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Autore: Nat_Matryoshka    16/11/2013    6 recensioni
"Dormi bambino, non hai più una madre che ti culli e un padre che ti cresca e ti insegni a diventare un uomo, ma non disperare, Grande Inverno è comunque la tua casa e lo resterà sempre, qualsiasi strada tu scelga di intraprendere.
Dormi bambino, lascia che i sogni ti guidino."
[Rhaegar/Lyanna; accenni alla R+L=J, ma nessuno spoiler]
Genere: Drammatico, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jon Snow, Lyanna Stark, Rhaegar Targaryen
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Al mio bro TsunadeShirahime,
per avermi iniziata a questa serie meravigliosa,
e perché sopporta sempre ogni sclero relativo alle mie OTP.
E per tante, tante, tante altre cose.

Grazie infinite <3




 
Deve essercene un altro.”
Fu impossibile dire a chi l’uomo
sul trono di lame stesse rivolgendosi,
se alla donna con il bimbo in braccio o a Dany.
“Il Drago ha tre teste.”

[A Song of Ice and Fire - A Clash of Kings]

 
 
 
La culla dondola nella stanza più alta della torre, il bambino dorme, una canzone appena sussurrata si infila nelle pieghe del vento, aggiungendo note su note. La vecchia che sussurra quelle parole lo dondola piano, avanti e indietro; strofe più antiche di quelle mura accompagnano il movimento del suo braccio, avvolgendo lei e il piccolo in un’atmosfera sospesa, fatta di cavalieri antichi, di dame dal volto più bello e pallido di quello della luna, di draghi, di giganti, di fate. La donna canta mentre cade la neve: fuori fa freddo, l’inverno è arrivato o sta per arrivare, chissà… ma il bambino riposa sereno, gli occhi chiusi, un ditino in bocca.
 
Nulla lo disturba, neppure la porta che si apre con un cigolio, né l’uomo alto che fa il suo ingresso e gli si avvicina per vedere come stia. Accarezza i ricciolini neri e con un sorriso appena accennato sulla maschera di stanchezza e autorità che è abituato a indossare ogni giorno lo guarda rigirarsi nel sonno, ancora innocente e dolce. La donna alza gli occhi dalla culla e li posa su quelli dell’uomo, come per chiedere conferma della sua abilità nel tener buono il bambino.
 
“Sembra che gli piaccia la tua canzone, Nan. Continua pure.”
 
La donna annuisce e lo guarda uscire, mentre prosegue come se nulla l’avesse interrotta, e le parole continuano ad andare e venire, ad accavallarsi e raccogliersi attorno al fuoco che scoppietta nel camino, a tessere tele fatte di storie, a sussurrare nelle rime. Lord Eddard è andato a prendersi cura del suo primogenito, che ha qualche anno in più rispetto al piccolo che ha appena accarezzato, eppure non ha mai mancato di fare visita al bambino neppure una volta, anche se solo per pochi minuti. Sa che con Nan è in ottime mani, ma sembra tenere moltissimo alla salute di quel cucciolo dai capelli neri e il visetto tondo. Eddard Stark ha vergogna di crescere il suo bastardo insieme al figlio legittimo, è questo quello che sussurrano in molti… a Nan però non importa: conosce fin troppo bene il Lord per capire quando qualcosa gli sta a cuore, e il bambino che accudisce deve essere tra quelle. Così continua a cullarlo ogni volta che ha bisogno di essere calmato, a preoccuparsi del suo nutrimento e a prendersi cura di lui come può, aiutata anche dalla giovane balia che Lord Eddard le ha affiancato. E quando cala la notte, e ogni cosa attorno a loro è attutita e silenziosa come una nevicata in pieno inverno, abbandona i gesti e lascia che siano le canzoni a parlare per lei, a far sentire il piccolo protetto figlio della neve amato come Robb Stark, che a poche camere di distanza dorme attaccato al seno della madre.
 
Avanti, indietro. Avanti, indietro. Avanti, indietro.
 
La culla dondola, il fuoco ha smesso di brontolare. Le stelle sono spuntate, alcune di loro sono rimaste fisse nella volta celeste, altre sono scese sulla terra come fiocchi di neve, che brillano allo stesso modo mentre coprono ogni cosa. È il momento in cui i sogni e le visioni diventano vive, camminano tra la gente portando i loro cuori ad avvicinarsi a quelli dei cari che vorrebbero averli accanto, il momento in cui la vecchia Nan capisce che non sono solo favole le storie che racconta ai bambini; perché se un drago può solcare i cieli sputando fuoco, se gli dei si manifestano nei visi di legno scolpiti negli alberi, se i giganti camminano a fianco degli uomini oltre la Barriera, chi può decidere cosa sia fantasia e cosa realtà?
Dormi bambino, ascolta la danza dei cristalli di ghiaccio. Cadono in silenzio per non svegliarti, la loro pace non durerà per sempre: l’inverno sta arrivando, la lunga estate prende e dà, ma l’inverno pretende e sottrae più di quanto ogni uomo si aspetti.

Dormi bambino, non hai più una madre che ti culli e un padre che ti cresca e ti insegni a diventare un uomo, ma non disperare, Grande Inverno è comunque la tua casa e lo resterà sempre, qualsiasi strada tu scelga di intraprendere. Dormi bambino, lascia che i sogni ti guidino.
 
Nella nebbia evanescente della nevicata, un uomo si fa strada verso il lettino. È un cavaliere, – l’armatura lucente che indossa non dà adito ad equivoci – i bei capelli biondo argento sciolti sulle spalle, gli occhi color ossidiana stanchi, malinconici, occhi di chi ha visto troppo e vorrebbe dimenticare gran parte di ciò a cui ha assistito. Sposta il mantello e un drago a tre teste, possente e feroce, appare sul suo pettorale, rosso come la seta del drappo che indossa, come il sangue che gli imbratta il resto dell’armatura. Anche lui si china verso il bambino, ma non lo tocca: la paura di svegliarlo rende goffi i suoi movimenti, gli impedisce di accarezzargli il visetto come vorrebbe. Si limita a sorridergli mentre lo guarda dormire, come non ha mai fatto finora.
 
Dormi bambino, tuo padre è qui che veglia su di te, sembra dire la canzone che continua a permeare l’aria. L’uomo suona un’arpa decorata da tre draghi intrecciati tra loro, e alle note struggenti della ninnananna ne aggiunge altre che parlano di un amore infelice, di due amanti costretti alla fuga, del drago a tre teste che ne ha perse due ma che conserva ancora l’ultima, fiera, il drago che risorge dal fuoco, dalle ceneri come una fenice, e non ha paura di nulla. L’arpa suona una nuova ballata, un’altra melodia per la Canzone del Ghiaccio e del Fuoco, per te che sei frutto dell’unione di entrambi, e sei Nord, e sei fiamma.
 
Un’altra figura si è affiancata alla prima: una donna questa volta, i capelli lunghi e scuri, grandi occhi grigio-azzurri che spiccano su un viso bianco, una coroncina di rose blu posata sulla testa che la rende più bella di una regina. La donna si china sul bambino e gli sistema un piccolo ricciolo dietro l’orecchio, poi si limita a fissarlo senza parlare, senza dire o fare nulla, come avrebbe fatto per ore, se solo ne avesse avuta la possibilità.

Dormi e sogna, Jon Snow. La tua mamma è tornata da te.
La nebbia si dirada appena, ma nella stanza non fa ancora freddo. L’alba è lontana, le due figure siedono e attendono, la culla è ferma ma la musica continua a suonare e l’arpa guida le note, come non faceva da anni, vigorosa quasi non aspettasse altro.

 
***
 

Una lady dagli occhi belli come il mare del Nord riceve una corona di fiori altrettanto blu con aria stupita: sarà lei la nuova regina d’amore e di bellezza del torneo. L’uomo che gliela porge sorride, ed è solo l’inizio dei loro incontri, delle promesse che poi verranno e che cambieranno le loro vite.
 
Un uomo dai capelli d’argento e dagli occhi neri e malinconici guarda la figlia di pochi anni giocare e la moglie che allatta il bambino appena nato, chiedendosi cosa fare del suo cuore, ora che sente di amare veramente un’altra donna, la signora del Nord che gli ha rapito il suo da quando l’ha vista per la prima volta nelle sale di Harrenhal. I due amanti scappano, la loro fuga si conclude con una morte, una nascita, una battaglia.
 
Frammenti sparsi che tintinnano, cadono come pezzi di vetro in disordine, riflessi di cristallo che mostrano varie facce della verità: “prometti, Ned” implora una donna. Un neonato piange, avvolto in un mantello di pelliccia bianca. Rhaegar Targaryen cade tra le acque di un fiume, il bel viso immerso nel fango, l’armatura screziata dal rosso delle sue ferite, un nome di donna tra le labbra, Lyanna. L’uomo che lo ha colpito pensa di essersi vendicato, ma il suo cuore non troverà comunque pace.
 
In una stanza immersa nel profumo dei fiori, una donna esala l’ultimo respiro tra le braccia del fratello, mentre suo figlio si lamenta accanto allo zio, e il profumo delle rose diventa sempre più flebile, sempre più impercettibile. Una guerra comincia, uguale ad altre mille che l’hanno preceduta, e che la seguiranno. I desideri degli uomini non sono sempre in grado di cambiare i loro destini. Ma la notte d’inverno arriva per tutti, e chi può impedire ai sogni di materializzarsi, di prendere vita nella canzone del Ghiaccio e del Fuoco?
La neve cade, e gli spiriti che nascono da essa non possono restare in eterno: il cavaliere lancia un ultimo sguardo alla culla e se ne va, accompagnato dalla sua arpa e dal fruscio del mantello. La donna lo segue, soffiando un bacio al bambino che dorme, e scompare con lui nella bruma, prima che la luce del giorno li raggiunga e porti via gli ultimi stralci del sogno. Resta solo un profumo di rose che li accompagna entrambi ma, come le due figure, piano piano sfuma e scompare.


Jon Snow riposa ancora come se nulla fosse accaduto, ed è così che lo trova la vecchia Nan al suo risveglio. Attizza di nuovo il caminetto, gli rimbocca le coperte e si prepara a chiamare la balia, come ogni mattina. Il canto si è interrotto da un pezzo, ma non è sparito: la notte ha solo riposto la canzone che ha prestato alla neve, il resto tornerà dopo.
Il cavaliere e la sua dama, e anche le stelle che sembrano fiocchi di neve, altrettanto distanti e minuscoli ma più caldi, intensi come il fuoco di un drago.

 
***

 
 
Angolo dell'autrice
Erano mesi che tenevo questa storia nascosta tra le scartoffie del pc, insieme alle fanfic che mi convincono poco e a quelle che non ho mai pubblicato. Poi, spinta dall'ispirazione dei fanvideo sulla coppia e dalla voglia di dare il mio contributo alla R+L=J, mi sono decisa a pubblicarla... ed eccola qui. Ovviamente tutta la storia è basata sulla supposizione non confermata (per ora...) secondo cui i genitori di Jon sarebbero Rhaegar Targaryen e Lyanna Stark, appunto. Non si parla molto di loro nella serie (e neppure nei libri), a parte qualche informazione qua e là... per cui ho lasciato che l'immaginazione avesse la meglio, cercando di non precipitare comunque nell'OOC. Durante la stesura mi ha fatto compagnia Cosmic Love di Florence+The Machine, la mia adorata Musa. Potete considerarla - e ascoltarla - un po' come la colonna sonora della storia: alla fine si sente suonare un'arpa, proprio come quella di Rhaegar. Ed è stata quell'arpa a farmi "scattare la molla" che mi ha portato a scrivere questa storia.

Come al solito... commenti, critiche, pomodori in faccia e consigli sono assolutamente benaccetti! <3

Nat
   
 
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