la forza per rispondere. N gli diceva sempre che se un sunbae faceva una domanda, era mal educazione non rispondere. Bisognava sempre farlo, per quanto aspra potesse essere.

-Sono stato io- Ken provvide a salvarlo. Sang Hyuk gli restituì uno sguardo misto tra grato e dispiaciuto. Non avrebbe mai voluto che i suoi hyung venissero coinvolti in una sua mancanza, eppure il maggiore incassò tutto il rimprovero senza dire una parola. Il maknae si sorprese anche nel non scorgere odio nei suoi occhi, ma solo sincera preoccupazione. La ripresa delle registrazioni non portò per nulla a un miglioramento, la sua voce sembrò comunque tesa e non mancò di lanciare occhiate preoccupate attraverso il vetro ogni tre per due. Alla fine il produttore si vide costretto a fermare di nuovo e il rimprovero cominciò di nuovo per quella che a Hyuk sembrò la mezz’ora più lunga della sua vita.

-Registrare è impossibile in questo modo- concluse poi alzandosi e chiudendo la porta dietro di sé. Il silenzio immediatamente calò nella stanza. Il maknae non appena si girò verso di loro ebbe il bisogno di inchinarsi più volte in segno di scuse. Solo all’ennesimo inchino Ken gli circondò le spalle con il braccio facendolo tirare su.

-Va tutto bene, Sanghyukkie…- sospirò lanciando un’occhiata di ammonizione agli altri –Domani continueremo a provare- provò a consolarlo quando notò i suoi occhi già umidi e il suo sguardo ostinatamente basso.

-Come puoi dire che va tutto bene?!- scoppiò Hongbin esasperato non riuscendo più a trattenere la sua rabbia. Lo sguardo di N fu un eloquente richiesta di tacere e, il visual, dopo aver lanciato uno sguardo di fuoco nella sua direzione (ah, se gli sguardi potessero uccidere!), senza dire nemmeno una parola uscì dalla stanza sbattendo la porta dietro di sé. Hyuk tenne duro per trattenere le lacrime.

-Forza Sang Hyuk, non ti abbattere, andrà meglio- una volta arrivati al dormitorio era toccato a Ravi consolare il povero maknae sull’orlo delle lacrime. –Forza, vieni a mangiare. Leo hyung ha preparato la cena – ed era stato davvero difficile convincerlo ad uscire dalla camera, ma alla fine con l’aiuto di N erano riusciti a tirarlo fuori e a farlo sedere almeno a tavola.

Durante la cena l’atmosfera era stata davvero tesa, almeno finché Ken, preso da uno dei suoi soliti scleri, cominciò a canzonare Leo con la sua solita Kenjumma facendo sbellicare N dalle risate. L’umore di tutti, tranne quello di Hyuk, sembrò a grosso modo essersi ripreso.

-Taekwoon hyung!- il main vocalist si aggrappò alla spalla di quest’ultimo con occhi dolci –Il tuo ramen era squisito!- trillò con la sua voce già di per sé alta. Leo si limitò a lanciargli una delle sue solite occhiate prima di scollarselo di dosso con una scrollata di spalle. Taekwoon hyung! Ti pare questo il modo di trattare un’ajumma?!- la sua voce questa volta divenne anche più acuta del normale. Leo sbuffò mettendosi le cuffie del suo ipod nelle orecchie ignorando tutti i successivi schiamazzi che quel gesto aveva comportato, mentre N, dal canto suo, rideva talmente forte da non riuscire a respirare quasi. Se c’era una cosa che li caratterizzava, quello era il loro essere perennemente rumorosi in qualsiasi momento.

-Hyung…- tutto ad un tratto Hyuk, che fino a quel momento era stato silenzioso quanto Hongbin e aveva provato ad attirare quanto meno attenzione possibile, la richiamò tutta su di sé soltanto con il gesto di alzarsi e chiamarli. Arrossì quando notò cinque paia di occhi fissarlo –Sono un po’ stanco, vado a riposare. Scusatemi – E, dopo essersi inchinato per l’ennesima volta, sparì attraversando la porta della camera.

Siccome non era poi così tardi, gli altri hyung rimasero tutti ancora nella stanza a parlare, se quello di Leo si poteva definire parlare dato che, una volta finito di mangiare, era tornato nel suo stato vegetale.

-Hongbin-ah, vai a prendere la tua macchina fotografica!- chiese improvvisamente N. Il più giovane annuì in risposta precipitandosi verso la stanza per poi rallentare nel momento in cui aveva aperto la porta per non svegliare il maknae che probabilmente già stava dormendo. Il ragazzo non prestò nemmeno la minima attenzione all’altro mentre con cautela si chinava per recuperare l’oggetto richiesto, almeno non lo fece finché il corpo semicoperto del maknae non si mosse inconsciamente nel sonno. Hongbin scattò dritto per accertarsi che l’altro stesse davvero dormendo. Ma cosa stava combinando? Perché si muoveva in quel modo? Solo quando, incuriosito, si avvicinò per guardarlo notò che Sang Hyuk stava ballando nel sonno e che quei passi erano esattamente i passi del ballo che avevano provato fino allo sfinimento quella mattina, ma che era stato proprio lui a sbagliare. Hongbin sospirò, in fondo era stata una giornata pesante anche per lui. Mosso da un moto di pietà coprì finalmente il più giovane prima di recarsi nell’altra stanza con la sua macchinetta tra le mani.

   
 
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