CAPITOLO
4 You Wanna Make Little Castle Babies
E
ti metti a fantasticare di quanto ti piacerebbe
guardare il mare abbracciata a lui. Con questo pensiero, scivoli
serenamente
fra le braccia di Morfeo.
Non
deve essere molto che ti sei addormentata quando i tuoi sensi
allenati da poliziotto ti svegliano e ti mettono all’erta.
Senti un rumore
dietro la porta. Una villa del genere attirerà molti ladri
ma all’ingresso hai
notato la centralina di allarme e ti ricordi che Castle ti ha detto che
la
inserisce sempre di notte. Per sicurezza. Ti alzi dal letto, afferri la
pistola
che hai appoggiato sul comodino e ti avvicini silenziosamente alla
soglia,
senza preoccuparti di ciò che indossi. Allunghi piano la tua
mano sinistra e
con le dita afferri la maniglia. Giri lentamente e apri di scatto
mettendoti
subito dopo in posizione di difesa con entrambi le mani tese in avanti
a impugnare
la Glock.
Un
fragore di cocci rotti e schizzi di liquido bollente che ti arrivano
sulle gambe ti fanno fare un passo indietro.
“Castle!
Che ci fai dietro la mia porta?”
Lo
scrittore è rimasto paralizzato con le mani alzate ed
è bianco come
un cencio. E’ immobile con la bocca semiaperta e non ti
risponde. Ha gli occhi
spalancati e ti guarda sconcertato.
Ti
senti terribilmente in colpa per averlo spaventato così. Ti
passi le
dita aperte fra i capelli e scuoti la testa impercettibilmente. Pensi a
come
hai i nervi tesi. Allunghi il braccio e prendi la sua mano. Lo inviti a
entrare.
“Vieni,
entra, Castle. Scusami”
“Poteva
venirmi un infarto, detective, lo sai vero?” dal tono vedi che si è
ripreso ma non puoi ridere
per quello che gli hai combinato.
“Castle,
ormai dovresti aver imparato: I’m a
cop. I’m always on the alert, 24 ore su 24. Dormivo,
ho sentito un fruscio dietro la porta e ho
agito di conseguenza”.
“Sapevi
che avevo messo l’allarme, potevo essere solo io!”
ti guarda scombussolato,
la sua voce è leggermente tremante ma sembra un
po’ più rilassato di prima.
“Mi
volevi spiare forse?” gli dici con un sussurro mentre cominci
ad
accarezzargli i capelli per tranquillizzarlo.
“Ti
avevo portato una tazza di camomilla e una di caffè. Volevo
solo
sentire se per caso eri sveglia. Non riesco a dormire e volevo
compagnia.”
Ti
guarda come un bambino spaventato dalla possibile reazione della
mamma che lo coglie in castagna quando ha commesso una marachella.
Lo
guardi come se ti avesse fatto una dichiarazione d’amore.
Il
tuo stomaco si stringe e risenti tutta la tensione della serata. In
un attimo, immagini delle sue spalle larghe e del suo torace possente
intraviste questa mattina ti tornano alla mente e quella forte
sensazione già
provata la sera nel patio ti riassale.
Lo
vuoi.
Lo
desideri e non sai più come nasconderlo neanche a te stessa.
Continui
a fissarlo e ad accarezzargli i capelli, il volto, la schiena.
In
silenzio.
Lui
ti osserva e ti lascia fare.
I
vostri occhi si
studiano a vicenda
inizialmente, per poi perdersi inesorabilmente nell’anima
dell’altro.
Le
parole possono mentire, lo sguardo no.
Gli
occhi sono
lo specchio dei vostri
desideri, della vostra attrazione, della vostra voglia di gettarvi
l’uno nelle
braccia dell’altra.
Sei
consapevole di aver imboccato la strada del non ritorno.
Castle
ti prende una mano per un momento, la stringe, come a chiederti
il permesso, mentre continua a penetrarti con lo sguardo.
Ti
senti nuda.
Nuda
nell’anima.
Fragile.
Sai
che non gli resisterai.
Sai
che non lo farai perché non vuoi farlo.
Non
più.
Lui
si avvicina a te e il suo sguardo si sposta lentamente verso le tue
labbra. Automaticamente ti umetti il labbro inferiore con la lingua non
rendendoti conto della sensualità del tuo gesto.
In
un attimo le vostre bocche si incontrano, sfiorandosi leggermente,
assaporando l’una la morbidezza dell’altro. Piano,
senza fretta, senti una mano
farsi strada alla ricerca della tua pelle nuda sotto la lunga maglietta
che usi
per dormire. Per un istante ti senti in imbarazzo per quel tuo
abbigliamento
così comodo quanto poco femminile, ma le sensazioni che
iniziano ad arrivare
dalla tua pelle ti confondono i pensieri e pensi solo a schiudere la
bocca e a
tuffarti in lui.
Sei
sorpresa quando lui si ferma. Ti prende entrambi le mani, togliendo
le sue da quell’intimo contatto che tanto ti piaceva, e ti
osserva senza dire
nulla.
Sei
confusa.
Possibile
che lui non volesse questo? Sono due anni che prova a portarti
a letto e tu resisti. E ora che ti sei decisa, lui si ferma? Sconvolta
e
accaldata lo guardi con aria interrogativa.
Lui
respira profondamente. Sembra stia cercando di riprendere il
controllo di se stesso.
“Demming?”
sussurra.
Certo,
ovvio, lui non sa che lo hai lasciato. Ma come mai te lo chiede
adesso?
“Abbiamo
rotto” rispondi con un filo di voce “l’ho
lasciato”.
Lo
vedi perplesso.
Molto.
Anche
tu lo sei.
Non
credevi che Richard Castle si facesse scrupoli del genere.
Sai
che stai rischiando.
Sai
qual è la fama del tuo scrittore.
Sai
che potrebbe ridurre il tuo cuore a pezzetti, ma sai anche che tutto
il tuo essere vuole lui, solo e soltanto lui.
Vedi
che sorride.
“Cosa?”
lo interroghi.
“Demming
mi aveva chiesto… una specie di via libera con te. Sono un
uomo
di parola. E non sai quanto io sia felice che tu lo abbia
lasciato”.
Detto
questo ti bacia con ardore e con passione. Le tue mani si fanno
strada dentro la sua maglietta. Vuoi testare con i tuoi stessi
polpastrelli
l’ampiezza del suo torace, vuoi accarezzargli i suoi
capezzoli in attesa che
lui faccia lo stesso con te.
Vi
trovate in pochi istanti sdraiati sul letto e ti lasci andare
danzando con piccoli passi, camminando piano sul tuo fragile petto
finché la
danza è sempre più forte sul tuo torace.
All’improvviso
apri gli occhi e ti tiri su.
Sei
accaldata, hai il respiro corto e percepisci una forte eccitazione
tra le gambe. Guardi verso la porta ed è chiusa. Non ci sono
pezzi di vetro per
terra e da sotto non filtra luce. Sposti il tuo sguardo sul comodino e
la tua
pistola è lì dove l’hai lasciata ieri
sera.
Con
entrambe le mani sposti i capelli indietro. Nella concitazione del
sogno devi esserti mossa al punto da averli tutti davanti.
Era
così bello.
Non
ci puoi credere che fosse un sogno così reale.
Senti
ancora il tocco delle sue mani sulla tua pelle, percepisci ancora
l’eccitazione di averlo dentro di te.
Non
è la prima volta che fai sogni del genere ma in questo
momento ti
stupisci di quanto la sensazione sia tangibile al punto da chiederti se
lui sia già
uscito dalla stanza dopo aver ripulito per terra.
Guardi sconsolata il cuscino e il lato di letto accanto a te e con la
mano
accarezzi il lenzuolo liscio perfettamente sistemato e non sgualcito.
Non è
successo niente. Lo hai davvero solo sognato!
Sospiri
e pensi che non ti riprenderai più da questa notte.
Ti
passi una mano sullo scollo della maglia e senti quanto sei sudata.
Ti giri a prendere il bicchiere d’acqua che hai sul comodino
e mentre ti
rinfreschi bevendo, percepisci un fruscio fuori della porta. I tuoi
sensi sono
di nuovo allertati.
Senti
bussare.
TUM
TUM TUM TUM. Il tuo cuore batte all’impazzata.
“Avanti”
dici debolmente.
“Ciao,
ho visto la luce accesa sotto la porta. Posso?”
“Vieni”.
Entrando
noti che ha in mano due tazze fumanti. Impallidisci.
“Caffè?
A quest’ora Castle?” Cerchi di sembrare impassibile.
Lui
fa spallucce e ridendo dice “Caffè o camomilla. Mi
sembra più appropriata
la camomilla ma ero indeciso, così, visto che sei una
caffeinomane, per non
sbagliare li ho portati tutti e due.
Caffè
e camomilla.
Come
nel sogno.
Sei
sbalordita e pensi di avere le allucinazioni.
“Camomilla,
mi sa che è meglio a quest’ora”.
Lui
ti porge la tazza e poggia l’altra sul comodino. Prendi subito un sorso e ti
scotti la lingua col liquido
paglierino bollente.
“Aspetta,
è caldissimo” ti dice. Troppo tardi caro, ti sei
già ustionata
ma non sa quanto tu abbia bisogno di camomilla adesso. Devi calmarti.
Per
endovena dovresti assumerla in questo momento. Altroché.
“Non
riesci a dormire?” chiedi.
“Neanche
tu a quanto sembra!” dice evitando di rispondere alla tua
domanda.
“Non
bevi?” chiedi alludendo alla tazza di caffè sul
comodino.
Ride.
“Ero
convinto che il caffè l’avresti preso
tu.”
Gli
porgi la tua tazza e gli proponi di condividere quella.
Non
sai come ti è uscita fuori questa idea.
Ti
prende lentamente la tazza dalle mani e sorseggia con calma la
camomilla senza distogliere un attimo lo sguardo da te.
Meno
male che sei seduta nel letto! Pensi che le tue gambe siano
così
molli da non sorreggerti.
Non
allontani i tuoi occhi dai suoi e, appena ha finito, giri
intenzionalmente la tazza, apparentemente per prendere il manico dalla
parte
giusta, ma in realtà hai una voglia matta di appoggiare le
labbra dove le ha
posate lui.
Ti
sorride e poi ti chiede “Ok,
visto che
non dormiamo entrambi, ti dirò cosa non mi ha fatto
addormentare. Ho una
domanda che voglio farti da tempo e poi prima… nel
patio… “
Oddio.
Non riesci a pensare ad altra parola. Oddio.
Vieni
presa dal panico.
Deglutisci.
“Insomma
ti ricordi quando Madison era in sala interrogatori?” Lo dice
piano,
come se nulla fosse, come se non fosse consapevole della portata delle
sua
parole.
Castle
non può farti questo.
Sgrani
gli occhi e lo guardi, conscia di non poter fuggire.
Sei
nel tuo letto, ancora con le gambe sotto le coperte e ti sei
sollevata un po’ appoggiandoti alla testiera, lui
è seduto accanto a te.
Non
puoi andartene.
Non
puoi evitare questa conversazione.
Annuisci.
Non sai cosa altro potresti fare. A parte mettere la testa
sotto il cuscino e sprofondarci, per sempre.
“Madison
ha detto … insomma …i Castle
babies…” Lo interrompi
mettendogli la mano davanti la bocca. Non puoi
affrontare questa conversazione, davvero, non puoi.
“Castle,
Maddy mi conosce da tanti anni… non devi dar peso a quello
che
dice su di me.”
Sei
poco convincente. Lo sai. Ma non ti è uscito fuori niente di
meglio.
“Ecco
io… non voglio metterti in imbarazzo solo
che…”
“Castle
ascolta, Maddy ed io ci conosciamo da una vita e quando due
persone si conoscono da tempo hanno un modo di parlare che esula dal
contesto
in cui stanno”.
“Ok,
questo riguarda la forma ma il contenuto?”
Ok.
Scacco
matto.
Ha
vinto Castle.
Lo
odi.
Perché
ti chiede questo? Per imbarazzarti?
C’è
ampiamente riuscito.
“Castle,
non ho mai pensato ad avere figli in tutta la mia vita, tanto
meno con te. Maddy voleva provocarmi. Mi conosce e sa che potresti
vagamente
rappresentare il mio tipo e mi ha stuzzicata. Tutto qui.”
Speri di essere stata
convincente.
“Davvero?”
“Davvero.”
Un
silenzio cala su di voi.
Sorseggiate a turno la vostra camomilla per sedimentare
quanto detto.
Ti
viene da sorridere pensando che il tuo sogno era centomila volte
meglio di questa orribile e imbarazzante conversazione.
Non
ti aspettavi davvero un terzo grado su Madison.
“Peccato”.
Ti prende alla sprovvista con quest’ultima battuta. Ti toglie
di mano la tazza ormai vuota e si alza avviandosi verso la porta.
Angolino
delle autrici:
In
questo capitolo Kate è davvero andata, tanto da non riuscire
nemmeno
a distinguere sogno e realtà. Ma proprio mentre sta cercando
di gestire la sua
frustrazione, Castle inizia a fare i primi passi avanti: ritirando
fuori la
questione di Madison, costringe Kate ad uscire quasi allo scoperto. E
dopo una
notte così, cosa succederà la mattina dopo quando
si incontreranno? Ormai non
possono più far finta di niente. Cosa accadrà?
Chi indovina questa volta? Il
“concorso” è sempre aperto. Sia Emily27
sia KatiaR ci sono ancora andate vicino
ma entrambe hanno precorso i tempi, anche se su due elementi diversi.
Vi diamo
un indizio: prendete spunto da lì ;-)
Ci
leggiamo mercoledì prossimo!
Debora
e Monica