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Autore: Love Your Sin    16/11/2013    3 recensioni
Louis/Harry
Conteggio: 2.1K
[A Harry scappa una lacrima. Nonostante si fosse ridetto più volte di essere forte, una solitaria e bastarda lacrima era scivolata via, percorrendo la guancia scavata del riccio e finendo sulla felpa bianca che aveva rubato a Louis quando tutto era ancora al posto giusto. Harry sapeva di non essere forte, non abbastanza.
E Harry davvero non sa più cosa sta scrivendo, ma le parole arrivano e non si fermano, non si fermano più. Chiude gli occhi, perché é troppo. Le lacrime non si sono ancora fermate e non sembra abbiano intenzione di farlo. Ed é buio. É tutto buio senza di lui. Gli fa male la testa, le parole rimbombano. Ti amo. Non mi lasciare. Dove sei. Louis.]
Genere: Fluff, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Two hearts...One love.'
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I’m afraid…save me 


Hey Lou,
Non chiedermi perché ti sto scrivendo.
Il motivo? Semplice, non lo so nemmeno io.

Harry si era ritrovato con una penna in mano, un foglio completamente bianco, senza una riga, senza una macchia, senza un piccolo scarabocchio, davanti e aveva iniziato a scrivere. Perché forse si sarebbe sentito meglio, perché forse il carico che portava sulle spalle sarebbe diminuito, come se condiviso con qualcun altro.

É solo che non ce la faccio più, piccolo Boo. Non ce la faccio più a vederti con lei, a vedere la tua piccola mano intrecciata alla sua, le tue labbra fini sulle sue, l'azzurro dei tuoi occhi perso nei suoi, gli stessi occhi che brillano per lei, solo ed esclusivamente per lei. E ormai fa male anche solo il pensiero di voi due insieme, dei vostri baci rubati mentre fate colazione, insieme, delle vostre coccole sul divano davanti ad un film strappalacrime, insieme, delle vostre gambe intrecciate le une alle altre mentre siete a letto, insieme. Giá, insieme.

A Harry scappa una lacrima. Nonostante si fosse ridetto più volte di essere forte, una solitaria e bastarda lacrima era scivolata via, percorrendo la guancia scavata del riccio e finendo sulla felpa bianca che aveva rubato a Louis quando tutto era ancora al posto giusto. Harry sapeva di non essere forte, non abbastanza.

É così difficile. É più forte di me. Non ce la faccio. So che la ami, Lou. E so che lei ama te. Lo so, davvero. Ma ti amo anche io, perché non lo vedi? Perché non mi senti, Boo? Chiudi gli occhi, estraniati dal mondo, elimina tutto il resto, cancella la sua voce esile dalla mente e ascoltami, Lou. Ti sto chiamando. Sto urlando. Con tutta l'anima, con tutta la voce, con tutta la forza, con tutto me stesso. Mi senti Louis? Come puoi non farlo? É come se fossimo in una piccola stanza vuota e completamente isolata dal resto del mondo, solo io e te. E sei davanti a me, sei così vicino, Louis. E io lo sto dicendo a gran voce. Ti amo. Ma é come se non mi sentissi, come se la voce non mi uscisse, come se tu fossi sordo, come se non lo stessi facendo. Come é possibile? Devo forse alzare la voce? Va bene, lo urlerò fino a quando mi svuoterò anche dell'anima, fino a quando non avrò più fiato e il mio cuore inizierá a perdere battiti. Ti amo. Ora mi senti? Lo urlo e continuerò a farlo. Ma tu devi ascoltarmi, Sweetcake. Ascoltami, ti prego. Prendi le mie parole e intrappolale, chiudile lì, nel tuo cuore. E tienile con te, sempre e per sempre. Fallo per me, Louis.

E Harry vorrebbe mettersi ad urlare davvero, a buttare fuori quelle due parole che si teneva dentro da troppo tempo. E lo avrebbe fatto se solo le lacrime non glielo avessero impedito. I singhiozzi persistenti, il corpo scosso dai fremiti, il fiato corto e il cuore che batteva a ritmo irregolare, a volte troppo veloce a volte come se nemmeno lo facesse.

Dove sei, Louis? Ti prego, torna da me. Quando sei qui c'é sempre un fioco bagliore in questa stanza. Come una stella che brilla nel cielo scuro, che con la sua luce illumina la notte. Per quel che può. Ma ora é tutto buio. Non ti vedo, Boo. Dove sei? Perché te ne sei andato? Torna. Non mi lasciare Louis, non lo fare. Non anche tu. E non so più nemmeno cosa sto scrivendo, te lo giuro, ma le parole escono di getto. Non abbandonarmi, Boo. Perché? Perché lo stai facendo? Potevi amarla anche senza allontanarti da me. Potevi, Louis. Ricordi? Nulla é impossibile. Me lo dicevi solo per riempire i silenzi? Solo per trovare un modo per rassicurarmi? Non ci credevi nemmeno tu, Boo.

E Harry davvero non sa più cosa sta scrivendo, ma le parole arrivano e non si fermano, non si fermano più. Chiude gli occhi, perché é troppo. Le lacrime non si sono ancora fermate e non sembra abbiano intenzione di farlo. Ed é buio. É tutto buio senza di lui. Gli fa male la testa, le parole rimbombano. Ti amo. Non mi lasciare. Dove sei. Louis.

Non lasciarmi andare. Tienimi Boo, tienimi forte. Afferra la mia mano e stringila, Lou. Ho paura di cadere giù. Sono in bilico sul bordo di un precipizio. Sto scivolando. Salvami. Sto urlando, ancora, Boo. Non ho mai smesso di farlo. Perché non mi senti? Ti amo. Salvami.

Perché per Harry era davvero come essere sul bordo di un precipizio. In bilico tra la vita e la morte, tra la luce e le tenebre. E ci era giá dentro infondo. Perché senza di lui
non aveva più senso vivere nella luce. Lui era la sua luce.

Non ho più voce, Louis. Non ho più forza, non ho più fiato. Mi manca l'aria. E sto perdendo l'equilibrio. Dov'é la tua piccola mano affusolata pronta a prendermi, se non dovessi farcela? Dove sei Lou? Salvami. Torna da me. Ti amo. Sto per cadere. Sono stanco. Sono stanco di tutta questa situazione. E ho paura, Sweetcake. Ho tanta paura di perderti.

Harry raccoglie le lacrime con la manica della felpa. La pelle del viso umida per le gocce salate che si sono ormai asciugate. Riprende a scrivere.

Non puoi nemmeno immaginare quanto male mi hai fatto. Ti ricordi quando ci siamo conosciuti? Eravamo ancora piccoli, é stato così tanto tempo fa, eppure sembra ieri. Io lo ricordo alla perfezione. E tu, Lou? Oh beh, immagino di no. Eri seduto sotto l'albero più grande del giardino. Tutti gli altri bambini si divertivano, come era normale che fosse. Io stavo giocando a calcio. Ti ricordi che é successo poi? La palla é finita vicino a te, ma tu non accenavi nemmeno a restituircela. Così sono venuto io. Stavi giocando con un piccolo orsacchiotto. Era piuttosto vecchio, aveva un orecchio cucito con un filo rosa. Poi mi raccontasti che quando si era rotto la tua nonna aveva solo quello a disposizione per poterlo riparare. Scoppiai a ridere. Non ricordi nemmeno questo? Comunque, ti salutai e mi fermai da te. All'inizio ti osservai, poi incominciai a parlare. Tu sorridevi ogni tanto, ma non mi rispondevi mai. Da quel giorno, tutte le mattine non vedevo l'ora di andare a scuola per vedere 'lo strano bambino dell'albero'. Col tempo abbiamo imparato a conoscerci. Non ci siamo mai separati, Lou. Perché ora te ne sei andato?

Harry si alza, come richiamato dalla fotagrafia posta sul mobile della sua camera. Ritraeva lui e Louis abbracciati, nel cortile, il primo giorno dell'ultimo anno di liceo. Due sorrisi immensi stampati in viso. Sorrisi veri, sorrisi felici. Sorrisi che andavano da un orecchio all'altro. Le fossette ben evidenti del riccio. Quelle che ora erano consumate dalla tristezza e dalle lacrime. Era solo un anno fa. Prese la cornice e la buttò a terra. Si infranse sul pavimento freddo, il vetro rotto, mille crepature, alcuni resti sparsi vicino al riccio.
 
Mi costa tanto farlo, Louis. Davvero tanto, più di quanto tu possa anche solo credere. Avrei ancora tante cose da dirti, ma questo é giá troppo. All'inizio nemmeno volevo farlo. Scriverti intendo. Me ne vado, Boo. Lo devo fare. Per me, per te, per la tua felicitá e per il mio bene. Non mi cercare, okay? Tu hai Eleanor, Louis. E state così bene insieme. Siete felici. Solo una cosa mi devi promettere, anche se quando lo farai, perché so che lo farai, io non sarò più qui, a casa nostra. Promettimi che non ti dimenticherai di me e di noi, di tutto quello che abbiamo fatto, di quelli che siamo stati.
Ti amo, Boo. Addio.
Con amore, sempre tuo, Harry.

Appoggia la penna e osserva il foglio. Alcune lettere sono sbiadite, altre del tutto cancellate. L'inchiostro blu, bagnato dalle lacrime, ha macchiato alcuni angoli del foglio, coprendo di qua in qua le parole e rovinando la scrittura ordinata e composta di Harry. Il pezzo di carta increspato dalle lacrime che l'hanno bagnato. Almeno quando lui la leggerá capirá quanto male gli abbia fatto. Harry ha davvero paura. Di perderlo, di andarsene, di lasciarlo, di abbandonare la casa che hanno condiviso dopo il diploma, di arrendersi a quello che sembra essere il suo triste e infelice destino. Ma deve farlo. Infondo sa che é la cosa migliore per tutti. Piega la lettera e la appoggia sul letto ancora sfatto, mentre le ultime lacrime che hanno bagnato le sue guance vengono risucchiate dalle sue labbra rosse, strette tra i denti. Butta i suoi vestiti alla rinfusa nella valigia, con fretta. Deve sbrigarsi, deve andarsene prima che Louis torni per prendere le sue cose e portarle da lei. Qualcosa gli cade mentre corre giù per le scale, ma non gli dá peso, non si ferma a raccoglierla, né a vedere cosa sia. Si ferma in corridoio e inizia a guardarsi intorno, per dire addio a quella casa che per un anno é stata scenario di così tanti ricordi. Ricordi che passano davanti agli occhi di Harry quando si sofferma ad osservare ogni minimo particolare di quelle stanze. Una coperta buttata malamente sul divano leggermente consumato, le scarpe di Louis sotto il tavolino di vetro, un post-it attaccato al frigorifero, i piatti sporchi ancora nel lavandino. E non spegne nemmeno la televisione rimasta accesa da quella mattina, perché le lacrime hanno ricominciato a scendere e non se lo può permettere. Sa che, se restasse ancora per qualche minuto in quella casa, cambierebbe idea, non avrebbe più la forza e il coraggio di andarsene. Spegne le luci ed esce. Non si volta nemmeno indietro. Fa male pensare che in quella casa, la loro casa, non ci vivrá più nessuno. Louis sará da lei, lui ancora non sa dove. E fa male anche abbandonare il suo migliore amico, dopo tutti gli anni che hanno passato insieme. Ma nonostante tutte le voci che nella sua testa gli urlavano di restare, Harry sale sul taxi che aveva precedentemente chiamato, e se ne va. Diretto all'aereoporto e poi non si sa dove. Roma, Parigi, New York, Los Angeles. O magari semplicemente tornare da sua mamma, a casa sua, quella che poi faceva fatica a definire ancora casa. Perché la sua casa era lì, a Londra, con Louis.

*
 
Louis apre la porta e la richiude immediatamente dietro di sé. Le luci in casa sono tutte spente, la televisione accesa trasmette un cartone animato, la finestra della cucina é spalancata e a volte si richiude sbattendo e provocando un fastidioso e fortissimo rumore. Inizia a chiamare il suo coinquilino, senza però ottenere alcuna risposta. É preoccupato, Louis. All'inzio pensa che Harry sia uscito, ma non é così sbadato da lasciare finestre aperte e televisione accesa. Non é da Harry Styles. Sale le scale di corsa, trovando una maglietta su di un gradino. La riconosce subito, é la preferita di Harry. Entra velocemente nella camera del riccio e la prima cosa che nota é la cornice di una foto sul pavimento. La raccoglie e, tra le crepature del vetro, riesce ad intravedere il viso sorridente del suo migliore amico, abbracciato a lui. Louis davvero non capisce. Perché la foto era per terra? Perché Harry non c'era da nessuna parte? Fa per uscire dalla stanza quando la vede. Tra le coperte spiegazzate del letto. Si siede ed inizia a leggere. E giá alla terza riga gli occhi di Louis si inumidiscono e a metá le lacrime spingono per uscire, forzano la barriera protettiva che il ragazzo aveva costruito. E quando arriva alla fine il viso é inondato da quelle stesse lacrime. Perché Harry se ne é andato. E Louis non riesce a crederci. Apre l'armadio, perché non é possibile. Ma non é rimasto niente, se non due o tre magliette rovinate. Il suo piccolo Haz se ne é andato. Se ne é andato perché si era innamorato. E invece lui era stato così cieco, così sordo. Era stato con Eleanor davanti a lui, l'aveva baciata e tenuta per mano davanti a lui. E Harry era stato forte per tutto quel tempo. Ed era stato così stupido da abbandonarlo, da lasciarlo cadere in basso. E ora non c'é più. Se ne andato perché lui, Louis, il suo migliore amico, il suo piccolo Boo, gli ha fatto male. Lo ha ucciso. E alla fine lo ha perso, ha perso il suo migliore amico, forse l'unica persona che lo aveva da sempre accettato così come era, ha perso cio che di più speciale aveva al mondo.

Salvami. Non lasciarmi cadere. Tienimi forte. Non abbandonarmi. Torna da me. Ho paura. Ti amo, piccolo Boo.
 
 

Scusatemi per questo orrore, ma va beh. 
E' una cosa completamente nuova per me, non ho mai scritto una cosa del genere. 
Scusate per eventuali errori, ma come al solito non sono riuscita a rileggerla. :) 
  
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